18/04/2013

io sono per rodotà presidente da tempi non sospetti, essendomi pronunciato in suo favore appena dopo le elezioni…faccio appello ai parlamentari e delegati regionali a votare per quest’uomo di parte…dalla parte dell’intelletto e della ragione!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

18/04/2013

a questo punto sia l’elezione di marini che la sua non elezione sarebbero la fine del pd e del cardinalato bersani, troppo interessato a fare il premier per capire che occorre cambiare metodo di conduzione della politica…e mentre diciamo che in italia comanda ancora berluska e non se ne parla più, mi auguro che la parte migliore del pd (se c’è) cominci a ragionare almeno localmente su nuovi obiettivi programmatici e non più sul mantenimento di dannose filiere di valvassori.

miko somma

Pubblicato in Blog

i saggi VII…

terminiamo questa analisi critica al lavoro dei cosiddetti saggi sulla parte istituzionale (dedicheremo poi un adeguato spazio alle proposte economiche) con il capitolo 6° dedicato all’attività politica ed al suo finanziamento, tema “caldo” ovviamente e che sta molto a cuore agli italiani…

debbo precisare subito che personalmente sono del tutto a favore di forme adeguate di finanziamento pubblico all’attività politica per impedirne finanziamenti occulti e per dare modo anche a chi non possiede patrimoni milionari di partecipare comunque all’attività politica (che ha comunque i suoi costi), ovviamente in una regolazione chiara sia della sua entità, sia dei meccanismi e modalità di accesso, sia nei termini di quella maggiore pubblicità della vita gestionale e democratica dei partiti che credo debba essere strettamente legata alla percezione di una dazione finanziaria pubblica per consentirne l’esistenza, ma questo attiene ad un livello propositivo che a tempo debito non mancherò di esternare, dovndo limitarmi al momento a quella critica al lavoro dei saggi che credo abbia rivelato fino ad adesso una ratio inquietante che pare animare l’intero impianto di questi “suggerimenti”…

alla premessa al capitolo testualmente si dice “Le questioni relative alla nuova domanda di etica pubblica si concentrano in particolare sui vantaggi impropri dei partiti, delle istituzioni politiche e di chi lavora negli uni e nelle altre. Alla base c’è la profonda insoddisfazione per i servizi resi ai cittadini dalla politica. Il problema dei costi delle attività politiche va perciò affrontato guardando alla domanda di forte cambiamento espressa dalla società nei confronti della politica…e di contenere i costi di funzionamento del sistema politico ed istituzionale…Gli obbiettivi sono essenzialmente i seguenti: a) sobrietà; b) piena giustificazione rispetto alle finalità perseguite; c) assoluta trasparenza; d) la revisione dei costi della politica come parte di un essenziale programma di revisione della spesa pubblica; e) “irreprensibilità” delle istituzioni politiche e della P.A. anche dal punto di vista dei loro costi. A proposito di quest’ultimo obiettivo, il Parlamento ha approvato recentemente una importante legge anticorruzione…Nella discussione del Gruppo di lavoro è stata sottolineata la necessità di potenziare le attività di prevenzione da parte delle pubbliche amministrazioni e le attività di controllo amministrativo interno ed esterno; è stata segnalata l’esigenza di introdurre la fattispecie del reato di autoriciclaggio, di rafforzare le norme sulle falsità in bilancio, di precisare la fattispecie dello scambio elettorale politico-mafioso. E’ stata evidenziata altresì la necessità di monitorare l’efficacia in sede applicativa di figure di reato che risultano non sufficientemente tipizzate e, se del caso, apportare correttivi al fine di evitare ambiguità, distorsioni e sovrapposizioni in modo tale che non venga violato il principio di tassatività delle fattispecie penali e di astenersi da interventi legislativi in ambito penale che possano risultare poco chiari e privi del carattere di tassatività che informa il nostro ordinamento.”…e riporto questa lunga premessa per riuscire poi a confrontare quanto qui espresso con quanto effettivamente a livello di proposta vien fuori dal lavoro stesso…

infatti al punto 14) (non si comprende la ratio di questa numerazione, essendo del tutto avulsa dalla conseguenzialità con la numerazione dei punti con cui termina il capitolo precedente…) sul tema del finanziamento pubblico ai partiti, dopo aver citato, come d’altronde alla premessa, l’approvazione della legge 96/2012 che “…ha ridotto della metà l’ammontare delle risorse pubbliche destinate annualmente ai partiti, lasciando invariato il meccanismo dei rimborsi per il 70% e ancorando per il restante 30% l’erogazione dei contributi alla misura di 0,50 euro per ogni euro ricevuto dai partiti “a titolo di quote associative e di erogazioni liberali annuali da parte di persone fisiche o enti (art.2)”, lasciando una profonda insoddisfazione nei cittadini che probabilmente chiedevano maggiori tagli e maggiore semplicità, e dopo aver opportunamente distinto tra finanziamento pubblico e finanziamento delle spese elettorali “…giustificato e documentato all’interno di rigorosi tetti di spesa…”, le proposte sono:

a) distinguere una parte fissa, proporzionata al numero di voti del singolo partito e una parte commisurata ai contributi privati, che devono avere un tetto massimo;…e mi pare, fermo restando che un qualche criterio va comunque indicato per la cosiddetta parte fissa (qui si indicano i voti ricevuti, ma altre proposte potrebbero essere altrettanto valide), che sia troppo generico e semplicistico cercare di rendere assimilabili al solo denaro le forme di contribuzione privata che possono essere di natura la più varia, esempio una messa a disposizione gratuita di locali privati per le attività del partito che un privato potrebbe concedere come aiuto… 

b) assicurare significativi sgravi fiscali per i contributi dei privati entro un determinato tetto massimo;…ed anche qui oltre la lacunosità si introduce un concetto generico che assimilando le contribuzioni private ai partiti a forme di sgravio fiscale più utilmente  concesso per dazioni finanziarie ad associazioni benefiche o solidaristiche, quindi con uno scopo sociale che giustifica il minore introito fiscale, pone sullo stesso piano e natura sociale un contributo che per sua natura è “di parte”, quindi non assimilabile alla specialità dello scopo sociale di una dazione ad un ente di ricerca sul cancro, tanto per citare un esempio… 

c) assicurare (modello inglese) l’accesso gratuito, anche fuori della campagna elettorale agli spazi televisivi;…qui il problema non si pone tanto nella regolamentazione di questi spazi sulle televisioni pubbliche, ma su chi sosterrebbe i costi se questi spazi fossero richiesti e concessi sulle emittenti private… 

d) consentire a partiti e movimenti politici di usufruire gratuitamente di locali e di spazi pubblici per riunioni e per lo svolgimento dell’attività politica;…cosa che ovviamente andrebbe meglio espresso e regolata, soprattutto all’approssimarsi di scadenze elettorali, quando la corsa al luogo pubblico gratuito diverrebbe pressante nella scarsezza di luoghi adatti a riunioni pubbliche… 

