dal partito liquido al partito gassoso tra aponia, atarassia e mito dell’eroe stoico

dal partito liquido al partito gassoso tra aponia, atarassia e mito dell’eroe stoico   

provo dunque a spiegare meglio quanto affermo al post precedente, testualmente “dal partito liquido al partito gassoso, la democrazia evapora e ricondensa, scindendosi in due elementi, il primo fatto di suggestioni tecno-tribali dal forte carattere caustico-stoico che socio-antropologicamente conduce a destra, l’altro fatto di una soluzione tanto neutra ed epicureo-pragmatica da essere pronta a qualunque riconversione serva al “salvatore” di turno e che conduce al nulla evanescente di una modernità banale” e proviamo a partire dallo spiegare un concetto, quello del partito liquido, un concetto in un certo senso acquisito nella nostra società, dal quale arriviamo ad un altro concetto che reputo conseguente al primo, quello del partito gassoso…

il vocabolario treccani definisce partito liquido il “partito politico caratterizzato da una linea programmatica e da una struttura non precisamente definite, che permettono di adeguarsi alle istanze di volta in volta avanzate dalla società civile”, in qualche modo così un nuovo modello di organizzazione di partito si affaccia alla scena del nuovo millennio, un modello questo del partito liquido che nasce a sua volta da processi di liquidazione-liquefazione de facto dei partiti tradizionali del novecento – quelli della prima repubblica, per intenderci – innescato nel nostro paese, come in altri, dalla caduta del muro di berlino, quindi dalla rottura sia del bipolarismo mondiale e dal fallimento dei tentativi di una terza via europea al socialismo, ma accelerato e reso “terminale” nel nostro paese da tangentopoli e da una necessaria metamorfosi che alcuni di quei partiti hanno affrontato per addivenire a nuovi soggetti politici…

inutile perdere tempo nell’analizzare però fenomeni che hanno riguardato molti soggetti politici (e forse in qualche modo tutti), fenomeni magari interessanti, ma che ci condurrebbero troppo lontano, quando i punti nodali del percorso che conduce dai partiti tradizionali a quelli liquidi ed a quelli che poi definisco come rischiare di diventare gassosi, sono quelli che hanno riguardato in modalità certo differenti la storia dell’ex pci (dopo la bolognina pds, poi ds) e dell’ex dc (che si divide, dissolvendosi, in più tronconi), entrambi in qualche modo “costretti in/ad una forma” per sopravvivere all’apparire della valanga berluskoni nel ’94, punti che in qualche modo sono rappresentati necessariamente dai processi di avvicinamento tra le due entità politico-culturali che sono stati prima l’ulivo prodiano, poi il pd della fusione a freddo…

sostanzialmente quindi se in qualche modo ds e margherita, eredi che non hanno accettato (o non lo hanno fatto nel contenuto programmatico) l’eredità rispettiva che proveniva da pci e dc, sono stati o meno le forme prodromiche già liquide alla sintesi di liquidità operata poi con il pd, che non a caso insegue delle supposte istanze della società civile nelle sue primarie avanzate a metodo congressuale che “termina e ridetermina” la vita organizzativa stessa del partito, ciò non cambia la sostanza di quella strana fusione fredda che crea senz’altro “il partito liquido” per eccellenza, il pd, anima-sommatoria di ceto politico preesistente alla ricerca di una forma popolare a cui adattarsi nella ricerca di consenso…

e ciò che accade con questa fusione non è però sintesi ri/elaborativa di una nuova piattaforma politica in grado di creare consenso, quanto il consenso stesso e la sua ricerca eretta al ruolo di “motivazione politica” nella stesura di piattaforme programmatiche spesso incolori e insapori fino al punto di apparire strumentali alla sola cattura di elettorato moderato, il contenitore a cui si adatta il contenuto, ed è in nome appunto di un contenitore supposto più capiente che poi si arriva a quella vocazione maggioritaria veltroniana che, lungi dall’essere mai stata “soluzione politica” in grado di attrarre il moderatismo non attratto da fanfare e fanfaronate berluskoniane e spesso malamente rappresentato, è stata un puro atto di killeraggio delle esperienza e degli apporti delle sinistra…

quel modello di partito liquido veltroniano-franceschiniano cioè, nel mentre poneva un termine mortale ad una sinistra certo parolaia e senza cultura di governo, ma in grado di apporti anche numerici importanti, via via scivolava verso un centro indistinto ed indistinguibile, adattandosi e adattando i suoi contenuti proprio a quell’indistinto/indistinguibile, perdendo però forza e peso  culturale a sinistra e non acquistandone al contempo al centro…

