25-26/02/2014

così giusto una riflessione…visto che il “processo” ai senatori 5 stelle lo stanno facendo alla camera e questa rimane aperta oltre orario con alte spese a carico di tutti noi (commessi, guardiania, luci, riscaldamento, etc, etc), non potevate farla a “casa leggio”, considerando il carattere non istituzionale?…
un po’ di coerenza non guasterebbe…

miko somma

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25/02/2014

beh, nulla ho ancora deciso sulla mia permanenza o meno nel pd…sto ascoltando anche cosa mi dicono in merito i miei compagni (e si rassegni chi pensa che sia desueto questo termine nel pd), ma una cosa posso dirla da adesso…nel pd se critico duramente renzi o pittella, nessuno mi butta fuori, nel 5 stelle se sussurri qualcosa che non sia belare ossequi al capo ti “espulgono” (voce verbale grillina)…

miko somma

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la scarna fiducia…

dunque, renzi ed il suo governo ottengono la fiducia al senato (mentre scrivo è in corso la discussione alla camera, dove pare i numeri non pongano alcun problema) con 169 si, numero questo largamente inferiore ai 174 di cui si era pur parlato, ma numero che il sottoscritto in un articolo di qualche giorno fa ( www.comitatonooilpotenza.com/?p=9313) aveva bensì pronosticato in 168, andandoci di fatto troppo vicino per non avere avuto “ragione il ragionamento” che aveva condotto alla previsione stessa…

ma qui non è questione di vaticini, qui è questione di politica…e proprio la politica e la sua osservazione mi portano a dire che mai nella storia repubblicana una fiducia si era concessa sul nulla programmatico, o quantomeno su una sorta d’elencazione di principi alquanto fumosi e della cui attuazione neppure ci si da’ pena di indicare le fonti di finanziamento, se non in quella general-generica volontà di “saccheggiare” la cassa depositi e prestiti (quindi i risparmi postali degli italiani) per finanziare il pagamento dei debiti della p.a. (peraltro doveroso) ed il sostanzioso taglio del cuneo fiscale almeno al 10% e le ristrutturazioni degli edifici scolastici, indicazioni queste che a leggere alcune stime che stanno circolando e che ho anche riportato ad un post precedente, porterebbero a circa 100 miliardi il costo dell’operazione…

ma ancora non è questo il punto…certo da un discorso programmatico che chiede fiducia alle camere, chiunque si sarebbe aspettato una organica presentazione di progetti all’interno di una cornice che conteneva una “visione del mondo”, seppur questa fortemente inficiata dalla necessità di comporre un quadro di maggioranza con forze molto eterogenee, alcune delle quali senza neppure alcuna visione che non sia il galleggiamento sulla scena politica, ma la genericità e l’impoliticità degli argomenti con cui renzi più che chiesto, ha ancora una volta imposto la fiducia, è stata tale da confermarmi altre due cose, già anticipate anche queste in post precedenti, e riportate oggi anche da alcuni autorevoli commenti della stampa…

l’una, il non rivolgersi assolutamente ai senatori, ma traslare la mediaticità offerta dalla diretta per rivolgersi al “popolo”, bypassando del tutto la logica costituzionale che vuole il governo nascere nelle camere, poiché da esse trova sostegno in una maggioranza, l’altra l’eccesso di personalizzazione che renzi carica sulla sua figura, in ciò mostrando una estrema ambizione a sentirsi l’unto dal signore e ricalcando la stessa scena che da troppi anni ci ripresenta il teatrino delle vanità del “ghe pensi mì” (personalizzazione della politica e plebiscitarismo), l’altra il precipitare violentemente la condizione semi-psicotica dell’ultima sponda o dell’ultima speranza nel vocabolario della politica, imponendo di fatto la definitiva scomparsa delle categorie razionali che sono (o dovrebbero essere) la base stessa della politica e del suo linguaggio critico (narcotizzazione fideistica)…

due elementi questi, populismo e fede, fortemente intrecciati in una idea della politica che oggi con renzi pare essere diventata la via maestra per rispondere alla crisi del paese e non già piuttosto il frutto “sfatto” di un passato che oggi si ripropone cambiando solo viso e ghigno, ma riproponendoci ancora le stesse mine poste sotto i piedi della democrazia dall’apparire sulla scena politica di silvio berluskoni…