e) agevolare i partiti che si impegnano nella formazione politica delle generazioni più giovani;…questo dettato non significa assolutamente nulla, dal momento che appare indimostrabile o comunque molto difficilmente dimostrabile quale e dove si sostanzi la formazione politica delle generazioni più giovani…ogni partito ha sue branche giovanili, ma non è l’esistenza della branca in sè che giustificherebbe la formazione politica… 

f) confermare la linea per la quale il finanziamento per i gruppi parlamentari non deve diventare una forma di finanziamento dei partiti….su questo punto son d’accordo che debbano essere tenute separate nel sostegno le attività dei partiti da quelle dei relativi gruppi parlamentari, ma essendoci una ovvia commistione come si fa a distinguere in questa e quindi ad individuare ciò che è squisitamente di parte, da ciò che pur istituzionale, sempre un’attività di parte rappresenta?…

al successivo punto, il 15), relativamente al controllo dei costi, riporto testualmente “La legge 515/1993 affida a uno specifico collegio della Corte dei Conti il controllo sui finanziamenti ricevuti e sulle spese sostenute dai partiti e movimenti politici in campagna elettorale. La legge 96/2012 affida a una specifica commissione composta da cinque magistrati delle tre diverse giurisdizioni il controllo sui bilanci dei partiti e dei movimenti politici. Il decreto legge 174/2012 convertito con legge 213/2012 affida alle singole sezioni regionali della Corte dei Conti il controllo sui rendiconti dei Gruppi Consiliari presenti nei Consigli Regionali. Si propone, per evitare disparità di trattamento, di uniformare i soggetti deputati al controllo, che devono essere esterni e indipendenti, l’oggetto del controllo, i criteri del controllo.”…e qui proprio non si comprende quali siano i soggetti esterni ed indipendenti che debbano esercitare, uniformandolo, il controllo…non sono per loro natura i magistrati indipendenti?…

sul conflitto di interessi, al punto 16), la mediazione è talmente al ribasso che non si citano affatto suggerimenti, ma si rimanda, intendole richiamate, assai genericamente a valutazioni e proposte dell’autorità antitrust che a mio avviso contengono solo dettami di tipo economico e non entrano abbastanza nello specifico del conflitto di interessi per come esso si è sviluppato nel nostro paese in questi ultimi 20 anni, intorno cioè all’enorme potere economico e mediatico del sig. berluskoni, potere che ha avuto risvolti immediati e visibili sullo svolgimento dell’intera vita politica del paese e che non si è mai voluto finora delimitare in precisi assetti legislativi in materia…formulazione talmente vaga, quella dei saggi sulla questione, da far apparire del tutto vacuo persino il rapido accenno che evidentemente “non doveva urtare il cavaliere”…

al punto 18) si tratta delle attività delle lobbies, gruppi di potere e di interessi che sarebbe ripetitivo ed inutile descrivere in questa sede, che i saggi intendono regolare, in qualche modo ammettendo che esse esistono ed influenzano in ogni caso le attività legislative e dopo aver stucchevolmente e servilmente precisato che “…Spesso si tratta di un’opera utile per portare a conoscenza dei decisori politici realtà frequentemente ignorate…”, con questi i seguenti suggerimenti traslati da modelli già esistenti e che andrebbero del tutto rivisti nelle rispettive sedi, nel parlamento europeo e negli stati uniti:

a) si istituisce presso la Camera, il Senato e presso le Assemblee regionali l’albo dei portatori di interessi;

b) costoro hanno diritto a essere ascoltati nella istruttoria legislativa relativa a provvedimenti che incidono su interessi da loro rappresentati;

c) il decisore deve rendere esplicite nella relazione al provvedimento le ragioni della propria scelta e deve evitare ogni possibile situazione di potenziale o attuale conflitto di interessi….ed evito di fare commenti, vista la chiarezza di questi suggerimenti che istituzionalizzano interessi che a mio avviso andrebbero tenuti a debita distanza dalle eattività politiche e soprattutto legislative, poichè unico deve essere l’interesse da tutelare, quello pubblico!!!…

e si termina il lavoro con delle assai strambe giunte di deontologia parlamentare che vengono definite testualmente “…questa Giunta sia costituita, tanto alla Camera quanto al Senato, da 4 persone che abbiano avuto in passato una significativa esperienza parlamentare. Le Giunte devono vigilare sugli eventuali conflitti di interessi dei parlamentari, sulla compatibilità delle attività e delle iniziative non parlamentari di deputati e senatori sulla trasparenza delle loro attività. Le Giunte svolgerebbero un’attività consultiva anche fornendo avvisi preventivi. La linea di fondo deve essere costituita dall’attuazione dell’indirizzo fissato nei valori della “disciplina” e dell’ “onore” fissati nell’art. 54 della Costituzione.”…lascio a voi giudicare l’incongruenza formale e sostanziale di queste giunte costituite da 4 persone alle cui qualità e modalità di nomina neppure si accenna…

e francamente mi pare basti così!!!…troppa “saggezza” a mio parere…

miko somma

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Blog

17/04/2013

presidenza della repubblica ad una donna?…e perchè no?…ma guardate che tra una donna e la bonino esiste qualche differenza, a mio avviso…votereste mai una che indifferentemente finora si è accompagnata alla destra, come alla sinistra, a seconda delle convenienze di riuscire ad eleggere una pattuglietta parlamentare?

miko somma

Pubblicato in Blog

i saggi VI…

arriviamo quindi al tema della giustizia, al capitolo V, dove maggiormente la misura “inciucista” di questo lavoro appare evidente per le note ragioni che riguardano le esposizioni di alcuni soggetti politici..e così che, dopo una brevissima analisi dello stato comatoso della giustizia italiana, a cui certo si sarebbe dovuto dare maggior peso visto che la conoscenza delle cause aiuta ad evitare che possano ripresentarsi in futuro, si passa subito al punto 22), dove sono enumerati e spiegati gli obiettivi da perseguirsi che vengono così chiariti:

a) il rispetto effettivo di tempi ragionevoli di durata dei processi…sia sul piano della giustizia penale, amministrativa e contabile, sia sul piano della giustizia civile…;

b) la riduzione della ipertrofia del contenzioso;

c) la maggiore efficacia dell’azione preventiva e repressiva, oltre che dei fenomeni della criminalità organizzata, dei fenomeni di corruzione nella vita politica, amministrativa ed economica;

d) l’esigenza di contenere il fenomeno dei contrasti fra diversi organi giudiziari, nonché, sul piano penale e della giustizia contabile, il fenomeno di iniziative che tendono ad intervenire anche in sostanziale assenza di vere, oggettive e già acquisite notizie di reato o di danno erariale, in funzione di controllo generalizzato su determinati soggetti o procedimenti….

e) il perfezionamento del sistema di tutela dei diritti fondamentali, che si avvale oggi del riconoscimento pieno del diritto al giudice, dell’ampia apertura agli strumenti di tutela internazionali, e di organi giudiziari indipendenti, ma non sempre è effettivo a causa di lacune normative e di carenze organizzative.

