lo sfogo di un sindaco

posto lo sfogo amaro del sindaco di satriano, michele miglionico, sfogo che condivido in pieno…

Satriano, il sindaco su difficoltà dei cittadini

12/04/2013 16:30

BAS  Fare l’amministratore oggi ha ancora un lato positivo. E’ quanto dichiara in una nota il sindaco di Satriano Michele Miglionico. “Parlare con la gente comune, capire i loro veri bisogni e ascoltare il loro pensiero.  La vera difficoltà  è che ad ascoltare lo stato di salute della comunità non è rimasto più nessuno tranne Noi, che però , essendo stati sempre più dequalificati dai “nostri superiori”, non abbiamo l’autorevolezza e gli strumenti per ratificare e trasferire il “referto”. La comunità ha bisogno di risposte immediate sul loro futuro lavorativo, di sapere  come fare per aprire una nuova attività, ha bisogno di avere certezze e garanzia per la propria assistenza sanitaria, ha bisogno di sapere se il posto in cui vive è salubre o no, ha bisogno di certezze nell’ istruzione dei propri figli,  ha bisogno di vivere nella legalità senza essere oppressa e costretta a “deviarla”, ha bisogno di sicurezza, ha bisogno … dei suoi diritti! Se si continuerà a rimanere distanti dal popolo , dalla gente e dai “bisogni” reali non si recupererà mai la distanza che sempre più aumenta tra comunità e politica. È difficile raccontare quanto difficile sia oggi  essere rappresentanti dello Stato nei nostri Comuni: siamo stati spogliati da ogni competenza e siamo stati “saccheggiati” nelle casse Comunali da uno Stato in affanno che ha trovato in noi gli “esattori” del sistema. Vengano “loro” in assemblee pubbliche a spiegare ai nostri concittadini i mancati trasferimenti dello Stato, la Tares, l’’Imu,il Patto di Stabilità”.

Pubblicato in Blog

la pillola amara

la pillola dei saggi è amara per questa regione…proposta chiara di allocazione della competenza in tema di produzione di energia (ex riforma titolo v cost. art. 117) in capo allo stato, quindi in basilicata si perderebbe ogni potestà residua di controllare l’attività delle compagnie petrolifere, quindi in sostanza la riproposizione di alcune idee che circolano da anni nei salotti buoni dell’economia italiana e non solo…

testualmente si scrive nel documento che ” Il Gruppo di lavoro propone perciò che con un disegno di legge costituzionale ad hoc siano introdotte alcune limitate modifiche all’articolo 117 della Costituzione. Esse dovrebbero prevedere: a) che l’elenco delle materie di competenza concorrente sia radicalmente sfoltito, assegnando alla competenza esclusiva dello Stato le grandi reti di trasporto e navigazione, i porti e aeroporti civili di interesse nazionale, la attività di produzione e trasporto di energia di interesse nazionale, l’ ordinamento della comunicazione e le reti di telecomunicazione di interesse nazionale, attribuendo conseguentemente alla potestà legislativa regionale le infrastrutture e le reti di interesse regionale e locale e i porti turistici; b) che spetti allo Stato decidere quali infrastrutture siano di interesse nazionale, automaticamente attribuendo le altre alla competenza regionale….”

miko somma

Pubblicato in Blog

i saggi hanno saggiato…

ansa- La commissione dei dieci ‘Saggi’ istituita dal presidente della Repubblica  ha terminato il suo lavoro.

Ecco le loro proposte contenute nel documento conclusivo presentato oggi al Capo dello Stato. Le relazioni – come ha sottolineato lo stesso Napolitano –  faranno parte delle mie consegne al nuovo presidente.

–  LEGGE ELETTORALE MISTA CON PREMIO GOVERNABILITA’: Superare la legge elettorale vigente: Il nuovo sistema “potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario) un alto sbarramento, un ragionevole premio di governabilita”.

– UNA SOLA CAMERA CON POTERE DI INDIRIZZO POLITICO – La governabilità sicura si ha solamente con sola Camera. Lo dicono i saggi nella loro relazione finale. “Nessun sistema elettorale garantisce automaticamente” la maggioranza in entrambi rami del parlamento. “Diverse sarebbero le prospettive della stabilità se si attribuisse l’indirizzo politico a una sola Camera”.

– GIUDICE DECIDA SU INCOMPATIBILITA’ NON CAMERE – Modificare l’art. 66 della Costituzione in modo da attribuire “ad un giudice indipendente e imparziale” la decisione su legittimità dell’elezione, ineleggibilità e incompatibilità, togliendolo al Parlamento: é quanto propongono i saggi nella loro relazione, sottolineando che ora c’é il rischio “del prevalere di logiche politiche”.

