Basilicata: Consiglio Stato, ‘Lista Pittella’ resta in lizza

29/10/2013 19:32

BAS(ANSA) – Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato da Aurelio Pace – candidato del Pdl – contro la riammissione alla competizione elettorale regionale del 17 e 18 novembre prossimo della lista ”Pittella Presidente” in provincia di Potenza. Lo si e’ appreso poco fa a Potenza. Il Consiglio di Stato ha respinto anche i ricorsi presentati da Mir e dalla lista ”Liberiamo la Basilicata”. (ANSA).

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le risposte alle 15 domande – angelo lamboglia

vi ricorderete delle domande che ho posto ai candidati, domande pubblicate anche sulla stampa locale…bene, sono arrivate le prime risposte, di angelo lamboglia che con piacere pubblico…per il momento metto tutto in chiaro, così come arrivato, poi organizzerò una pagina meno dispersiva…

 

angelo lamboglia (realtà italia-centrosinistra) risponde alle 15 domande

29 ottobre 2013

1)     Se conosce lo stato di grave anomalia prossima al commissariamento del nostro sistema di gestione dei rifiuti solidi urbani e la gravissima situazione di impantanamento correlata di un sistema di smaltimento imperniato sull’inceneritore Fenice di Melfi che ha inquinato ed inquina, quali crede debbano essere le strategie ed i provvedimenti urgenti in materia?

Per quanto concerne i rifiuti solidi urbani, siamo a conoscenza di uno stato di criticità elevata che è aumentata nel corso del tempo. Siamo consapevoli che il futuro e lo sviluppo di questo settore non possa che passare attraverso le direttive della Ue relative alla riduzione alla fonte dei rifiuti, a un sistema incentrato sul recupero, sulla differenziata, e soprattutto su centri in grado di recuperare i materiali e di creare quelle filiere tali da poter commercializzare e rimettere sul mercato i materiali utilizzati. Siamo convinti che sia necessario rafforzare il sistema dei controlli e sdoganare le nomine all’ente di controllo – all’Arpab – dalla politica: i ruoli dirigenziali acquisiti in quel settore debbano essere assunti tra professionalità che abbiano esperienza in quel settore e con un curriculum di un certo livello.  

2)     Se conosce lo stato di rischio ambientale, sanitario e per le vocazioni produttive originarie dei territori connesso alle estrazioni di idrocarburi in Val d’Agri e prossimamente in Val Sauro, nei limiti imposti dalle correnti leggi, nelle prospettive di annunciati aumenti delle estrazioni dettate dalla Strategia Energetica Nazionale e di limitazioni delle potestà regionali (leggasi riforma art. 117 Cost. e macroregioni), ritiene ciò compatibile con uno sviluppo armonico della regione, e in caso riscontrasse incompatibilità, quali dovrebbero essere le azioni da mettere in campo?

Bisogna procedere nel delimitare le estrazioni e non andare oltre ai confini che sono stati fissati in passato. Non possiamo permettere che la regione diventi una gruviera. E’ necessario innescare un meccanismo che veda un aumento delle royalties e l’investimento di queste all’interno di un modello di sviluppo alternativo: se noi non abbiamo un modello forte che riesca a tenere testa alle prerogative dell’estrazione non facciamoci illusioni, non riusciremo ad arginarle. Il modello alternativo è quello legato alla green economy, che abbraccia a 360 gradi un approccio energetico sul risparmio, sulla certificazione energetica, sull’utilizzo delle acque di depurazione per l’agricoltura, sui “certificati blu” per quanto concerne le abitazioni, una pianificazione per quanto riguarda gli investimenti e l’autonomia energetica. Occorre immaginare poi, nel prossimo futuro, le energie rinnovabili senza finanziamento, ovvero quelle energie rinnovabili basate su una filiera corta, che possono vedere l’accumulo e l’autoconsumo e soprattutto la fornitura delle piccole comunità per attuare una concorrenza con i grossi monopoli, come Enel e altri. 

3)     Se conosce la situazione gestionale delle acque lucane nelle loro qualità (potabili, minerali, irrigue, industriali, fluenti e da invaso) e delle tante gestioni separate che su esse insistono, come intende operare per razionalizzare tali gestioni e preservare il bene strategico acqua?

