10/04/2013

ci sono giornalisti che dovrebbero rileggersi i principi deontologici della professione, se proprio non riescono a rileggersi il dare-avere in cui finora hanno prosperato

miko somma

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bene, non è la prima volta che accade nella storia, ma festeggiare la morte di qualcuno che si è odiato in vita (margareth thatcher) mi pare una barbarie di quelle che precipitano sempre più in un nuovo regresso oscurantista della ragione…ed io voglio restare umano!!!

miko somma

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Ingroia, stop alla nomina il Csm rigetta la richiesta

La terza commissione ha dato parere negativo alla richiesta di aspettativa inoltrata dal magistrato per accedere alla presidenza di Riscossione Sicilia

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/04/10/news/ingroia_stop_alla_nomina_il_csm_rigetta_la_richiesta-56356205/

che torni a lavorare come magistrato ad aosta e non ad inquinare la politica con un posticino facile facile!!!…ma in alternativa potrebbe licenziarsi dalla magistratura per “dimostrare” tutto il suo amore per la politica…

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del conformismo ovvero di grillo

pubblico integralmente questo articolo (avendone fatta richiesta all’autore in un commento allo stesso articolo) uscito qualche settimana fa su una rivista on-line di cui fornisco il link e che credo potrebbe aiutare tanti a comprendere perchè vi sia qualcosa di terrificantemente sinistro nell’ascesa di un movimento come il 5 stelle nel panorama politico italiano e più in generale in un fenomeno di crisi generalizzata che va ben oltre l’economia, in un’analisi del fenomeno che gigi livio ben articola e che coincide per molti versi con quanto da molto tempo io stesso vado raccontando su questo movimento proto-nazista…buona lettura!!!

Del conformismo ovvero di Grillo.

Nell’epoca del conformismo imperante, spesso gabellato per il “nuovo”, questo articolo cerca di indagare i motivi storici, nel tempo della cancellazione della storia, che sono alla base della “predicazione” di Grillo (e Casaleggio) 

di Gigi Livio *

La società contemporanea è nemica giurata del pensiero complesso e una delle conseguenze della superficializzazione dei problemi è quella per cui s’è persa la distinzione tra anticonformismo e nonconformismo. 

L’anticonformista è colui che fa tutto il contrario di ciò che fanno gli altri ed è quindi un conformista a rovescio; per questo è gradito al potere. Questi si comporta così per distinguersi dagli altri da lui sprezzantemente definiti “conformisti” e per ottenere dei vantaggi, spesso economici. Il non conformista, al contrario, è colui che agisce solamente sulla base delle proprie opinioni e convinzioni e, quindi, a volte essendo d’accordo a volte no con ciò che succede. Questo modo di agire disturba molto il potere che vuole solo conformisti per poter assoggettare meglio quell’entità astratta che gli uomini di questo potere definiscono “popolo”.

Ma il “popolo” non esiste se non come astrazione idealistica o come identificazione col suolo e col sangue che è poi ciò che porta al razzismo cavalcato un tempo dal nazismo e dal fascismo e ora dalla Lega. Il popolo costituisce un’entità varia e variata perché al suo interno ci sono molte sottopartizioni (classi, gruppi sociali…) spesso in contrasto l’una con l’altra. 

È dunque proprio quest’astrazione idealistica la base del populismo. Il M5S parla di un popolo “buono” che si opporrebbe ai “cattivi” e cioè a quelli che costituiscono la casta e che, ugualmente, fanno però parte del popolo: per Grillo (e Casaleggio), che non riconoscono la democrazia rappresentativa, il popolo “buono” è escluso non solo dal governo ma anche dal luogo dove si fanno le leggi, il Parlamento. La vittoria del M5S dovrebbe permettere al popolo “buono” di entrare in Parlamento. 

