18/04/2013

tutto sommato il vero problema starebbe solo nell’eleggere un presidente che non segua affatto i consigli dei saggi, cosa che risulterebbe semplice se non esistesse quella spocchiosa, arrogante presupponenza piddina, molto spesso fondata su sbiaditi ricordi dei fasti del passato e purtroppo sul nulla intellettual-emotivo-programmatico dell’oggi condito in salsa di “banalismo moderato”…bersani, fai qualcosa di sensato che magari sia anche di sinistra!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

18/04/2013

vorrei ricordare che rodotà è un uomo di sinistra, non un grillino, sebbene scelto proprio da questi, e che bene farebbe il pd a staccarsi per una volta dalla geometria e seguire quello che mi pare gli stia dicendo la base, votare appunto per rodotà presidente della repubblica

miko somma

Pubblicato in Blog

18/04/2013

io sono per rodotà presidente da tempi non sospetti, essendomi pronunciato in suo favore appena dopo le elezioni…faccio appello ai parlamentari e delegati regionali a votare per quest’uomo di parte…dalla parte dell’intelletto e della ragione!!!

miko somma

Pubblicato in Blog

18/04/2013

a questo punto sia l’elezione di marini che la sua non elezione sarebbero la fine del pd e del cardinalato bersani, troppo interessato a fare il premier per capire che occorre cambiare metodo di conduzione della politica…e mentre diciamo che in italia comanda ancora berluska e non se ne parla più, mi auguro che la parte migliore del pd (se c’è) cominci a ragionare almeno localmente su nuovi obiettivi programmatici e non più sul mantenimento di dannose filiere di valvassori.

miko somma

Pubblicato in Blog

i saggi VII…

terminiamo questa analisi critica al lavoro dei cosiddetti saggi sulla parte istituzionale (dedicheremo poi un adeguato spazio alle proposte economiche) con il capitolo 6° dedicato all’attività politica ed al suo finanziamento, tema “caldo” ovviamente e che sta molto a cuore agli italiani…

debbo precisare subito che personalmente sono del tutto a favore di forme adeguate di finanziamento pubblico all’attività politica per impedirne finanziamenti occulti e per dare modo anche a chi non possiede patrimoni milionari di partecipare comunque all’attività politica (che ha comunque i suoi costi), ovviamente in una regolazione chiara sia della sua entità, sia dei meccanismi e modalità di accesso, sia nei termini di quella maggiore pubblicità della vita gestionale e democratica dei partiti che credo debba essere strettamente legata alla percezione di una dazione finanziaria pubblica per consentirne l’esistenza, ma questo attiene ad un livello propositivo che a tempo debito non mancherò di esternare, dovndo limitarmi al momento a quella critica al lavoro dei saggi che credo abbia rivelato fino ad adesso una ratio inquietante che pare animare l’intero impianto di questi “suggerimenti”…

alla premessa al capitolo testualmente si dice “Le questioni relative alla nuova domanda di etica pubblica si concentrano in particolare sui vantaggi impropri dei partiti, delle istituzioni politiche e di chi lavora negli uni e nelle altre. Alla base c’è la profonda insoddisfazione per i servizi resi ai cittadini dalla politica. Il problema dei costi delle attività politiche va perciò affrontato guardando alla domanda di forte cambiamento espressa dalla società nei confronti della politica…e di contenere i costi di funzionamento del sistema politico ed istituzionale…Gli obbiettivi sono essenzialmente i seguenti: a) sobrietà; b) piena giustificazione rispetto alle finalità perseguite; c) assoluta trasparenza; d) la revisione dei costi della politica come parte di un essenziale programma di revisione della spesa pubblica; e) “irreprensibilità” delle istituzioni politiche e della P.A. anche dal punto di vista dei loro costi. A proposito di quest’ultimo obiettivo, il Parlamento ha approvato recentemente una importante legge anticorruzione…Nella discussione del Gruppo di lavoro è stata sottolineata la necessità di potenziare le attività di prevenzione da parte delle pubbliche amministrazioni e le attività di controllo amministrativo interno ed esterno; è stata segnalata l’esigenza di introdurre la fattispecie del reato di autoriciclaggio, di rafforzare le norme sulle falsità in bilancio, di precisare la fattispecie dello scambio elettorale politico-mafioso. E’ stata evidenziata altresì la necessità di monitorare l’efficacia in sede applicativa di figure di reato che risultano non sufficientemente tipizzate e, se del caso, apportare correttivi al fine di evitare ambiguità, distorsioni e sovrapposizioni in modo tale che non venga violato il principio di tassatività delle fattispecie penali e di astenersi da interventi legislativi in ambito penale che possano risultare poco chiari e privi del carattere di tassatività che informa il nostro ordinamento.”…e riporto questa lunga premessa per riuscire poi a confrontare quanto qui espresso con quanto effettivamente a livello di proposta vien fuori dal lavoro stesso…