Per quanto riguarda le acque, è necessario mettere in atto una efficientizzazione dell’ente cui è deputata la gestione, in primis Acquedotto Lucano, affinché non diventi un carrozzone e soprattutto faccia gli interventi richiesti sulla rete idrica. Sappiamo che in Italia, ma anche nella nostra regione, le perdite variano tra il 30-75 per cento. Quindi è necessario investire e questo investimento dovrebbe portare anche ad uno sbocco occupazionale. E’ necessario agevolare l’agricoltura, per quanto riguarda le acque irrigue, cercare di valorizzare l’acqua come risorsa pubblica e bene di tutti. Non è possibile che non si inneschino anche in questo caso sistemi di controllo che siano in grado di garantire ai cittadini un monitoraggio costante nel tempo, visibile e soprattutto a disposizione di tutti. Ci vogliono sistemi di controllo che facciano riferimento a figure dirigenziali di spicco, che non possano subire l’influenza della politica e che ci possano portare in una condizione diversa rispetto a quella in cui siamo fino a oggi.  

4)     Se conosce l’agricoltura lucana ed i suoi problemi produttivi, infrastrutturali, di gestione, di credito, di sviluppo e prospettive, quali crede che debbano essere le azioni concrete da mettere in campo a cominciare dalla gestione dei fondi del prossimo PSR ed attraverso quali strumenti operativi? 

L’agricoltura è un settore primario ed importante. Anche qui occorre creare meccanismi di efficienza, per quanto riguarda i Psr: è necessario eliminare quella visione che vede la distribuzione a pioggia e fare invece dei progetti concentrati sull’innovazione tecnologica in agricoltura (ad es. per quanto riguarda le bioenergie, le serre fotovoltaiche…). E’ necessario favorire la filiera corta: pur tenendo conto che nel mercato globalizzato c’è la grande distribuzione, è necessario avviare un fenomeno di nicchia che porti dalla produzione al mercato attraverso dei mercati a km zero che permettano di eliminare quella discrepanza fra il prezzo alla fonte del prodotto e quello che arriva sui banchi. Bisogna innescare un meccanismo che porti a valorizzare i marchi della nostra terra e capire che dietro ogni prodotto della nostra terra ci sono famiglie, una storia e un territorio e che tutto questo potrebbe contribuire ad elevare gli standard. E’ importante, a questo proposito, l’efficientizzazione dell’Alsia – Agenzia lucana sviluppo in agricoltura – l’ente è commissariato da diversi anni e quindi vive alla giornata facendo l’ordinario. C’è invece bisogno di un ente che viaggi con la prospettiva di essere in grado di reperire i fondi Ue per l’innovazione, per l’alta tecnologia, per le nuove professionalità, facendo diventare l’agricoltura un settore di sviluppo di pari dignità rispetto agli altri.  

5)     Se conosce lo stato dell’industria lucana, quali crede che debbano essere le linee di sviluppo del settore in rapporto alle potenzialità ed alle infrastrutture esistenti?

Le infrastrutture sono fondamentali. Quello che riesco ad immaginare per il nostro territorio è lo sviluppo delle piccole e medie imprese, inserite nel contesto di una Basilicata come polo logistico nel Mezzogiorno a cavallo tra Puglia e Campania (dove ci sono centri di ricerca non indifferenti, legati ad esempio alla produzione aeronautica, come Pomigliano, Grottaglie, Foggia). All’interno di questo ragionamento, se noi cerchiamo di valorizzare un approccio dettato da quello dei Fondi 2014-2020, potremmo immaginare di instaurare distretti tecnologici per la ricerca, indirizzata all’ambiente: ricerca che, ad esempio, potrebbe essere sviluppata nel solco dei materiali, materiali innovativi, da recuperare, da riutilizzare, dannosi. Se puntiamo su questo ma anche sul sistema delle energie rinnovabili, sul settore delle certificazioni e su quello della pianificazione territoriale, è possibile riprendere un settore importante, come quello legato alle bioedilizie, incentivando la ripresa di un settore in crisi che ha bisogno di essere adeguato ai tempi. 