e se alle lettere a), b), c) si sta parlando di luoghi comuni in bagno di acqua calda evidente a tutti, stante proprio lo stato della giustizia e la necessità di renderla più celere in merito a diverse esigenze (dalla tuela dei diritti agli investimenti dall’estero), smaltendo nel contempo arrestrati ed impedendone nuovo accumulo nell’aumento delle attività preventive e repressive, è al punto d) che si comincia ad intervenire per limitare quella potestà di acquisizione di elementi probatori che è tipica dell’attività di indagine, attività senza la quale poco o nulla emergerebbe in termini di visibilità del reato, non mancandi di precisare che è proprio sul “controllo generalizzato di determinati soggetti o procedimenti” che bisogna intervenire…e mi pare chiaro il senso della cosa e quali siano i soggetti ed i procedimenti indicati…

così se al successivo punto 23) si passa alle constatazione che occorrerebbe per la tutela dei diritti fondamentali quella che avrebbe dovuto essere la scontata introduzione nel patrimonio legislativo nazionale delle tantissime convenzioni internazionali pur sottoscritte ormai da anni, è al punto 24), dedicato alla giustizia penale che cominciamo a vedere i contorni di una tendenza pericolosa…testualmente quindi si propone:

a) la migliore definizione sul piano legale dei presupposti sulla base dei quali gli organi delle Procure avviano e concludono le loro attività di indagine, con particolare attenzione per gli strumenti investigativi più invasivi nei confronti dei diritti fondamentali come, ad esempio, le intercettazioni delle conversazioni per le quali dev’essere resa cogente la loro qualità di mezzo per la ricerca della prova, e non di strumento di ricerca del reato. Occorre inoltre porre limiti alla loro divulgazione perché il diritto dei cittadini a essere informati non costituisca il pretesto per la lesione di diritti fondamentali della persona;”…e ci par chiaro alla tutela di chi sia indirizzato questo capoverso, nella constatazione che se spesso si è abusato di questo strumento, le intercettazioni, molto spesso senza di esse molti reati non sarebbero neppure stati scoperti ed infatti la logica del suggerimento va esattamente nella trasformazione delle stesse da strumento di ricerca del reato in ricerca di prove…quindi di fatto un giudice prima dovrebbe ravvisare un reato ed averne prova sufficiente ad avviare una indagine, poi predisporre le intercettazioni per raccogliere le prove, ma se il reato non è evidente, come per esempio può esserlo una rapina od un omicidio, ma avviene, come nel caso della corruzione, in un ambito di sodalità che per ovvi motivi non può apparire evidente, come verrebbe individuato il reato stesso, dovendosi magari aspettare un testimone che “soffia” o una bustarella con la scritta tangente magari dimenticata su un tavolino da bar?…

b) il contenimento della durata della fase delle indagini preliminari, così da giungere con sollecitudine al contraddittorio processuale quando questo si imponga, e un più stretto controllo giudiziario sui provvedimenti cautelari, specie allorché incidano sulla libertà personale; e c) l’introduzione di vincoli temporali all’esercizio dell’azione penale (o alla richiesta di archiviazione) dopo la conclusione delle indagini; d) la revisione delle norme sulla contumacia; e) ferme le garanzie per le persone sottoposte a procedimento penale, l’adozione di misure dirette a disincentivare l’esperimento di rimedi esclusivamente e palesemente dilatori…e qui siamo ancora all’acqua calda essendo del tutto palesi le motivazioni razionali che sono, o dovrebbero essere, alla base di un funzionamento normale della giustizia…ma visto che per “travestire” un suggerimento mortale per la stessa giustizia, occorre tanta acqua calda qui si continua… 

f) la possibilità di riconoscere l’irrilevanza del fatto ai fini della non configurabilità del reato;…e chi stabilisce, essendo la fattispecie del reato sempre astratta ed il giudizio sulla sua concretezza affidato alla valutazione processuale, se il reato sia irrilevante o meno?…evidentemente non il processo, che si tenta in questo caso di non portare a celebrazione, quindi chi, dove e come?…

g) la possibilità di considerare le eventuali condotte riparatorie come cause estintive del reato in casi lievi;…quindi per rimanere nella banalità di un esempio, se un marito picchia la moglie, basta che lui le regali un anello perchè questo sia considerato una condotta riparatoria? 

h) la sospensione del processo a carico degli irreperibili, con relativa sospensione dei termini di prescrizione e con l’adozione di misure per la conservazione delle prove;…punto ovvio e sul quale non si può essere non d’accordo, proprio per questo quasi banale… 

i) l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione per imputazioni molto lievi, tenendo conto dei rilievi formulati dalla Corte costituzionale all’atto della declaratoria di incostituzionalità della legge che rendeva inappellabili tutte le sentenze di assoluzione….bene, siamo d’accordo, ma prima occorrerebbe stabilire cosa siano i reati molto lievi…esempio, la piccola corruzione di un funzionario è un reato lieve?…

quindi in finale, tutta la serie di suggerimenti ci sembra declamata solo al fine di far passare il punto a), sulle intercettazioni, rendendo sgradevolmente considerabile tutto il resto delle proposte che giudichiamo corollario quindi di un tentativo di inciucio perdonista…

passiamo allora al punto 25), sovraffollamento carcerario, sul quale sono sostanzialmente d’accordo, essendo l’aticolato di proposte del tutto condivisibile: a) di trasformare in pene principali comminabili dal giudice di cognizione alcune delle attuali misure alternative dell’esecuzione, come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare; b) un ampio processo di depenalizzazione di condotte che possono essere meglio sanzionate in altra sede; c) l’introduzione su larga scala di pene alternative alla detenzione; d) una particolare attenzione va dedicata al tema del lavoro dei detenuti, che riduce drasticamente la recidiva, rende il carcere più vivibile, rispetta la dignità della persona detenuta; per questa ragione occorre una congrua assegnazione di risorse finanziarie….aggiungo che al punto b), la depenalizzazione di alcune condotte mi lascia perplesso, soprattutto in merito alla sostanziale non indicazione di quali siano le altre sedi…

scarsissima attenzione invece viene dedicata alla giustizia civile al seguente punto 26(vorrei ricordare che il cumulo dei procedimenti in essere supera ormai i 2 milioni), limitandosi a generici sistemi alternativi e non giudiziari di mediazione (tra le altre rigettati di recente dalla corte costituzionale) che introdurrebbero però le figure professionali dei mediatori – ma guarda un po’!!! – e a quei potenziamenti delle strutture e del personale che senza denari da investire non avrebbe neppure senso nominare, e via discorrendo altre piccole misure che francamente non occorreva scomodare cotanti saggi per elaborare, bastando probabilmente l’ascolto nelle commissioni parlamentari giustizia di qualche magistrato… 