Ma la democrazia rappresentativa è un elemento tecnico ineludibile; il fatto che il meccanismo delle elezioni dei nostri rappresentanti vada riformato o addirittura rifondato non vuol dire che Grillo e i grillini abbiano ragione. Il loro è un populismo che mette radici nelle adunate oceaniche del fascismo dove, secondo i fascisti ovviamente, il capo (Duce) dialogava direttamente con il Popolo per poter prendere le sue decisioni, così voleva far credere, in favore di detto Popolo.

Era l’inizio della società dello spettacolo. Oggi si parla molto di politica-spettacolo ma si dimentica la sua origine. L’oblio del passato, la negazione della storia, presupposti del pensiero postmoderno divenuto ormai prassi corrente, ci spingono a dimenticare le origini a tutto vantaggio del capitalismo, in crisi fin che si vuole ma ancora imperante, che riesce così a far dimenticare le sue aberrazioni storiche, prima fra tutte i campi di sterminio nazisti, e le sue deviazioni dal cammino previsto dall’Illuminismo per la democrazia borghese, l’unica forma di democrazia che finora conosciamo. 

Eppure già dal 1967, a fenomeno ormai consolidato, Guy Debord aveva analizzato la società dello spettacolo: “Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione”.

La politica-spettacolo è figlia della società dello spettacolo. E anche alla politica-spettacolo si può applicare il ragionamento di Debord: tutto ciò che era direttamente vissuto come governo della polis si è allontanato in una rappresentazione. Per rappresentazione qui si intende qualcosa di finto, come è di ogni rappresentazione, e di falso contemporaneamente. Finto perché, come succede nelle arti della rappresentazione, il modo di presentare un programma – che, nel caso di Grillo è un bric-à-brac di diversi slogan estratti dai programmi dei vari partiti – finge un interesse per il popolo, finto anch’esso come ho già detto, mentre è sempre e solamente presente l’interesse personale del fingente.

La falsità, poi, sta nel fatto che anche la rappresentazione grillesca segue la regola base di tutte le rappresentazioni, e cioè come ho già detto quella di essere finta; ma finta non vuol dire falsa. La falsità si ingenera quando nella finzione si introduce una stonatura tra il personaggio che si recita e la coerenza con quello che dice: l’antipolitica a tutto tondo predicata, il termine è proprio questo, da Grillo si nutre, appunto, di falsità; e, da questo punto di vista, il finto diventa falso.

Faccio un esempio, ma particolarmente evidente: l’opposizione al finanziamento pubblico ai partiti vuol soltanto dire che solo i ricchi possono fare politica perché la politica nella democrazia borghese costa. Il capopopolo che si atteggia a moralizzatore, ecco la finzione, di fatto vorrebbe che la politica in Italia la facessero solo quelli che come lui, ma anche come Berlusconi, possono permettersi di farla; ed ecco la falsità. 

Il berlusconismo è anche, e forse soprattutto, questo. Ci troviamo di fronte a un partito personale il cui capo pensa solo agli affari propri cercando di far credere che si occupi ancora una volta del popolo. E, grazie alla sua capacità di toccare punti nevralgici dell’individualismo egoistico dei nostri tempi e alla sua bravura nell’affascinare, attraverso l’immedesimazione, protegge soltanto, oltre a se stesso, determinate e molto ristrette categorie sociali. Ma il punto fondamentale del successo di Berlusconi è dato dal suo disprezzo per le istituzioni, queste sì vissute dal cittadino sprovveduto come nemiche. Che certe istituzioni, come l’Università, per parlare di ciò che conosco meglio, siano da rifondare dalle radici non sembra a me ci sia dubbio; che spesso queste istituzioni non facciano l’interesse del cittadino ma soltanto il proprio è altrettanto vero. 

Ma “rifondare” non vuol dire “distruggere” perché una giusta vita democratica, dove ogni cittadino deve avere il proprio ascolto, non può che partire da queste istituzioni. Berlusconi capta con grande finezza d’intuito questo diffuso malessere ‘popolare’ nei confronti delle istituzioni e sfruttando il sovversivismo piccolo borghese che un tempo ha portato al trionfo del fascismo, raggiunge il successo anche oggi puntando sugli stessi elementi.