– ADEGUATO FINANZIAMENTO PARTITI INELIMINABILE – “Il finanziamento pubblico delle attività politiche in forma adeguata e con verificabilità delle singole spese, costituisce un fattore ineliminabile per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica”.Lo scrivono i ‘saggi’ nel loro documento

– LAVORO E’ EMERGENZA CHIAVE, SERVE SVILUPPO EQUO  – “La principale emergenza che ci troviamo oggi ad affrontare” è “quella del lavoro e della conseguente crescita della povertà” e “la via maestra” per combatterlo è lo “sviluppo economico equo e sostenibile”.

—————————————————————————————————————–

stiamo ovviamente parlando di accenni per sommi capi ad un lavoro che la stampa (in questo caso l’ansa) riassume in mancanza del documento finale vero e proprio e naturalmente aspettiamo di vedere il definitivo prima di entrare nei dettagli critici, ma qualche novità la abbiamo ed è sostanziale a mio avviso, sia nel bene (poco) che nel male (potenzialmente troppo)…

  1. un sistema elettorale misto (come i lettori ricorderanno, una nostra proposta andava proprio in quel senso), ma con un alto sbarramento non quantificato che di fatto limita il proporzionale stesso, poichè limitando l’accesso alla soglia eletorale, la rende tanto difficile da annullarla di fatto , denaturando lo stesso concetto di rappresentanza sempre e soltanto nell’ormai odiosa formula del voto “utile”
  2. una sola camera (anche la nostra proposta prevedeva una sola camera, con indirizzo dell’altra, il senato, verso gli affari regionali) come sede di indirizzo politico, ma a questo punto ci chiediamo se debba essere anche l’unica ad avere potestà legislativa perchè la cosa cambierebbe di molto
  3. il giudizio di legittimità dell’elezione, ineleggibilità e incompatibilità dell’eletto con la camera affidato al giudice ordinario, quindi con una difficile modifica dell’art 66 della costituzione che finirebbe per alterare molti equilibri tra i poteri dello stato (le funzioni), ma che tutto sommato potrebbe essere una sorta di garanzia contro le “comparizie” partitiche ed alcune rendite di posizione
  4. del tutto d’accordo con l’ineliminabilità del finanziamento pubblico dei partiti, seppure esso debba essere ridotto molto sostanziosamente ed accuratamente rendicontato, essendo lo stesso fonte di pluralità di accesso alla vita politica che, in mancanza di sostegni adeguati, sarebbe a quel punto prerogativa solo di chi ha già mezzi o chi si propone di procurarseli attraverso le suadenze delle lobbies (io avrei aggiunto l’eliminazione totale del finanziamento ai giornali di partito, le cui spese devono rientrare nel finanziamento generale dei partiti stessi)
  5. del tutto lacunoso questo punto sul lavoro ed in forte odore di acqua calda per rilassare le tensioni

ripeto, avendo solo questi accenni, aspettiamo il documento per intero per poter ben giudicare, ma stando a questi primi passaggi mi pare che il lavoro dei saggi si sia rivelato una sorta di bufala cambiaria, ma con la cifra democratica in bianco, diventando di fatto queste “indicazioni” le vie maestre che napolitano (sono sue parole) tenterà di imporre al nuovo presidente della repubblica (alquanto illiberalmente, irritualmente, inopportunamente a mio personale avviso) e di fatto al nuovo governo che dovrà prestare giuramento proprio nelle mani del futuro presidente

——————————————————————————————————————–

bene, appena trovati i documenti,  vi allego il link alle proposte economiche dei saggi  http://www.ansa.it/documents/1365769944554_Saggi_eco.pdf

ed a quelle di riforma dello stato

http://www.ansa.it/documents/1365769636312_saggi_riforme.pdf

——————————————————————–

 

Pubblicato in Blog

annullate le quirinarie grilline

annullate le “quirinarie” dei grillini per un “attacco hacker”…ma guarda un po’…gli hacker sono un po’ come la massoneria, un totem a forma di foglia di fico…e qualche “maligno della rete” già dice che i risultati non erano quelli che qualcuno sperava!!! 

http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2013/2013/04/12/news/quirinarie_m5s_annullate_attacco_informatico-56474913/?ref=fbpr

ormai le pagliacciate a 5 stelle stanno diventando tanto usuali che tra un po’ non le distingueremo più nel loro rumore di fondo ad effetto lassativo!!!

Pubblicato in Blog

quello che a valore assoluto (quindi oltre il terribile dato umano) sconvolge maggiormente non è tanto che in un paese ci siano violenze sessuali (parlo della turchia e del caso orrendo della bimba di 13 anni stuprata da 29 uomini, dopo altri analoghi avvenimenti), ma che questi aumentino notevolmente in concomitanza con un vero e proprio boom economico di quel paese, proponendo forse uno schema che lega l’aumento delle violenze con un disagio profondo dell’uomo verso fenomeni economici del tutto disumanizzanti che mettono in difficoltà strutture sociali archetipe e concretizzano una domanda:
quanto, rispetto all’economia ed alle economie, una oggettivazione funzionale (in sostanza una messa in schiavitù) delle vite umane e delle culture locali su cui comunque queste si innestano sempre, non crea una qualche forma di risposta a questa oggettivazione attraverso il rendere oggetto (e quindi schiavo) qualcuno ancor più debole?
 