ed infine ai successivi punti da 27) a 32) una attenzione particolare ai magistrati che passiamo ad elencare, in primo luogo partendo dall’idea di strappare al csm il giudizio disciplinare sui giudici per affidarla in primo grado proprio al csm, ma in secondo grado e senza ulteriori gradi di giudizio ad una non meglio precisata corte a valenza costituzionale composta “…per un terzo da magistrati eletti dalle varie magistrature (in numero uguale per ciascuna magistratura), per un terzo da eletti dal Parlamento in seduta comune (all’interno di categorie predeterminate) e per un terzo da persone scelte dal Presidente della Repubblica tra coloro che hanno titoli per accedere alla Corte Costituzionale.”…e francamente l’intento preconcetto nei confronti della magistratura appare sin troppo chiaro anche e soprattutto quando alquanto sprezzantemente di dice di voler evitare il “giudizio disciplinare dei pari”, indicando senza mezzi termini che per i giudici conterebber più che la legge lo spirito solidaristico di categoria…francamente assurdo, irrituale, irrispettoso, fuori dai limiti che la separazione dei poteri dovrebbe porre od aver posto a guardia delle garanzie democratiche che evidentemente a qualcuno poco piacciono!!!…ed in aggiunta una nota di riserva fatta apporre da quagliarello che ritiene che la responsabilità dei magistrati debba essere anche di natura civile, pur “…consapevole della peculiarità e della delicatezza della funzione giudiziaria, delle quali è necessario tener conto. Ma se da un lato tale peculiarità comporta che alla magistratura sia assicurata l’indipendenza e che sulle materie relative all’ordinamento giudiziario si legiferi con attenzione ed equilibrio, dall’altro l’attribuzione di poteri e prerogative che incidono sulla vita dei cittadini fino al punto di poterli privare della libertà impone che vi sia una corrispondenza tra livello di autonomia e livello di responsabilità. Considera necessaria una normativa sulla responsabilità civile dei magistrati…”, una ormai vecchia bandiera dei beluskones questa, convinti che introdurre lo spauracchio di responsabilità civili proprie (e non dello stato per conto del quale il magistrato opera) e viti “eccessi della magistratura) e che come molti sapranno avrebbe invece un potere di dissuasione sulla libertà dei giudici di poter indagare e perseguire dei reati se dovesse esserci una paura di sbagliare (dolo e colpa grave sono già puniti dalle leggi ordinarie)…  

e del tutto preconcetto appare quanto al punto successivo, 28), nella definizione testuale di “…E’ necessario rendere effettive le regole e i codici deontologici che vietano al magistrato un uso improprio e personalistico dei mezzi di comunicazione” ed a quello seguente, 29), “Al magistrato deve essere in ogni caso vietato di candidarsi nei luoghi ove ha esercitato le sue funzioni; deve essere vietato di tornare a esercitare le sue funzioni nei luoghi ove si è candidato o è stato eletto e deve essere vietato di assumere responsabilità di governo regionale o locale nei luoghi ove ha esercitato le sue funzioni.” e non perchè non vi siano stati gravi abusi in tal senso anche in tempi recentissimi, ma poichè punitiva appare la ratio della stessa formulazione del suggerimento che non ci pare difficile ravvisare…

risultano invero utili i suggerimenti ai punti 30) sui magistrati fuori ruolo il cui numero e lunghezza del periodo in oggetto andrebbero ridotti, 31) sostanzialmente vertente sul supporto amministrativo del csm che andrebbe scelto attraverso funzionari di alto livello e di accertata competenza, scelti per concorso, e 32) sulle coperture dei posti vacanti negli uffici giudiziari con vistosi ritardi…

in sostanza in questa parte evidente appare il potere di ricatto esecitato proprio in nome e per conto del principale vulnus di giustizia che coinvolge la politica in questo paese, ricatto che pesa e peserà su ogni tentativo di condividere alcune scelte per il futuro di questo paese, seppur non dovessero poi alla fine palesarsi, così come preordinato, i tentativi di “insentierare” lungo percorsi a mio avviso ben poco democratici (non si cambia in questo modo forma democratica di un paese, con una condivisione dei temi istituzionali affidata a personaggi inciucisti del calibro di violante, mauro e quagliariello, purtroppo supportati anche da una persona finora stimabile come valerio onida)…

continua…

 

 

 

 

Pubblicato in Blog

i saggi V…

siamo all’analisi del punto 21, sul federalismo fiscale, constatando l’estrema pochezza dei suggerimenti per riavviare un discorso partito dalla legge 42/2009 nel suo impianto fortemente “inquinato” dalle solite pulsioni legaiole di “trattenere al nord le tasse pagate dai citadini del nord”, impianto che dopo qualche decreto attuativo a cui sono seguiti pochi o nessun atto regolamentare, è rimasto sulla carta, sia per l’arrivare della crisi economica che per la tendenza alla ricentralizzazione della spesa pubblica operata dal governo tecnico…

ma qui oltre che una breve analisi sulla necessità di riavviare il federalismo fiscale per innescare supposti processi di crescita del paese, i suggerimenti sono scarsi, confusi e frammentari (vedremo poi perchè) poichè se pure si accenna alla necessità di separare i tributi per dare corso a quanto già previsto all’art. 119 comme 2 della costituzione a proposito di “tributi ed entrate propri” degli enti locali, il resto dei suggerimenti ci pare del tutto carente nel concreto se è vero che testualmente quanto viene proposto è: a) definire le adeguate dimensioni demografiche per l’esercizio delle funzioni degli Enti Locali; b) rafforzare i poteri sostitutivi dello Stato nei confronti di Regioni ed Enti Locali che si trovino in condizioni di grave disavanzo finanziario; c) vietare interventi statali a ripiano del deficit degli Enti territoriali, che non siano accompagnati da forme di commissariamento statale; d) prevedere un sistema di finanziamento degli Enti territoriali in grado di favorire la responsabilizzazione sulla spesa, anche per mezzo del Senato delle Regioni; e) includere nel terzo comma dell’art. 117 materie che hanno un carattere effettivamente condiviso come l’ambiente e i beni culturali, ferma la tutela minima assicurata dallo Stato; f) rivedere il secondo comma del’art. 119 Cost. per ridefinire il “fondo perequativo” come “fondo di trasferimento perequativo”, al fine di evitare un eccesso di compartecipazioni, facendo così chiarezza sulle fonti della perequazione; g) approvare la Carta delle Autonomie per la specificazione delle funzioni amministrative degli enti locali e prevedere la drastica semplificazione dei livelli intermedi di amministrazione tra Regione e Comune; h) assegnare a ciascun livello di governo imposte proprie; i) determinare le capacità fiscali standard di ogni ente, opera che a differenza di quella relativa ai costi e fabbisogni standard non è mai cominciato; l) ricomprendere le Regioni a Statuto Speciale nella nuova architettura finanziaria, rilanciando le ragioni della specialità nel quadro della finanza pubblica nazionale ed europea; m) rivisitare il patto di stabilità interno e la legge rafforzata di bilancio, per consentire forme di flessibilità anche a livello regionale”…

