sul petrolio sentire i lucani…

16/07/2014

sul petrolio e sul raddoppio (per ora) delle estrazioni, ho una mia personale exit strategy di cui già un anno fa parlai…sostanzialmente dobbiamo chiederlo ai lucani se lo vogliono o meno (e credo che ormai la società lucana sia matura al riguardo) e poi usare questa volontà espressa come un “fatto” politico per disinnescare le mire che vogliono trasformarci in una damigiana di idrocarburi…
ci sono degli aspetti tecnici da risolvere per sentirli i lucani, ma sono risolvibili se c’è la buona volontà…mi sto muovendo in quella direzione!!!

miko somma

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mi costringo…

diciamo che saprei quale strada seguire per uscire dal pantano del petrolio che rischia di diventare un inghiottitoio, che mi rompe doverne parlare ancora, avendone parlato tanto, che non sopporto più di interloquire con qualcuno, ma che per amore della mia terra mi costringo a farlo…

vado in consiglio regionale per provare a parlare al presidente di una mia idea…ed a breve chiederò un incontro sempre a questo riguardo con antonio luongo, dino paradiso e luca braia…ma abbiamo necessità di unità su questo tema, una speciale forma di unità che necessariamente occorre chiedere fuori dai confini del pd e nella gente di basilicata

miko somma

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combattimenti o tiro al bersaglio?

15/07/2014

non comprendo affatto perché gli organi di informazione, riguardo a gaza ed alle vittime (ad oggi 194, tutte palestinesi e quasi tutti civili) dei bombardamenti, parlino di combattimenti e non di tiro al bersaglio…

miko somma

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niente saldi…

14/07/2014

sono afflitto dal morbo della verità, quella che non fa sconti ad alcuno e che richiede un unico rapporto di servitù, quelle delle proprie opinioni che si fondano sui propri valori

miko somma

 

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Comunicato stampa

 

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet

 

Una terra che ha il diritto di stabilire da se il suo futuro.

 

Non stupiscono tanto le dichiarazioni rese alla stampa nazionale dal premier Matteo Renzi a proposito  del raddoppio (mi sia consentito però insistere ancora sulla cifra di un 450.000 barili/giorno che appare più congrua rispetto alla Strategia Energetica Nazionale) delle estrazioni di idrocarburi in Basilicata e residualmente in Sicilia, dichiarazioni facenti parte di quella lunga linea rossa che ha attraversato molti governi del paese impregnati dal lobbysmo di certi settori vicini alle compagnie stesse e che cercano a più riprese di costruire un clima culturale volta per volta spacciato come “necessità” od “opportunità” in cui far maturare una scelta irreversibile per un territorio altrimenti vocato che alle trivelle, quanto quella palese e greve aria di superficialità che avvolge le parole del premier stesso quando cita dati irreali.

 

Dati che ben oltre quei millantati 40.000 posti di lavoro che qualcuno (tre-quattro comitatini) starebbe impedendo di creare rispetto agli ancor più millantati ed inesistenti 5.000 attuali – ed in realtà neppure con l’indotto si arriva a 1.000 – è nel dipanarsi delle grandi scelte di politica energetica internazionali che queste resistenze ostacolerebbero, facendolo tra l’altro vergognare, che il nostro premier rivela un certo grado di superficialità che l’Economist pure comincia a rilevare in disamine più approfondite sul fenomeno Renzi e sui suoi reali risultati nel processo di rinnovamento del Paese.

 

Il punto è purtroppo che tali dichiarazioni, ancorché pure dichiarazioni ad uso e consumo di una fronda da stadio che ancora crede che vi siano “gufi ed invidiosi” a remare contro un futuro meraviglioso che è lì da afferrare senza troppi pensieri, non tengono conto né dei valori numerici che pur dovrebbero far riflettere, a cominciare dal fatto che anche solo raddoppiare le estrazioni porterebbe la sola Basilicata a 1/10 della produzione giornaliera del Kuwait (che incidentalmente è un deserto non antropizzato) per proseguire con i prevedibili danni di immagine sui settori agricolo e turistico locale e nazionale che in tutta certezza vedrebbero diminuire sia valore aggiunto della produzione che occupazione relativa non compensati dall’aumento di valore aggiunto dell’aumentata produzione di greggio e gas.