miko somma
Pubblicato in Blog

auspicabile sarebbe una scissione intelligente del pd e la fine di questo assurda realtà che vuole incollare tra loro culture diverse che solo un patto politico federativo potrebbe tenere insieme intorno ad un progetto per il paese…solo allora si libererà uno spazio in questa situazione asfittica perchè la stessa ragion d’essere del voto utile verrebbe meno con un partito di centro ed uno di sinistra che alle prossime elezioni risulterebbero, in coalizione, maggiori di quanto oggi oggettivamente sia quella sintesi malriuscita

anche se è impossibile ed inutile tornare a vecchi schemi (margherita/ds per capirci), credo che una scissione controllata da un patto federativo chiaro e netto (un’alleanza programmatica stabile per intenderci) tra una componente centrista facente capo all’anima post-democristiana o comunque popolare, ed una facente capo all’anima più sinistrorsa-riformatica (post-ds) aiuterebbe a sciogliere quei vincoli di voto utile che a tanti sono invisi e raccoglierebbe adesioni maggiori proprio perchè le due formazioni rispecchiano maggiormente le differenti culture di fondo, riassumendosi poi in un unico programma di governo del paese che farebbe a quel punto da collante

miko somma

Pubblicato in Blog

10/04/2013

ci sono giornalisti che dovrebbero rileggersi i principi deontologici della professione, se proprio non riescono a rileggersi il dare-avere in cui finora hanno prosperato

miko somma

Pubblicato in Blog

bene, non è la prima volta che accade nella storia, ma festeggiare la morte di qualcuno che si è odiato in vita (margareth thatcher) mi pare una barbarie di quelle che precipitano sempre più in un nuovo regresso oscurantista della ragione…ed io voglio restare umano!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

Ingroia, stop alla nomina il Csm rigetta la richiesta

La terza commissione ha dato parere negativo alla richiesta di aspettativa inoltrata dal magistrato per accedere alla presidenza di Riscossione Sicilia

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/04/10/news/ingroia_stop_alla_nomina_il_csm_rigetta_la_richiesta-56356205/

che torni a lavorare come magistrato ad aosta e non ad inquinare la politica con un posticino facile facile!!!…ma in alternativa potrebbe licenziarsi dalla magistratura per “dimostrare” tutto il suo amore per la politica…

Pubblicato in Blog

del conformismo ovvero di grillo

pubblico integralmente questo articolo (avendone fatta richiesta all’autore in un commento allo stesso articolo) uscito qualche settimana fa su una rivista on-line di cui fornisco il link e che credo potrebbe aiutare tanti a comprendere perchè vi sia qualcosa di terrificantemente sinistro nell’ascesa di un movimento come il 5 stelle nel panorama politico italiano e più in generale in un fenomeno di crisi generalizzata che va ben oltre l’economia, in un’analisi del fenomeno che gigi livio ben articola e che coincide per molti versi con quanto da molto tempo io stesso vado raccontando su questo movimento proto-nazista…buona lettura!!!

Del conformismo ovvero di Grillo.

Nell’epoca del conformismo imperante, spesso gabellato per il “nuovo”, questo articolo cerca di indagare i motivi storici, nel tempo della cancellazione della storia, che sono alla base della “predicazione” di Grillo (e Casaleggio) 

di Gigi Livio *

La società contemporanea è nemica giurata del pensiero complesso e una delle conseguenze della superficializzazione dei problemi è quella per cui s’è persa la distinzione tra anticonformismo e nonconformismo. 

L’anticonformista è colui che fa tutto il contrario di ciò che fanno gli altri ed è quindi un conformista a rovescio; per questo è gradito al potere. Questi si comporta così per distinguersi dagli altri da lui sprezzantemente definiti “conformisti” e per ottenere dei vantaggi, spesso economici. Il non conformista, al contrario, è colui che agisce solamente sulla base delle proprie opinioni e convinzioni e, quindi, a volte essendo d’accordo a volte no con ciò che succede. Questo modo di agire disturba molto il potere che vuole solo conformisti per poter assoggettare meglio quell’entità astratta che gli uomini di questo potere definiscono “popolo”.

Ma il “popolo” non esiste se non come astrazione idealistica o come identificazione col suolo e col sangue che è poi ciò che porta al razzismo cavalcato un tempo dal nazismo e dal fascismo e ora dalla Lega. Il popolo costituisce un’entità varia e variata perché al suo interno ci sono molte sottopartizioni (classi, gruppi sociali…) spesso in contrasto l’una con l’altra. 

È dunque proprio quest’astrazione idealistica la base del populismo. Il M5S parla di un popolo “buono” che si opporrebbe ai “cattivi” e cioè a quelli che costituiscono la casta e che, ugualmente, fanno però parte del popolo: per Grillo (e Casaleggio), che non riconoscono la democrazia rappresentativa, il popolo “buono” è escluso non solo dal governo ma anche dal luogo dove si fanno le leggi, il Parlamento. La vittoria del M5S dovrebbe permettere al popolo “buono” di entrare in Parlamento. 

