Comunicato stampa

questa nota stampa non è stato inviata al sito istituzionale di basilicatanet, al giornale basilicata 24 ed alla redazione di radiolaser per specifica ed espressa volontà di un redattore

 

Basta con il sottobosco 

Emergerebbe, da quanto riportato dagli organi di stampa in merito al concorso indetto per la selezione del personale di controllo della struttura P.O Fesr e confermato in parte dalle assai vaghe dichiarazioni rilasciate al TG regionale da parte del responsabile dello stesso concorso, che esistano anonime “gole profonde” che portano all’esterno i questionari relativi allo stesso concorso e la cosa appare ancor più strana se è vero che sono proprio i 3 dirigenti della struttura ad elaborare quelle domande, quindi o c’è un “infedele” tra di loro o ben altri sono i meccanismi che hanno originato l’invio ai giornali di materiale che per sua natura dovrebbe essere rinchiuso strettamente nelle mura della regione. 

Una brutta storia, dunque, soprattutto perché accade in un periodo molto sospetto, quello elettorale, la cui sensibilità avrebbe dovuto in primis far astenere dall’indirlo, ricorrendo a delle proroghe specifiche in merito alla continuità del lavoro svolto dalla struttura, ed in caso ciò fosse stato impossibile, rendere il concorso stesso uno specchio di regolarità, visto la ghiotta occasione di “fare cassa elettorale” al pur mimino inghippo o malfunzionamento dello stesso. Cosa evidentemente non accaduta, reato o meno sia poi accertato dall’autorità giudiziaria. 

Perché se violazioni ci sono state esse hanno un carattere penale per singoli od associati che abbiano commesso violazioni nella gestione di atti e interessi pubblici, ma assumono ipse facto le sembianze politiche basso-imperiali che è il sentire comune dei cittadini ad erigere a sistema Basilicata, così pure non avendo la faccenda carattere politico, inevitabilmente tale viene già considerata. 

La faccenda non è politica e chiunque la giudicasse tale commetterebbe dolosa malafede, grossolano errore di valutazione e di comunicazione, nonché manutengolismo di un fenomeno sociale devastante e purtroppo corrente che tramuta ormai la percezione della politica come malaffare, esacerbando una già evidente fuga di interesse – quando non palese ostilità – dei cittadini e deviando dal vero tema che si pone di fronte a simili accadimenti, se cioè la politica non abbia finito per concedere troppi spazi ad una sottocasta inamovibile, una loggia di dirigenti e funzionari in grado ormai di auto-governarsi anche al di fuori dei recinti legislativi regionali che impongono alla politica funzione legislativa, di indirizzo, ed  alla burocrazia funzioni tecnico-esecutive, o se è ancora la politica a dominare, imponendo scelte fuori da ogni logica che non sia clientelare. 

In altri termini e fuori da ogni vulgata, tirandosi fuori dallo squallore insito nella faccenda specifica e in interpretazioni che si danno e daranno, quanto è forte
l’auto-referenziale partito dei grandi burocrati? Ed è divenuto più forte della nostra politica feudale e di filiera?

Ciò ovviamente non sposta di un millimetro le sodalità di interesse sulle quali si è fondato un patto che la politica ha siglato ormai da tempo con le categorie del fare amministrativo, quelle sodalità iniziali e/o continuative che si sono fondate sull’equivoco di una legge che equiparava gli stipendi di manager e di funzionari pubblici a quelli privati, permutata con la messa a disposizione degli stessi per ogni bisogna della prima, ma che sono oggi approdati ad una sostanziale indipendenza in grado di darsi un assetto politico a se stante, quale quello che è emerso nel cosiddetto governo dei tecnici, sintesi di quel patto di sindacato che i grandi capitali della finanza hanno stabilito con la grande burocrazia, dopo aver dato “disdetta” a molti impegni con un mondo politico non più in grado di essere garantivo degli interessi in campo in quanto travolto dalla crisi nel rapporto con la popolazione. E’ questione dunque di quei nuovi stakeholders (o portatori d’interessi coincidenti) che si affacciano con le larghe intese? 

Questa analisi, calata nel concreto lucano, sta a significare che alcuni grandi interessi che gravitano sulla nostra regione e sulle sue risorse non hanno più bisogno da tempo della politica per la curatela e la “digestione” degli stessi presso l’opinione pubblica, preferendo di fatto affidarsi ai responsabili di un dipartimento o di un ufficio sulla base di leggi estensibili ad elastico per la cura di quegli interessi che sono, ripetiamolo, non solo petrolio, acqua ed il variegato mondo che gravita intorno ai rifiuti e alle loro emergenze, ma la formazione professionale, l’agricoltura, gli aiuti alle imprese, le spese sociali e via discorrendo, quindi i fondi comunitari su cui esse si basano nel rientro della regione nei riaperti forzieri dell’ex obiettivo 1 in cui siamo riprecipitati. Questa è la vera posta in campo, la gestione di quei denari. 

E per gestire partite importanti del bilancio regionale, quali appunto i fondi Fesr, attraverso le attività di istruzione, controllo e rendicontazione degli stessi fondi, prima ancora che la politica servono le “zone grigie”, quelle zone che Falcone individuava come il terreno in cui coincidono interessi sporchi e attori apparentemente puliti, quelle stesse zone che da noi hanno favorito l’assurdità dei controlli ambientali inesistenti, incertificabili o da vera palude, che hanno permesso, nelle more del sapere amministrativo, di sprecare nelle filiere centinaia di milioni di euro in agricoltura, industria, turismo, artigianato, cultura, formazione, sanità e sociale, zone che ormai hanno potenzialità organizzativa di potersi rappresentare politicamente proprio nelle larghe intese figlie dei processi di degenerazione della politica tradizionale. 