 

Il paese trova beneficio e giacimenti con una seria opera di risparmio energetico che già solo al 10% porterebbe ad un risparmio di circa 180.000 barili/giorno equivalenti con un risparmio complessivo di 6 miliardi e mezzo di euro/anno, compensando così ampiamente ogni ipotesi di raddoppio di estrazioni nella quasi equivalenza del valore, mentre al contrario una piccola contrazione del valore aggiunto del solo settore del turismo nazionale del 2,5% costerebbe circa 3,6 miliardi/anno, contrazione prevedibile tra Adriatico, Sicilia e la nostra Basilicata alla sola notizia che si passerebbe ad un regime estrattivo di scarso appeal per qualsiasi turista. Immaginare poi il danno sul solo settore agroalimentare.

 

Il premier inoltre parla di grandi infrastrutture energetiche dimenticando che esse, ben lungi da essere ancora definite nelle strategie europee e nel quadro di instabilità geo-politica che di fatto le blocca, pur si aggiungerebbero in Basilicata come servitù di passaggio all’aumentare stesso delle estrazioni che, sfugge a pochi, interesseranno altri territori che i bacini attualmente conclamati della Val d’Agri e della Val Sauro, se è vero come è vero che le riserve stimabili e raggiungibili nel solo sottosuolo lucano superano di gran lunga i 3 miliardi di barili di greggio e, in percentuali forse anche maggiori, di gas naturale.

 

Ma ciò che infastidisce oltremodo è l’utilizzo della categoria “renziana” per dividere l’opinione pubblica lucana, in un’operazione di basso profilo politico che non manca però di cominciare già a produrre dei distinguo imbarazzanti tra chi “sarebbe disposto ad ascoltare” e chi “vorrebbe essere risarcito”, mentre l’evidenza acclarata è la necessità di un fronte comune che con maturità e senza eccessi nevrotici od utilitaristici, ponga il governo di fronte ad un motivato NO senza riserve di alcun genere, fede renziana compresa di un presidente della regione che deve ancora farci capire cosa vuole fare davvero.

 

Ciò vale a dire che comunque la si possa pensare su Renzi e sul suo governo, su una strana riforma del Senato che appare sempre più del fogliame mimetico sulla riforma del titolo V e sulle sue materie concorrenti, materie di cui una volta private le regioni, non si comprende in quale forma sarebbero poi compensate da una Camera delle Autonomie senza eletti e senza poteri reali, è necessità per questa regione e segnatamente per il Partito Democratico che ne è la maggiore espressione politica, trovare subito una posizione comune che salvaguardi il territorio, non solo il bilancio del maggiore ente locale, senza altri riferimenti fattuali ed ideali che alla Basilicata ed al suo bene che non è nelle estrazioni.

 

Al premier Renzi occorrerebbe dire che c’è una terra che, comitatini o meno (e non si dimentichi che il sottoscritto ha portato non solo se stesso, ma la sua esperienza e le sue battaglie di merito nel partito di cui è oggi segretario proprio il premier), non vuole divenire la damigiana petrolifera del paese in un progetto dal respiro cortissimo e dalle esigenze di fare cassa per il bilancio dello Stato, ma partecipare a pieno titolo ad una riforma del Paese che non può prescindere però dal comprendere che anche una piccola regione come la nostra Basilicata ha il diritto di stabilire da se il suo futuro senza passare dalle forche caudine della superficialità del “ghe pensi mi” e del lobbysmo mascherato da necessità.

 

Miko Somma

 

i comitatini?….

io sto al punto che in basilicata nessuna altra estrazione di idrocarburi e se il premier ed i suoi addentellati intendono avallare questa idea – beh, direi che si apre un “leggero” conflitto…occorrerà aprire bene gli occhi, perché qualcuno vaneggerà su posti di lavoro ed occasioni di sviluppo, ma il punto che occorre mantenere è “NO ALLA GRUVIERA PETROLIFERA” e per farlo occorre unità…

poi sui comitatini, magari qualcosina potrei suggerirgliela io…tipo che ormai li ha nel suo partito i comitatini!!!….e non sono in vendita!!!

miko somma

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brava germania…

premettendo che di calcio poco comprendo e che stasera ho passato più tempo a guardare notizie dalla striscia e dalla siria, dico solo che non vince il mondiale il paese più forte d’europa, ma il paese più multietnico (quindi senza apporti dalle colonie) e che più di tutti ha saputo mettere a frutto quel patrimonio…il nostro alter ego europeo, a mio avviso…brava germania!!!