Mentre sto scrivendo è in atto la sovversione sbracata dei rappresentanti del Pdl contro la magistratura che, questa volta, fa solo ciò che deve fare. Se il berlusconismo è, come è, questo, Grillo è un perfetto berlusconiano. Nel momento in cui Berlusconi incomincia a mostrare la corda a prendersela con le istituzioni, a incominciare dai partiti, è arrivato lui.

Anch’egli da una certa parte della popolazione, quella del sovversivismo piccolo borghese, è visto come il salvatore. Infatti, come all’Università ci sono molti professori (non ancora tutti, per fortuna) che interpretano il loro potere baronale, quasi sempre del tutto legittimamente acquistato, come un motivo per privatizzare il loro ruolo e cercano, e spesso riescono, a tramandare il loro posto pubblico come una ditta privata a figli, mogli, ex mogli, generi e nuore, usando un potere legittimo in modo chiaramente illegittimo e così minando l’idea stessa su cui si fonda l’istituzione pubblica, e cioè di tutti, così nei partiti, soprattutto in alcuni, conta molto di più l’interesse personale dei vari capi, capetti e scagnozzi che il programma da portare avanti, l’unica cosa che dovrebbe interessare veramente gli elettori di quel partito.

Ma la democrazia borghese si fonda sui partiti e il fatto che questi vadano rifondati non vuol dire che bisogna sfasciarli. Chiaro che è molto più demagogicamente e populisticamente facile dire che bisogna sfasciarli perché si ottiene un maggior effetto su quei sovversivi di cui parlavo prima che pensano che la rabbia sia di per sé rivoluzionaria mentre la storia ci insegna che è soltanto rivoltosa. La “rivolta”, opposta semanticamente a “rivoluzione” ovviamente, permette uno scatenamento di impulsi a lungo repressi perché poi, dopo lo scorrere di un po’ di sangue, le cose tornino come prima.

Che Grillo, proprio come Berlusconi, pensi solo al proprio interesse (e a quello di Casaleggio) è piuttosto evidente: a un programma finalmente orientato a sinistra propostogli da Bersani egli risponde solamente con rifiuti dettati non da uno slancio ideale, come vorrebbe far credere, ma da un interesse personale che è quello di far fallire un tentativo, opportuno per cercare di risolvere almeno in parte gli enormi problemi che ci sono oggi in Italia, sperando di accrescere i propri voti con lo sfasciare il parlamento e cioè il luogo dove gli interessi dei cittadini dovrebbero, e potrebbero, essere portati alla luce per favorire leggi adatte una volta tanto ai cittadini stessi. Tra Berlusconi e Grillo, come ben si vede, non c’è quindi differenza tranne una: Berlusconi è vecchio e Grillo è nuovo.

Ed è proprio sull’ideologia del “nuovo che avanza” che troviamo un altro punto di contatto tra i due leader. Perché, al di là delle apparenze, il “nuovo” che oggi Grillo rappresenterebbe fu proprio lo slogan del “vecchio” Berlusconi negli anni novanta. Ma il nuovo costituisce una trappola. La novolatria, idoleggiamento del nuovo, non è l’opposto del misoneismo, odio per il nuovo, ma è l’altra faccia della stessa medaglia proprio come l’anticonformismo è l’altra faccia della medaglia del conformismo.

Il nuovo di Grillo è vecchio come il mondo borghese e si chiama populismo come ho già detto e come è evidente da certe risposte di grillini eletti che continuano a dire che da oggi in parlamento ci sarà il popolo mentre ci vanno loro, con tanto di stipendio, se pure decurtato, ma spese di rappresentanza e viaggi rimborsati (così scrivono i giornali); e soprattutto con il prestigio che bene o male, e comunque ancora, porta con sé la definizione di “onorevole”.

