24/05/2013

chiaro che i partiti devono ritornare ad essere macchine di ragionamento collettivo in maggior parte volontaristiche e con bilanci più accorti alle spese, ma stante che i costi ci sono comunque e non del tutto comprimibili, con l’abolizione tout court del finanziamento pubblico le entrate degli stessi sarebbero costituite dalle rimesse degli eletti, dal libero finanziamento degli iscritti, da donazioni, etc etc…  
 
a qualcuno viene per caso in mente che così facendo si lascia spazio libero ai finanziamenti più o meno velatamente lobbystici ed al prevalere di strutture di raccolta fondi sempre più “americane” all’interno degli stessi partiti, così quasi completamente orientati dal segno di alcuni finanziamenti cospicui?…
 
non è forse poco casuale che proprio enrico letta si faccia interprete di una abolizione che di fatto spalanca la porta ai lobbysti sin da questo consiglio dei ministri?
 
miko somma
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24/05/2013

è già da un bel po’ che tento di far comprendere che, in presenza di un pavimento sporco, per pulire in genere non si smantella il pavimento, ci si arma di scopa, paletta, mazza e straccio, e di buona volontà si comincia a lavorare…olio di gomito quindi!!!

questo vale a dire che se questa classe politica lucana fa schifo la si cambia, mica si destruttura la politica per poi magari dare la possibilità a gentaccia come me tra qualche anno di dire “visto?…ve lo avevo detto!!!”

miko somma

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24/05/2013

con tutto il rispetto per gli imprenditori seri (e ne esistono!!!), quando li sento parlare nei convegni di cosa servirebbe al bene del paese (più o meno sempre le stesse cose), non riesco mai a non pensare a quanto per loro il bene del paese non sia il bene del proprio profitto…

mettiamoli in condizione di lavorare bene, di avere liquidità, certezza del diritto, minore burocrazia, un mercato sano ed un sostegno di sistema dallo stato, ma non dimentichiamo che la buona parte dell’evasione fiscale e del lavoro nero proviene dalle loro fila e richiederebbe una deontologia (ed un rispetto delle leggi) che finora non si è vista nella pratica se non sporadicamente…

soprattutto non dimentichiamo che il ruolo sociale dell’impresa non è solo fare profitti, ma assicurare il concorso di questo al benessere sociale del paese, di tutto il paese, a cominciare dal livello salariale e dei diritti dei propri dipendenti

miko somma

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24/05/2013

la strada maestra per impedire le ondate di privatizzazioni che sono dietro l’angolo nella scusa della crisi economica è pretendere che il pubblico funzioni bene, benissimo – anzi, perfettamente!!! – e che ritorni a reclamare la strategicità di alcuni servizi come “motivo” per rispondere picche agli alfieri europei e nostrani del liberismo

miko somma

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