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matacena e dubai…rigettata l’estradizione…

(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 13 LUG – Gli Emirati arabi hanno rigettato la richiesta di estradizione della Dda di Reggio Calabria per Amedeo Matacena, l’ex deputato di Forza Italia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, attualmente latitante a Dubai. Lo ha reso noto uno dei difensori dell’ex parlamentare, l’avvocato Enzo Caccavari. “La decisione – ha commentato Matacena – dimostra, come ho sempre pensato, che negli Emirati arabi vengono rispettati i diritti del cittadino”.

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forse matacena dimentica a dubai non ci sono cittadini, ma sudditi, molti affaristi a cui tutto è concesso, qualche migliaio di neo-schiavi che si ammazzano di lavoro per pochi spiccioli e senza alcun diritto, e naturalmente anche qualche latitante di lusso in grado forse di “addolcire” la giustizia locale… 

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l’incidente…

ed eccolo il famoso incidente che “capita sempre”…

(ANSA) – MOSCA, 13 LUG – Mosca ha messo in guardia l’Ucraina contro “conseguenze irreversibili” di fronte al lancio di una granata dal territorio ucraino che ha colpito una cittadina di confine russa provocando un morto. “In Russia consideriamo questa provocazione come un atto di aggressione aggiuntivo dell’Ucraina”, ha detto il ministro degli esteri russo.

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terrore a gaza…

diverse fonti giornalistiche internazionali confermano l’inizio dell’attacco aereo israeliano sul nord di gaza per il quale era stata invitata la popolazione palestinese ad abbandonare le proprie abitazioni…

 

ansa – “Chiunque trascuri le istruzioni dell’esercito metterà la vita di se stesso e della sua famiglia a rischio. Attenzione”. E’ quanto si legge nei volantini lanciati dall’esercito israeliano sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l’avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. “L’operazione dell’esercito – e’ scritto – sarà breve”.

 

IL PUNTO ALLE 12

Tre località situate all’estremità Nord della Striscia – Beit Lahya, a-Atatra e Salatin – si sono trasformate stamane in ‘agglomerati fantasma’ dopo le minacce israeliane di iniziare presto bombardamenti a tappeto.  Fonti locali riferiscono che migliaia di abitanti (alcune stime arrivano fino a 20 mila) hanno abbandonato a precipizio  le loro abitazioni e si sono rifugiati in istituti scolastici dell’Unrwa (l’agenzia Onu per i profughi) nella speranza che essi non saranno colpiti da Israele. Queste persone, secondo quanto constatato dall’ANSA sul posto, sono arrivate senza alcun bagaglio. Molte non hanno potuto nemmeno consumare, la scorsa notte, il pasto rituale del Ramadan e di conseguenza sono ancora a digiuno. In tutti regna la apprensione per il fatto che al termine del conflitto resteranno senza tetto. Israele ha spiegato la necessità di evacuare quei rioni perché da là, si afferma, vengono sparati i razzi di Hamas a lunga gittata capaci di colpire non solo Tel Aviv e Gerusalemme ma anche – almeno in teoria – Haifa.

Il bilancio aggiornato delle vittime palestinesi a Gaza in una settimana di combattimenti è salito ad ”almeno 165” morti di cui 33 bambini e adolescenti e 16 donne. Lo riferiscono i servizi medici locali. I feriti sono stimati in 1.085. Lo riferisce la agenzia al-Ray.

Portavoce, oltre 800 razzi su Israele, 160 al giorno
Oltre 800 razzi da Gaza su Israele in cinque giorni: piu’ di 160 al giorno. I dati sono stati riferiti dal portavoce militare israeliano secondo cui 635 di questi hanno colpito il sud, il centro e il nord del paese. Altri 147 – ha continuato – sono stati intercettati dal sistema di difesa anti missili Iron Dome.