Se si passa poi ad analizzare il linguaggio di Grillo, siamo alle solite. L’usare parole che si rifanno alla parte bassa del corpo e urlarle altro non è che una ripresa del linguaggio da caserma del fascismo e, per venire più vicino a noi, di quei sessantottini che pensavano e volevamo far credere di essere “antiborghesi” solo perché nei loro discorsi infilavano una parolaccia dietro l’altra. Il linguaggio forbito di certi politici, come Monti e i suoi, pieno di snobismo strizzante l’occhio all’America, penso alla Fornero e a Profumo, è soltanto, e ancora una volta, l’altra faccia del linguaggio scatologico di Grillo; non ne è affatto l’opposto. Tutti conformisti come vuole questa società perché si possa raggiungere il successo. Niente di nuovo sotto il sole del capitalismo postmodernamente imperante.

Sul fatto di equiparare poi tutti i politici c’è una sola cosa da dire e cioè che non è vero e che dirlo, e farne un’arma di battaglia per conquistare i voti degli sprovveduti, è una superficialità (voluta? Grillo è ignorante o lo fa?) e una banalità che sottende però un’ipotesi metafisica: l’uomo è ladro per natura e, conquistato un posto di potere, e quale che sia questo potere, è ineluttabile diventi un corrotto. Altra stupidaggine.

L’uomo non è natura ma storia: se parlassimo dell’uomo nell’epoca del capitalismo imperante forse potremmo intenderci. Ma anche così il ragionamento, si fa per dire, di Grillo non funziona. Non è vero, come continua a dire e i grillini insistentemente ripetono, che sono stati tutti uguali: negli ultimi vent’anni la barra del timone è sempre stata in mano a Berlusconi e ai suoi. Si può, e per me si deve, dire che il Pd ha fatto ben poco per contrastare quel dominio (vogliamo ricordare soltanto D’Alema che diceva che quello berlusconiano non era un regime?), ma non che ha governato; e infatti parliamo di berlusconismo e non certo di prodismo o bersanismo.

Mettere sullo stesso piano i responsabili del disastro e quelli che a questo disastro hanno cercato di opporsi, se pure come ho detto troppo flebilmente, è un gioco politico per cercare di far fuori quelli che, comunque, le elezioni le hanno vinte: e ciò svela la radice di destra del grillismo, il suo pervicace voler far fallire l’unico esperimento di sinistra che oggi sarebbe dato mettere alla prova.

Ci sarebbero ancora molte cose da dire ma questo articolo è già troppo lungo per i limiti che ci siamo imposti. Un’ultima cosa sull’anti intellettualismo del movimento grillesco e del suo capo-padrone. Dal “culturame”, tipico termine fascista (e vogliamo ricordare quel gerarca nazista che diceva “se sento la parola cultura metto mano alla pistola”?), alla diffidenza nei confronti della cultura che fu appannaggio della democrazia cristiana e su su fino alla distruzione metodica della cultura operata dal berlusconismo attraverso le televisioni, l’editoria, lo smantellamento dell’istruzione pubblica, eccetera, arriviamo ancora una volta a Grillo (e Casaleggio, ben inteso) che non ama gli intellettuali.

Il motivo è semplice e in linea con tutto il resto: gli intellettuali, quelli non asserviti che costituiscono di gran lunga la maggior parte di questi, sono come il bambino che dice che il re è nudo. Il compito di questi pochi intellettuali è proprio quello di chiarire a se stessi e agli altri ciò che si nasconde sotto certe ideologie gabellate per “nuove”.

Ovvio che questo non piaccia a chi imbroglia le carte o per perfidia o per ignoranza allo scopo di ottenere benefici personali. È una storia antica, antica come la democrazia borghese; ma sono proprio le storie antiche quelle che oggi vanno riraccontate per cercare di opporsi al conformismo galoppante di cui Grillo è un perfetto esponente.