ma non voglio dilungarmi troppo in considerazioni politico-socio-antropologiche che in altre occasioni ho avuto modo di esprimere, qui vorrei solo sottolineare la ristrettezza numerica della maggioranza di renzi in senato, elemento questo che se non pone troppi problemi di gestione dell’ordinario legislativo, sarà sulle vere questioni nodali dello strano programma che nei fatti ancora nessuno conosce nei suoi dettagli, che qualche difficoltà sostanziale presenterà all’operare dell’ex sindaco…ed a cominciare proprio dalle riforme, quelle costituzionali, quelle istituzionali, quelle amministrative dove i piedi da pestare saranno tanti e ad ogni piede si può star certi qualche voto senatoriale corrisponde…

e se qualcuno crede ancora che nella sostanzialità immutata della maggioranza e dei vincoli che questo comporta, l’energia supposta di renzi basti come categoria del cambiamento possibile – beh, chi di speranza vive, disperato muore…   

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24-25/02/2014

domani (oggi, vista l’ora) organizzo le idee, ma al momento posso dire che le condizioni per uscire dal pd sono mature…

miko somma

 

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24/02/2014

la politica deve fare a meno di seconde e terze linee di vigliacchi, retropensieristi, saltoquaglisti, ipocriti ed abbuffini, per sperare di selezionare prime linee che abbiano nella “virtù” il motivo del loro essere rappresentanza…il resto ne consegue…

e spero che ora sia chiaro il motivo della mia opposizione a questo governo!!!

miko somma

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i programmi che costano…si fa “a buffo”?…

(ANSA) – ROMA, 24 FEB – Il programma economico di Renzi potrebbe costare oltre 100 miliardi. La cifra arriva dalla Confartigianato. “Pagare il debito residuo della P.A – osserva Giorgio Merletti – nel 2014 vale 70 miliardi. E una riduzione del cuneo fiscale a 2 cifre significa circa 34-35 miliardi“. Per Giuliano Cazzola, esperto di previdenza, i debiti P.A residui ammontano a 45 miliardi ai quali vanno aggiunti 30 per l’aumento di durata dell’Aspi e 27-30 per il taglio di 10 punti del cuneo.

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bene, si potrebbe obiettare che tutti i sogni costano e quel costo, pur alto è importante per camminare verso una meta che pur non raggiunta o raggiungibile ti ha fatto appunto camminare…ed il paese ha sicuramente bisogno di camminare!!!…ora renzi non ha fatto alcun discorso programmatico, ma ha indicato una serie di priorità di cui non si comprende quale sia la prima e forte è il dubbio sulla consistenza delle “cambiali” che lo stesso renzi potrebbe essere costretto a saldare subito…ma restiamo ai suoi sogni ed a quelli che tenta di propinare, a mio avviso anche in buona fede, agli italiani…

rimane il problema dei costi…dove si vanno a prendere quei soldi che, come avete avuto modo di ascoltare, renzi pare vorrebbe recuperare sia dalla spending review, sia probabilmente dalla sempiterna lotta all’evasione fiscale, forse anche dall’improponibile, ancorché già escluso dai suoi alleati di governo, aumento della tassazione sui bot (oltre una certa soglia di imposte nessuno li acquisterebbe più), forse dalla lotta e dalla confisca dei patrimoni mafiosi, forse dalla vendita delle aziende di stato e dal patrimonio immobiliare privato, ma in modo particolare renzi dice esplicitamente di volerli recuperare da un diverso utilizzo della casa depositi e prestiti, dal forziere cioè dove confluiscono per cassa i risparmi postali degli italiani, rimanendo per competenza degli stessi risparmiatori ed assicurati nei movimenti reali da una certa fluidità di cassa che un prelievo esagerato potrebbe esaurire od assottigliare a tal punto da rendere difficili le operazioni normali dei cittadini sul proprio risparmio…

vedremo, la cosa non mi convince affatto nella sua reale fattibilità, non solo sull’utilizzo dei fondi, ma sulle troppe contemporaneità sulle quali si vuol intervenire…ma una cosa è certa ed ormai osservabile da chiunque…i libri dei sogni, qualunque essi siano, costano ed “a buffo” non possiamo permetterceli, a meno di non voler far subito cassa delle speranze residue e tentare la sorte…ma questa non è politica, questa è una lotteria…che si può vincere, ma anche perdere!!!… 

