ansa – GENOVA – Don Andrea Gallo, 84 anni, e’ morto. Lo ha reso noto a Genova il portavoce della Comunita’ di San Benedetto al Porto, Domenico Chionetti

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una lince sull’appennino

qualche bella notizia non guasta e se non la si “estingue” di nuovo, anzi le si lascia spazio e tempo per vivere e riprodursi, in breve, seguendo la naturale migrazione degli individui legata all’acquisizione di propri territori di caccia, l’appennino intero potrebbe tornare a popolarsi di questa specie importantissima per il riequilibrio faunistico delle nostre montagne
 
Avvistata una lince sull’appennino forlivese: dal 1920 è considerata specie estinta in Italia.
eccovi il link alle foto dell’importantissimo avvistamento
 
n.b. pare che purtroppo la lince avvistata sia una lince nata in cattività ed in qualche modo sfuggita ai suoi “carcerieri”…peccato, sarebbe stata una bellissima notizia!!!
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22/05/2013

aspettare i dati istat per rendersi conto della sofferenza economica (e così sociale) di milioni di italiani e poi emettere dolenti comunicati di solidarietà è un esercizio ipocrita di stile e neppure serve invocare di continuo la parola crescita se non si interviene sul sistema di redistribuzione del reddito che è affidato alla tassazione generale…così a cosa servirebbe “crescere” del 2% se la metà di quella stessa crescita finisce sempre nelle stesse tasche?

miko somma

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un consiglio liquefatto dai fatti…

ciò che a mio avviso è emerso con una certa chiarezza dallo svolgimento del consiglio regionale di ieri è la sostanziale incapacità da parte dei consiglieri a comprendere che una fase storica, nel cui contesto si legittimava in qualche modo anche la propria elezione e presenza in quell’aula, è definitivamente tramontata…

e la cosa appare ancor più chiara nel momento in cui il presidente de filippo non si limita ad una critica formale di un operare complessivo dei rappresentanti eletti e che in qualche modo si sintetizza in quella sua frase “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, riferendosi agli avvenimenti ormai noti della cosidetta “rimborsopoli lucana”, ma scende nel particolare di una sostanziale incapacità politica ed umana degli stessi di adempiere serenamente al proprio compito e mandato, altrimenti spesso inteso come il raggiungimento di un obiettivo personale e non come “servizio” verso la comunità regionale, pur palesatasi anche precedentemente in molte circostanze (vedi qualche tempo fa la continua mancanza di numero legale per via delle numerose assenze), e che nei fatti lo stesso presidente indica come quel “nodo politico”, quel malessere di fondo che minava profondamente sia l’aula nella sua intierezza, sia la sua maggioranza e così la sua giunta…

probabile che a molti consiglieri sia sfuggito il passaggio di critica serrata che pur gli veniva mosso e che andava ben oltre l’oltraggiosa situazione creatasi con le risultanze dell’inchiesta (in quanto alla colpevolezza dei soggetti, serenamente ci rimettiamo alle decisioni ed agli atti della magistratura) e così, nel ripetersi di “suggestioni golpiste” che qualcuno nei suoi interventi intravedeva in una sorta di “procura parallela” che sovraintende alle inchieste stesse o di strali verso un “quarto potere”, la stampa, rea a loro avviso di aver amplificato le risultanze delle stesse inchieste in una sorta di corollario-campagna diffamatoria, a nessuno o quasi di costoro è passato per la mente che forse il vero nodo politico intorno a cui si è avviluppata sia la giunta regionale e la sua azione amministrativo-politica, che il consiglio ed il suo essere “luogo di confronto democratico”, nell’inconsistenza di un programma in grado di dare risposte ad una regione sempre più in affanno ed alla ricerca di soluzioni programmatiche di lungo respiro, coincideva stranamente con una grave “carenza etica” del personale politico che probabilmente è la dante causa principale di quelle stesse inconsistenze programmatiche…