  • Luigi (Gigi) Livio è nato a Torino. Si è laureato in Letteratura italiana con una tesi sulla poesia di Tommaso Campanella, avendo come relatori l’italianista Giovanni Getto e come controrelatore il filosofo Luigi Pareyson.
    Entra nella scuola il 13 ottobre 1962 e all’Università di Cagliari, come professore incaricato di Storia del teatro e dello spettacolo nell’a.a. 1975/1976. Diviene poi professore associato. Nell’a.a. 1986/1987 si trasferisce all’Università di Torino, Facoltà di Magistero.
    Divenuto professore straordinario insegna all’Università di Lecce per l’a.a. 1995/1996; poi è di nuovo a Torino, Facoltà di Scienze della formazione dove termina lo straordinariato e insegna Storia del teatro e, più tardi, Storia e arte dell’attore.
    In questo periodo è stato per tre anni direttore del Dipartimento di discipline artistiche, musicali e dello spettacolo. Passato poi a Storia del cinema ha chiuso la carriera il 31 ottobre 2008.
    Dal primo novembre 2009 è professore a contratto all’Università del Piemonte Orientale e insegna Letteratura e spettacolo teatrale (L/ART-05)

 

Articolo tratto dalla rivista on line di gigi livio

l’asino vola – scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza

http://www.lasinovola.it/commento.asp?s=terzapagina&d=1304

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segnalo per l’importanza che potrebbe avere questa iniziativa che spero aperta al pubblico…

Edifici a consumo zero, il 12/04 seminario a Potenza

10/04/2013 11:29

BAS  Si svolgerà venerdi 12 aprile presso la sede dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Potenza, un seminario tecnico e informativo sul futuro delle costruzioni. In particolare si parlerà di come raggiungere gli obiettivi previsti dalle Direttive Europee sulle prestazioni energetiche degli edifici mostrando soluzioni concrete e brevettate per ottenere l’annullamento delle spese energetiche negli edifici. Interverranno Francesco Paolo Lamacchia, ideatore e fondatore del Primo Network Nazionale sugli Edifici a Consumo Zero, Emilio Emidio Delli Compagni, coordinatore del progetto “La Casa Attiva” e Michele Bilancia, dirigente Ater Potenza.

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un po’ di dati statistici spicci…

 

Principali Valori

Comuni Statisticamente di Rilievo in Italia
Roma è il comune più grande per numero di abitanti (2.761.477)
Pedesina è il comune più piccolo per numero di abitanti (34)
Portici è il comune più densamente popolato (11.942,7 abitanti/kmq)
Roma è il comune con estensione maggiore del territorio comunale (1.285,30 kmq)
Fiera di Primiero è il comune più piccolo per superficie (0,15 kmq)
Galliate Lombardo è il comune con reddito medio pro capite più alto (€ 44.184)
Val Rezzo è il comune con reddito medio pro capite più basso (€ 2.069)
Andalo è il comune con la più alta percentuale di dichiaranti IRPEF (86,1%)
Val Rezzo è il comune con la più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF (14,3%)
Airole è il comune con la più alta percentuale di Cittadini Stranieri (31,4%)
Orta di Atella è il comune (>5.000) con il più alto Tasso di Natalità (20,8)
Camogli è il comune (>5.000) con il più basso Tasso di Natalità (3,9)
Villa Santa Lucia degli Abruzzi è il comune con l’età media più alta (64,4)
Fivizzano è il comune (>5.000) con l’età media più alta (51,5)
Orta di Atella è il comune con l’età media più bassa (32,0)
Boville Ernica è il comune (>5.000) con la più alta percentuale di coniugati (58,7%)
Valle Aurina è il comune (>5.000) con la più bassa percentuale di coniugati (38,6%)
Cellole è il comune (>5.000) con il maggior numero di divorziati, in percentuale (6,1%)
Montesano sulla Marcellana è il comune (>5.000) con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,0%)
Predoi è il comune (per casa comunale) più a Nord (latitudine: 47,0416)
Lampedusa e Linosa è il comune (per casa comunale) più a Sud (latitudine: 35,503)
Otranto è il comune (per casa comunale) più a Est (longitudine: 18,4867)
Bardonecchia è il comune (per casa comunale) più a Ovest (longitudine: 6,7043)
Courmayeur è il comune con la più grande altitudine massima (4.810 mslm)
Courmayeur è il comune con la maggiore escursione altimetrica (3.715 m)
Pino sulla Sponda del Lago Maggiore è il comune con il nome più lungo (35 caratteri)
Province Statisticamente di Rilievo in Italia
La Provincia di Roma è la provincia con il maggior numero di abitanti (4.194.068)
La Provincia dell’Ogliastra è la provincia con il minor numero di abitanti (57.965)
La Provincia di Milano è la provincia con reddito medio pro capite più alto (€ 17.726)
La Provincia di Crotone è la provincia con reddito medio pro capite più basso (€ 6.022)
La Provincia di Brescia è la provincia con la più alta percentuale di Cittadini Stranieri (13,6%)
La Provincia di Torino è la provincia con il maggior numero di comuni (315)
La Provincia di Trieste è la provincia con il minor numero di comuni (6)
Regioni Statisticamente di Rilievo in Italia
La Regione Lombardia è la regione con reddito medio pro capite più alto (€ 14.924)
La Regione Calabria è la regione con reddito medio pro capite più basso (€ 7.207)
La Regione Abruzzo è la regione con la più alta percentuale di coniugati (51,1%)
La Regione Trentino-Alto Adige è la regione con la più bassa percentuale di coniugati (44,8%)
La Regione Liguria è la regione con il maggior numero di divorziati, in percentuale (3,5%)
La Regione Basilicata è la regione con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,8%)