Ma la democrazia rappresentativa è un elemento tecnico ineludibile; il fatto che il meccanismo delle elezioni dei nostri rappresentanti vada riformato o addirittura rifondato non vuol dire che Grillo e i grillini abbiano ragione. Il loro è un populismo che mette radici nelle adunate oceaniche del fascismo dove, secondo i fascisti ovviamente, il capo (Duce) dialogava direttamente con il Popolo per poter prendere le sue decisioni, così voleva far credere, in favore di detto Popolo.

Era l’inizio della società dello spettacolo. Oggi si parla molto di politica-spettacolo ma si dimentica la sua origine. L’oblio del passato, la negazione della storia, presupposti del pensiero postmoderno divenuto ormai prassi corrente, ci spingono a dimenticare le origini a tutto vantaggio del capitalismo, in crisi fin che si vuole ma ancora imperante, che riesce così a far dimenticare le sue aberrazioni storiche, prima fra tutte i campi di sterminio nazisti, e le sue deviazioni dal cammino previsto dall’Illuminismo per la democrazia borghese, l’unica forma di democrazia che finora conosciamo. 

Eppure già dal 1967, a fenomeno ormai consolidato, Guy Debord aveva analizzato la società dello spettacolo: “Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione”.

La politica-spettacolo è figlia della società dello spettacolo. E anche alla politica-spettacolo si può applicare il ragionamento di Debord: tutto ciò che era direttamente vissuto come governo della polis si è allontanato in una rappresentazione. Per rappresentazione qui si intende qualcosa di finto, come è di ogni rappresentazione, e di falso contemporaneamente. Finto perché, come succede nelle arti della rappresentazione, il modo di presentare un programma – che, nel caso di Grillo è un bric-à-brac di diversi slogan estratti dai programmi dei vari partiti – finge un interesse per il popolo, finto anch’esso come ho già detto, mentre è sempre e solamente presente l’interesse personale del fingente.

La falsità, poi, sta nel fatto che anche la rappresentazione grillesca segue la regola base di tutte le rappresentazioni, e cioè come ho già detto quella di essere finta; ma finta non vuol dire falsa. La falsità si ingenera quando nella finzione si introduce una stonatura tra il personaggio che si recita e la coerenza con quello che dice: l’antipolitica a tutto tondo predicata, il termine è proprio questo, da Grillo si nutre, appunto, di falsità; e, da questo punto di vista, il finto diventa falso.

Faccio un esempio, ma particolarmente evidente: l’opposizione al finanziamento pubblico ai partiti vuol soltanto dire che solo i ricchi possono fare politica perché la politica nella democrazia borghese costa. Il capopopolo che si atteggia a moralizzatore, ecco la finzione, di fatto vorrebbe che la politica in Italia la facessero solo quelli che come lui, ma anche come Berlusconi, possono permettersi di farla; ed ecco la falsità. 

Il berlusconismo è anche, e forse soprattutto, questo. Ci troviamo di fronte a un partito personale il cui capo pensa solo agli affari propri cercando di far credere che si occupi ancora una volta del popolo. E, grazie alla sua capacità di toccare punti nevralgici dell’individualismo egoistico dei nostri tempi e alla sua bravura nell’affascinare, attraverso l’immedesimazione, protegge soltanto, oltre a se stesso, determinate e molto ristrette categorie sociali. Ma il punto fondamentale del successo di Berlusconi è dato dal suo disprezzo per le istituzioni, queste sì vissute dal cittadino sprovveduto come nemiche. Che certe istituzioni, come l’Università, per parlare di ciò che conosco meglio, siano da rifondare dalle radici non sembra a me ci sia dubbio; che spesso queste istituzioni non facciano l’interesse del cittadino ma soltanto il proprio è altrettanto vero. 

Ma “rifondare” non vuol dire “distruggere” perché una giusta vita democratica, dove ogni cittadino deve avere il proprio ascolto, non può che partire da queste istituzioni. Berlusconi capta con grande finezza d’intuito questo diffuso malessere ‘popolare’ nei confronti delle istituzioni e sfruttando il sovversivismo piccolo borghese che un tempo ha portato al trionfo del fascismo, raggiunge il successo anche oggi puntando sugli stessi elementi.

Mentre sto scrivendo è in atto la sovversione sbracata dei rappresentanti del Pdl contro la magistratura che, questa volta, fa solo ciò che deve fare. Se il berlusconismo è, come è, questo, Grillo è un perfetto berlusconiano. Nel momento in cui Berlusconi incomincia a mostrare la corda a prendersela con le istituzioni, a incominciare dai partiti, è arrivato lui.