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renzi al senato…

24/02/2014

beh, a parte che tenere le mani in tasca mi ricorda qualcun altro, molto fumo retorico di lega mollacciosamente instabile e ben poca sostanza, o meglio la sostanza anomala di un concetto dello stato al servizio del cogente e non viceversa…plebiscitario, non parla al senato, ma si rivolge direttamente al “popolo”, a suo modo ricattando i senatori…la personalizzazione della politica anche a sinistra farà danni enormi ad un paese che dovrebbe tornare a ragionare e smettere di sognare dietro il pifferario di turno…attenti alla riforma del titolo V che sarà indigeribile!!!…soprattutto per la basilicata…

miko somma

capisco la necessità di rompere i 5 stelle ed i berluskones, ma così si rompe tutto in un brodo primordiale dove è l’indistinto apolitico a fare da letto sulle sue smodate ambizioni di piccolo dux…

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24/02/2014

barbara spinelli: “…quel che sconcerta, nella presunta ansia modernista di renzi, è la formidabile vecchiezza dei modelli prescelti: rifarsi oggi a tony blair vuol dire correre a ritroso nel tempo, mettere i piedi su orme che sette anni di crisi hanno coperto di sabbia…”…e nonostante politicamente la spinelli non ne azzecchi una (anzi, secondo porta pure sfiga!), concordo pienamente, avendone spesso parlato…

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io voterei no!!!…

24/04/2013

questa che finisce il pd se renzi non ottiene la fiducia…il pd è finito nel momento stesso in cui si è fatto etero-dirigere dal voto esterno ed ha accettato che una violenza divenisse metodo…

se fossi un senatore o un deputato pd voterei senz’altro no alla fiducia a renzi ed al suo governo!!!

miko somma

il paese deve andare al voto, anche con il proporzionale, e fare i conti con se stesso, perché non si governa fino al 2018 senza ascoltare la gente

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23-24/02/2014

alla categoria della critica politica certo non appartiene il catastrofismo, ma neppure la dabbenaggine di credere che all’auto-declamazione dell’ultima speranza, si debba rispondere con un belato accondiscendente

miko somma

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23/02/2014

farsi permeare dalla cultura, dalle arti, dalle scienze, dalla filosofia non serve a costruire torri d’avorio in cui rinchiudersi a crogiolare auto-elegie e far sobbollire i pensieri, ma come ad un miope gli occhiali, serve a vedere meglio la realtà che ti circonda…ed a narrarla…

miko somma

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le ragioni di un nuovo soggetto politico di sinistra…

proviamo a far luce su quanto ho affermato al post precedente, quando ho parlato di scissione federata…ma cos’è una scissione federata, categoria che forse non esiste neppure tra le tante categorie politiche che oggi sembrano ricondursi all’essenza di un bieco bipolarismo che di fatto annichilisce la diversità delle opinioni?…

sostanzialmente voglio intendere una scissione di un soggetto politico che, ribadendo le ragioni di una sua “differenza” riesca però a radicarsi fortemente in un’alleanza programmatica con la forza stessa da cui esso trae origine, in questo caso il soggetto politico x (scherzandoci su l’ho definito “partito della sinistra razionale”) si scinde dal pd e, pur rimanendo in maniera privilegiata “alleato” di questa forza politica fondamentale nei suoi numeri ad un cambiamento fattuale del paese, rivendica un proprio spazio di discussione ed autonomia politica che possa concorrere ad una sintesi programmatica comune…

il discorso parte da una considerazione, quella che la sinistra sta rinunciando da troppo tempo alle sue conquiste civili, etiche e politiche in nome di una unità ormai fine a se stessa e non più produttiva di valorialità nascenti da un libero dibattito, quanto piuttosto, nel gioco delle correnti, di una conta continua dove ad essere penalizzato è appunto un libero dibattito tra sensibilità differenti in favore di una continua mediazione sui contenuti, mediazione che diventa così il punto politico, come ho avuto altre volte occasione di dire…

si obietterà che si potrebbe farlo dall’interno, magari conducendo una battaglia di minoranza e facendo così valere nel gioco democratico le proprie ragioni in una sintesi con le componenti maggioritarie, senza privare così di apporti quei numeri che appunto ho definito importanti e da non disperdere…francamente, osservando il dibattito nazionale e locale, non credo che ciò sia possibile o quanto meno, se mai lo è stato, ora non è più possibile…