in altre parole la liquidità forse anche imposta dal bipolarismo che di fatto tra il pd e berluskoni si era stabilito grazie al “porcellum”, bipolarismo che viveva all’ombra di quel “odi et amo” forse più tipico di quelle coppie che litigano tanto, ma non riescono a lasciarsi, sublimando nel litigio, e di fatto rendendo la lite uguale alla manifestazione amorosa alla percezione esterna, quindi sia al variegato universo dell’elettorato con sensibilità più spiccatamente di sinistra, sia a quel grande arcipelago dell’elettorato ormai senza punti di riferimento e che spesso si è astenuto o ha scelto altre forme protestatarie di voto…

un modello questo, tra il 2006 ed il 2012 inseguito, praticato, coccolato, assunto a canone dai dirigenti del pd, solo in parte frenato dal tentativo di bersani di “risolidificare” il partito, senza tuttavia abbandonare la sterilità di un dialogo privilegiato al centro, tentativo poi naufragato nel risultato elettorale del 2013 e nel conseguente schema di governo che ha consacrato l’ormai  inarrestabile “liquidità” di un pd duale tra governismo lealista e le armate vittoriose di renzi alle psico-primarie dello stesso 2013 (e le definisco psico-primarie non casualmente)…

ma perché parlare allora di partito gassoso se ritorna con renzi lo schema del dialogo primario con i numeri che berluskoni rappresenta, almeno nel percorso delle riforme, e quindi il partito e l’apparato ridiventa del tutto liquido secondo uno schema ormai collaudato?…

l’apparire del movimento di grillo, o meglio il suo palesarsi in numeri tanto consistenti da esser diventato in parlamento l’elemento di catalizzazione di modelli governativi “necessitati” e che sostanzialmente ripropongono lo schema della maggioranza al governo monti, schema che è lo stesso presidente napolitano ad indicare da anni (come osserva giustamente grillo, forse non dicendo però che l’elemento di stabilità dello schema è oggi rappresentato proprio dal suo movimento del no), non segue il processo di liquefazione dei partiti che è stato dei processi politici precedenti, nascendo già il movimento 5 stelle come partito gassoso…

e se chimicamente e fisicamente un liquido pur adattandosi a qualsiasi contenitore è sempre dotato di una sua tensione interna che sostanzialmente lascia inalterato il suo volume, un gas, che si adatta comunque a ogni contenitore, è però così comprimibile o al contrario espandibile con l’uso di forze, nel primo caso la pressione, nel secondo il calore, da non necessitare più di un contenitore a cui adattarsi, essendo appunto il volume variabile all’applicarsi di una forza…

ciò vale a dire, nel proseguimento dell’esempio, che un gas esiste, qualsiasi siano la quantità ed il volume dato in un insieme spaziale in ogni contenitore, semplicemente adattando la sua concentrazione, quindi la sua densità nello stesso…

il movimento di grillo nasce quindi già gassoso, adattabile a qualsiasi contenitore, soprattutto però espandibile o comprimibile nei suoi contenuti a seconda dell’applicazione di una forza, in un modello di adattamento estremizzato alle “istanze di volta in volta avanzate dalla società civile”, semmai lasciandoci il dubbio se la forza da applicare dipenda dalle istanze spontanee o dalle istanze per così dire eterodirette attraverso il modello rete che regge sul suo blog…

ma il punto qui non è analizzare adesso il come ed il perché grillo “muova il suo movimento” (uso la cacofonia non casualmente), avendone il sottoscritto molto spesso stigmatizzato con forza molti dei suoi contenuti, “bollati” come fenomeno di “nazionalizzazione delle masse” (cit. mosse ed il suo splendido saggio) di stampo pericolosamente nazi-fascistoide (spero sempre che i miei lettori sappiano comprendere il “valore assoluto” dell’affermazione, quindi tendenza antropologica e non segno storico-politico, ovviamente diverso perché diverso il contesto in cui si opera), il punto è capire quali siano le derive che prospettano il voler perseguire un modello di gassificazione dell’istanza politica, quindi della rappresentanza di quell’istanza in un modello che è estremamente volatile, esattamente come estremamente comprimibile, per adattarsi ad un “qualunque” corpo elettorale con “qualsiasi” istanza richiedibile…

quando affermo che “la democrazia evapora e ricondensa, scindendosi in due elementi” voglio far riferimento ad un processo di dislocazione del senso stesso dell’istanza politica dal piano della rappresentanza di idee razionali e coese in una visione del mondo con un segno politico ideale, ad un piano di rappresentazione prettamente umorale in un caso, utilitaristica nell’altro, quindi in termini più chiari, che porta ad una possibile rappresentanza dell’umore, sia poi esso manipolabile o meno, in forma di tendenza viscerale ed una rappresentanza dell’adattamento accomodante ad ogni condizione sociale, economica e storica purchè sia garantita l’assenza di un dolore sociale immediato, entrambe come sottoprodotto del processo di gassificazione della politica e così della rappresentanza …

