evoluzioni

pubblico da facebook, con permesso dell’autore antonio exidor di persia, questo status che lascia molto pensare…
 
“Da bella ciao a ciao bella.
Storia dell’ex-comunismo berlusconizzato”
Edizioni LargheImprese
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28/01/2014 (dopo ballarò)

bah, io della picierno un po’ mi vergogno e se essere giovani, significa sparare banalità stantie senza porto d’armi, evviva i vecchi che sanno essere freschi, e quindi giovani, ma con tanta saggezza

miko somma

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Comunicato stampa

Sfiaccolamenti e conformismi

Accade che si legga di incontri tra Fondazione Mattei e Arpab “per avviare unaproficua collaborazione scientifica tra le due Istituzioni attraverso la realizzazione di studi, ricerche e approfondimenti su tematiche ambientali di rilevante interesse per le comunità lucane” che in sostanza si tradurrebbe in “produzione di materiale scientifico (brochure, opuscoli, pubblicazioni) e nella sua divulgazione alla popolazione, ai privati, agli addetti ai lavori ed al mondo scientifico- istituzionale”, quindi a mio personale avviso, in una sorta di divulgazione pre-scientifica alla Piero Angela da diffondere presso la popolazione, con magna soddisfazione di qualche grafico che riceverà qualche migliaio di euro per la impaginazione ed il concept e la sostanziale inutilità formale e sostanziale di una operazione del tutto inutile e già vista troppe volte.

Ma accade anche che lo stesso giorno si debba leggere di un comunicato UNMIG a proposito dello “sfiaccolamento” (oggi si dice così, apprendiamo, ma persino il dizionario incorporato nel pc lo segna come errore), che il giorno 13 gennaio c.a. ha destato allarme e le solite domande a proposito della sicurezza dell’impianto del centro Olii di Viggiano e che, dopo qualche scusa velocemente farfugliata da Eni su problemi elettrici (peraltro spesso chiamati in causa proprio in occasione dei tanti e ripetuti “sfiaccolamenti”) che avrebbero causato l’attivazione della procedura di allarme, procedura che– udite, udite – oggi viene testimoniato dall’ufficio del ministero dello sviluppo economico per gli idrocarburi, essere colpa di un “errore umano” e non più di misterici guasti alla rete elettrica.

Tutto bene, dunque, se non fosse che non si comprende come possa un’ispezione di un ente che non ha potestà alcuna, neppure tecnica (occupandosi semmai di seguire iter procedurali di attribuzione di titolarità dei permessi e delle concessioni in tema di idrocarburi), di ispezione sulla sicurezza di un sito industriale ad alta pericolosità, assicurare dopo 15 giorni che quanto già comunicato da Eni in merito a problemi elettrici, non è vero, ma che di errore umano si è trattato (il solito errore umano che salva la tecnica e condanna la fallibilità degli uomini).

Due sono allora gli ordini di ragionamento che si impongono. O la visita Unmig, non avendo carattere tecnico di accertamento per la mancata potestà dell’ufficio in materia di sicurezza degli impianti industriali, siano essi o meno rientranti nelle procedure “Seveso”, (potestà che riguarderebbe ben altre commissioni ministeriali, semmai la Commissione Nazionale Grandi Rischi presso la Protezione Civile Nazionale (dpcm del 23 dicembre 2011 integrato dal  dpcm del 18 febbraio 2013) ha carattere di non ufficialità e come tale il suo comunicato è inopportuno, non autorizzato da alcuna autorità ministeriale e persino sconveniente nella prassi delle relazioni ufficiali, o tale comunicato riveste carattere “politico” e come tale è ravvisabile in questa attività una mancata terzietà dell’ufficio stesso, il cui parere non è richiesto, che connoterebbe l’attività di boarding, sostanzialmente ospitalità, degli interessi specifici di un’azienda privata, Eni, in una relazione specifica tra un ente pubblico territoriale, Regione Basilicata, e la stessa azienda che è si titolare di una concessione ministeriale sul territorio dell’ente stesso, ma  nello specifico dello “sfiaccolamento”, siamo nell’ambito di materie di potestà concorrente tra Stato e Regione, quale appunto la difesa ambientale, che per nulla attengono alla mission dell’Unmig stesso.

Questa visita non ha quindi alcun valore legale, né tantomeno tecnico, e male fanno alcuni organi di informazione, nello specifico il servizio tg3 regionale dell’edizione pomeridiana del 28 cm., a rilanciare, tali comunicati come elementi tranquillizzanti e conformistici (senza peraltro citare pareri differenti che pure, contenuti già nella serata del giorno precedente sulle pagine del blog curato dal sottoscritto, è parso vedere stigmatizzati nel testo del servizio) di una situazione che non è affatto tranquilla, perché reiterandosi eventi il cui carattere non può essere ridotto a mere casualità tecniche od umane, causando questi eventi allarme e apprensione nella popolazione, sia che si tratti di anomalie tecniche reiterate e per le quali non si siano messi in atto provvedimenti specifici o si tratti di “anomalie umane” che connoterebbero incauti affidamenti di funzioni tecniche, si troverà riscontro di tale attività anche nel codice penale.

