e vedremo…

e vedremo con la mia candidatura se esiste davvero in basilicata un pd che è contro questo assalto di trivelle e che vuole davvero fare tesoro della regione che abbiamo per ciò che essa è, un piccolo lembo d’europa che può praticare una modernità che non distrugge, ma accoglie, e non per ciò che alcuni vogliono diventi nella riedizione della “donna sexi che non si sa vendere”

miko somma

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medie…

ed a corredo di quanto commentato all’articolo http://www.comitatonooilpotenza.com/?p=8763 sull’incontro tra assessore all’ambiente ed infrastrutture della regione basilicata ed i vertici eni dopo l’ennesima fiammata al centro olii di viggiano, riporto questa comunicazione dell’osservatorio della val d’agri che credo chiarisca a tutti quanto da me affermato nell’esempio sulle emissioni di inquinanti…li avrò forse stimolati con l’articolo?

Evento Centro Olio Viggiano, bollettino Osservatorio Val d’Agri

17/01/2014 15:56  In relazione alla fiammata verificatasi all’interno del Centro Olio di Viggiano, l’Osservatorio ambientale della Val d’Agri ha diffuso un secondo bollettino informativo.

AGR  L’analisi dei dati di concentrazione degli inquinanti atmosferici registrati tra le 1 del 14 gennaio 2014 e le ore 24 del 16 gennaio 2014 dalle cinque centraline di monitoraggio della qualità dell’aria disposte nell’intorno del Centro Olio Val d’Agri (identificate come Viggiano Zona Industriale, Viggiano 1, Costa Molina Sud 1, Grumento Nova e Masseria De Blasiis) ha prodotto i seguenti risultati:
• da un confronto qualitativo tra i dati di concentrazione oraria di H2S registrati presso la centralina di monitoraggio della qualità dell’aria denominata Viggiano Zona Industriale e la soglia odorigena indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) calcolata su 30 minuti (7.0 µgm-3) si può ipotizzare l’occorrenza di diversi superamenti di tale soglia.
In particolare, tali superamenti sono avvenuti:
 alle ore 19 del giorno 14 gennaio 2014: concentrazione oraria di H2S misurata pari a 7.12 µgm-3;
 alle ore 12 del giorno 16 gennaio 2014: concentrazione oraria di H2S misurata pari a 8.93 µgm-3
 alle ore 13 del giorno 16 gennaio 2014: concentrazione oraria di H2S misurata pari a 9.64 µgm-3:
• il giorno 16 gennaio 2014 si osserva presso la centralina di monitoraggio della qualità dell’aria denominata Viggiano Zona Industriale, contigua al Centro Olio, un incremento delle concentrazioni orarie di SO2 che, pur rimanendo sempre inferiori al valore limite per la protezione della salute umana definito dal D. Lgs. 155/2010 e s.m.i., raggiungono il valore massimo della giornata alle ore 12 (185.15 µgm-3). Tale valore è stato registrato contestualmente al superamento di H2S summenzionato;
• il giorno 16 gennaio 2014 si osserva, sempre presso la centralina di monitoraggio della qualità dell’aria denominata Viggiano Zona Industriale, un valore di concentrazione giornaliera di o-xilene pari a 3.67 µgm-3. Tale valore ricade al di fuori dell’intervallo di variabilità (0.05 – 0.72 µgm-3) ed è superiore al valore medio (0.20 µgm-3) delle concentrazioni giornaliere registrate nel corso del 2013 per la stessa centralina. Si precisa che per tale inquinante la normativa vigente non stabilisce alcun limite e l’OMS non indica alcun valore guida;
• il giorno 16 gennaio 2014 si osserva, sempre presso la centralina di monitoraggio della qualità dell’aria denominata Viggiano Zona Industriale, un valore di concentrazione giornaliera di etilbenzene pari a 0.89 µgm-3. Tale valore ricade al di fuori del range di variabilità (0.12 – 0.69 µgm-3) ed è superiore al valore medio (0.33 µgm-3) delle concentrazioni giornaliere registrate nel corso del 2013 per la stessa centralina. Si precisa che anche per tale inquinante la normativa vigente non stabilisce alcun limite e l’OMS non indica alcun valore guida.
• Si ricorda che nel corso della prossima settimana l’OAVA emetterà il bollettino n. 3 in cui i ricercatori del CNR/Osservatorio Ambientale produrranno un’analisi dettagliata che metta a sistema i dati della qualità dell’aria, della rete sismica e del monitoraggio satellitare per il Centro Olio Val d’Agri relativi ad un periodo temporale più ampio e statisticamente significativo.
Il bollettino è consultabile sul sito dell’osservatorio ambientale all’indirizzo internet http://www.osservatoriovaldagri.it/getpage.aspx?id=349&sez=2&padre=207