Anch’egli da una certa parte della popolazione, quella del sovversivismo piccolo borghese, è visto come il salvatore. Infatti, come all’Università ci sono molti professori (non ancora tutti, per fortuna) che interpretano il loro potere baronale, quasi sempre del tutto legittimamente acquistato, come un motivo per privatizzare il loro ruolo e cercano, e spesso riescono, a tramandare il loro posto pubblico come una ditta privata a figli, mogli, ex mogli, generi e nuore, usando un potere legittimo in modo chiaramente illegittimo e così minando l’idea stessa su cui si fonda l’istituzione pubblica, e cioè di tutti, così nei partiti, soprattutto in alcuni, conta molto di più l’interesse personale dei vari capi, capetti e scagnozzi che il programma da portare avanti, l’unica cosa che dovrebbe interessare veramente gli elettori di quel partito.

Ma la democrazia borghese si fonda sui partiti e il fatto che questi vadano rifondati non vuol dire che bisogna sfasciarli. Chiaro che è molto più demagogicamente e populisticamente facile dire che bisogna sfasciarli perché si ottiene un maggior effetto su quei sovversivi di cui parlavo prima che pensano che la rabbia sia di per sé rivoluzionaria mentre la storia ci insegna che è soltanto rivoltosa. La “rivolta”, opposta semanticamente a “rivoluzione” ovviamente, permette uno scatenamento di impulsi a lungo repressi perché poi, dopo lo scorrere di un po’ di sangue, le cose tornino come prima.

Che Grillo, proprio come Berlusconi, pensi solo al proprio interesse (e a quello di Casaleggio) è piuttosto evidente: a un programma finalmente orientato a sinistra propostogli da Bersani egli risponde solamente con rifiuti dettati non da uno slancio ideale, come vorrebbe far credere, ma da un interesse personale che è quello di far fallire un tentativo, opportuno per cercare di risolvere almeno in parte gli enormi problemi che ci sono oggi in Italia, sperando di accrescere i propri voti con lo sfasciare il parlamento e cioè il luogo dove gli interessi dei cittadini dovrebbero, e potrebbero, essere portati alla luce per favorire leggi adatte una volta tanto ai cittadini stessi. Tra Berlusconi e Grillo, come ben si vede, non c’è quindi differenza tranne una: Berlusconi è vecchio e Grillo è nuovo.

Ed è proprio sull’ideologia del “nuovo che avanza” che troviamo un altro punto di contatto tra i due leader. Perché, al di là delle apparenze, il “nuovo” che oggi Grillo rappresenterebbe fu proprio lo slogan del “vecchio” Berlusconi negli anni novanta. Ma il nuovo costituisce una trappola. La novolatria, idoleggiamento del nuovo, non è l’opposto del misoneismo, odio per il nuovo, ma è l’altra faccia della stessa medaglia proprio come l’anticonformismo è l’altra faccia della medaglia del conformismo.

Il nuovo di Grillo è vecchio come il mondo borghese e si chiama populismo come ho già detto e come è evidente da certe risposte di grillini eletti che continuano a dire che da oggi in parlamento ci sarà il popolo mentre ci vanno loro, con tanto di stipendio, se pure decurtato, ma spese di rappresentanza e viaggi rimborsati (così scrivono i giornali); e soprattutto con il prestigio che bene o male, e comunque ancora, porta con sé la definizione di “onorevole”.

Se si passa poi ad analizzare il linguaggio di Grillo, siamo alle solite. L’usare parole che si rifanno alla parte bassa del corpo e urlarle altro non è che una ripresa del linguaggio da caserma del fascismo e, per venire più vicino a noi, di quei sessantottini che pensavano e volevamo far credere di essere “antiborghesi” solo perché nei loro discorsi infilavano una parolaccia dietro l’altra. Il linguaggio forbito di certi politici, come Monti e i suoi, pieno di snobismo strizzante l’occhio all’America, penso alla Fornero e a Profumo, è soltanto, e ancora una volta, l’altra faccia del linguaggio scatologico di Grillo; non ne è affatto l’opposto. Tutti conformisti come vuole questa società perché si possa raggiungere il successo. Niente di nuovo sotto il sole del capitalismo postmodernamente imperante.

Sul fatto di equiparare poi tutti i politici c’è una sola cosa da dire e cioè che non è vero e che dirlo, e farne un’arma di battaglia per conquistare i voti degli sprovveduti, è una superficialità (voluta? Grillo è ignorante o lo fa?) e una banalità che sottende però un’ipotesi metafisica: l’uomo è ladro per natura e, conquistato un posto di potere, e quale che sia questo potere, è ineluttabile diventi un corrotto. Altra stupidaggine.

L’uomo non è natura ma storia: se parlassimo dell’uomo nell’epoca del capitalismo imperante forse potremmo intenderci. Ma anche così il ragionamento, si fa per dire, di Grillo non funziona. Non è vero, come continua a dire e i grillini insistentemente ripetono, che sono stati tutti uguali: negli ultimi vent’anni la barra del timone è sempre stata in mano a Berlusconi e ai suoi. Si può, e per me si deve, dire che il Pd ha fatto ben poco per contrastare quel dominio (vogliamo ricordare soltanto D’Alema che diceva che quello berlusconiano non era un regime?), ma non che ha governato; e infatti parliamo di berlusconismo e non certo di prodismo o bersanismo.

