attenti al fronte cipriota…

Crisi: Cipro, paura fuga capitali, banche chiuse martedi’

Paura dopo decisione eurozona di tassare i depositi

NICOSIA – Il governo di Cipro, nel timore che le banche dell’isola possano perdere altri miliardi a causa del panico innescato dalla decisione dell’eurozona di tassare i depositi, ha deciso che martedi’ prossimo gli istituti di credito resteranno chiusi per ”ferie”.

La chiusura – come riferiscono vari siti web locali – potrebbe essere estesa anche a mercoledì dopo che già domani, lunedì, le banche resteranno chiuse in seguito alla festa religiosa del cosiddetto ‘Lunedi’ pulitò, l’equivalente ortodosso del ‘Mercoledi’ delle Cenerì. Il governo di Nicosia, intanto, ha rinviato a domani il voto del Parlamento, previsto inizialmente per oggi, per approvare l’accordo raggiunto ieri con i ministri delle Finanze dell’eurozona che prevede, in cambio di un piano di aiuti per circa 10 miliardi di euro, un pesante prelievo sui depositi bancari.

La banca Centrale Europea starebbe facendo pressing sul governo di Cipro, affinché il voto del parlamento sul salvataggio Ue deciso dall’Eurogruppo, avvenga oggi e non domani. Lo scrive Bloomberg citando fonti vicine al dossier.

L’accordo proposto ieri dai ministri delle Finanze dell’eurozona per dare aiuti all’isola per 10 miliardi di euro prevede un pesante taglio dei depositi bancari e dell’incremento, dal 10 al 12,5%, delle tasse sugli introiti societari. Il presidente Nikos Anastasiades ha rinviato a domani il voto in Parlamento (previsto oggi) circa l’accordo perché sinora non otterrebbe la maggioranza dei 57 deputati che compongono l’assemblea e stasera alle 21:00 locali (le 20:00 in Italia) farà un discorso alla nazione trasmesso dalle Tv. Ma, come riferiscono i media locali, la Bce insiste per una rapida approvazione dell’accordo in quanto vi sarebbero già segnali di un “effetto domino” che potrebbe innescarsi a partire da lunedì mattina nei mercati e negli istituti bancari europei. L’insistenza della Bce – secondo quanto riferiscono siti web ciprioti – sarebbe invece da attribuire al timore che Cipro riesca ad ottenere aiuti finanziari da altri creditori internazionali non europei. Esclusa la Russia, che ha già fatto sapere che non intende fornire altri aiuti a Nicosia dopo il prestito di 2,5 miliardi di euro dato nel 2011, sembra che in queste ore una delegazione di parlamentari ciprioti sia arrivata a Pechino per chiedere al governo cinese un sostanzioso prestito che consenta a Nicosia di non toccare i depositi nelle banche dell’isola. Da tempo la Cina è interessata ad investimenti su quest’isola mediterranea che si sono finora manifestati soprattutto nel settore immobiliare.

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ok, ora tocca a cipro, a quanto pare…e la cosa, pur nella piccolezza dei numeri apre scenari differenti dalla vicina grecia poichè per evitare il solito massacro europeo pare potere entrare in campo proprio la cina con i suoi capitali immensi, frutto di anni ed anni di crescita economica a ritmi selvaggi e costi umani altrettanto selvaggi…e di fatto all’isola di cipro (alla sua parte europea per intenderci), cosa mai chiederebbe la cina che non sia una colonizzazione vera e propria che risulterebbe tanto efficace per dare una base logistica ai prodotti cinesi che finiscono sul mercato europeo?…qui non è più un problema finanziario, poichè i numeri ciprioti sono troppo piccoli per innescare ulteriori crisi del debito, ma un problema di strategia economica fallimentare dell’europa che continua a sacrificare paesi sull’altare della ragioneria!!!