Una prima breve operazione di terra è stata lanciata la scorsa notte contro un sito di lancio di missili di Hamas nel nord della striscia di Gaza. L’esercito israeliano dà notizia di quattro soldati leggermente feriti. Il blitz è stato effettuato da un commando d’elite della marina. Il braccio armato di Hamas ha confermato che un contingente israeliano ha tentato di sbarcare su una spiaggia e che c’è stato uno scontro a fuoco con combattenti palestinesi. Si tratta della prima incursione terrestre dall’inizio dell’offensiva israeliana

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l’assemblea…

secondo i resti maggiori braia dovrebbe portare 42 delegati in assemblea regionale, luongo 41 e paradiso 17, componendosi così una assemblea che eleggerà il segretario regionale a voto segreto

l’assemblea sarà convocata entro i prossimi 10 giorni

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le primarie…

Dato del partito sul voto delle primarie in regione:

42,52% Braia,

40,79 % Luongo

16,69% Paradiso

bene, dopo il voto che consegna, come da regolamento quando nessuno raggiunga il 50% +1 dei voto validi, la segreteria alle scelte dell’assemblea, quindi alla politica, io proverei a fare la somma e la sintesi tra quel 40,79 e quel 16,69 per dire che la basilicata non è di pittella-antezza, ma può essere di tutti

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voterò antonio luongo…

dunque, siamo agli sgoccioli di questa campagna elettorale delle primarie per la scelta del futuro segretario regionale del pd e tanto per sgombrare subito ogni dubbio in merito alle mie scelte, io voterò, dopo un’attenta riflessione che ha valutato molti aspetti, per antonio luongo

e voterò per antonio luongo e per una sua chiara idea di partito, ben esplicitata ieri in un affollato incontro presso il centro cecilia di tito, che recita niente affatto quel puro conservatorismo che molti a torto gli hanno attribuito, sia per una mancata conoscenza dell’uomo e delle sue idee attuali, figlia forse anche di uno stereotipo culturale che, “collocandolo” in un qualche empireo privilegiato che spesso si attribuisce agli scranni parlamentari, ne impedisce una corretta visione delle attività e delle dinamiche di evoluzione del pensiero politico, sia per quel crudele gioco tipico delle primarie che tende a cannibalizzare ogni avversario, a consegnarlo alla schiera dei “cattivi” che si oppongono ai “buoni”, a dividere binariamente il mondo con una assai ipotetica linea di confine dentro cui si colloca più il tifo che la ragione di una scelta…

e se spesso ho avuto occasione di denunciare l’assurdo e perverso meccanismo delle primarie aperte che quasi ipse facto, per una sua intrinseca natura che scavalca ogni ragione novecentesca, di cui pure siamo figli, di considerare un partito un “luogo” del dibattito determinabile nei confini dei suoi iscritti, la storia della candidatura di antonio è il paradigma di ciò che le primarie mai avrebbero dovuto divenire, un organo dirigente del partito democratico – sono queste parole di luongo – che  – aggiungo io – ormai vive di una vita propria, fissando regole divisive e determinando inarrestabile conflitto perenne ed inarrestabile che rischia di divenire esso stesso “motivo” politico, sovvertendo ogni ragionevole aspettativa che, chiuse le votazioni, si ritorni ad una unità che non è supina acquiescenza al capo…

e così, avendo seguito in direzioni le dibattute fasi preliminari alle stesse primarie, le candidature, posso testimoniare la volontà di luongo di determinare una candidatura realmente unitaria fino al punto di essere l’unico disponibile a ritirarla proprio in nome di una sintesi unitaria che rimettesse al centro del confronto la basilicata e non più qualche corrente, qualche famiglia, qualche prurito, volontà resa di fatto impossibile dalla rigidità con cui alcuni consideravano ormai acquisito un parterre di candidature che riproponeva uno schema divisivo che non ammetteva dialogo, ma puro scontro, ma appunto questa è storia passata…

e se siamo dunque alla divisione da trincea tra differenti e legittimi modi di pensare l’unico partito ormai di fatto rimasto nel paese, e così nella nostra regione, dove per ben altri motivi l’unico partito lo era già probabilmente da sempre, se quindi siamo alla battaglia campale, io scelgo quell’idea di partito che luongo testimonia con una pacata continuità che, lungi dall’essere bieco conservatorismo, nutre invece di se stessa l’innovazione ed il ricambio generazionale, ponendosi a garanzia dello stesso con l’offerta di una saggezza non divisiva, ma includente, a guidare la trasformazione di un partito che per ovvie ragioni non potrà e dovrà mai più essere così come è stato, una loggia di potere esclusiva per famiglie, famigli e filiere, ma un luogo di libero, democratico e concludente dibattito dove appunto è l’idea di basilicata da salvare e ricostruire a guidare lo stare insieme in un contenitore che, oggi più mai, necessita di essere partito solido e non più liquido, quando non gassoso…