infatti al punto 14) (non si comprende la ratio di questa numerazione, essendo del tutto avulsa dalla conseguenzialità con la numerazione dei punti con cui termina il capitolo precedente…) sul tema del finanziamento pubblico ai partiti, dopo aver citato, come d’altronde alla premessa, l’approvazione della legge 96/2012 che “…ha ridotto della metà l’ammontare delle risorse pubbliche destinate annualmente ai partiti, lasciando invariato il meccanismo dei rimborsi per il 70% e ancorando per il restante 30% l’erogazione dei contributi alla misura di 0,50 euro per ogni euro ricevuto dai partiti “a titolo di quote associative e di erogazioni liberali annuali da parte di persone fisiche o enti (art.2)”, lasciando una profonda insoddisfazione nei cittadini che probabilmente chiedevano maggiori tagli e maggiore semplicità, e dopo aver opportunamente distinto tra finanziamento pubblico e finanziamento delle spese elettorali “…giustificato e documentato all’interno di rigorosi tetti di spesa…”, le proposte sono:

a) distinguere una parte fissa, proporzionata al numero di voti del singolo partito e una parte commisurata ai contributi privati, che devono avere un tetto massimo;…e mi pare, fermo restando che un qualche criterio va comunque indicato per la cosiddetta parte fissa (qui si indicano i voti ricevuti, ma altre proposte potrebbero essere altrettanto valide), che sia troppo generico e semplicistico cercare di rendere assimilabili al solo denaro le forme di contribuzione privata che possono essere di natura la più varia, esempio una messa a disposizione gratuita di locali privati per le attività del partito che un privato potrebbe concedere come aiuto… 

b) assicurare significativi sgravi fiscali per i contributi dei privati entro un determinato tetto massimo;…ed anche qui oltre la lacunosità si introduce un concetto generico che assimilando le contribuzioni private ai partiti a forme di sgravio fiscale più utilmente  concesso per dazioni finanziarie ad associazioni benefiche o solidaristiche, quindi con uno scopo sociale che giustifica il minore introito fiscale, pone sullo stesso piano e natura sociale un contributo che per sua natura è “di parte”, quindi non assimilabile alla specialità dello scopo sociale di una dazione ad un ente di ricerca sul cancro, tanto per citare un esempio… 

c) assicurare (modello inglese) l’accesso gratuito, anche fuori della campagna elettorale agli spazi televisivi;…qui il problema non si pone tanto nella regolamentazione di questi spazi sulle televisioni pubbliche, ma su chi sosterrebbe i costi se questi spazi fossero richiesti e concessi sulle emittenti private… 

d) consentire a partiti e movimenti politici di usufruire gratuitamente di locali e di spazi pubblici per riunioni e per lo svolgimento dell’attività politica;…cosa che ovviamente andrebbe meglio espresso e regolata, soprattutto all’approssimarsi di scadenze elettorali, quando la corsa al luogo pubblico gratuito diverrebbe pressante nella scarsezza di luoghi adatti a riunioni pubbliche… 

e) agevolare i partiti che si impegnano nella formazione politica delle generazioni più giovani;…questo dettato non significa assolutamente nulla, dal momento che appare indimostrabile o comunque molto difficilmente dimostrabile quale e dove si sostanzi la formazione politica delle generazioni più giovani…ogni partito ha sue branche giovanili, ma non è l’esistenza della branca in sè che giustificherebbe la formazione politica… 

f) confermare la linea per la quale il finanziamento per i gruppi parlamentari non deve diventare una forma di finanziamento dei partiti….su questo punto son d’accordo che debbano essere tenute separate nel sostegno le attività dei partiti da quelle dei relativi gruppi parlamentari, ma essendoci una ovvia commistione come si fa a distinguere in questa e quindi ad individuare ciò che è squisitamente di parte, da ciò che pur istituzionale, sempre un’attività di parte rappresenta?…