Mettere sullo stesso piano i responsabili del disastro e quelli che a questo disastro hanno cercato di opporsi, se pure come ho detto troppo flebilmente, è un gioco politico per cercare di far fuori quelli che, comunque, le elezioni le hanno vinte: e ciò svela la radice di destra del grillismo, il suo pervicace voler far fallire l’unico esperimento di sinistra che oggi sarebbe dato mettere alla prova.

Ci sarebbero ancora molte cose da dire ma questo articolo è già troppo lungo per i limiti che ci siamo imposti. Un’ultima cosa sull’anti intellettualismo del movimento grillesco e del suo capo-padrone. Dal “culturame”, tipico termine fascista (e vogliamo ricordare quel gerarca nazista che diceva “se sento la parola cultura metto mano alla pistola”?), alla diffidenza nei confronti della cultura che fu appannaggio della democrazia cristiana e su su fino alla distruzione metodica della cultura operata dal berlusconismo attraverso le televisioni, l’editoria, lo smantellamento dell’istruzione pubblica, eccetera, arriviamo ancora una volta a Grillo (e Casaleggio, ben inteso) che non ama gli intellettuali.

Il motivo è semplice e in linea con tutto il resto: gli intellettuali, quelli non asserviti che costituiscono di gran lunga la maggior parte di questi, sono come il bambino che dice che il re è nudo. Il compito di questi pochi intellettuali è proprio quello di chiarire a se stessi e agli altri ciò che si nasconde sotto certe ideologie gabellate per “nuove”.

Ovvio che questo non piaccia a chi imbroglia le carte o per perfidia o per ignoranza allo scopo di ottenere benefici personali. È una storia antica, antica come la democrazia borghese; ma sono proprio le storie antiche quelle che oggi vanno riraccontate per cercare di opporsi al conformismo galoppante di cui Grillo è un perfetto esponente.

  • Luigi (Gigi) Livio è nato a Torino. Si è laureato in Letteratura italiana con una tesi sulla poesia di Tommaso Campanella, avendo come relatori l’italianista Giovanni Getto e come controrelatore il filosofo Luigi Pareyson.
    Entra nella scuola il 13 ottobre 1962 e all’Università di Cagliari, come professore incaricato di Storia del teatro e dello spettacolo nell’a.a. 1975/1976. Diviene poi professore associato. Nell’a.a. 1986/1987 si trasferisce all’Università di Torino, Facoltà di Magistero.
    Divenuto professore straordinario insegna all’Università di Lecce per l’a.a. 1995/1996; poi è di nuovo a Torino, Facoltà di Scienze della formazione dove termina lo straordinariato e insegna Storia del teatro e, più tardi, Storia e arte dell’attore.
    In questo periodo è stato per tre anni direttore del Dipartimento di discipline artistiche, musicali e dello spettacolo. Passato poi a Storia del cinema ha chiuso la carriera il 31 ottobre 2008.
    Dal primo novembre 2009 è professore a contratto all’Università del Piemonte Orientale e insegna Letteratura e spettacolo teatrale (L/ART-05)

 

Articolo tratto dalla rivista on line di gigi livio

l’asino vola – scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza

http://www.lasinovola.it/commento.asp?s=terzapagina&d=1304

Pubblicato in Blog

segnalo per l’importanza che potrebbe avere questa iniziativa che spero aperta al pubblico…

Edifici a consumo zero, il 12/04 seminario a Potenza

10/04/2013 11:29

BAS  Si svolgerà venerdi 12 aprile presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza, un seminario tecnico e informativo sul futuro delle costruzioni. In particolare si parlerà di come raggiungere gli obiettivi previsti dalle Direttive Europee sulle prestazioni energetiche degli edifici mostrando soluzioni concrete e brevettate per ottenere l’annullamento delle spese energetiche negli edifici. Interverranno Francesco Paolo Lamacchia, ideatore e fondatore del Primo Network Nazionale sugli Edifici a Consumo Zero, Emilio Emidio Delli Compagni, coordinatore del progetto “La Casa Attiva” e Michele Bilancia, dirigente Ater Potenza.

