200 anni di verdi

chi mi incrocia di tanto in tanto, sa che per odio di retorica gli anniversari preferisco rammentarli a fine giornata…200 anni fa, il 13 ottobre 1813 nasceva giuseppe verdi e credo sia un giorno importante per l’intero paese…

http://www.youtube.com/watch?v=e1JkhNOcXGo

il brano magari non è di quelli musicalmente migliori, ma forse è quello che gli italiani meglio conoscono

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Comunicato stampa

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, al giornale basilicata 24 ed alla redazione di radiolaser per specifica ed espressa volontà di un redattore

 

Un travaglio che merita rispetto 

Ciò che più lascia perplessi a riguardo della confusione che regna tra le liste e gli schieramenti non è il senso di incomprensione degli avvenimenti che qualsiasi cittadino elabora alla vista dei “balletti” che si consumano nelle stanze della politica, quanto la totemizzazione del male in un unico partito, il PD, che alcuni sobillano, quasi le “disgrazie” di quel partito possano diventare le gioie degli altri. Ed in realtà si tratta di un meccanismo sociologico artatamente indotto che tende a far identificare il male in un’unica sede, facendo così dimenticare che quel male è spesso patrimonio degli stessi savonarola che urlano al pubblico ludibrio.

Ma ciò non toglie che gli inconcludenti, e a tratti imbarazzanti, giri di valzer rabbiosi che si consumano tra le spoglie di un centrosinistra obiettivamente diviso (di cui sarebbe folle negare che il problema stia solo nella figura del candidato presidente che ignora le decisioni stabilite in una assemblea del proprio partito per proseguire lungo una strada che, retorica a parte, è conservativa del quadro di accordi con cui ha vinto extra-corpore le primarie) non accendano una luce negativa sull’agire e forse sulle stesse prospettive di continuazione di un assetto politico finora marmoreo.

Rimane il punto però di quali siano gli imperscrutabili motivi di gioia degli altri schieramenti e partiti di cui si affolla il parterre dei nemici del cosiddetto partito-regione.

Nei fatti non esiste alcun quadro stabile o stabilizzato in vista della scadenza della presentazione delle liste di alleanze, seppur costruite sull’essere contro qualcosa piuttosto che essere uniti per qualcosa, e neppure alcun candidato presidente comune a chi oggi predica di essere pronto a costruire alternative valide per il governo della regione, così come non esistono certezze di liste di candidati consiglieri e di fatto – figuriamoci – di programmi con cui assumersi l’onere e l’onore del governo stesso.

Non pare infatti che alcuna plausibile ipotesi di accordo sia stata elaborata nelle destre, quelle dei post berlusconiani che, nella fredda logica dei numeri, ritornano alla casa del “signore” per note esigenze di abbassare in coalizione la rata-mutuo di ingresso in consiglio regionale, così come le ipotesi ventilate di contenitori di centro che paiono piuttosto l’estetica alla buona del disporre le merci sugli scaffali per la vendita – e un candidato presidente pur lo conosceremmo se fosse vero il contrario.

E se dopotutto ci pare che fronde minacciose di tenentisti stiano agitando persino i sogni dei fedeli del duo biblico Grillo-Casaleggio recitato alla podolica e carenza di personaggi in cerca di autori (od autori in cerca di personaggi) inficino le pirandelliane gesta di primaveristi pronti però a qualsiasi stagione, le uniche certezze vengono fuori dai conversionisti radicali fulminati sulla via per Arcore che indicano fior di beati tra i belati per rimestolare la solita minestrina riscaldata al fuoco delle firme referendarie e dai lavoratori comunisti che indicano ancora il loro stalino alla guida della rivoluzione che verrà.

Si scherza per sdrammatizzare – non me ne vorranno i protagonisti – ma se è a sostanza che occorre andare, sostanza dice che, oltre il contorcimento reale del PD, nulla esiste, se non

1)     generico-retoriche accuse rimborsopoliste che non tengono conto del fatto che lo scandalo ha interessato anche soggetti che oggi spacciano virtù inesistenti (dovremmo rifare l’elenco di consiglieri regionali ed ex che a vario titolo sono coinvolti e delle forze politiche nelle cui fila costoro sono stati eletti?)

2)     che non esistono personaggi candidabili in grado di incarnare progettualità condivisa (e non i protagonismi armati degli stessi),

3)     che non esistono programmi alternativi (tranne il programma di Comunità Lucana che abbiamo portato in dote al PD per ciò che ci riuscirà di far comprendere),

4)     che non esistono motivi causali sufficienti e validi per impedire che l’alternativa ad un sistema di potere, una volta compresi i propri errori, possa nascere dallo stesso soggetto in grado di far sintesi ed autocritica fattuale, contaminandosi con idee nuove e pratiche differenti.

Una comprensione sofferente e sofferta – sia chiaro – quella del PD, dove lo scontro è aspro e reale e si innesta sui residui vivi di quella mancata fusione a freddo troppo figlia della necessità di far numeri per contrapporsi all’amata di Berlusconi, che di reale dialettica di avvicinamento tra culture differenti, ma è scontro dialettico, politico, essendo di fatto il PD rimasto l’unico vero partito tra le aggregazioni elettoralistiche vuote di contenuti e le ordalie populistiche che si nutrono e nutrono di quel visceralismo che sembra ormai voler consumare nel sangue una catarsi purificante, piuttosto che rimboccarsi le maniche e cercare soluzioni condivise. 

Che il candidato presidente del centrosinistra sia confermato l’attuale o si arrivi a rottura sarà segno e simbolo di un percorso reale di travaglio che in qualche modo, a partire da questa regione, segnerà un punto di ripartenza di una politica ingessata nello scontro e non aperta al confronto. Anche per questi motivi il sottoscritto è entrato in quel partito con tutto il carico di contraddizioni che questo rappresenta sia per me che per il partito che, nel bene e nel male, abbiamo conosciuto.

Chiedo allora rispetto per questa fase travagliata e chiedo di giudicare solo a liste compilate se l’ansia di cambiare presto e bene ha partorito il topolino cieco e non la speranza per il domani di questa terra.

Miko Somma

10/10/2013

mi stupisce che siano tutti a dare addosso al pd per la certo indecorosa querelle post-primarie, frutto di poca chiarezza iniziale e di alcune forzature, ma mi chiedo “gli altri come sono messi?…quale è la loro proposta progettuale?…hanno già un candidato presidente?…ed una lista?…hanno già alleanze stabili?…c’è un senso comune oltre l’essere contro in quelle alleanze?…cosa hanno fatto finora per meritare attenzione elettorale?…siete davvero puliti (visto che rimborsopoli riguardava quasi tutti)?…

così se sparta piange, atene certo non ha motivo di ridere e la gente meglio farebbe a connettere il pensiero alla parola!!!

miko somma

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