6)     Se conosce le problematiche del lavoro, quali crede debbano essere i provvedimenti urgenti e di sistema e gli assi di investimento pubblico per favorire una maggiore occupazione?

Ci sarà spazio per l’occupazione, per il rientro dei cervelli, per l’investimento sul capitale umano di cui la regione dispone, per una possibilità per la Lucania di essere territorio appetibile dal punto di vista produttivo, solo a certe condizioni. Come ad esempio, se si riesce a fare uno sviluppo delle piccole e medie imprese che investano nella green economy, nella depurazione, nel fotovoltaico, nella certificazione, nella biomassa, nell’eolico. A tutto questo è necessario affiancare anche lo sviluppo di un percorso culturale legato ai nostri luoghi, alle nostre culture. Bisogna cercare di avere una visione di insieme di cui la regione dovrà farsi carico, bisogna stimolare le imprese attraverso magari un sistema di finanziamento diverso, basato sugli sgravi contributivi o sulla garanzia del raggiungimento di obiettivi (in mancanza del quale, si dovrebbe procedere al recupero dei fondi, attraverso ad esempio il pignoramento dei capannoni). In tutto questo, occorre supportare, attraverso servizi, le imprese lucane. Uno dei servizi è l’interfaccia con l’Ue, in cui oggi pecchiamo: ci sono diversi fondi disponibili per le imprese, ma le imprese lucane e nel Sud in generale, non aderiscono. 

7)     Se conosce le problematiche del mondo giovanile, quali ritiene siano i provvedimenti urgenti e di sistema per favorire l’inserimento lavorativo dei giovani nel tessuto produttivo lucano? 

Per favorire l’inserimento dei giovani nel sistema produttivo, è necessario interfacciarsi con il sistema europeo e creare un meccanismo che ne favorisca l’ingresso, anche attraverso il tempo determinato, ponendo però delle clausole che tutelino il lavoratore, ovvero che non lo facciano diventare carta straccia dopo un anno. Se una persona è valida dovrà fare un periodo provvisorio, semplicemente perché in questo periodo le aziende generalmente non hanno un grande margine di crescita, ma poi bisogna fare intravedere una prospettiva di stabilizzazione. I giovani devono svincolarsi dalla mentalità del posto fisso, magari nel pubblico, non perché non sia importante, ma perché non possiamo vivere solo sull’idea del posto fisso pubblico. Bisogna innescare un percorso che ci veda distinti e separati dalla depressione legata alla spinta a fare impresa. Al contrario, occorre avere voglia di rischiare e i giovani dovrebbero fare pressione sulle strutture istituzionali perché adempiano al loro ruolo di creare le condizioni perché si faccia impresa. Oggi l’incentivo maggiore deve essere favorito mediante l’ingresso nel mercato del lavoro di giovani e quale settore, se non quello della green economy, può favorire l’occupazione? Servono sgravi sui contratti, perché non si può accettare che un lavoratore stenti con la retribuzione che ha e l’impresa venga strangolata da troppe tasse. 

8)     Se conosce le problematiche di genere, quali crede debbano essere i provvedimenti urgenti e di sistema per favorire il pieno coinvolgimento delle donne nel modo del lavoro, dell’impresa e delle professioni?

Va favorita la parità di genere e va aiutata per allargare la partecipazione. Però, penso che se si parla di parità, questa deve essere su tutto. Tutti debbono mettersi in discussione: gli uomini devono fare spazio perché è giusto e legittimo, ma le donne devono pretendere e lottare per determinati obiettivi senza farsi schermo con il fatto di essere donna. Bisogna dare la giusta dignità ma la competizione deve essere viva, sempre sul merito e sui contenuti.

9)     Se conosce le problematiche dell’inclusione sociale e della marginalità economica e sociale, quali crede siano gli interventi prioritari da perseguire per impedire un collasso sociale?

