il dato di oggi e le firme totali…

il dato delle firme raccolte ai banchetti di oggi in regione è di oltre 1500, cosa che porta il totale delle firme finora raccolta alla nostra petizione, comprendendo quella on-line a circa 6000…anti art. 38 corre con i lucani che ci mettono la firma ed anche il cuore…e non ci fermiamo!!!

miko somma

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in partenza…

 

moduli di raccolta firme alla petizione anti art. 38 in partenza per i paesi lucani ancora non raggiunti…dove intendiamo riempirli fino all’ultimo spazio disponibile…

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i banchetti di domenica 15 dove firmare…

domani, domenica 16/11 il gruppo anti-art.38, promotore della petizione popolare, sarà presente con propri banchetti per la raccolta firme nei seguenti comuni:
 
1) potenza p.zza don bosco ore 10 -13
2) potenza ingresso parco europa unita ore 10 – 13
3) parco Montereale (raccolta mobile a cura del gruppo p.a.z.) ore 10 – 13
4) savoia di lucania
5) lavello
6) policoro
7) viggianello
8) tramutola (banchetto volante)
9) pignola
10) satriano di lucania
 
saranno inoltre attivi domani i referenti locali che stanno curando la petizione e la raccolta firme in circa 60 comuni lucani
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15/11/2014

ritengo che il “buco” dell’oleodotto non meriti un comunicato stampa, ma qualche riflessione…

o siamo di fronte ad un tentativo abbastanza maldestro di imputazione da parte di eni al movimento contro l’art. 38, instillando dubbi nell’opinione pubblica attraverso la malizia del testo del servizio (che non sappiamo però se riporti curiose interpretazioni del giornalista o la velina stampa della compagnia), del buco di 8 mm e dello scorticamento della copertura di origine supposta dolosa, ma non mi pare che eni sia titolare di prerogative di un magistrato che indaga e che solo può fornire indicazioni del genere (a proposito, sapere quando e se la magistratura è arrivata sul luogo del fatto, male non sarebbe prima di insinuare dubbi)…

o siamo di fronte a qualche cretino che crede che questi siano mezzi adatti a dire no a quell’articolo e soprattutto che crede di far parte di un movimento che fa della democrazia un punto nodale del suo essere, mentre costui fa parte solo del suo disagio sociale…

in entrambi i casi credo sia abbastanza ovvio che io stigmatizzi sia la presunzione che i lucani siano raggirabili con mezzucci mediatici da immediato dopoguerra, sia le possibili azioni di qualche stupido o gruppo di stupidi che gioca al sabot ed alla guerriglia urbana…

miko somma

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il falso ideologico…

14/11/2014

non è configurabile nello specifico come fattispecie giuridica, ma se qualche consigliere-segretario si spella la lingua per affermare che l’art 38 ve bene e migliora la situazione, si tratta di un falso ideologico…

miko somma

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libertà di stampa…

impietoso il servizio della grenci sul tg3 basilicata che fotografa, nelle interviste, lo stato di profonda non conoscenza della tematica idrocarburi da parte di ragazzi delle superiori…

non so e non voglio immaginare perché abbia avuto tanta inutile cattiveria nel mostrare quell’ignoranza (libera d’altronde di realizzare ed impaginare come vuole il servizio – ndr si chiama libertà di stampa), ma se quasi sempre sono gli stessi genitori a non sapere, come aspettarsi che poi… siano i ragazzi a dover conoscere?…

e comunque credo sia doveroso cominciare a fornire dettagli cognitivi da parte di chi organizza (se pure li conoscono appieno)…

ed a prescindere da costoro, il gruppo che si occupa della petizione ed io stesso stiamo per mettere in cantiere e realizzare in tempi ristrettissimi un vademecum informativo tale da non cadere più in trappole organizzate…

un ulteriore appunto…questi sono i rischi che si corrono con piazze non organizzate in cui si utilizzano i ragazzi solo come numero, strumentalizzandoli…lo sappiano alcuni pescivendoli…

miko somma

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Comunicato stampa

questo comunicato non è stato inviato al sito istituzionale basilicatanet

 

Tra la sacra piazza, il califfo, i pescivendoli, c’è una petizione che contiene la regione.