Larghe intese a cui si suppone si stia avviando il futuro governo della Regione Basilicata, chiunque poi si fregerà del titolo di governatore e di maggioranza in un quadro politico del tutto scomposto ed in cui sarà persino difficile capire quali siano i partiti reali e quali invece quelli di filiera personale o lobbysta,  senza quel respiro politico-programmatico che pure sarebbe necessario in un momento che avrebbe potuto e dovuto essere costituente ed invece registra liste di candidati improponibili, a digiuno di temi, argomenti, motivazioni di rappresentanza della società e forse votati anche al martirio di un consiglio che qualcuno potrebbe volere ridotto a solo strumento di approvazione. Forse tutto voluto e procurato. 

Attenti allora a far ricadere sulla politica stessa gli effetti di uno scandalo ancora presunto sui concorsi per puro calcolo elettorale, perché gli effetti di quello scandalo travolgerebbero tutti, dislocando ancora una volta responsabilità, pure esistenti, non sui politici concretamente colpevoli di eventuali sodalità al sistema, ma sulla politica tutta, cioè sull’unico punto nodale che è (o sarebbe) ancora formalmente in grado di intervenire per impedire derive tecnico-oligarchiche sempre più potenti ed auto-referenziali che farebbero da puntello agli interessi citati. La posta in gioco è molto più alta di qualche zero virgola che gridare allo scandalo porterebbe agli urlatori, consigliandosi così molta prudenza ed attenzione.

Ma allora appare chiaro che un intervento della politica diviene necessario, almeno fin quando detiene ancora potestà legislativa ed amministrativa locale – non si dimentichi che con macroregioni e progetti di riforma istituzionale molto delle stesse potestà andranno diluite in assemblee regionali in cui il peso demografico lucano sarà minimo nella rappresentanza, o perse in una riforma delle procedure che in sostanza avoca in sedi centrali ciò che il titolo V della Costituzione decentrava – intervento che non può non iniziare da una forte opera di pulizia che non deve fermarsi di fronte a nulla e nessuno, nello specifico intervenendo accertati i fatti con la somministrazione delle più severe sanzioni, ivi compresi licenziamenti dei funzionari accertati di abuso di ufficio e/o turbative di funzionamento degli stessi, ma soprattutto smettendola con ingerenze illegittime e meschini calcoli di consenso feudale.

Ed a voler essere ancor più chiari, che la politica intervenga con decisione o questo scandalo deposita  sul carro delle enormi responsabilità accumulate in questi anni un fardello mortale per l’intera regione e non solo per una parte politica, le cui colpe non sono d’essere parte, essendo ormai l’unico partito in una involuzione democratica nazionale e locale che ormai spaventa, ma semmai degli uomini che ne hanno fatto dell’istituzione a volte un postribolo per lubrico interesse, a volte il circolo ricreativo per la mediocrità delle loro corti. Basta con il sottobosco. Dal partito che voterò, nonostante tutto, e da tutti i partiti o movimenti che partecipano mi aspetto forza e dignità di invertire per sempre la rotta imposta. 

Miko Somma 

 

 

 

 

è del tutto evidente…

02/11/2013
 
è del tutto evidente che è in funzione una vera e propria macchina del fango (che peraltro c’è tutto e non è negabile oltremodo) che spinge alla creazione di un senso di ostilità manifesto verso il csx ed il pd in modo particolare, ostilità a volte certo tanto manifestamente strumentale e preconcetta da rasentare l’idiozia, ma il più delle volte ampiamente giustificata e persino condivisibile…
occorrevano certo candidati presidente e liste diverse per rispondere nei fatti al disastro ed al malgoverno che lo stesso csx ha amministrato in questi anni, ma la frittata è fatta ed il rischio è ora che questa regione, nel momento in cui avrebbe bisogno di una speciale coesione per rispondere agli enormi problemi che ne mettono in dubbio persino l’esistenza, si presenti frantumata nel consenso e di fatto costretta a forme di larghe intese che sarebbero del tutto deleterie in merito all’esigenza di fare fronte contro gli interessi di petrolieri e signo…ri dell’acqua e dei rifiuti (e spero che ormai sia chiaro chi sono gli stakeholders di questa assurda situazione)…
con tutte le riserve che le mie precedenti critiche (e credo che per un certo verso io sia stato il primo picconatore) verso il “sistema” mi hanno sedimentato dentro, voterò però per il csx e per il pd, riconoscendo a questo partito di essere ancora l’unico partito in una realtà dissolutiva della democrazia che mi spaventa, consapevole dello schifo clientelare e banalistico che vi alberga, ma anche di una volontà di pulizia e cambiamento che mi pare incontrovertibile nell’espressione di molte sue componenti e che rappresenterà il mio impegno futuro in questo partito…
per quanto riguarda i candidati che diverranno poi consiglieri, sarò a disposizione di tutti con le poche cose che so, ma proprio di tutti, per impedire (o tentare di impedire) il disastro che si annuncia, qualunque sia il risultato delle elezioni, già dal giorno seguente alla chiusura dei seggi…
 
miko somma
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