addio a lou reed

ha accompagnato la mia vita musicale per tanti anni e riempito il mio immaginario…di lui conservo un magnifico ricordo, oltre ai concerti che ho visto…galleria emi fontana, milano, una presentazione di laurie anderson, suo moglie da tanti anni…avverto una presenza di lato…appoggiato ad un pilastro lui che la guardava estasiato e che all’incrocio con il mio sguardo mi fa un sorriso…

ciao, lou

vi lascio questa perla tra le tante che ha scritto, anche se oggi non è proprio un perfect day
http://www.youtube.com/watch?v=QYEC4TZsy-Y

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aiutiamo giuseppe ferrara

riposto volentieri per amplificare l’appello

Da Bella un appello contro lo sfratto del regista Ferrara

27/10/2013 15:17

BAS Un appello è stato lanciato nella X Edizione del Bella Basilicata Film Festival dal regista Pasquale Scimeca, dall’attore Marcello Mazzarella e dall’Amministrazione Comunale di Bella, per salvare dallo sfratto il regista di origine lucana Giuseppe Ferrara. Ferrara è autore di alcune tra le pellicole più note e apprezzate del cinema civile italiano, su tutte “Il caso Moro”, film del 1986 con Gian Maria Volonté nel ruolo del presidente della Democrazia cristiana: interpretazione che gli valse il premio di miglior attore al Festival di Berlino. Per l’autore di “Cento giorni a Palermo” non sono scattati fino ad ora i benefici previsti dalla legge Bacchelli, il provvedimento che istituisce un fondo di sostegno per “cittadini che abbiano illustrato la patria e che versino in stato di particolare necessità”.

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27/10/2013

il difficile è far comprendere che quando c’è in ballo un affare da 4-5 miliardi di euro annui, chi dirige l’affare si sceglie maggioranze e minoranze, e persino le liste ed i listini, ma ai lucani non bisogna farlo sapere, eh?

miko somma

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il capitale eni ed il rischio…

allora per scendere meglio nel dettaglio del post precedente e della notizia reale di questa intenzione ormai palese di “vendere” eni (ovviamente la parte pubblica) saccomanni ha dichiarato nettamente che la quota in vendita sarebbe all’incirca il 4%, quota che nella ripartizione della golden share, quindi della parte controllata direttamente dallo stato, coincide con quella direttamente di proprietà del ministero dell’economia…non parrebbe quindi un grande problema far calare quella quota…

e per meglio focalizzare la cosa vediamo questa tabella, tratta dal sito eni, che ci chiarisce la composizione della quota di capitale in mano pubblica:

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha il controllo di fatto in Eni S.p.A. in forza della partecipazione detenuta sia direttamente sia indirettamente tramite Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP S.p.A.).

Le percentuali di possesso sono calcolate sul capitale sociale rappresentato, in seguito ad annullamento di azioni proprie deliberato dall’Assemblea di Eni il 16 luglio 2012, da n. 3.634.185.330 azioni ordinarie prive di valore nominale.

           

  

Azionisti di controllo

  

  

Azionista

  

  

Numero di azioni possedute

  

  

% sul totale
   delle azioni ordinarie

  

Ministero   dell’Economia e delle Finanze

157.552.137

4,34

CDP S.p.A.

936.179.478

25,76

Totale

1.093.731.615

30,10

 e fin qui parrebbe tutto normale, ma se focalizziamo sulla composizione dell’azionariato vedremo qualche sorpresa che potrebbe riservarci quella diminuzione di proprietà pubblica:

Ripartizione dell’azionariato Eni per fascia di possesso

(Aggiornamento 31/08/2013)

              

  

Ripartizione dell’azionariato Eni per fascia di    possesso

  

  

Azionisti

  

  

Numero di azionisti

  

  

Numero di azioni possedute

  

  

% sul capitale

  

> 10%

1

936.179.478

25,76

3% – 10%

2

278.486.362

7,66

2% – 3%

1

76.726.813

2,11

1% – 2%

10

540.311.921

14,87

0,5% – 1%

8

197.054.840

5,42

0,3% –   0,5%

13

183.332.336

5,05

0,1% –   0,3%

42

271.816.025

7,48

≤0,1%

284.213

1.127.662.311

31,03

Azioni   proprie

1

11.388.287

0,31

Azioni per   le quali non sono pervenute segnalazioni nominative

n.d.