Le pulsioni auto-generatesi nella piazza anti-art. 38 di questi giorni sono il sintomo di un malessere di fatto ormai generale sulla questione idrocarburi che non può passare inascoltato da parte degli organi di governo regionale, qualsiasi siano le parole d’ordine, qualsiasi le estemporaneità o le incongruenze politiche che la stessa piazza mostra come ogni piazza che sia popolare, condivisa e coesa intorno ad un tema che non sarà una conferenza stampa ancien règime, riverniciata a casereccio cambiaverso, a sopire, perché sono le ragioni stesse della protesta a superare i dati tecnici e generali sulla situazione petrolio, dati di cui il sottoscritto, con una interrogazione fatta presentare in consiglio regionale, ha finalmente reso auto-edotta una giunta e un presidente che finora parlavano a vanvera.

Ed i dati dicono che, ben oltre le rilevanze economiche che paiono rendere i proventi degli idrocarburi così necessari all’economia regionale (mentre forse più vero sarebbe che è il costo economico di anni di clientele di filiera e sprechi cialtroni ad avere necessità di quei proventi) ridurre a monetarizzazione i dati innegabili di un articolo che “apre” le porte alle trivelle con miglioramenti si ottenuti, ma mutevoli e liquidi nelle previsioni di finanza nazionale e sul principio reso asettico di un “trivello, però vi pago” che farebbe da pretium doloris (e che non tiene conto che a volte esiste anche chi non ha prezzo), è atto democraticamente pericoloso e ben poco lungimirante.

Un atto di pervicacia che se da un lato appare non volere tener di conto che assumere la presidenza di una giunta regionale obbliga anche a non confonderla con un califfato, dall’altro pur dovrebbe aprire la riflessione su quale possa essere il futuro di una regione di cui l’intero territorio sarà condizionato da strategicità, quindi vincolo di destinazione, varianti urbanistiche coatte, quindi sostanziale impossibilità alla programmazione a medio-lungo termine degli enti locali, decretazioni e circolari ministeriali che di fatto assumono da noi carattere di strumento di legge, assoluto condizionamento del nostro territorio a politiche di mercato e finanziarie degli operatori che condizionerebbero non solo il territorio stesso, ma persino le sue finanze, dal momento che l’economia regionale ne sarebbe del tutto condizionata.

E se questa non è una forma di neo-colonizzazione funzionale di un territorio marginale di che format democratico stiamo allora parlando, di che assetto di relazione tra politica locale e popolazione, di che relazione di leale collaborazione tra stato ed autonomie locali? E quale classe dirigente servirà mai per gestire un territorio che di fatto necessiterà più di plenipotenziari delle multinazionali che di politici ed amministratori?

Ovviamente le parole di Pittella e Speranza scavano solchi profondi tra la rappresentazione pur ideale  di una politica al servizio della gente e la realtà che da quell’articolo 38 pende più che minacciosa sulla questione petrolio in questa regione, solchi profondi tra le relazioni personali che non esito a definire di servitù sciocca in un caso e puro conservazionismo di posizione nell’altro e la condizione, sperabile ed auspicabile per chi crede ancora nella politica come strumento di regolazione della vita della comunità, che tanto a Roma, tanto a via Verrastro vi si stia per difendere gli interessi veri della regione e dei suoi abitanti, non per altre ragioni rimescolate ad arte nella solita solfa tutt’appostista che credevamo ormai alle nostre spalle.

E se la storia è quella già vista, altrettanto già vista sarà quel solito scegliersi l’interlocutore con cui far scaramuccia, la piazza pura e le sue pulsioni più facilmente smontabili, scelte con cura tra i significanti adatti allo scopo di stigmatizzare la protesta come il visceralismo anti-moderno che necessita sempre dei suoi “pescivendoli”, magari attendendo un naturale sopirsi delle proteste nel continuo ricorrere alla mobilitazione.

Ma esiste anche altro nella protesta, esiste chi intende la piazza come uno strumento di coesione tra sensibilità differenti che necessitano di raccordarsi intorno a progetti comuni, e non come fine ultimo da devolversi in slogan e fumogeni da stadio per le velleità di improbabili masanielli, esiste chi intende la protesta come il primo segno del risveglio collettivo di una regione che non ne può più di oligarchi, di filiere, di vendite a saldi, di bugie e mezze verità, di paludi, di inefficienze e sprechi, di quell’universo in cui la faccenda idrocarburi è nata e vissuta fino ad ora.