La programmazione 2014-2020 predispone per l’inclusione sociale ingenti fondi. Bisogna cominciare a pensare ad una popolazione sempre più anziana e quindi a delle strutture capaci di venire incontro alle nostre necessità. Ma bisogna costruire un sistema di assistenza anche domiciliare, perché ci saranno sempre più anziani e non è facile rispondere solo attraverso le strutture. Sotto un altro punto di vista, è necessario poi cercare di instaurare una mentalità che veda il riconoscimento di un sussidio legato a una prestazione di servizio. E’ chiaro infine che bisogna farsi carico anche delle istanze socialmente più delicate, e dunque si potrebbe pensare ad esempio alle mense sociali alimentate con tutti quei prodotti che vengono mandati al macero nei supermercati perché la scadenza del prodotto è prossima. 

10)  Se conosce le dinamiche dei trasporti e delle relative infrastrutture nelle relative potestà di programmazione ed investimento, quale crede debbano essere gli interventi da perseguire sia sui tavoli della contrattazione con lo stato, sia in merito all’organizzazione di un più efficiente e capillare sistema regionale dei trasporti?

Il potenziamento delle infrastrutture, di cui parliamo da anni è diventato improcrastinabile: ora è arrivato il tempo di ripiegarsi per cogliere qualche obiettivo. Ad esempio, la trasversale Murgia-Pollino, la trasversale Foggia-Potenza-Lauria-Maratea, la ferrovia a Matera, l’efficienza dell’asse ferroviario Potenza-Foggia, il potenziamento dell’infrastruttura Potenza-Melfi-Candela. Le risorse Ue a disposizione prevedono anche degli investimenti sull’aspetto infrastrutturale, il quale potrebbe essere curato ad esempio instaurando anche un fondo che potrebbe derivare dall’aumento delle royalties del petrolio.  Noi paghiamo una marginalità delle aree che va vinta cercando di convincerci che non si possono avere aree di seria A e aree di serie B. Tenendo presente ciò che, giustamente, dice Renzo Piano, ovvero che una periferia non è più tale quando ha gli stessi servizi del centro. In tutto questo, va bene l’austerità e l’incertezza, però è necessario avviare un percorso che vada incontro a quelle che sono le esigenze contingenti allo sviluppo del territorio, perché solo attraverso questo si potrebbero potenziare gli scambi, l’attrattiva turistica ecc ecc…  Immagino però anche un sistema di controlli sui km pubblici, perché bisogna essere trasparenti su quanto si spende per i mezzi pubblici e dove questi in un dato momenti si trovano.

11)  Se conosce le problematiche della società della conoscenza, quali crede debbano essere le priorità da seguire localmente attraverso l’intervento regionale 

Il sistema scolastico va adeguato ai tempi di oggi. Per facilitare l’accesso al lavoro occorre potenziare gli istituti professionali, che la riforma Gelmini ha reso tutto fuorché istituti professionali. Non è possibile immaginare un professionale dove non si va a fare laboratorio o dove il laboratorio sia ridotto ai minimi termini. E’ necessario inoltre innescare quel processo di sviluppo legato alla conoscenza delle lingue, raggiunto ad esempio con l’Erasmus. Bisogna valorizzare le scuole, legando l’indirizzo di studi con la vocazione del territorio. Vogliamo una scuola che tenda a valorizzare le risorse del proprio territorio. Per fare tutto questo, è necessario che la scuola e l’università tornino a fare quel ruolo che le è proprio. Non è possibile mantenere scuole o università semplicemente perché gli iscritti fanno cassa, la scuola deve fare anche un po’ di selezione perché è la vita che lo richiede.  

12)  Se conosce le problematiche energetiche, al netto del petrolio, crede che il PIEAR e le sue successive modificazioni siano armoniche rispetto al territorio e quali crede debbano essere i provvedimenti per mitigare il suo impatto?

Per quanto riguarda il petrolio, il discorso è chiaro: confinare le estrazioni, aumentare le royalties, far sviluppare un modello alternativo fondato sulla green economy. Un modello che dia centralità ai Paes (Piani di azione per l’energia sostenibile) e che riveda il Piear per quanto concerne la pianificazione energetica, e che inquadri tale pianificazione anche nell’ottica dello sviluppo territoriale legato alla pianificazione territoriale, cioè alla legge 23/99. Sappiamo che questa legge ha molti limiti, ma ci auguriamo che non ci sia una pianificazione urbanistica che consenta di far viaggiare le aree a diversa velocità. È necessaria una pianificazione che tenga dentro l’approccio energetico con le piccole centrali a biomassa, con il fotovoltaico, con l’eolico, con l’efficientizzazione energetica, con lo sfruttamento della geotermia (che può essere fatto anche attraverso il riutilizzo dei pozzi esauriti). Pensiamo che la green economy e la branca di essa legata alle rinnovabili, possa essere il vero futuro e volano di sviluppo di questa area. 