Pubblicato in Blog

un po’ di dati statistici spicci…

 

Principali Valori

Comuni Statisticamente di Rilievo in Italia
Roma è il comune più grande per numero di abitanti (2.761.477)
Pedesina è il comune più piccolo per numero di abitanti (34)
Portici è il comune più densamente popolato (11.942,7 abitanti/kmq)
Roma è il comune con estensione maggiore del territorio comunale (1.285,30 kmq)
Fiera di Primiero è il comune più piccolo per superficie (0,15 kmq)
Galliate Lombardo è il comune con reddito medio pro capite più alto (€ 44.184)
Val Rezzo è il comune con reddito medio pro capite più basso (€ 2.069)
Andalo è il comune con la più alta percentuale di dichiaranti IRPEF (86,1%)
Val Rezzo è il comune con la più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF (14,3%)
Airole è il comune con la più alta percentuale di Cittadini Stranieri (31,4%)
Orta di Atella è il comune (>5.000) con il più alto Tasso di Natalità (20,8)
Camogli è il comune (>5.000) con il più basso Tasso di Natalità (3,9)
Villa Santa Lucia degli Abruzzi è il comune con l’età media più alta (64,4)
Fivizzano è il comune (>5.000) con l’età media più alta (51,5)
Orta di Atella è il comune con l’età media più bassa (32,0)
Boville Ernica è il comune (>5.000) con la più alta percentuale di coniugati (58,7%)
Valle Aurina è il comune (>5.000) con la più bassa percentuale di coniugati (38,6%)
Cellole è il comune (>5.000) con il maggior numero di divorziati, in percentuale (6,1%)
Montesano sulla Marcellana è il comune (>5.000) con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,0%)
Predoi è il comune (per casa comunale) più a Nord (latitudine: 47,0416)
Lampedusa e Linosa è il comune (per casa comunale) più a Sud (latitudine: 35,503)
Otranto è il comune (per casa comunale) più a Est (longitudine: 18,4867)
Bardonecchia è il comune (per casa comunale) più a Ovest (longitudine: 6,7043)
Courmayeur è il comune con la più grande altitudine massima (4.810 mslm)
Courmayeur è il comune con la maggiore escursione altimetrica (3.715 m)
Pino sulla Sponda del Lago Maggiore è il comune con il nome più lungo (35 caratteri)
Province Statisticamente di Rilievo in Italia
La Provincia di Roma è la provincia con il maggior numero di abitanti (4.194.068)
La Provincia dell’Ogliastra è la provincia con il minor numero di abitanti (57.965)
La Provincia di Milano è la provincia con reddito medio pro capite più alto (€ 17.726)
La Provincia di Crotone è la provincia con reddito medio pro capite più basso (€ 6.022)
La Provincia di Brescia è la provincia con la più alta percentuale di Cittadini Stranieri (13,6%)
La Provincia di Torino è la provincia con il maggior numero di comuni (315)
La Provincia di Trieste è la provincia con il minor numero di comuni (6)
Regioni Statisticamente di Rilievo in Italia
La Regione Lombardia è la regione con reddito medio pro capite più alto (€ 14.924)
La Regione Calabria è la regione con reddito medio pro capite più basso (€ 7.207)
La Regione Abruzzo è la regione con la più alta percentuale di coniugati (51,1%)
La Regione Trentino-Alto Adige è la regione con la più bassa percentuale di coniugati (44,8%)
La Regione Liguria è la regione con il maggior numero di divorziati, in percentuale (3,5%)
La Regione Basilicata è la regione con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,8%)

 ed a proposito di basilicata…

Principali Valori
Posizioni Statisticamente di Rilievo in Italia
Muro Lucano è il terzo comune (>5.000) con il più basso Tasso di Natalità (4,5). Lo precedono Camogli e Berra
E’ la regione con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,8%)
Di Rilievo a livello regionale
San Paolo Albanese è il comune più piccolo per numero di abitanti (327)
Potenza è il comune più densamente popolato (392,6 abitanti/kmq)
Matera è il comune con estensione maggiore del territorio comunale (388,14 kmq)
Campomaggiore è il comune più piccolo per superficie (12,24 kmq)
Potenza è il comune con reddito medio pro capite più alto (€ 12.457)
Carbone è il comune con reddito medio pro capite più basso (€ 4.830)
Castelmezzano è il comune con la più alta percentuale di dichiaranti IRPEF (50,8%)
Carbone è il comune con la più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF (32,2%)
Rotondella è il comune con la più alta percentuale di Cittadini Stranieri (7,7%)
Tito è il comune (>5.000) con il più alto Tasso di Natalità (12,1)
San Paolo Albanese è il comune con l’età media più alta (54,5)
Muro Lucano è il comune (>5.000) con l’età media più alta (45,5)
Craco è il comune con l’età media più bassa (38,2)
Picerno è il comune (>5.000) con la più alta percentuale di coniugati (53,9%)
Palazzo San Gervasio è il comune (>5.000) con la più bassa percentuale di coniugati (48,0%)
Muro Lucano è il comune (>5.000) con il maggior numero di divorziati, in percentuale (1,3%)
Bernalda è il comune (>5.000) con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,4%)
Lavello è il comune (per casa comunale) più a Nord (latitudine: 41,0466)
Rotonda è il comune (per casa comunale) più a Sud (latitudine: 39,9537)
Scanzano Jonico è il comune (per casa comunale) più a Est (longitudine: 16,6992)
Pescopagano è il comune (per casa comunale) più a Ovest (longitudine: 15,3997)
Terranova di Pollino è il comune con la più grande altitudine massima (2.248 mslm)
Chiaromonte è il comune con la maggiore escursione altimetrica (1.981 m)
Castronuovo di Sant’Andrea è il comune con il nome più lungo (26 caratteri)