11.226.957

0,31

Totale (1)

284.291

3.634.185.330

100,00

 (1) Il capitale sociale di Eni ammonta a 4.005.358.876 euro ed è rappresentato da 3.634.185.330 azioni ordinarie nominative prive di indicazione del valore nominale.

e se siamo veramente attenti ai numeri vedremo come quel calo di proprietà pubblica, che attualmente risulta essere il maggior azionista, del 4,34% porterebbe la stessa ad avere una percentuale molto minore dell’azionariato diffuso, quello rappresentato da soci le cui partecipazioni sono minori dello 0,1%, che appunto rappresenta il 31,3%, quote di azionariato diffuso di fatto tutte in mano di fondi investimento che già qualche mese fa surclassarono lo stato in una assemblea (vi posto il link dal sole 24ore http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-05-15/diventa-privata-fondi-battono-071232.shtml?uuid=Ab24dyvH, ricordandovi che il sottoscritto inviò alla stampa uno dei suoi lunghi comunicati stampa proprio al riguardo, comunicato che vi invito a ricercare e rileggere)…

facile quindi comprendere quanto già quella maggioranza diverrebbe ancora più grande andando a cedere sul mercato una fetta importante come il 4,34%, prefigurando la realtà di una compagnia ancora a controllo statale che diviene altro…diviene una società a controllo privato si, ma di quel privato particolare che oggi è rappresentato sul mercato finanziario dai grandi fondi di investimento, capaci di muovere quantità enormi di flussi finanziari per condurre a termine imprese ad altri impossibili (leggi per esempio opa sui grandi gruppi)…

e se eni diventa una società a controllo privato, la logica del profitto degli azionisti, ancorché del tutto seguita già oggi, non diverrebbe ancora più stringente proprio nella ricerca del maggior utile per gli interessi di quegli azionisti?…

e se maggior utile significasse non tanto aumentare i profitti sulla vendita del singolo barile (cosa possibile solo in parte diminuendo quelli che alcuni “squali” della finanza chiamano “costi inutili”, tra cui appunto quelli di mitigazione ambientali), ma aumentare la quota di barili venduti e quindi anche estratti, cosa credete avverrebbe qui da noi che non sia stato già scritto nero su bianco nella strategia energetica nazionale, che prevede proprio quegli aumenti in quote che a seconda delle stime vanno da 350.000 a 450.000 barili/giorno?…certo siamo solo una parte delle attività eni, ma pur tuttavia una parte che seguirebbe il resto

una manovra ben congegnata ed accompagnata da una serie di “riforme” che rendono sempre più centralizzato l’assenso alle stesse estrazioni…si chiama lobbysmo, signori, ed a quello storico e storicizzato delle compagnie oggi si affianca quello del mercato finanziario e di chi lo controlla…

possibile che in questa regione nessuno se ne renda conto?…o qualcuno se ne rende conto e molto trasversalmente fa finta di nulla?

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qualche riflessione in merito…

(ANSA) – ROMA, 26 OTT – “Ci sono varie ipotesi sotto esame, stiamo guardando ogni possibile soluzione”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, parlando a Che tempo che fa delle ipotesi di privatizzazione di Eni e Rai. A Fazio che gli chiedeva se la vendita fosse di una rete o dell’intero gruppo, Saccomanni ha risposto ”rimarrebbe la tv pubblica”.  
 
…ora a parte la rai, ciò che dovrebbe interessare i lucani è la cessione della quota golden share di eni (circa il 30%, in sintesi la proprietà pubblica), perché ceduta ai privati quella quota che rimarrebbe di quel malinteso interesse nazionale sul quale si fondano le estrazioni di idrocarburi in regione?…
 
rimarrebbe certo sulle accise ed imposte che lo stato ricava dalle stesse e che sono la reale giustificazione di royalties così basse (7 + 3%), ma potrebbe giustificare ancora non solo le estrazioni attuali, ma quelle future che oscilleranno tra 350 e 450.000 barili/giorno?…  
 
candidati, qualche riflessione in merito non guasterebbe!!!
 
miko somma
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