13)  Se conosce le problematiche del turismo, come intende sviluppare un settore decantato come strategico per l’economia regionale, secondo quali linee di intervento ed attraverso quali strutture gestionali 

Abbiamo posti bellissimi, dobbiamo recuperare la capacità di offrire servizi e soprattutto fare impresa sul turismo. È necessario internazionalizzarsi, avere competenze con le lingue, è necessario strutturare pacchetti territoriali che mettano a sinergia le diverse risorse nei vari posti e che rendano appetibile una vera offerta turistica, legando insieme i posti e non schiacciandoli su un campanilismo che può portare qualche euro in più a qualche città, ma sicuramente non porta risultati nel complesso.

14)  Se conosce lo stato dell’arte nella manutenzione del territorio e nella prevenzione dei rischi di natura idrogeologica, come intende agire per una maggiore salvaguardia dello stesso territorio e della presenza umana?

Sappiamo che uno dei temi più importanti riguardo alla difesa del territorio è il dissesto idrogeologico. Dissesto legato da un lato al mutamento climatico che porta a precipitazioni ingenti, dall’altro alla scarsa manutenzione del territorio. Bisogna attivarsi, come si è già fatto in passato, con lo Stato. Perché lo Stato non può pensare di finanziare magari una frana e poi di lasciare una regione in ginocchio. Occorre predisporre un sistema di manutenzione ordinaria, se fatta in un certo modo e con una programmazione a livello territoriale si può porre un freno a una situazione che sta sempre di più degenerando. E’ necessario cercare di attivare percorsi e canali che vedano il consolidamento come elemento principale, su cui puntare per lo sviluppo e per una sostenibilità del territorio. 

15)  Se conosce lo stato della governance territoriale e dei suoi strumenti operativi, come intende agire per migliorarne la qualità e l’efficienza?

Dal punto di vista della governance, bisogna incidere su tutti gli enti governativi per capire chi fa chi e che cosa. E poi è necessario capire che bisogna eliminare le sovrapposizioni e che è arrivato il momento di accorpare, efficientizzare e, laddove è necessario, eliminare. Bisogna avviare la discussione, senza di questa non arriveremo a nessuna meta. Va affrontata poi la legge elettorale, in particolare per quanto riguarda il listino, perché a determinare i processi è anche tale strumento: vista la situazione di crisi della politica che viviamo, la politica deve mettersi in discussione e capire che la scelta deve ricadere completamente sui cittadini.

bene, grazie ad angelo lamboglia per le celeri risposte che lascio per il momento alla valutazione di congruità e concretezza ai lettori del blog…il mio personale in bocca al lupo a lui

miko somma

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29/10/2013

il vero problema del PD, a mio avviso, è nel conformismo delle opinioni che si schiacciano o nella lotta alla postazione o nella partigianeria epidermica…molto più spesso le due ipotesi sono frammiste fino a confondersi in uno sciroppo melassoso di banalità e luoghi comuni sull’ineluttabilità di alcune scelte…

ecco, io credo che debba trovarsi uno spazio per la ragione nel dialogo con il popolo, i cui bisogni devono tornare al centro della proposta politica senza se o ma, non esistendo alcuna terzietà dell’azione pubblica, ma solo il dovere di lavorare per la collettività…

in altre parole o il PD si riconnette alla rappresentanza dei ceti sociali, certo divelti dalla crisi e dalla post-modernità, ma ancora esistenti nelle categorie dei privilegiati e degli sfruttati, dei ricchi e dei poveri, dei sicuri e degli insicuri, o è destinato a trasformarsi da soggetto politico ad oggetto di gestione in conto terzi

miko somma

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29/10/2013

ok, miriamo all’obiettivo di vincere queste elezioni, poi vedremo quanto spazio concreto riusciremo a procurare alle idee

miko somma

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