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uno spettacolo illuminante

come preannunciavo in un post precedente http://www.comitatonooilpotenza.com/?p=8772 , eccomi a scrivere dello spettacolo m.e.d.e.a. big oil della compagnia interno enki, uno spettacolo a cui negli ultimi giorni ho dedicato qualche post per richiamare l’attenzione non su uno spettacolo teatrale qualsiasi, ma su qualcosa di più intimamente connesso alla nostra realtà territoriale ed umana, le estrazioni di idrocarburi…

avevo già avuto modo di raccontare che avevo dato un modesto contributo alla scrittura del testo attraverso il far conoscere meglio all’autrice ed alla compagnia la problematica del petrolio in questa regione, una problematica complessa e da inquadrarsi in più prospettive, le une slittanti sempre su tutte le altre in intreccio tra tematiche ambientali, economiche, produttive, storiche, culturali ed umane, cosa che in maniera ampia e con due lunghe interviste video nell’estate del 2011 e del 2012, dopo una serie di contatti tra me e la regista terry paternoster, ha probabilmente aiutato a focalizzare su alcuni punti la stesura del testo…

ma non è del mio contributo che devo scrivere, ma di questo spettacolo intelligente, intenso ed avvolgente, commovente e “vero” che ieri sera ha letteralmente “illuminato”  l’impiantito del palco del teatro f. stabile di potenza…

e coniugare felicemente una tragedia come medea (euripide, andata per la prima volta in scena alle “grandi dionisie” di atene nel 431 a.c. nella struttura classica della tetralogia tragica, struttura di cui oltre a medea stessa, facevano parte le tragedie filottete e ditti, purtroppo andate perse, ed il dramma satiresco i mietitori…e per maggior informazione, aggiungerei che già prima di euripide il mito di medea era stato narrato da neofrone) con le estrazioni di idrocarburi in basilicata non era operazione semplice…

ma andiamo con ordine e mettiamo brevemente in chiaro, per chi non la conoscesse, la “storia” di medea che provo a riassumere anche oltre la semplicità drammaturgica tipica della tragedia greca e dei suoi personaggi…

medea, aiutati il marito giasone e gli argonauti, 50 eroi  di cui egli era il comandante a bordo della nave argo, a conquistare il vello d’oro, la pelle intera dorata di crisomallo, l’ariete volante, che  ermes, il messaggero degli dei donò a nefele, dea delle nubi, si trasferisce a corinto, con giasone stesso ed i due figli, dopo aver tradito e abbandonato il padre eeta, figlio del dio elios e di perseide e fratello della maga circe e di pasifae, moglie di minosse e regina di creta, ma dopo alcuni anni giasone ripudia medea per sposare glauce, figlia di creonte, re di corinto, e così divenire il suo successore al trono della città greca…

medea si lamenta così col coro delle donne corinzie in modo tanto disperato e furioso,  che il re creonte, sospettando una vendetta, le ordina di lasciare la città, ma medea, dissimulando i propri sentimenti, ottiene di restare ancora un giorno, così giunto in casa sua giasone, medea gli rinfaccia la sua ipocrisia e la sua mancanza di coraggio, accuse a cui giasone oppone ragioni di convenienza ed ostenta una indifferenza che la spinge così alla vendetta…

medea prima ottiene dal re di atene egeo (che era di passaggio per corinto) ospitalità nella sua città poi, fingendosi rassegnata, manda in dono alla futura sposa di giasone una ghirlanda di fiori ed una veste avvelenata che uccide la ragazza tra atroci sofferenze e con lei muore creonte che accorre per aiutare la figlia morente, ma la scena è raccontata a giasone da un messaggero ed a quel punto egli accorre per salvare almeno i figli dalla furia di medea, ma questa appare all’improvviso sul carro alato del dio sole e gli mostra i cadaveri dei due figli, che lei stessa, seppure straziata, ha ucciso per privare giasone della sua discendenza, volando infine verso atene tra le maledizioni del marito…

bene, fin qui medea e la sua storia terribile in cui l’amore per il marito si trasforma in terribile rabbia per il tradimento di giasone…qualcuno si chiederà cosa c’entri allora il mito di medea con il petrolio lucano e con il racconto che la compagnia mette in scena a partire dal coro delle donne corinzie che diventano le donne di viggiano, zia carmela, cumma lina, rosa e la piccola emi, rimaste sole nella necessità per i mariti e padri di dover immigrare e per chi rimane di sognare di poter raggiungere l’agognata germania ed il lavoro che manca, dopo il tradimento della promessa della storia e della politica di assegnare a ciascuno un lavoro che renda più dignitosa l’esistenza…

anche medea, interpretata proprio dalla regista  terry paternoster, è innamorata di giasone, ma lasciata sola in compagnia dei due figli, peppino e ninuccio, mentre suo marito diviene big oil giasone, la compagnia petrolifera, e così la speranza di innalzarsi dalla propria miseria diviene la schizofrenia di chi diviene vittima di se stessa nell’offrirsi, senza condizione altra che la generica speranza, proprio al carnefice di cui si rimane testardamente innamorati anche nonostante quella sua indifferenza e quel suo palese disprezzo, nel mentre costui, il giasone big oil sfrutta quell’amore così acritico per ricavarne un enorme arricchimento e tutto intorno a lei il coro annuncia nella sua rituale ed annichilente normalità la disperazione fatalistica per l’ennesimo amore che è ancora qui, ma è già fuggito dopo mille promesse e mille racconti di paraboli di sviluppo e lavoro che sono lo squallido sindaco crapulone ed il compassato ingegnere, che mente sapendo di mentire, a raccontare, il primo beato nella sua crassa e suina ignoranza di feroce piccolo feudatario che usa la carota per i buoni-accondiscendenti ed il bastone per i cattivi-critici, il secondo nell’armatura scientifica e tecnica che diviene divinità incontestabile, ineluttabile ed incontrovertibile…fino ad arrivare a medea che impazzita da troppo amore tradito offre la morte dei suoi figli in un incidente che li uccide e li lascia in una fossa…