e se antonio, in due passaggi figurati a mio modo di vedere importanti, ha chiarito con due richiami forti sia che il ricambio nella nostra è necessario ad ogni costo, “posso anche ammettere che un figlio uccida il padre, ma mai che un padre uccida il figlio” – e siamo così ai miti di edipo e di cronos che traslano attraverso aristotele nella modernità della politica al servizio di chi c’è e di chi verrà – e che lui stesso se ne farà artefice reale (e c’è da credergli davvero!!!) e non mero gattopardesco e retorico interprete, sia che la politica deve ritrovare il senso della democrazia e rendere quindi gli uomini liberi, “ho sempre fatto politica per liberare e non per rendere schiavi” – e siamo forse prima a voltaire, poi al contratto sociale – identificando così un percorso che non potrà prescindere per questa regione, il cui faro ideale e concreto rimane centrale nella via verso un futuro possibile per questa terra, sia dal ricambio di idee di gestione e non solo di persone che gestiscono, attraverso una transizione ragionata e garantita dalla sua stessa persona in quanto segretario di un partito unitario, sia dalla riconsiderazione dell’obiettivo primario della politica per questa terra, rendere i lucani protagonisti e cittadini, non più comprimari e sudditi, quindi influire ed aiutare i migliori processi decisionali dell’ente regione e così di ogni altra amministrazione locale lucana…

e personalmente non ho alcun dubbio sul disinteresse di luongo a ricostruire il senso di un partito solido ed in grado di guidare le importanti fasi che già si pongono come minacciose spade di damocle sul futuro di questa terra – importante altresì il passaggio sulla necessità di unità del partito e così della regione di fronte alla sfida che il governo pone sul petrolio e che senza unità ci vedrà soccombere (e forse qualcosa in questa mutazione di percezione che attraversa il partito democratico lucano sul tema petrolio ed aumento delle estrazioni lo si deve anche all’attività spesa dal sottoscritto in questi anni e da poco meno di un anno, con la mia iscrizione, traslata ed argomentata con certa veemenza appunto nel pd e nei suoi organismi dirigenti) e sulla sua reale volontà di mettersi al servizio di questa terra attraverso l’importante figura della segreteria del suo maggiore, forse unico partito, dispiegando ogni relazione, ogni passaggio storico già consumato e così ancora da consumarsi nella sua perfetta conoscenza creativa di fatti ed antefatti della lucania politica di oggi…        

il senso della mia scelta di sostenere antonio luongo non è così aggiungere un mio mero e piccolo contributo al contributo più grande che tanti altri daranno ad una personalità politica intelligente e che quando è stato necessario ha anteposto a se stesso ed al suo destino personale il concetto di una “politica che è sempre noi e non mai io“, testimonianza di quel suo essere cresciuto da militante e dirigente del partito comunista, vivendone ed accettandone ogni passaggio e trasformazione fino ad approdare al tormentato ed impegnativo oggi di un partito, il pd, che, ancora forse troppo sommatoria di ceto politico e prassi di gestione e purtroppo poca sintesi ideale e di ideali, necessita ancora di comprendere il senso della responsabilità del cambiamento vero di cui necessita del paese e così la nostra regione, il senso del mio sostegno è nella certezza che questa terra, attraverso questo partito, deve nutrirsi di nuove idee e nuove prassi da innestare però su un terreno solido e reso di nuovo fertile da un uso accorto, non personale, non utilitaristico di una segreteria politica regionale…

e con tutto il rispetto per gli altri candidati, dino paradiso, da cui non sono certo lontano idealmente, la cui candidatura andava forse condivisa in altri tempi ed altri modi, ma con cui sono certo, comunque vada, che un pezzo di strada insieme lo si potrà fare e lo si farà senz’altro, e luca braia, il mio voto andrà ad antonio luongo, nuovo segretario regionale

miko somma

  

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