è la stessa genesi del pd probabilmente ad impedirlo, nascendo appunto su quella vocazione maggioritaria che, tarpando le ali ad ogni apporto di idee a sinistra e ricercando la sintesi con un mondo post-democristiano, spinge lo stesso dibattito alla mediazione continua tra visioni del mondo troppo differenti tra loro per potere amalgamare i propri contenuti nel dibattito, preferendosi così la logica dell’unità fine a se stessa ed al mantenimento di oligarchie che la rappresentano, alla ricerca di una sintesi condivisa che mantenga una libera discussione…

ciò vale a dire che se all’interno del dibattito che si produce le ragioni bipolariste dell’unità a tutti i costi diventano valore tautologico e ridondante tale da appiattire il dibattito stesso agli argomenti che uniscono, evitando  di dare spazio invece alle idee ed alle differenze sostanziali che producono esse stesse il dibattito e così la sintesi, il risultato sarà inevitabilmente la sterilità asettica di una mediazione continua sulle ragioni dell’unità, piuttosto che discussione sui contenuti che contengono le differenze…

e nel caso della sinistra reale, quella cioè che ancora si produce sulle idee e non sulla mera auto-referenzialità dei capicorrente, l’impossibilità a sciorinare nel dibattito la piena valorialità di quelle idee, produce il disagio continuo del dover ratificare decisioni non frutto di una ovvia mediazione sui contenuti, che è tipica di culture politiche diverse, ma decisioni frutto di una mediazione tout court priva di elementi valoriali portati a sintesi e fondata invece sullo status di una categoria molto nociva alla politica, la necessità…

così la necessità di mantenere un assetto unitario per rispondere alla sfida bipolare diviene la culla di un diffuso “calcolismo” che impedisce ciò che a sinistra è necessario alle ragioni della stessa sinistra, il confronto continuo tra la base per l’individuazione di un indirizzo politico…

e se alla sinistra manca il dibattito, mancano le ragioni di esistenza in vita della stessa…

decisivo è così ritrovare i luoghi del “dibattito libero” per addivenire a sintesi “libere” che nascano dalle idee della sinistra e diventino così quelle sintesi di sinistra il punto con cui andare alla mediazione con altre sensibilità…

cosa questa che allo stato attuale nel pd è impedito sia dalle ragioni che esponevo, sia da un effetto sommatorio di ceto politico che quella fusione fredda pare avere prodotto, ponendo il ceto e le sue ragioni/non ragioni di esistenza a rappresentanza di una sensibilità che necessita invece di trovare una sua rappresentanza che fornisca le gambe alle idee e non sia essa stessa ragione causale del sentirsi a sinistra, così rigettando i personalismi che il bipolarismo ha creato nel suo eccesso di polarizzazione…

le ragioni così di una scissione federata appaiono visibili, da un lato preservare e far ripartire un dibattito spento sulle ragioni profonde della sinistra, il soggetto sociale ed i suoi bisogni in contrapposizione a certo “istituzionalismo” che si cristallizza nella difesa dello status quo socio-politico ed economico e così nella difesa delle filiere dei poteri forti che troppo spesso si è consumata a danno dei soggetti sociali, dall’altro riuscire, trovata la sintesi, a ricomporre un quadro di unità fondato sul minimo comune denominatore dei programmi e non degli assetti…

una operazione che, alla luce di quanto accaduto con le primarie, l’elezione esterna di renzi a segretario ed il petit coup d’etat che si è consumato prima che contro letta, contro l’idea stessa di partito come luogo del dibattito, pone ormai come ineludibile ed irrinunciabile il momento di ricominciare a parlare da sinistra e di sinistra…

preferibilmente senza traguardare nel personalismo salvifico da ultima speranza, perché sono le idee ed il dialogo, l’azione condivisa e la capacità di sintesi includente le armi vere della nuova sinistra, di un nuovo soggetto politico di sinistra…

miko somma

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