Miko Somma, Partito Democratico

28/01/2014

il conformismo uccide più cervelli dell’alzheimer…sarà che per alcuni le uniche cure sono quasi sempre i “palliativi” in soluzione da bere tutta d’un fiato!!!

miko somma

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adesso si chiama sfiaccolamento…

Mise su ispezione dopo sfiaccolamento Centro Olio Val d’Agri

27/01/2014 15:05

BAS   Sopralluogo del Mise al Centro Olio Val D’Agri per chiarire la dinamica dello “sfiaccolamento” del 13 gennaio che ha destato allarme nella popolazione del luogo.
In linea con le proprie attività di verifica sulla sicurezza degli impianti e sulla salute dei lavoratori, – si legge in un comunicato diffusi dall’ufficio stampa del Mise –  la Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche, tramite gli Uffici Territoriali UNMIG (Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse), ha proceduto all’ispezione che è arrivata alla seguente conclusione: l’evento è stato causato da un’errata manovra di un operatore addetto ad un intervento di manutenzione, in conseguenza della quale l’impianto è andato automaticamente in sicurezza, portando alla depressurizzazione totale delle linee e al convogliamento in torcia dei relativi fluidi. Tutto ciò ha determinato l’alta visibilità esterna della fiaccola.
Dopo l’evento del 13 gennaio sono state adottate da Eni, su disposizione dell’Ufficio territoriale UNMIG di Napoli, misure atte ad impedire il ripetersi dell’errore di manovra che ha portato alla messa in sicurezza dell’impianto. Inoltre è stato richiesto alla società di incrementare i controlli sulla qualità del lavoro degli operatori, assicurando i più elevati standard di formazione degli stessi.
La DGRME – conclude la nota –  ha trasmesso alla Regione Basilicata il rapporto relativo all’ispezione, per garantire a tutti i cittadini più informazione e più trasparenza.

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 e siamo dunque giunti all’ennesima puntata del tutto ed ancora escatologica di una storia esponenzialmente escatologica anch’essa, quella degli “sfiaccolamenti” (oggi si chiamano così, che forse suona più innocente nella sua neutralità da divulgazione pre-scientifica alla piero angela), “sfiaccolamenti” (persino il dizionario interno li segna come errori) causati da un errore umano che avrebbe bla-bla-bla e ancora bla-bla-bla…ma adesso è naturalmente tutt’apposto!!!… 

ma non aveva comunicato eni proprio il giorno dopo lo “sfiaccolamento” che era dipeso tutto da un problema elettrico?…

che strano, invece qui si parla di un errore umano, probabilmente di qualche sfigato operatore passato senza soluzione di continuità dalla zappa alle valvole…

perdonatemi l’ingenerosa cattiveria, che per molti versi è anche del tutto verificata e verificabile, visti anche alcuni dei criteri di “filiera” che hanno portato ad alcune assunzioni da bassa manovalanza, naturalmente operate tra alcuni super-fortunati abitanti della valle più “vicini” ad alcuni sindaci, ma se è accaduto questo è mai possibile che si mettano in mano ad inesperti lavoranti operazioni che sono in grado di bloccare un impianto ad alta pericolosità, vista la materia che proprio quell’impianto tratta?…

e questo è il primo punto, non il più greve (cioè pesante, ombroso, quasi pantanoso, non ho sbagliato a scrivere), perché altri sono i punti preoccupanti…

ed il punto preoccupante che per la prima volta scende in campo senza veli l’unmig, cioè l’ufficio ministeriale che si occupa di idrocarburi ed il cui compito per la verità è seguire l’iter delle procedure di attribuzione della titolarità dei permessi e delle concessioni, non certo il controllo di impianti industriali che dipendono da più specifiche e vocate commissioni ministeriali di accertamento del rischio industriale, quello stesso rischio industriale che se in italia ha suggerito addirittura la creazione di normative ad hoc, dette appunto “seveso” dal nome della località poco fuori milano dove avvenne il primo incidente massivo e documentato di contaminazione chimica da attività industriali di un territorio vasto, e che proprio in virtù del suo impatto potenziale suggerisce che tale competenza sia della Commissione Nazionale dei Grandi Rischi istituita presso la Protezione Civile Nazionale (dpcm del 23 dicembre 2011 integrato dal  dpcm del 18 febbraio 2013)…

del tutto inopportuna, non autorizzata e forse anche sconveniente la visita quindi dell’unmig presso l’impianto, considerato che spesso il suo ruolo in passato ci è toccato doverlo considerare come quello di un board tecnico-autorizzativo delle compagnie petrolifere e dei loro accoliti…un po’ come dire che l’assassino viene visitato per l’ottenimento della non facoltà di intendere e volere, quindi della non punibilità, dal suo mandante!!!

questa visita non ha alcun valore legale, né tantomeno tecnico, e male fanno gli organi di stampa a rilanciarla come elemento tranquillizzante di una situazione che a mio avviso tranquilla non lo è affatto perché in tutta evidenza i lavori dell’ennesima linea di produzione hanno qualche intoppo proprio non da nulla!!!

e meglio forse sarebbe stata una ispezione della magistratura!!! 

  

 

 

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