in altre parole, tutto crolla non perchè vi sia stata una inchiesta che ha messo a nudo “poverismi indecenti” coltivati in una cultura del privilegio spiccio, ma perchè quella inchiesta è il paradigma evidente di una sostanziale inadeguatezza di una classe dirigente più attenta alla cura dei propri interessi personali e di collegio, agli equilibri tra clan politici ed ai vari “cicisbeismi” dell’apparire piuttosto che dell’essere, che alla reale comprensione del proprio ruolo di rappresentanza e cura degli interessi collettivi…

ed il nodo allora è ancora più strettamente politico di quanto si possa supporre, tanto stretto da inficiare la continuazione stessa di una fase storica iniziata nella nostra regione nel 1995 con quel patto tra post-dc e pds che molte volte ho indicato come l’esperimento intorno a cui dieci anni dopo nasce il pd, il nodo cioè è nell’essenza della motivazione etica alla partecipazione alla vita politica della nostra regione…

peccato che a molti siano sfuggiti molti passaggi del discorso di de filippo che probabilmente molto in ritardo prende atto di una situazione che qualche tempo fa, in occasione di un incontro organizzato in un hotel di villa d’agri da un comitato locale contro il petrolio al quale il presidente era presente, io stesso nel mio intervento ebbi a ricordargli come la necessità di sciogliere quel consiglio rivalatosi inadeguato moralmente alla compresensione della fase storica regionale e mettere in moto una revisione profonda degli obiettivi programmatici per tentare una “sterzata” ad una regione altrimenti senza prospettive che divenire un campo petrolifero…nacque forse allora la “moratoria” più volte richiamata da de filippo nei suoi due interventi di ieri di fronte ad un’aula più preoccupata di “ripensarsi senza scranno” che di comprendere che a volte occorre “farsi da parte” in nome di interessi molto maggiori dei propri personali…

ma dire che la colpa è tutta dei consiglieri regionali sarebbe ingeneroso, anche di fronte alle “pesanti” inadeguatezze del programma intorno a cui governava una giunta e che, in qualche modo è concausa di quel decadimento morale in cui “un uomo solo è al comando della corsa”, con le sue idee senza confonto e le sue visioni senza giudizio, e tutti gli altri vegetano in un parassitismo gregario nel quale è giocoforza nasca e cresca una cultura infame del “vizio figlio dell’ozio”…

e quel vizio figlio dell’ozio era ed è probabilmente l’unica ragione per la richiesta di alcuni consiglieri di continuare l’azione di giunta, chiedendo al presidente di ritirare le dimissioni, certo nella convinzione che finora si era ben operato e non mai nel dubbio che finora male e poco si era fatto in tre anni di vita della consiliatura per tentare una “salvezza” della regione che postula nuovi programmi e nuove pratiche delle quali mi sia consentito dubitare della capacità stessa di alcuni di comprensione del solo significato semantico…

un consiglio regionale liquefatto dai fatti si è dunque tristemente chiuso, e questo è un fatto!!!

ma occorre ripartire, e presto, ed il momento non è più quello delle sole analisi, ma della ricerca spasmodica di soluzioni che nessuno ieri ha indicato e che credo vadano ormai cercate fuori dalle presenze in quell’aula e fuori dai recinti partitici finora operanti…soluzioni che, lungi dal cadere in tentazioni demagogiche o gattopardiste, devono partire da un punto, un programma vasto ed ambizioso, verso cui far convergere le linee di pensieri politici differenti, ma accomunati dalla necessità di dover far sintesi sui bassi numeri che la nostra regione possiede di fronte alle minacce possenti che ormai muovono con evidenza verso la nostra terra e le sue risorse…

il programma c’è, nella ovvia e necessaria evidenza di un confronto aperto e franco che lo renda migliore e più condiviso…servono adesso le linee convergenti!!!

miko somma  

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