cuccioli riuniti, probabilmente destinati a perire…

(ANSA) – TRENTO, 12 SET – I due cuccioli dell’orsa Daniza si sono riuniti e vengono ora monitorati mediante radiotelemetria.

 (foto: ANSA)

Lo rende noto la Provincia autonoma di Trento. Nel corso del tentativo di cattura, che portò alla morte di Daniza, ad uno dei due orsetti era stata applicata una marca auricolare per consentirne la localizzazione. Secondo Gudrun Pflueger della società europea Wilderness, “anche se gli orsetti di Daniza staranno uniti è difficile che sopravvivano oltre l’anno di vita”.

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Comunicato stampa

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet

Una conferenza stampa di dubbio gusto.

Confesso di non sapere molto di calcio, ma ammesso e non concesso che la Basilicata abbia fatto un goal nel primo tempo, è allo scadere del 90’ (a volte dei supplementari e persino al termine dei rigori) che una partita la si definisce vinta. E così continuando l’attesa di un testo che come Godot pare non arrivare mai, annunciandosi piuttosto ad Alpe che partorisce un topolino che a lubrificante estremo del Paese , lascia basiti l’incapacità di comprensione di alcuni che in democrazia la forma è sostanza.

E la forma che diviene sostanza in un corretto assetto democratico impone che le conferenze stampa, fotocopia in stile di altre conferenze (seppur sbagliando per la fretta il contenuto delle slides), quando riguardano argomenti di interesse comune impongano preventivamente consultazioni e comunicazioni con la filiera del volere del popolo, il Consiglio, per dare appunto sostanza formale alla delega ricevuta e non limitare invece l’area della democrazia a quella volatilità affidata ai media, spesso nemica della ragione, che precipita il senso critico in personalismo carismatico.

Così se il presidente Pittella continua il suo gioco di relazione personale con indefiniti ed indefinibili esponenti del Governo, gioco che gli consegna evidentemente conoscenza di un testo del decreto che è ancora sconosciuto ai più (tutti mortali, si intende), e convoca una conferenza stampa per annunciar ciò che solo egli conosce e che non poteva attendere di essere condiviso con il Consiglio Regionale, la visione che se ne ricava, oltre al plagio provincialotto del metodo, è che la democrazia vera, quella che vive nella correttezza formale delle relazioni istituzionali e non nell’etere di qualche social network, la prima vittima del decreto.

Ma andiamo nel merito, stigmatizzando in primis ogni entusiasmo per i goal al primo tempo, ribadendo che ogni fuoriuscita di somme dal patto di stabilità è comunque elemento di ricatto che per gli anni a venire agisce solo sulle maggiori entrate (quindi sulle maggiori quantità di estratto), rimarcando che misurare in termini solo economici una severa questione che si pone sull’integrità del territorio è molto più complessa di qualche decina di milioni da manipolare, facendo infine notare che se il decreto non contiene quantitativi di barili da estrarre, quasi quindi un elemento di dolcezza del provvedimento, ciò è invece dovuto solo alla natura astratta della legislazione, essendo già dalla primavera 2013 indicata percentualmente nella Strategia Energetica Nazionale, almeno il 15% del fabbisogno energetico del Paese da ricavarsi nell’appenino meridionale, segnatamente in Basilicata e semplicemente perché qui è già evidente, comprovata e sfruttata la presenza massiccia di idrocarburi disponibili.

Risulta così stonata l’enfasi paterfamilistica del presidente e della sua corte rispetto ad una materia che lascia troppe zone oscure sia nella gestione della faccenda petrolio una volta calato il sipario della strategicità di cui nessuno pare voglia parlare nella sua vera accezione che consiste nella possibile secretazione, sia nelle garanzie ambientali di cui non v’è traccia alcuna nel decreto, sia infine negli iter di unicità dei permessi che ritornati in quota statale e perfezionati dalla riforma del titolo V, si pongono in luce e prospettiva assai diversa rispetto all’attuale anche con una non meglio precisata “intesa” con le regioni che sarà naturalmente oggetto di una regolazione a parte e meno mediatizzata dell’attuale.

Così in una recita a soggetto di cui nessuno conosce la trama, ma di cui si individua già l’epilogo, come è possibile che proprio nell’equivalenza tra forma e sostanza in democrazia, il presidente Pittella convochi una conferenza stampa dai toni rassicuranti, mutuata presto in trionfalismo spiccio dai fan più sfegatati, sul testo finale di un decreto che speriamo il Presidente della Repubblica Napolitano non firmi, ravvisandone palesi incongruità costituzionali e sostanziale pericolosa vaghezza dei contenuti?

Tutto ciò è corretto formalmente e sostanzialmente se nei fatti si “distrae” l’opinione pubblica con dei “biscottini”, saltando a piè pari il vero tema, l’aumento delle estrazioni e delle zone di estrazione, da evitarsi in ogni forma, la mancata corresponsione di maggiori royalties per i quantitativi attuali, il vero tema che continua a porsi ed essere eluso con sconcertante puntualità, ma soprattutto il rapporto con la lettura politica del volere dei cittadini lucani alle scorse elezioni?

Presidente Pittella, perché non racconta ai lucani che fine ha fatto la procedura di valutazione presso l’AIRTUM del nostro “registro tumori” che quasi due anni fa si dava per validata in un mese? Perché non racconta che il centro olii sfiamma oltre il consentito e che occorre chiuderlo per verifiche tecniche come pure qualche sfiammata fa si era minacciato? Perché non racconta che i sistemi di conteggio dell’estratto andrebbero partecipati dalla regione? Perché non racconta le troppe zone d’ombra che rendono ai lucani impossibile accettare anche un solo barile in più di quelli generosamente concessi fino ad ora od un solo metro quadrato in più di zone di ricerca, estrazione od asservimento? Perché non racconta di quella indicazione politica netta e chiara che il Consiglio Regionale aveva espresso in quella impropria moratoria ed a cui contenuto ci si era attenuti, bocciando molte richieste e che ora sembra archiviata in una sua relazione personale che, mi consenta di dirlo, non ha nulla di politico e molto, troppo di cordata assentiva ad un premier che ormai definisco imbarazzante per il Paese?

Miko Somma

 

mi spiace dover tornare sugli argomenti, ma vista la reiterazione di un errore di fondo (forse voluto, forse connaturato alla vis sanguinis dei personaggi), sono costretto a preannunciare comunicato stampa…

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