informazioni tratte dal sito www.comuni-italiani.it che ringraziamo 

Pubblicato in Blog

al lavoro…

cominciamo da un dato di fatto: COMUNITA’ LUCANA esiste, resiste e persiste

esiste perchè siamo qui non solo ad osservare lo sfascio del sistema basilicata, sfascio sul quale abbiamo scritto fior di analisi di cui anche altri si sono appropriati, sfascio le cui ragioni sono certo geo-storiche, antropologiche e conseguentemente economiche, ma verso le quali nel “moderno” nulla o quasi nulla è stato opposto in termini concreti, essendosi a volte dolosamente fatte perdurare integre quelle stesse ragioni, ma non ce ne rimaniamo seduti sulla collina od in riva la fiume poichè offriamo nel nostro programma – programmaticamente quanto di più coeso e globale si sia mai pensato per questa terra – soluzioni concrete che sin da ora vorremmo si cominciassero a praticare (in questo senso deve essere letto la consegna di una copia nostro programma all’attuale presidente della regione, perchè si cominci appunto!!!) nell’ottica di dare respiro attraverso le reali vocazioni del territorio ad una regione che affoga nel pantano della sua marginalità e della mediocrità con cui finora i problemi sono stati malamente affrontati…

resiste perchè nonostante le scorse elezioni ci abbiano consegnato un paese e così una regione lacerati ed a cui qualcuno offre vie di fuga nel populismo delle soluzioni tanto lunghe da non potersi indagare nel merito e nella demagogia di un egalitarismo agitato a bandieruola dall’unico regista del gioco tra comprimari impresentabili spacciati come un “nuovo”, nei tecnicismi anti-democratici che ritornano senza mai essere andati via davvero, nel mellifuo sorrisetto beffardo di un vecchio pagliaccio che gioca al rattoppo delle istituzioni dopo averle sistematicamente sfasciate nella pratica del suo “faraonismo”, nell’amletismo di chi sbagliando un rigore a porta vuota se la prende con le scarpette da gioco, nel desuetismo ideologico che semina il nulla per raccogliere il niente, noi siamo ancora qui nella nostra convinzione che i problemi comuni necessitano di dialogo, ma il dialogo deve essere indirizzato da idee forti ed ancorate nella necessità della politica, quella più vera e reale, mediare tra gli interessi legittimi dei cittadini perchè nessuno di quegli interessi prevalga a scapito degli altri, e noi in questa idea ci mettiamo la nostra capacità di tenere con mano ferma il timone della ragione nella difficile navigazione tra le pulsioni, convinti come siamo che serve una rotta anche quando il mare è agitato ed occorre navigare “onda per onda”…

persiste poichè neanche per un istante il pensiero di un futuro più consono per questa terra ci ha deviati da un obbligo che sentiamo impellente, dire sempre e comunque la verità, senza calcolo delle convenienze, senza ragionerie della morale, senza doppie battute o considerazioni che non siano “cosa servirebbe a questa terra per diventare più felice”, coniugando le immancabili ragioni economiche da cui nasce la sopravvivenza stessa, con la cura di un ambiente naturale ed umano che può divenire proprio esso motivo di vita, oltre che eredità da ritrasmettere alle future generazioni, e dire la verità anche a costo di essere “scomodi” per alcuni, “irritanti” per altri, “presupponenti” per altri ancora e via discorrendo…

ciò vale a dire che COMUNITA’ LUCANA continua la sua esistenza ed iniziativa politica

per cui, passata l’elaborazione post-elezioni (i commenti a caldo furono espressi già il giorno dopo in un comunicato stampa), di nuovo al lavoro, partendo da 4 punti:

  1. allargamento della partecipazione attiva attraverso iniziative specifiche(seminari di studi, pubblicazioni di materiali, iniziative politiche dirette)
  2. dialogo ovvero ricerca di alleanze sui territori e di sistema
  3. superamento della “mikocrazia”, ovvero del rimettere ogni conclusione al lavoro del segretario
  4. concretezza estrema nel perseguimento degli obiettivi tattici e strategici

più varie ed eventuali che troveranno dettagli concreti nelle prossime comunicazioni

 

 

Pubblicato in Blog

appena ritornato dopo qualche giorno trascorso fuori (niente vacanze, però!!!) e nei quali mi sono tenuto volontariamente lontano dalla tastiera per schiarirmi le idee su quale sarà la continuazione del viaggio di COMUNITA’ LUCANA!!!…perchè il viaggio continua, amici miei (e se mi si consente di rivolgermi anche ad altri, nemici miei!!!), cambiando molte cose, come d’altronde era ovvio si dovesse fare, ed accentuando ancor di più, se possibile, la nostra impronta programmatica in altre direzioni!!!…a dopo, quindi…

miko somma

Pubblicato in Blog