al successivo punto, il 15), relativamente al controllo dei costi, riporto testualmente “La legge 515/1993 affida a uno specifico collegio della Corte dei Conti il controllo sui finanziamenti ricevuti e sulle spese sostenute dai partiti e movimenti politici in campagna elettorale. La legge 96/2012 affida a una specifica commissione composta da cinque magistrati delle tre diverse giurisdizioni il controllo sui bilanci dei partiti e dei movimenti politici. Il decreto legge 174/2012 convertito con legge 213/2012 affida alle singole sezioni regionali della Corte dei Conti il controllo sui rendiconti dei Gruppi Consiliari presenti nei Consigli Regionali. Si propone, per evitare disparità di trattamento, di uniformare i soggetti deputati al controllo, che devono essere esterni e indipendenti, l’oggetto del controllo, i criteri del controllo.”…e qui proprio non si comprende quali siano i soggetti esterni ed indipendenti che debbano esercitare, uniformandolo, il controllo…non sono per loro natura i magistrati indipendenti?…

sul conflitto di interessi, al punto 16), la mediazione è talmente al ribasso che non si citano affatto suggerimenti, ma si rimanda, intendole richiamate, assai genericamente a valutazioni e proposte dell’autorità antitrust che a mio avviso contengono solo dettami di tipo economico e non entrano abbastanza nello specifico del conflitto di interessi per come esso si è sviluppato nel nostro paese in questi ultimi 20 anni, intorno cioè all’enorme potere economico e mediatico del sig. berluskoni, potere che ha avuto risvolti immediati e visibili sullo svolgimento dell’intera vita politica del paese e che non si è mai voluto finora delimitare in precisi assetti legislativi in materia…formulazione talmente vaga, quella dei saggi sulla questione, da far apparire del tutto vacuo persino il rapido accenno che evidentemente “non doveva urtare il cavaliere”…

al punto 18) si tratta delle attività delle lobbies, gruppi di potere e di interessi che sarebbe ripetitivo ed inutile descrivere in questa sede, che i saggi intendono regolare, in qualche modo ammettendo che esse esistono ed influenzano in ogni caso le attività legislative e dopo aver stucchevolmente e servilmente precisato che “…Spesso si tratta di un’opera utile per portare a conoscenza dei decisori politici realtà frequentemente ignorate…”, con questi i seguenti suggerimenti traslati da modelli già esistenti e che andrebbero del tutto rivisti nelle rispettive sedi, nel parlamento europeo e negli stati uniti:

a) si istituisce presso la Camera, il Senato e presso le Assemblee regionali l’albo dei portatori di interessi;

b) costoro hanno diritto a essere ascoltati nella istruttoria legislativa relativa a provvedimenti che incidono su interessi da loro rappresentati;

c) il decisore deve rendere esplicite nella relazione al provvedimento le ragioni della propria scelta e deve evitare ogni possibile situazione di potenziale o attuale conflitto di interessi….ed evito di fare commenti, vista la chiarezza di questi suggerimenti che istituzionalizzano interessi che a mio avviso andrebbero tenuti a debita distanza dalle eattività politiche e soprattutto legislative, poichè unico deve essere l’interesse da tutelare, quello pubblico!!!…

e si termina il lavoro con delle assai strambe giunte di deontologia parlamentare che vengono definite testualmente “…questa Giunta sia costituita, tanto alla Camera quanto al Senato, da 4 persone che abbiano avuto in passato una significativa esperienza parlamentare. Le Giunte devono vigilare sugli eventuali conflitti di interessi dei parlamentari, sulla compatibilità delle attività e delle iniziative non parlamentari di deputati e senatori sulla trasparenza delle loro attività. Le Giunte svolgerebbero un’attività consultiva anche fornendo avvisi preventivi. La linea di fondo deve essere costituita dall’attuazione dell’indirizzo fissato nei valori della “disciplina” e dell’ “onore” fissati nell’art. 54 della Costituzione.”…lascio a voi giudicare l’incongruenza formale e sostanziale di queste giunte costituite da 4 persone alle cui qualità e modalità di nomina neppure si accenna…

e francamente mi pare basti così!!!…troppa “saggezza” a mio parere…

miko somma

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Blog