devo confessare che proprio verso la fine la commozione si è fatta sentire perché poco per volta ci si immedesimava in quel coro ed in quella medea, nei suoi figli, nella ricostruzione di una tragedia di amore tradito che ogni lucano sente e conosce bene anche quando non vuole proprio raccontarsela e raccontarla…il petrolio in questa regione è stata un grande tradimento delle aspettative, ma ammetterlo pienamente costa fatica ed il dolore di ammettere di essersi innamorati dell’amante sbagliato…

perché tranne pochi illuminati dalla ragione o bastian contrari per natura, i lucani sono stati davvero lungamente, testardamente e tenacemente innamorati del petrolio e delle sue lusinghe da texas d’italia, tanto innamorati da non vedere il tradimento consumato sotto i loro occhi quando il lavoro promesso in cambio della devastazione di boschi e montagne non arriva mai, quando si inquina ed i dati sono un basso continuo di tutt’apposto, quando si vede morire il familiare o l’amico di tumore e si continua a credere a chi dice che è colpa del consumo eccessivo dei salumi e del troppo vino, un certo stile di vita, a falcidiare un popolo a cui certo “progresso” consumista non aveva fino a pochi anni fa ancora presentato conti perché a quel popolo quel progresso non si era mai presentato, quando si rimane parcheggiati nelle promesse eterne di un lavoro o nell’attesa di quel privilegio piccolo piccolo, eppure sempre maggiore del privilegio di qualcun altro, tanto da doverlo difendere con ostilità ed omertà…

non voglio allungarmi troppo e lanciarmi in disquisizioni politiche che chi legge i miei articoli potrebbe trovare ripetitive rispetto a tanto fatto, urlato e scritto dal sottoscritto (e mi vorrete perdonare questa piccola cacofonia) e così ritorno a m.e.d.e.a. big oil ed a questa bellissima scrittura scenica così vuota eppure così piena della ritualità del gesto algebricamente reiterato in contrappunto ad un uso del teatro-danza che spazia nelle sue suggestioni da pina bausch a maurice béjart, forse transitando per carolyn carson ed i sosta palmizi, senza accademismi, senza citazioni, semmai portando anche il gesto poco nobile di alcune popolane movenze e gesti grotteschi all’altare di una nobiltà del racconto archetipo della eterna lotta tra poveri e ricchi, tra sfruttati e sfruttatori che in tanti passaggi la scrittura scenica e la recitazione hanno palesato come un leit-motif brechtiano di un racconto non mai didascaliscamente auto-commiserativo o simil-brigantesco, ma che diviene un prezioso elemento di analisi socio-antropologica, socio-economica e storica che nel racconto stesso e nelle immagini di continuo suggerite e spesso “sbattute” in faccia fa piena ed esaustiva sintesi di un’analisi forse più facile a chi ci guarda da fuori, essendo forse dentro, che per noi stessi che siamo dentro e ci guardiamo troppo spesso come fossimo invece fuori dai nostri corpi e dalla nostra terra…

e la compagnia interno enki sembra finire questa sua danza tra storia e mito, tra canti popolari ed un uso continuo del dialetto che ha dello straordinario, viste le rispettive provenienze degli attori, con un monito ed un augurio…lucani, non rassegnatevi, ma lottate, lottate, lottate per non divenire le tristi medee che hanno offerto i propri figli alla propria follia del non voler vedere la realtà…

un grazie di cuore per questo grande lavoro ed un abbraccio grande alla compagnia tutta, che spero presto di poter vedere ancora, come amici e come attori, in questa regione che conoscendoli, so essere diventata con questo lavoro un po’ anche loro…

miko somma

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17/01/2014

ferriera di potenza – attenti ad estremizzare, perché è proprio attraverso le urla che si creano le contrapposizione artefatte tra lavoristi ed ambientalisti che favoriscono lo stallo e la non soluzione di un problema gravissimo…e c’è chi è particolarmente bravo a creare questo effetto “lavorandoci” intensamente e creando dal nulla questa antinomia che divide un fronte che dovrebbe essere comune

miko somma

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17/01/2014

come annunciato e diffuso, ieri sera ho visto a potenza m.e.d.e.a. big oil della compagnia interno enki, uno spettacolo intenso, commovente, intelligente, penetrante, ma soprattutto vero e che parla di noi e del petrolio, raccontandoci cose che probabilmente conosciamo tutti, ma non abbiamo il coraggio di dire neppure a noi stessi…ne scriverò se posso nel pomeriggio

miko somma

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