23/02/2014

farsi permeare dalla cultura, dalle arti, dalle scienze, dalla filosofia non serve a costruire torri d’avorio in cui rinchiudersi a crogiolare auto-elegie e far sobbollire i pensieri, ma come ad un miope gli occhiali, serve a vedere meglio la realtà che ti circonda…ed a narrarla…

miko somma

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le ragioni di un nuovo soggetto politico di sinistra…

proviamo a far luce su quanto ho affermato al post precedente, quando ho parlato di scissione federata…ma cos’è una scissione federata, categoria che forse non esiste neppure tra le tante categorie politiche che oggi sembrano ricondursi all’essenza di un bieco bipolarismo che di fatto annichilisce la diversità delle opinioni?…

sostanzialmente voglio intendere una scissione di un soggetto politico che, ribadendo le ragioni di una sua “differenza” riesca però a radicarsi fortemente in un’alleanza programmatica con la forza stessa da cui esso trae origine, in questo caso il soggetto politico x (scherzandoci su l’ho definito “partito della sinistra razionale”) si scinde dal pd e, pur rimanendo in maniera privilegiata “alleato” di questa forza politica fondamentale nei suoi numeri ad un cambiamento fattuale del paese, rivendica un proprio spazio di discussione ed autonomia politica che possa concorrere ad una sintesi programmatica comune…

il discorso parte da una considerazione, quella che la sinistra sta rinunciando da troppo tempo alle sue conquiste civili, etiche e politiche in nome di una unità ormai fine a se stessa e non più produttiva di valorialità nascenti da un libero dibattito, quanto piuttosto, nel gioco delle correnti, di una conta continua dove ad essere penalizzato è appunto un libero dibattito tra sensibilità differenti in favore di una continua mediazione sui contenuti, mediazione che diventa così il punto politico, come ho avuto altre volte occasione di dire…

si obietterà che si potrebbe farlo dall’interno, magari conducendo una battaglia di minoranza e facendo così valere nel gioco democratico le proprie ragioni in una sintesi con le componenti maggioritarie, senza privare così di apporti quei numeri che appunto ho definito importanti e da non disperdere…francamente, osservando il dibattito nazionale e locale, non credo che ciò sia possibile o quanto meno, se mai lo è stato, ora non è più possibile…

è la stessa genesi del pd probabilmente ad impedirlo, nascendo appunto su quella vocazione maggioritaria che, tarpando le ali ad ogni apporto di idee a sinistra e ricercando la sintesi con un mondo post-democristiano, spinge lo stesso dibattito alla mediazione continua tra visioni del mondo troppo differenti tra loro per potere amalgamare i propri contenuti nel dibattito, preferendosi così la logica dell’unità fine a se stessa ed al mantenimento di oligarchie che la rappresentano, alla ricerca di una sintesi condivisa che mantenga una libera discussione…

ciò vale a dire che se all’interno del dibattito che si produce le ragioni bipolariste dell’unità a tutti i costi diventano valore tautologico e ridondante tale da appiattire il dibattito stesso agli argomenti che uniscono, evitando  di dare spazio invece alle idee ed alle differenze sostanziali che producono esse stesse il dibattito e così la sintesi, il risultato sarà inevitabilmente la sterilità asettica di una mediazione continua sulle ragioni dell’unità, piuttosto che discussione sui contenuti che contengono le differenze…

e nel caso della sinistra reale, quella cioè che ancora si produce sulle idee e non sulla mera auto-referenzialità dei capicorrente, l’impossibilità a sciorinare nel dibattito la piena valorialità di quelle idee, produce il disagio continuo del dover ratificare decisioni non frutto di una ovvia mediazione sui contenuti, che è tipica di culture politiche diverse, ma decisioni frutto di una mediazione tout court priva di elementi valoriali portati a sintesi e fondata invece sullo status di una categoria molto nociva alla politica, la necessità…

così la necessità di mantenere un assetto unitario per rispondere alla sfida bipolare diviene la culla di un diffuso “calcolismo” che impedisce ciò che a sinistra è necessario alle ragioni della stessa sinistra, il confronto continuo tra la base per l’individuazione di un indirizzo politico…

e se alla sinistra manca il dibattito, mancano le ragioni di esistenza in vita della stessa…

decisivo è così ritrovare i luoghi del “dibattito libero” per addivenire a sintesi “libere” che nascano dalle idee della sinistra e diventino così quelle sintesi di sinistra il punto con cui andare alla mediazione con altre sensibilità…

cosa questa che allo stato attuale nel pd è impedito sia dalle ragioni che esponevo, sia da un effetto sommatorio di ceto politico che quella fusione fredda pare avere prodotto, ponendo il ceto e le sue ragioni/non ragioni di esistenza a rappresentanza di una sensibilità che necessita invece di trovare una sua rappresentanza che fornisca le gambe alle idee e non sia essa stessa ragione causale del sentirsi a sinistra, così rigettando i personalismi che il bipolarismo ha creato nel suo eccesso di polarizzazione…

le ragioni così di una scissione federata appaiono visibili, da un lato preservare e far ripartire un dibattito spento sulle ragioni profonde della sinistra, il soggetto sociale ed i suoi bisogni in contrapposizione a certo “istituzionalismo” che si cristallizza nella difesa dello status quo socio-politico ed economico e così nella difesa delle filiere dei poteri forti che troppo spesso si è consumata a danno dei soggetti sociali, dall’altro riuscire, trovata la sintesi, a ricomporre un quadro di unità fondato sul minimo comune denominatore dei programmi e non degli assetti…

una operazione che, alla luce di quanto accaduto con le primarie, l’elezione esterna di renzi a segretario ed il petit coup d’etat che si è consumato prima che contro letta, contro l’idea stessa di partito come luogo del dibattito, pone ormai come ineludibile ed irrinunciabile il momento di ricominciare a parlare da sinistra e di sinistra…

preferibilmente senza traguardare nel personalismo salvifico da ultima speranza, perché sono le idee ed il dialogo, l’azione condivisa e la capacità di sintesi includente le armi vere della nuova sinistra, di un nuovo soggetto politico di sinistra…

miko somma

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consigli da ocse…

23/02/2014

paul krugman, premio nobel per l’economia “…certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’ocse…”

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