quindi di fatto e nel concreto si propone solo l’approvazione di una carta delle autonomie che pure era attuale già nel 1970, quando furono create le regioni e di tale carta di cominciò a sentire l’esigenza ed una limitazione (peraltro non definita diplomaticamente in alcun modo) della potestà finanziaria delle regioni a statuto speciale (per quanto mi riguarda io sarei per eliminare tale status per sicilia e sardegna, e di limitarlo fortemente per friuli, trentino-alto adige, dove l’autonomia della provincia di bolzano appre del tutto sufficiente, e valle d’aosta), ma nulla di più in merito alla complessità di rapporti tra enti locali e stato centrale che pure presupporrebbe anche una solo relativa autonomia fiscale, rimandando così tutto l’argomento a quella riforma delle regioni che il governo tecnico pure serbava in seno come imposizione e che solo per mancanza di tempo non è riuscito a trasferire dall’agenda al libro delle leggi e di cui non è certo questa parte a delineare le architetture, quanto piuttosto la precedente che molto chiaramente si propone di cassare buona parte della riforma del titolo V della costituzione…

per esigenze di tenuta dell’argomento rinviamo alla prossima parte dell’esposizione i capitoli riguardanti la giustizia e le attività politiche…

quindi continua… 

Pubblicato in Blog

Usgs, potente sisma 8.0 in Iran
Nei pressi della citta’ di Khash, al confine con il Pakistan
16 aprile, 13:18

(ANSA) – ROMA, 16 APR – La scossa e’ stata registrata nei pressi della citta’ Khash, che conta oltre 50.000 abitanti, al confine tra Iran e Pakistan. Il sisma e’ stato avvertito in India, con i palazzi che hanno tremato a New Delhi, a Dubai, dove sono state evacuate i grattacieli, in Bahrein. L’ipocentro, nella stima preliminare, e’ stato localizzato a circa 15 km di profondita’.

Pubblicato in Blog

(ANSA) – ANKARA, 16 APR – Sara’ necessario distruggere 658mila alberi per costruire il terzo aeroporto di Istanbul, vicino alle rive del Mar Nero. Lo sostiene la Valutazione dell’Impatto Ambientale del progetto resa nota ad Ankara. Il nuovo scalo, ”il piu’ grande del mondo” secondo il ministro dei trasporti Binali Yildirim, avra’ sei piste, una capacita’ di 150 milioni di passeggeri all’anno, e dara’ lavoro a 100mila persone. Lo scalo sorgera’ in un’area di 7.650 ettari, occupata per l’80% da foreste.

…qualcuno può ancora chiamarlo progresso?

Pubblicato in Blog

16/04/2013

guardate che il lavoro dei “saggi”, nella sua parte istituzionale, preconizza una pillola amarissima per questa democrazia ed un lascito pesante per ogni futuro governo…mi spiace che valerio onida si sia prestato a questa operazione quasi golpista orchestrata da un presidente che, dopo l’esperienza monti, meglio avrebbe fatto a defilarsi in maggior silenzio!!!

Pubblicato in Blog

i saggi IV…

pare che il lavoro dei “saggi” sia stao messo in sordina dal fluire degli avvenimenti e dall’approssimarsi quanto mai incerto dell’elezione del nuovo capo dello stato, ma terminiamo questa disamina sul lavoro “istituzionale” di onida, violante, mauro e quagliariello (la parte economica la vedremo in seguito, poichè sarà una sorta di guida imposta per “eredità” al nuovo governo, qualunque esso sarà…

per terminare la parte riguardante il parlamento, vero nodo centrale della proposta dei “saggi”, dobbiamo esaminare la pubblicità dei lavori delle commissioni parlamentari, sul quale il punto 18 insiste a cominciare dalla strana forma di pubblicità di questi lavori (ricordo che sono le commissioni parlamentari il “luogo” della discussione legislativa prima dell’approdo in aula per la votazione finale) di cui stranamente se da un verso ci si rende conto debbano essere quanto più possibile aperte alla conoscibilità dei cittadini attraverso ogni mezzo tecnologico, dall’altro tutto questo viene limitato dalla eventualità che basti la “richiesta motivata di un gruppo parlamentare” all’ufficio di presidenza a delimitare questa pubblicità sbandierata alla sola redazione di un sunto, nell’ampliamento peraltro non definito dei soggetti audibili dalla stesse commissioni…

ma la punto “m) intervenire sulla procedura del parere sulle proposte di nomina del Governo, prevedendo sempre l’audizione dei candidati” si raggiunge una sorta di parossismo…cosa significa questo dettato che ogni ministro dovrà sottoporsi all’esame (preventivo o meno non viene chiarito) delle commissioni, con ciò aumentando i tempi stessi di avvio di una fase di governo?…

si prosegue poi nella limitazione alla costituzione di gruppi parlamentari con meno di 30 deputati e 15 senatori in attesa della riforma (ma quale?), anche se poi nel frattempo si è data in aula possibilità di derogare persino all’attuale limite di 10, consentendo la costituzione di un gruppo minore…e poi di quali meccanismi di corrispondenza tra lista di elezione dei parlamentari e gruppo di appartenenza si parla, se molto chiaramente la nostra costituzione all’art. 67 parla di assenza di vincolo di mandato?…su questo punto onida esprime infatti una riserva molto fondata che qui riporto testualmente “Riserva di Valerio Onida. Dissente sull’opportunità di prevedere, a proposito dei gruppi parlamentari, la necessaria corrispondenza tra lista di elezione del parlamentare e gruppo di appartenenza. Fermo il requisito del numero minimo di membri (30 e 15) per costituire un gruppo, non ritiene si possa vietare né la costituzione di gruppi che riuniscano parlamentari eletti in diverse liste, né la costituzione di nuovi gruppi, sempre forniti di detto requisito, ad opera di una sola parte dei parlamentari eletti in una lista.”…

e si continua con una limitazione de facto delle interpellanze parlamentari in aula, riportandole in commissione ove non abbiamo ricevuto risposta in tempi utili, forse più nel senso di limitarne la conoscibilità, stante le riprese televisive in aula, dal momento, seppellendole nella mole di documenti di cui sarebbe affollata la parte dibattimentale dei lavori in commissione…elemento sicuramente positivo è quella minore quantità di atti stampati ed affidati invece alla pubblicazione sui siti web di camera e senato, ed infine sibillinamente al punto q) si accenna ad un “adeguamento dei regolamenti parlamentari alla revisione dell’art. 81 cost.”…e lo riporto per intero questo benedetto articolo 81 che in sintesi indichiamo come la sciammannata operazione di inserimento del pareggio di bilancio in costituzione, nella sua prima parte, quella più innocua relativa all’anno in corso e nella seconda, che parte dall’esercizio 2014 e condizionerà molto ogni manovra di bilancio da oggi per il futuro:

Art. 81. (Testo applicabile fino all’esercizio finanziario relativo all’anno 2013)

Le Camere approvano ogni anno i bilanci e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Con la legge di approvazione del bilancio non si possono stabilire nuovi tributi e nuove spese.

Ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte.

(Testo applicabile a decorrere dall’esercizio finanziario relativo all’anno 2014)

Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo   economico.

Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo   economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.

Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.

Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.

L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.

Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare   l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale .

e quali mai saranno questi adeguamenti?

si termina infine questa parte con il capitolo 19 che introduce con la modifica dell’art. 66 della costituzione “… il giudizio finale sui titoli di ammissione dei membri del Parlamento (legittimità dell’elezione, ineleggibilità e incompatibilità) spetta a ciascuna Camera con riguardo ai propri membri; pertanto le relative controversie non hanno un vero giudice e le Camere sono chiamate a decidere in causa propria, con evidenti rischi del prevalere di logiche politiche . Si propone di modificare l’art. 66 attribuendo tale competenza ad un giudice indipendente e imparziale.”…

della modifica poi, al capitolo 20, dei rapporti tra stato e regioni, abbiamo detto alla premessa, insistendo un tentativo peraltro storico e già ripreso dal governo tecnico di riscrivere il titolo V della costituzione, attraverso la creazione di macroregioni (qui si parla di una sorta di libertà delle stesse ad accorparsi) e segnatamente all’art 117, limitando le materie in concorrenza legislativa tra stato e regioni, riasegnando alla competenza dello stato particolarmente i settori delle grandi reti di trasporto e navigazione, porti ed aereoporti, “attività di trasporto e produzione di energia di carattere nazionale” (ed avendone spesso scritto, sappiamo da noi cosa significa e significherà questa “innocua dizione”), chiosando infine con una “clausola di supremazia” che di fatto consente allo stato semplicemente di imporre le proprie decisioni alle regioni e, per essere maggiormente chiaro, ai territori interessati da infrastrutture e produzione energetica, quale appunto è la nostra regione…e più chiaro di così proprio non si potrebbe!!!

ora mettete a confronto questa proposta di avviare una modifica costituzionale con i tentativi appena trascorsi di decretazione del governo monti sulla materia (giudicati in parte anticostituzionali), aggiungeteci che la strategia energetica nazionale (appena approvata da un governo che pure dovrebbe limitarsi agli affari correnti) parla di un 15% di fabbisogno globale di energia per il paese da tirare fuori praticamente dalla nostra regione (il ministro passera la scorsa estate parlò del 20%) e la cifra di 400-450.000 barili giorno di petrolio (più il gas) da estrarre nella nostra regione diviene una previsione semplice semplice in una potestà autorizzativa che direttamente ed indirettamente passa tutta nelle mani dello stato che, guarda caso, quando si parla di energia ed idrocarburi fa coincidere del tutto, sino a sovrapporlo, il proprio interesse con quello delle compagnie petrolifere e di alcuni salotti buoni dell’economia italiana!!!…

continua… 

 

 

Pubblicato in Blog

15/04/2013

15 aprile…sono trascorsi 26 anni dalla scomparsa nel nulla di federico caffè, il padre nobile di una scienza economica dal caratteristico sapore sociale

Pubblicato in Blog

i saggi III…

veniamo al punto 16, ovvero al superamento del bicameralismo paritario, come viene qui definito, anzichè definirlo correttamente bicameralismo perfetto (ma son dettagli questi), il punto specifico sul quale maggiormente sono d’accordo, poichè ricalca in buona sostanza la proposta di comunità lucana facente tra le altre parte del programma che abbiamo presentato al monistero degli interni per la presentazione della lista al senato, ma che lascia qualche dubbio in merito prima di tutto in merito al fatto che debba necessariamente essere costituito da tutti i presidenti di regione e da rappresentanti delle regioni, eletti da ciascun consiglio regionale in misura proporzionale al numero degli abitanti, una cosa che se da un lato finisce per far divenire il senato quella sorta di conferenza permanente stato-regioni che descrivevamo nella nostra proposta (possiamo pensare che in qualche modo qualche sua parte sia magari stata presa in esame o dobbiamo proprio pensare che sia pia illusione supporre che qualcuno non vi abbia dato un’occhiata?), dall’altro però snatura completamente la sua funzione più alta di rappresentanza, poichè ne annulla completamente il carattere di camera politica da un verso, tranne che per le questioni legislative a carattere appunto di interesse regionale, ma dall’altro gli lascia carattere politico per quanto riguarda la possibilità di emendare le leggi della camera e di partecipare al percorso di revisione costituzionale (dove ritrova il carettere di camera poliitca che perde in altre materie legislative a carattere ordinario), materie queste che necessitano di “luoghi elettivi” specifici in grado di dare origine a potestà legislative a carattere nazionale che a questo punto sarebbero delegati ad elezioni con ben altri risvolti di tipo ammimistrativo-legislativo locale…e mi pare che ci sia troppa confusione in questa proposta così come formulata…

del numero di parlamentari, di cui al punto 17, abbiamo più volte specificato la nostra contrarietà per motivi di ordine rappresentativo e non ripetermo oltre queste considerazioni che pur dovrebbero essere chiare…

ma è sulla parte riguardante il funzionamento delle camere che si trovano punti del tutto negativi, quali quella procedura d’urgenza per i provvedimenti prioritari, di iniziativa governativa, che ci pare bypassare pericolosamente ogni competenza delle camere, seppur tenti di mettere ordine ad una procedura che nella situazione attuale vede da tempo il parlamento subire le decretazioni governative in modo quasi passivo, mentre giudico buona la proposta di divieto dei maxi emendamenti per le evidenti e note ragioni di evitare “intrusioni” di provvedimenti di ben altra natura rispetto a ciò su cui si dovrebbe legiferare (vedi alcune leggine ad personam) ed altrettanto buona quella omogeneità dei disegni di legge, dei singoli articoli e degli emendamenti che renderebbe le leggi più semplici e più facilmente applicabili…ma dove sono gli strumenti reali per ottenere questi effetti?…nelle proposte non ve ne è traccia, se non in quell’accenno troppo velato alla commissione redigente che forse meglio avrebbe dovuto essere illustrata…buona senz’altro la proposta di dare un tempo di esame alle proposte di legge di iniziativa popolare entro i tre mesi dalla presentazione, ma nulla di più viene chiarito in merito, dando così l’idea che si tratti di un “pannicello demagogico”…

mentre del tutto assurdo pare la riduzione del numero delle commissioni da 14 a 9…crediamo che la complessità e vastità delle materie in esame presso le camere sia tale da non doversi per nulla considerare tale ipotesi che solo apparentemente dimostra semplificazione, ma che in realtà potrebbe ingenerare confusione e sovrapposizione di materie che crediamo debbano essere tenute ben distanti…

buona cosa l’istituzione del comitato legislativo presso il senato che così si doterebbe dell’analoga struttura di supporto legislativo già presente alla camera, mentre alla pubblicità dei lavori delle commissioni ci dedicheremo nel prossimo capitolo di questa “critica costruttiva”…

segue

 

.

 

.