considerando quindi la sostanziale differenza, marcata già dalla filosofia, nelle tendenza della nostra modernità, tra stoicismo (che riconosceva nell’universo un unico ordine razionale a cui gli uomini dovevano sottomettersi, dimenticando le passioni, accettando impassibilmente il bene ed il male e mirando alla virtù come sommo grado di perfezione morale) ed epicureismo (secondo l’etica epicurea, la felicità consiste nel piacere, a sua volta diviso in piacere stabile, cioè privazione dal dolore, e piacere in movimento, cioè la gioia in sé, consistendo quindi la felicità nel solo piacere stabile o negativo, nel non soffrire, quindi definita atarassia, assenza di turbamento, e aponia, assenza di dolore), potremmo arrivare ad una prima conclusione…

definire cioè antropologicamente di destra quella tendenza stoica (attenzione la connotazione di destra va deprivata del senso politico immediato che tendiamo ad attribuirgli) e di converso la rappresentanza relativa, destra che conduce alla ricerca di purezza formale e sostanziale “fuori dall’uomo”, riconoscibile nel mito dell’eroe super-oministico o nel divino non cristiano del walhalla e dei suoi eroi-divinità, e sostanzialmente ultra-pragmatica e capitalistica la tendenza epicurea alla ricerca di qualsiasi dopaggio culturale-economico che non dia né il dolore fisico-morale (neo-aponia), né il turbamento sociale-individuale (neo-atarassia), ponendo l’anestesia delle emozioni a reggente ultimo del motivo di esistenza dell’individuo nel sociale…

e ritrovare queste due tendenze, frammiste tra loro, nel processo di gassificazione dell’istanza politica che conduce ad quella umanità senza alcun valore in sé, sempre più mi convince della necessità storica della sinistra e della sua “solidità” nella rappresentanza e nell’organizzazione di un progetto che sappia parlare al miglior cuore ed alla miglior mente del popolo degli italiani della sinistra diffusa, quella che non ha paure e non necessita di eroi…

miko somma

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da grillo a renzi…il giocattolo!!!

09/02/2014

dal partito liquido al partito gassoso, la democrazia evapora e ricondensa, scindendosi in due elementi, il primo fatto di suggestioni tecno-tribali dal forte carattere caustico-stoico che socio-antropologicamente conduce a destra, l’altro fatto di una soluzione tanto neutra ed epicureo-pragmatica da essere pronta a qualunque riconversione serva al “salvatore” di turno e che conduce al nulla evanescente di una modernità banale…

attenti così a non rompere il legame tra politica e rappresentazione plastica della società, altrimenti noto come il giocattolo!!!

miko somma

e naturalmente buona domenica a tutti!!!

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la vigliaccheria dei revisionisti interessati…

08-09/02/2014

non sopporto chi usa strumentalmente riportati nella politica attuale argomenti come le foibe e presunte complicità del pci dell’epoca (vi furono senz’altro ipocrisie, ma in un contesto storico del tutto incontrollato e fortemente polarizzato dai fatti della guerra)…

queste persone non solo sono del tutto ignoranti storicamente ed umanamente, ma in una cattiva fede che rasenta l’idiozia e naturalmente la peggior specie di neo-fascismo, quello della cattiva memoria e del revisionismo storico…
siete degli sciacalli!!!…

esprimo tutta la mia solidarietà al segretario del pd di potenza giampiero iudicello offeso da un post di facebook appena letto

miko somma

la frase del soggetto che accusa iudicello sulle pagine facebook è “

Stasera, durante la fiaccolata in memoria dei martiri delle foibe, mi è sembrato di sentire un dialogo tra Giampiero Iudicello e un mio compagno che distribuiva i volantini. “Prego” ha detto il manifestante porgendo, a lui come a tutti quelli che passeggiavano di lì, il volantino. “No, sono a favore delle foibe” ha risposto, mi pare, Iudicello…
 
bene quel mi pare lanciato lì a disseminare dubbi (mi è sembrato e mi pare sono categorie che disseminano appunto dubbi e stratificano così latenti certezze nel lettore solitamente distratto di facebook) è un atto di vigliaccheria infame e degno appunto della peggiore vigliaccheria, perché attacca in campagna elettorale il segretario cittadino del pd  con argomenti strumentali che a mio avviso invece offendono pesantemente le vittime di un contesto storico che nulla ha a che vedere con il presente, ma che evidentemente in mancanza di altri argomenti fa gioco usare…si vergogni questa persona, il cui nome mi è sgradito persino riportare!!!
 
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