 ed a proposito di basilicata…

Principali Valori
Posizioni Statisticamente di Rilievo in Italia
Muro Lucano è il terzo comune (>5.000) con il più basso Tasso di Natalità (4,5). Lo precedono Camogli e Berra
E’ la regione con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,8%)
Di Rilievo a livello regionale
San Paolo Albanese è il comune più piccolo per numero di abitanti (327)
Potenza è il comune più densamente popolato (392,6 abitanti/kmq)
Matera è il comune con estensione maggiore del territorio comunale (388,14 kmq)
Campomaggiore è il comune più piccolo per superficie (12,24 kmq)
Potenza è il comune con reddito medio pro capite più alto (€ 12.457)
Carbone è il comune con reddito medio pro capite più basso (€ 4.830)
Castelmezzano è il comune con la più alta percentuale di dichiaranti IRPEF (50,8%)
Carbone è il comune con la più bassa percentuale di dichiaranti IRPEF (32,2%)
Rotondella è il comune con la più alta percentuale di Cittadini Stranieri (7,7%)
Tito è il comune (>5.000) con il più alto Tasso di Natalità (12,1)
San Paolo Albanese è il comune con l’età media più alta (54,5)
Muro Lucano è il comune (>5.000) con l’età media più alta (45,5)
Craco è il comune con l’età media più bassa (38,2)
Picerno è il comune (>5.000) con la più alta percentuale di coniugati (53,9%)
Palazzo San Gervasio è il comune (>5.000) con la più bassa percentuale di coniugati (48,0%)
Muro Lucano è il comune (>5.000) con il maggior numero di divorziati, in percentuale (1,3%)
Bernalda è il comune (>5.000) con il minor numero di divorziati, in percentuale (0,4%)
Lavello è il comune (per casa comunale) più a Nord (latitudine: 41,0466)
Rotonda è il comune (per casa comunale) più a Sud (latitudine: 39,9537)
Scanzano Jonico è il comune (per casa comunale) più a Est (longitudine: 16,6992)
Pescopagano è il comune (per casa comunale) più a Ovest (longitudine: 15,3997)
Terranova di Pollino è il comune con la più grande altitudine massima (2.248 mslm)
Chiaromonte è il comune con la maggiore escursione altimetrica (1.981 m)
Castronuovo di Sant’Andrea è il comune con il nome più lungo (26 caratteri)

informazioni tratte dal sito www.comuni-italiani.it che ringraziamo 

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