Pubblicato in Blog

i saggi II…

al capitolo II del lavoro dei “saggi istituzionali”, capitolo interamente dedicato al metodo con cui realizzare le riforme, si introduce uno strano concetto di commissione mista redigente composta di parlamentari e non, senza chiarire cosa siano i non parlamentari, come pur ci si attenderebbe da un testo sulla metologia di redazione, come viene poi chiarito, di una bozza di modifica della costituzione sulla base delle mozioni raccolte in un “dialogo” non meglio specificato con le commissioni affari costituzionali sia della camera che del senato, redigendo un testo di riforma da presentersi al parlamento che lo voterà articolo per articolo senza emendamenti…si tratta di una formulazione che in parte fotocopia e supera in modo del tutto irrituale la stessa presenza delle commissioni affari costituzionali (sebbene in un capoverso si legge che dovrà presentarsi una apposita legge costituzionale di istituzione di questa commissiome mista redigente), in parte pone dei dubbi che lo stesso onida, componente “esperto” del gruppo ristretto di saggi, nel merito esplicita alla nota n. 2 del capitolo come segue:

(onida ndr)”…dissente dalla proposta di istituire una commissione redigente mista, costituita su base proporzionale da parlamentari e non parlamentari, per le revisioni costituzionali, che seguirebbero un procedimento speciale in deroga all’art. 138 Cost. A suo giudizio si rischierebbe così di innescare un processo “costituente” suscettibile di travolgere l’insieme della Costituzione, che è bensì opportuno modificare in punti specifici, attraverso il procedimento di cui all’articolo 138, ma mantenendo fermi i suoi principi, la sua stabilità e il suo impianto complessivo; e si rischierebbe di favorire progetti di revisione “totale” da votare “in blocco“. Si dovrebbero invece approvare con il procedimento di cui all’art.138 distinte leggi costituzionali per ognuno degli argomenti affrontati, in modo da consentire che su ciascuna di esse si esprimano prima le Camere e poi gli elettori con il referendum. Una modifica dell’art. 138 – ma a regime, non come deroga una tantum – sarebbe a suo giudizio opportuna per stabilire che le leggi di revisione e le altre leggi costituzionali debbano essere approvate sempre a maggioranza di due terzi nella seconda deliberazione delle Camere, e che possa in ogni caso chiedersi il referendum confermativo.”…e mi pare che il rischio che inravede onida sia del tutto razionale e reale, considerando i soggetti politici presenti ad oggi in parlamento, dai berluskones di prima e seconda scelta alla lega, da monti-cattolici popolari al pd implodente, da sel in estinzione controllata ai grillini ed alle loro stupidaggini bambocciali in salsa eversiva fornita dal loro capo…

al capitolo terzo meglio si esplicita la forma di governo che i saggi individuano in una continuazione dell’attuale governo parlamentare (ma razionalizzata, si legge) rispetto all’elezione diretta del presidente della repubblica secondo il modello semipresidenziale che trocva un unico sostenitore che non abbiamo alcuna difficoltà ad intuire proprio in quagliariello…si legge che “il gruppo di lavoro ha ritenuto preferibile il regime parlamentare ritenendolo più coerente con il complessivo sistema costituzionale, capace di contrastare l’eccesso di personalizzazione della politica, più elastico rispetto alla forma di governo semipresidenziale. Quest’ultimo, infatti, non prevede una istituzione responsabile della risoluzione della crisi perché il Presidente della Repubblica è anche Capo dell’Esecutivo.”…e su questo non ci pioverebbe affatto, ma di seguito si legge che “L’esperienza italiana, specie quella più recente, ha invece dimostrato l’utilità di un Presidente della Repubblica che, essendo fuori dal conflitto politico, possa esercitare a pieno titolo le preziose funzioni di garante dell’equilibrio costituzionale” e abbiamo visto come l’attuale presidente niente affatto sia stato fuori dal conflitto politico, avendone semmai diretto l’implosione per imporre forme altre di governo, chiamiamole tecniche, ben sapendo che tali non sono mai state, semmai forme di governo direttoriale che rispondevano a ben altri danti causa che non fosse il popolo italiano…

e nel successivo punto 14 si chiarisce che “

a) dopo le elezioni, il candidato alla Presidenza del Consiglio, nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati elettorali, si presenta alla sola Camera dei Deputati (nel presupposto della riforma dell’attuale bicameralismo paritario) per ottenerne la fiducia (quindi si chiude la base politica dell’esistenza stessa del senato;

b) il giuramento e il successivo insediamento avvengono dopo aver ottenuta la fiducia della Camera (e non prima come invece accade oggi, proprio per garantire sia il rapporto fiduciario con il presidente della repubblica, sia che in caso di mancata fiducia del parlamento che sia quel governo incaricayo ad essere in carica per gli affari correnti e non l’ultimo governo della passata legislatura, come invece notiamo sta “accadendo” a data attuale;

c) al Presidente del Consiglio che abbia avuto e conservi la fiducia della Camera, spetta il potere di proporre al Capo dello Stato la nomina e la revoca dei ministri;

d) il Presidente del Consiglio può essere sfiduciato solo con l’approvazione a maggioranza assoluta, da parte della Camera, di una mozione di sfiducia costruttiva, comprendente l’indicazione del nuovo Presidente del Consiglio 8e qui si introduce senza alcun contrappeso una forma di sfiducia costruttiva delegata al parlamento che supera ogni prerogativa in tal senso che la costituzione attribuisce al presidente della repubblica);

e) il Presidente del Consiglio in carica è titolare del potere di chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento anticipato della Camera dei deputati, ma solo se non è già stata presentata una mozione di sfiducia costruttiva (qui siamo ad una forma davvero sediziosa di potere attribuito al premier di chiedere lo scioglimento delle camere se non abbia ricevuto mozione di sfiducia, quindi uno scioglimento ad uso e consumo dello stesso)

al successivo capitolo si parla della legge elettorale e dopo aver indicato quale legge sarebbe da preferirsi in caso di scelta semipresidenziale, si passa ad enumerare una serie di esempi da seguirsi in caso di continuazione del sistema parlamentare, testualmente “…I modelli elettorali possibili sono diversi: il proporzionale su base nazionale proprio del sistema tedesco; il proporzionale di collegio con perdita dei resti, proprio del sistema spagnolo; il sistema misto, in parte preponderante maggioritario e in parte minore proporzionale, come la cosiddetta Legge Mattarella, per la quale si suggerisce comunque, in caso di accettazione del modello, l’abolizione dello scorporo.” in una confusione davvero imbarazzante rispetto a modelli che valgono nei sitemi costituzionali nei quali ad ora funzionano, ma che, traslati nel nostro sistema richiederebbero appunto modifiche della costituzione in tal senso che a questo punto sarebbero necessariamente precedenti o concomitanti con la stessa legge elettorale e richiederebbero tempi lunghi, nel mantenimento dell’attuale assetto che continuo a ripetere “non c’è affatto!!!”, a meno di non voler considerare proprio questa impasse istituzionale l’assetto voluto e determinato proprio da napolitano…

continua 

.