Esiste chi crede che la politica debba ascoltare la piazza e le sue rivendicazioni organizzate anche in forma di una petizione che chiede semplicemente ed a ragion veduta al presidente Pittella di compiere  il suo dovere, rappresentare i cittadini, mediante tre semplici atti, opporsi all’art. 38 nella ragion veduta della lesività nei confronti di prerogative legislative regionali a oggi vigenti costituzionalmente, di fatto riscrivendo la costituzione con leggi ordinarie, bocciare ogni istanza giacente presso la Regione per impedire il suo traslarsi nella disciplina del Titolo Unico al 31/03/2015 e per impedirle tout court, indire al più presto, previa adozione di idoneo strumento legislativo regionale, referendum consultivo su ogni ipotesi di aumenti di estrazioni.

Presidente Pittella, Capogruppo Speranza, la piazza, quella che si denigra quando si vuole negarne la ragione causale, ma quella che si sceglie come interlocutore privilegiato perché la si suppone stadio e poca conoscenza delle cose per meglio disarticolarne le motivazioni, quella piazza, fatta di giovani che però studiano e si informano, di operai che lavorano duro nelle più difficili condizioni o che vorrebbero soltanto lavorare, di pensionati a pochi euro e di famiglie intere, di padri e figli, quella piazza firma a migliaia la petizione che avremo il piacere di consegnarvi per ribadirvi che la regione è dei cittadini e non di un Presidente del Consiglio e dei suoi amici delle multinazionali.

Miko Somma

non possono oppure non potranno dimenticarlo…

le parole di pittella e speranza scavano un solco profondo tra una rappresentazione del pd e della questione petrolio in questa regione, un solco tutto basato su relazioni personali che non esito a definire di servitù sciocca in un caso, puro conservazionismo di posizione nell’altro, ed una posizione sperabile di relazione profonda con gli interessi veri della regione e dei suoi abitanti che si agita nella base, ma che si preferisce far finta non esistere, precipitando la regione in quella che non esito a definire una svendita a saldo…

ma vedremo cosa risponderanno di fronte alle decine di migliaia di firme che gli depositeremo al termine della petizione…sono cittadini lucani che ci mettono il cuore, oltre che la firma e non possono dimenticarselo…o non potranno…

firmate e fate firmare la nostra petizione, quella dei lucani che amano la propria terra!!!

miko somma

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impariamo a riconoscerci prima lucani!!!…

10/11/2014

ciò che a mio avviso andrebbe evitato è l’identificazione della sofferenza petrolio in regione con un partito o peggio con chi lo ha finora votato, non potendone però mai scegliere i rappresentanti nazionali, visto il porcellum (particolare di non poco conto poiché ha selezionato classi politiche del tutto avulse da ogni contatto con la realtà dei cittadini e succubi/complici delle segreterie) ed a volte locali, vista l’antropologia del consenso di una regione dove a prevaler…e nelle scelte sono le relazioni corte e le filiere baronali…

tutto ciò allontana chi in buona fede ha finora espresso le proprie convinzioni politiche, pur non condividendo molte scelte, e divide l’opinione pubblica in buoni e cattivi, categorie divisive, manichee, sanculotte e del tutto forzose che in questo momento non aiutano l’unità di un popolo che deve imparare a coltivarla a partire dal riconoscimento di una istanza locale che è sopra le parti e le a volte strumentali divisioni che si coltivano ancora…

impariamo a riconoscerci prima lucani!!!

miko somma

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mi vorranno scusare i tanti lettori per questa assenza dal blog, ma come potrete capire sono molto impegnato nell’organizzazione della petizione, petizione che marcia con il piede giusto e molto velocemente…domani cercherò di stilare un report numerico e dare delle indicazioni sul prosieguo di questa lotta, cominciando ad indicare i luoghi in cui svolgeremo incontri di conoscenza e diffusione della petizione…

 

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la petizione on-line…

dunque, cercheremo di arrivare un po’ ovunque in regione con la raccolta firme, ma abbiamo pensato che una petizione on-line servisse per i lucani non residenti intenzionati comunque a dare il loro apporto a questa lotta…eccovi il link alla petizione…

www.change.org/p/marcello-pittella-immediata-predisposizione-di-idonei-atti-di-impugnativa-da-parte-della-regione-basilicata-presso-la-corte-costituzionale-avverso-l-art-38-del-decreto-133-2014-nella-sua-conversione-in-legge-meglio-conosciuto-come-sblocca-italia?recruiter=44222830&utm_campaign=twitter_link&utm_medium=twitter&utm_source=share_petition

 

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