12/06/2013

è che dichiararsi ambientalista è una cosa senza alcun senso, al meglio una bandiera, quando non una nevrosi, dal momento che è una cultura ed un modo d’essere che dovrebbe permeare geneticamente qualsiasi pensiero e pratica esistenziale e politica

miko somma

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mettere “ragione in una regione che spesso non ragiona”

mettere “ragione in una regione che spesso non ragiona”…così mi esprimevo in un lapidario post precedente, uno di quei post in cui sintetizzo (o provo a farlo, nei limiti in cui discorsi complessi possono essere sintetizzati in poche frasi) concetti ed indicazioni che credo pertinenti ad un obiettivo, cambiare in meglio questa regione e così, poco per volta e partendo dal “basso”, dagli enti locali che sono quella parte di istituzione più a contatto con i cittadini, lo stesso stato che oggi più che mai necessita di una profonda revisione dei supoi obiettivi…

ma questo è un altro discorso…rimaniamo per il momento, appunto, nell’approssimarsi di una scadenza che non vorrei considerassimo troppo lontana nell’oblio del “mordi e fuggi” quotidiano (tanto da dimenticare di organizzarci per tempo), le prossime regionali anticipate, cioè quell’appuntamento per molti versi insperato che metterà alla prova la nostra capacità di “sentire” la prossimità all’ente regione e trasformarla in un impegno, provare, intervenendo direttamente sulla politica che sovraintende l’ente e le sue potestà polico-amministrative, a cambiare il corso di quel nostro “declino regionale” che ci condanna economicamente e socialmente

in altre parole occorre tirare fuori dal pantano verminoso in cui ci siamo cacciati (o ci hanno cacciati)  una terra che rischia di diventare una trappola mortale per i suoi cittadini e per ogni minimo concetto di vivere civile, se è vero come è vero, che ogni tirannia risiede nella povertà dei suoi cittadini e nel loro stato di bisogno…

e se qui da noi la tirannia ha il nome ed il sapore della sempiternità di alcune classi dirigenti (chiamiamoli pure clan) che hanno preso in prestito bandiere di partiti usate come vesti per coprire la loro bramosia continua di potere, il bisogno, quello è ormai tanto evidente, sia dai numeri disastrosi di una economia locale che crolla, aumentando quindi il bisogno, sia alla comune percezione ottica che fotografa ogni giorno nuove povertà, dopo aver postulato che a qualcuno il bisogno serve per giustificare la propria esistenza in vita come classe dirigente, siamo di fronte ad una domanda non eludibile oltremodo, ma in questa regione dobbiamo eleggere ancora acriticamente un partito, quindi uno schieramento, sapendo che eleggeremmo ancora una volta una veste, o non piuttosto dobbiamo scegliere una idea, un progetto, una strada per trovare la nostra formula locale di sopravvivenza al tritacarne sociale?…

idea, progetto che noi crediamo ben espresso in quel nostro programma regionale che poniamo al centro, come “il motivo causale” fondamentale e per noi imprescindibile, di un percorso che dovrà necessariamente essere comune e che dovrà  coinvolgere le “parti oltre le parti stesse” nella sua realizzazione, in una cristallina ottica laica e pragmatica di dover trovare prima ancora della formula politica, le concrete soluzioni programmatiche ai problemi storici di una regione dove la parola crisi la potremmo declinare in tutti i tempi e tutte le epoche…

lo abbiamo detto spesso in molti comunicati stampa ed interventi, in questa regione dai piccoli numeri demografici, dalla debole struttura socio-democratica che si conclama in egotismi sempre utili al “divide et impera”, dove prospera e, perdurando il bisogno, prospererà l’eternità del rapporto “favore-diritto” posto a boa di riferimento politico, ma dove tanti sono gli appetiti che su di essa e le sue risorse si sono scatenati, non ci interessa con chi faremo le cose, ma essenzialmente farle…

ma il tempo passa e lo spazio temporale da oggi a novembre è un battito di ciglia, la cui velocità potrà trovarci impreparati se non cominciamo da subito, da questo momento a lavorare affinchè le ovvie distanze tra istanze si accorcino, fino a saldarsi in un percorso comune che non cancelli le individualità delle stesse, ma le tenga unite in un progetto forte nel quale l’obiettivo, cambiare la regione, sia più importante dei soggetti che inevitabilmente dovranno rappresentarlo, dovendoci essere un candidato presidente della regione ed una o più liste di candidati consiglieri regionali, trattandosi in questo caso di mera tattica elettorale che richiederà un preciso dosaggio delle forze, dovendosi raccogliere circa 2000 firme di sottoscrizione per ogni lista…

ma questa è appunto tattica, semplice o complessa che sia nella declinazione logistica ed organizzativa che alcuni passi comportano, la strategia è invece sin da subito nelle scelte che dovranno porsi a motivo causale di una alleanza per la regione, alleanza che deve fondarsi non solo sul naturale saldarsi di istanze di cambiamento che più o meno si sono svelate in questi anni sul territorio, ma anche sul dialogo sereno con “parti politiche” interessate non più solo alla sopravvivenza delle proprie strutture interne di potere, ma al cambiamento ormai da tanti sentito come necessario ed intessuto intorno alla trama di un progetto forte, il nostro programma, che mettiamo stabilmente al centro di ogni discorso poichè se è vero che tutto è emendabile e migliorabile nel confronto (che necessità però dei suoi tempi che si stanno esaurendo all’approssimarsi della scadenza elettorale), è altrettanto vero che l’ampiezza di vedute espresse, la globalità della proposta nella multidisciplinarietà che lo permea, la coesione tra le tutte parti, sono quella forte impostazione che è già strada, che è già progetto…ed è il progetto il vero protagonista, non l’alleanza in quanto tale

ciò vale a dire che, salvo innaturali saldature tra istanze geneticamente troppo distanti, occorre esser laici e valutare che, se le possibilità reali che consentano la realizzazione di quel progetto sono necessariamente nei numeri elettorali che devono parlare di una maggioranza, quei numeri occorre prima di tutto ottenere…e se pur ciò appare “freddo”, cinico, in qualche modo machiavellico o strumentale, questa è la “realtà reale” con la quale occorre con maturità confrontarsi per raggiungere l’obiettivo, a meno di non voler essere ancora una volta quell’onestissimo ed identitario % che purtroppo non cambia le cose della nostra regione…  

e se l’obiettivo di COMUNITA’ LUCANA è appunto mettere “ragione in una regione che spesso non ragiona”, questo significherà che dovremo, per forza dei numeri, per sentimento e per ragione, allargare la condivisione di un percorso comune a delle parti politiche finora per noi distanti e che tali rimangono, ma che lo sforzo di rimettere in piedi questa terra per darle un futuro diverso e “più amico” ci debbono far sentire oggi, laicamente, come più vicine che in passato…

occorre che tutti, il sottoscritto compreso, diventino più maturi, per rispetto di chi vorrà onorarci del suo voto, quindi della sua fiducia, e perchè la politica è sempre maturità, anche quando deve e vuole percorrere con l’entusiasmo di un bimbo strade nuove…

miko somma  

 

 

 

 

 

   

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