 

 

 

Pubblicato in Blog

i saggi?…

procediamo ad una analisi del lavoro dei 10 “saggi”, premettendo che se oggi come allora rimango del tutto convinto che si sia trattato di una “presa di tempo” o di una “refrigerazione” della crisi politico istituzionale innescata dall’assurdo voto di febbraio e dal blocco nella formazione del governo, si aggiunge ora la constatazione di una sorta di “manuale delle istruzioni” che napolitano ha voluto lasciare al nuovo presidente della repubblica – quello che si dovrà ancora fare a partire da giovedì, ovviamente – in una inusuale ed a mio modo di vedere inopportuna ingerenza in quella libertà di giudizio che è presupposto del ruolo stesso del presidente della repubblica…

qualcuno così magari griderà al “piccolo golpe”, altri probabilmente all’inutilità di questo lavoro dei “saggi” (che a mio avviso, tranne la figura di onida, proprio saggi non sono), qualcun altro in perfetto stile “tg1” ravviserà magari il “grande senso di responsabilità” del presidente napolitano, forse qualcuno più attento (tra cui permettetemi di inserirmi) sottolineerà che questo atto di formare un “direttorio tecnico di commissariamento” dei futuri governi è in perfetta continuità con l’attività di un presidente che di fronte alla crisi politica e morale del paese, figlia certo di un errata impostazione che da tangentopoli in poi ha ingabbiato il paese in una cultura maggioritaria che non gli appartiene per storia, prassi quotidiana ed atteggiamento civico, ma anche e soprattutto dei guasti demo- necrofori berluskoniani e di una cultura arraffona di quella “sottospecie darwiniana” di sinistra di governo improponibile per progetti inconsistenti ed uomini pavidi che l’hanno rappresentata, piuttosto che usare il suo potere di richiamo etico al paese, ai suoi rappresentanti politici, ma anche e forse soprattutto ai suoi cittadini per invertire marcia, ha preferito ingessare tutto in un dannoso “europeismo di maniera” di cui il governo monti è stato dal novembre del 2011 ad oggi il totem al cui altare sacrificare ogni possibilità di rinnovamento e maturazione della politica…

napolitano sbagliò in quella data del 2011 a dare incarico a monti nell’aura di salvatore della patria con sugello senatoriale a vita perchè non osò, sia pavidamente che per mero calcolo, portare il paese all’unica prova che gli avrebbe consentito di tentare di salvarsi, ad elezioni nelle quali la vittoria del centro-sinistra sarebbe stata certa, la scomparsa di berluska e del suo carrozzone di comparse tragi-comiche altrettanto, impossibile la nascita di un centro montiano e l’ascesa di grillo di fatto bloccata sul nascere…e sbagliò per pavidità tipica dell’uomo politico e della sua storia politica (inutile ripercorrerne le tappe che presuppongo note a molti) e per il mero calcolo di chi voleva tenacemente imporre un “nuovo ordine” al paese a costo di sabotarne la crescita e la maturazione culturale che elezioni in quel momento tragico avrebbero ipse facto dovuto far sorgere negli italiani…il resto dell’attività del governo monti è storia di ieri (purtroppo anche di oggi), così come questa assurda gestione delle elezioni politiche anticipate di pochi mesi a fronte di una sfiducia non palesata proprio a quel governo e di una legge elettorale che si era ad un passo dall’approvare e che si è voluti così “evitare”…

perchè ciò che emerge dal lavoro dei saggi rispetto alla legge elettorale, perno intorno a cui necessariamente ruota la vita democratica dui un paese, è che la loro proposta è una convinta “limitazione dell’accesso alla politica” che quel sistema misto maggioritario/proporzionale con una alta (seppur non indicata) soglia di ingresso e una contestuale riduzione dei parlamentari a 480 per la camera dei deputati che diviene unica camera politica (il senato diventa una camera delle regioni a 120 rappresentanti eletti in base alla demografia delle stesse regioni) che di fatto permette una partecipazione alla vita istituzionale ad ancor meno soggetti di quanti non siano oggi per numero di rappresentanti (e quindi di rappresentatività degli elettori) e soggetti partitici…e neppure una parola sulle preferenze…nel piccolo, da parte nostra come un contributo lasciato alla buona volontà, si era proposto un sistema elettorale misto e una sola camera politica, ma con un segno opposto a quello venuto fuori da questo lavoro – aprire la politica alle idee – ma ovviamente che peso volete possa avere una proposta lanciata su un blog, se non la speranza che qualcuno senziente possa averne percepito il sentore di rinnovamento?…

ma la cosa più assurda è che si parla di aprire la politica attraverso la necessità che i partiti siano strutture meno opache (proposte istituzionali capitolo 1 punto 6), ma la si chiude nei fatti suggerendo sia di innalzare il numero di firme per i referendum e per le leggi di iniziativa popolare (punti 8-9) a motivo che la popolazione italiana non è più quella del 1946, sia di modificare attraverso appunto la riduzione dei parlamentari il rapporto tra elettori ed eletti che se oggi è di circa 95.000 elettori per parlamentare eletto alla camera, domani diverrebbe di 125.000 per ogni rappresentante eletto, nella ulteriore limitazione che un’alta soglia di ingresso già rappresenterebbe di fatto, escludendo il voto di opinione per le formazioni minori in virtù di un ancor più marcato “voto utile”…

e poco cambia se al punto 7 (referendum confermativo delle leggi di revisione costituzionale) si rafforza teoricamente la possibilità del cittadino di dire la sua sulle ormai troppe revisioni che hanno snaturato la carta costituzionale, se allo stesso punto 8 (referendum abrogativo che verrebbe ammesso dalla corte costituzionale già oltrepassate le 100.000 firme raccolte, con un quorum dinamico calcolato sulla base delle ultime votazioni alla camera senza però indicare se sui voti validi o su quello di coloro che sono andati ai seggi ed il divieto tutto teorico di ripristinare la norma abrogata o comunque di aggirare il risultato dello stesso referendum), al punto 9 (obbligo teorico di deliberazione della camera a fronte della presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare), al punto 10 si introduce un assai labile concetto di democrazia di prossimità rispetto ai dibattiti sui territori circa i grandi interventi infrastrutturali (ma a spese dei commitenti!!!), il risultato non conduce verso maggiore partecipazione, ma verso la teoria di una maggiore partecipazione assunta a postulato tutto da dimostrarsi nelle discrepanze tra democrazia formale e democrazia concreta, con l’enunciato al punto 11 principio di legalità che rimane a “pannicello caldo”…

continua…  

Pubblicato in Blog

(ANSA) – BERLINO, 12 APR – Potrebbero essere riaperte in Germania le indagini sugli otto ex Ss ancora in vita che nel ’44 parteciparono alla strage di Sant’Anna di Stazzema. E’ quanto scrive oggi Spiegel online, citando i risultati della perizia dello storico italo-tedesco Carlo Gentile che evidenzia lacune nel lavoro della procura di Stoccarda che archiviò le indagini.
Secondo Gentile la procura di Stoccarda avrebbe trascurato importanti documenti e testimonianze, che forse ”non gli erano affatto noti”…

caspita quanto campano i nazi…scherzi macabri a parte, la storia italiana esige che si faccia chiarezza e la germania ce lo deve!!!

Pubblicato in Blog