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‘Likes’ su Fb rivela sesso e religione

Studio su Wsj, dimmi chi clicchi e ti diro’ chi sei

(ANSA) – WASHINGTON, 17 MAR – Dimmi cosa ti piace su Facebook e ti diro’ chi voti, chi ami, se fai uso di droghe. E’ quanto emerge da uno studio della Cambridge University, a cui il Wall Street Journal dedica un articolo, realizzato su 58mila utenti del social network, secondo cui la gente che condivide contenuti su Fb cliccando ‘mi piace’ o ‘non mi piace’ lascia molte tracce sulla propria identita’. Incrociando i dati e’ possibile fare il ‘targeting online’, cioe’ liste di persone di cui si conoscono tante attitudini.

…non pensate subito ad un complotto internazionale per tracciarvi in un gigantesco matrix…pensate piuttosto ad una targetizzazione ad personam dell’offerta pubblicitaria e ad attività di orientering della domanda…cosa della quale è esperta la casaleggio & associati, tanto per stare in tema di offerta pubblicitaria di un prodotto

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il debito

avevo promesso due giorni fa, contestualmente alla pubblicazione di una tabella comparativa dui debiti pubblici europei, che saremmo ritornati sull’argomento debito…bene, mantengo la promessa, pur precisando che la trattazione di un simile complesso argomento è cosa ardua nella necessaria semplificazione delle cose, per cui mi avvarrò di alcune tabulazioni in uso sulla rete per rendere spero più visibili e percebili gli argomenti stessi…

cominciamo con il dire che il “debito pubblico” è il debito dello stato nei confronti di altri soggetti economici nazionali o esteri che hanno sottoscritto un credito allo stato acquistando obbligazioni o titoli di stato (BOT, BTP, CCT, CTZ, etc) destinate a coprire il disavanzo del fabbisogno finanziario statale (quindi anche coprire l’eventuale deficit pubblico nel bilancio dello stato) ed è pari al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche (amministrazioni centrali, enti locali e istituti previdenziali pubblici), quindi escluso il debito delle amministrazioni locali, e costituito da biglietti, monete e depositi, titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) e prestiti…

il debito contratto con soggetti economici esteri è il debito estero, quello contratto con soggetti economici interni allo stesso stato è il debito interno e di norma entrambi sono in misura variabile parte del debito pubblico di uno stato, trattandosi comunque di obbligazioni a vario titolo emesse dallo stato verso soggetti terzi che prestano denaro contro la restituzione della somma prestata più un interesse corrisposto alla scadenza del titolo…

la presenza di un debito impone, oltre alla sua copertura finanziaria nei tempi e modalità di scadenza prestabilite dai titoli stessi compresi gli interessi, di tenerlo sotto controllo per non cadere nel rischio di insolvenza sovrana o fallimento (default) dello stesso, o stampando cartamoneta nel rischio però di fenomeni inflattivi o ricorrendo a politiche di risanamento dei conti pubblici all’interno di politiche di bilancio pubbliche, come ad esempio lo sono politiche di rigore, ma nel rischio di bloccare in casi simili l’economia stessa, con pesanti conseguenze sul ritorno di entrate pubbliche costituite proprio dalle tasse pagate da cittadini ed imprese…

ma più che il valore assoluto del debito in se stesso, il suo ammontare insomma, indice della solidità finanziaria ed economica di uno stato è il rapporto tra il debito pubblico e il prodotto interno lordo o PIL, cosa della quale si sente molto spesso parlare soprattutto a riguardo dei parametri stabiliti dal famoso trattato di maastricht, in quanto il PIL in questo caso rappresenta un parametro di quanto lo Stato è in grado di risanare il proprio debito pubblico tramite la tassazione o imposizione fiscale da cui sarebbero tratte somme maggiori proprio in virtù della crescita economica…

in genere è proprio il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo che dà origine a quattro possibili scenari in cui uno stato può ritrovarsi e che provo brevemente a spiegare:

I) il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di stato, quindi l’economia cresce meno di quanto siano pagati gli interessi sul debito stesso, a volte nella presenza di un cosiddetto disavanzo primario (un passivo nel bilancio dello stato al netto degli interessi pagati proprio sul debito) in rapporto al PIL, cioè le uscite (spese) sono maggiori delle entrate (tasse) proprio in rapporto al PIL, ed in questo caso il rapporto tra debito/PIL tende ad aumentare all’infinito…

 

II) il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato, ma c’è ancora un disavanzo primario in rapporto al PIL ed in questo caso il rapporto debito/PIL convergerà in modo decrescente verso un certo valore (detto stato stazionario, cioè uno stato di uguaglianza tra il tasso di crescita dello stock di capitale, il denaro circolante, ed il tasso di crescita della produzione, il PIL, senza alterazioni significative di questi due tassi di crescita, quindi vi è equilibrio), ma solo se, il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario stesso ed in tal caso, affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che il PIL cresca a tal punto da rendere la differenza tra PIL e tasso di interesse sul debito sufficientemente grande in un disavanzo primario più piccolo possibile. Se invece il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL convergerà sempre verso lo stato stazionario, ma in modo crescente…

III) il tasso di crescita del PIL risulta minore del tasso di interesse dei titoli di Stato, ma si è intervenuti aumentando le tasse, per cui non c’è un disavanzo primario e le entrate sono più delle uscite, così determinandosi la condizione di un rapporto debito/PIL che decresce, ma solo se il rapporto debito/PIL iniziale è minore dello stato stazionari, ed affinché il rapporto debito/PIL decresca, occorre che la differenza tra PIL e tasso di interesse sul debito sia piccola e che le entrate sufficientemente grandi, mentre se il rapporto debito/PIL iniziale è maggiore dello stato stazionario, il rapporto debito/PIL tenderà ad aumentare all’infinito…

IV) il tasso di crescita del PIL risulta maggiore del tasso di interesse dei titoli di Stato e si è intervenuti aumentando le tasse per cui non c’è un disavanzo primario e le entrate sono maggiori delle uscite. In tal caso il rapporto debito/PIL decrescerà rapidamente fino ad annullarsi

questi sono sostanzialmente le quattro condizioni (esistendono però tutta una serie di commistioni tra diversi indici e parametri a cui per brevità non accenneremo ora) sulle quali è possibile mettere in campo delle forme di intervento per riportare il rapporto debito/PIL in condizioni di sicurezza…

nel prossimo articolo affronteremo quindi le soluzioni… 

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la democrazia del 5 stelle

mi è stato inviato da una persona in buona fede questo post apparso sul blog di adolph grillo in seguito alle sue volontà epuratorie di chi aveva permesso l’elezione di grasso alla presidenza del senato, e che pure contiene quegli elementi di severa critica che da molto tempo esprimo su questo movimento, post che è stato cancellato dal blog stesso forse perchè aveva ricevuto un grande numero di approvazioni…io mi chiedo questo movimento è ancora, ammesso lo sia mai stato nelle intenzioni del suo padrone e non certo nell’ingenuità con cui molti vi si sono accostati, un movimento democratico?

francamente, nonostante l’auspicio dell’autore del commento che forse ci spera ancora, io credo che questo movimento sia da lasciare al proprio destino di meteora rabbiosa, nata nella rabbia e prosperata nella rabbia 

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…e comunque io non sottovaluterei la minaccia neppure tanto velata del presidente della deuschte bank di lasciarci al nostro destino…

miko somma

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adolph grillo

questa la delirante dichiarazione-diktat proprietario di marca hitler-staliniana di grillo dopo il voto in favore del candidato indicato da bersani per la presidenza del senato da parte di alcuni senatori 5 stelle che hanno votato contro le indicazioni del loro capogruppo:

Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l’eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che ogni senatore del M5S dichiari come ha votato.
Nel “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento” sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:
– Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.
Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.

….certo costui dimentica volutamente l’art 67 della costituzione che recita testualmente “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.”

 

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