e val la pena petrolizzare la nostra economia?…

partiamo da questa notizia…

(ANSA) – ROMA, 27 NOV – Il Wti crolla sotto i 70 dollari al barile sul mercato di Londra. Il greggio americano, sotto l’impatto della decisione dell’Opec di non tagliare la produzione, è sceso fino a 69,91 dollari al barile.

e proseguiamo, come al solito, per gradi…

ora che la tendenza al ribasso o alla stabilizzazione verso il basso del prezzo del greggio (qui si parla ovviamente del greggio americano west texas intermediate, appunto WTI, o texas light sweet, utilizzato come benchmark di riferimento nel mercato) nel prezzo del petrolio sia o meno confermata nel tempo e nelle cause che se alcuni individuano nella sovrapproduzione opec, altri però nella crisi diplomatica con la russia e nella contemporanea sovrapproduzione di shale oil (petrolio da scisto estratto con il famoso fracking, tecnica fortunatamente da noi vietata proprio nello sbloccaitalia) il cui prezzo, tenuto artatamente basso, danneggerebbe le esportazioni e le casse russe, qualche riflessione in salsa nostrana pur occorre farla…

la situazione finanziaria delle royalties (o compensazioni ambientali, cosa che dovrebbe far riflettere questa) precedente all’art. 38 ormai dovremmo conoscerla tutti…la regione ed i comuni lucani incassavano il 7% del valore alla produzione del greggio estratto in basilicata, oltre a quel famoso 3% del bonus idrocarburi derivato dall’art. 45 della legge 99/2009, oggi diventato una social card la cui destinazione ed uso è però ancora da conoscersi, dovendosi attendere le decretazioni inter-ministeriali del caso, nelle misure rispettivamente dell’85% e del 15%, come da norme tuttora vigenti…

ed incassava nello specifico la regione basilicata cifre stimabili in circa 160-170 milioni di euro annui (sui comuni poi dovremmo fare un discorso a parte, facendo viggiano, calvello e grumento la parte del leone in questo capitolo a mio modo di vedere spinoso…ma ora ci allontaneremo troppo dall’argomento che mi preme), condizione questa che ad estrazioni attuali (ricordo che si parla di circa 85.000 barili/giorno, quasi tutti estratti e trattati nella concessione val d’agri, tranne poche centinaia di barili/giorno a pisticci) non muta anche nella novazione giuridica introdotta dal 38, ovviamente però calando la contropartita royalties in rapporto all’oscillazione verso il ribasso anche del prezzo del petrolio estratto in basilicata, che non può non risentire di questo calo, seppur finanziariamente la partita sia differente e risente più della quotazione del brent estratto nel mare del nord…meno valore del petrolio, meno incassi per la regione ed i comuni interessati, quindi, come evidente a chiunque…

ora negli articoli precedenti al 38, si tratta di un ulteriore “beneficio” per la regione sotto forma sia di uno svincolo dal patto di stabilità di 50 milioni di euro (soldi per competenza già nelle casse lucane, però), sia di quel contributo del 30% derivante dall’ires prodotta dalle estrazioni stesse che rimarrebbe alla regione con la clausola non del tutto piacevole di quel “negli obiettivi di finanza generale” e solo per le estrazioni aggiuntive a quella quota di estratto attuale (specificatamente si fa riferimento alle estrazioni autorizzate a partire dal 12 settembre 2013, quindi con evidenza senza riferimento a quanto si estrae oggi e probabilmente anche a ciò che in più si estrarrà dalla concessione val d’agri in rapporto agli accordi del ’98 che fissarono la quota produttiva di 102.000 barili/giorno)…

materia delicata quindi, perché ovviamente si attende anche qui una decretazione che faccia capire chiaramente e senza interpretazioni se quel contributo del 30% dall’ires debba applicarsi a tutte le estrazioni aggiuntive autorizzate (quindi, oltre a quelle aggiuntive fino al raggiungimento dei 102.000 barili per la val d’agri, quindi circa 17.000 barili giorno, anche a quelle della val sauro per circa 50.000 barili/giorno, per un totale di circa 57.000 barili/giorno) o solo a quelle autorizzate dopo la data fissata, cosa questa che di fatto escluderebbe dal computo non solo i 17.000 aggiuntivi dalla val d’agri, ma probabilmente anche quelli dalla val sauro, tempa rossa per capirci, che in realtà sono state autorizzate alla data del 23/03/2012 come da delibera cipe presente in gazzetta ufficiale del 26/05/2012 e di cui riporto la testata e la parte finale decretata…  

cosa questa che ovviamente restringerebbe il campo dell’intervento sull’ires solo e soltanto a nuove autorizzazioni che in punta di logica non potrebbero che essere del tutto nuove rispetto ai volumi estratti e così estraibili in aggiunta e concesse sulla scorta di quanto al successivo art. 38 in tema di titolo concessorio unico…

a ciò deve poi aggiungersi che da nessuna parte è scritto chiaramente quale calcolo vada poi realmente applicato sulla partita dell’ires (imposta sul reddito delle società aliquota 27,50%) dove va a pesare quel 30% di maggiore gettito fiscale devoluto alla regione, potendo per assurdo e data la natura finanziaria di molte compagnie multinazionali che operano nel settore gravare quella percentuale per esempio solo sulla sua addizionale (all’8,5%), in un dettato pratico della legge che sempre e soltanto i decreti attuativi chiariranno in un secondo momento (e qualcuno ricorderà cosa è accaduto con articolo 16 e memorandum, tanto per rinfrescare la memoria) e con linee evolutive sempre in linea però con quegli obiettivi di finanza nazionale che sappiamo essere sempre costretti da leggi di stabilità che devono tenere conto dei decimali per far quadrare i conti pubblici italiani rispetto agli organismi ue…avremo sorprese quindi sui miglioramenti di cui alcuni parlamentari si fanno fregio?…vedremo e spero sinceramente che tutto il paventato non avvenga e rimanga solo materia di speculazione teorica…
ma realmente non era ed è mia intenzione parlare di questo aspetto, quanto, essendo chiara la natura di apripista a nuove concessioni del 38 e costringendosi a guardare la cosa in maniera neutra (cosa che oggettivamente mi è difficile, visto il mio impegno contro ogni ipotesi di ampliamento delle estrazioni, ma a cui mi forzo per amore di ricerca), ciò che emergerebbe in caso di nuove estrazioni e nuovo gettito da royalties e fiscalità generale è la petrolizzazione della finanza pubblica lucana, un evento cioè dove il tradizionale e seppur importante apporto delle royalties (di questo ovviamente parlerò magari in un secondo momento, visto che giocoforza con quei denari si finanziano partite la cui mancanza avrebbe ripercussioni immediate sulla vita dei cittadini, basti pensare alla forestazione ed a tutte le partite assistenziali che vi si giocano, diverrebbe percentualmente sempre più rilevante nel bilancio della regione, ciò evidenziando una dipendenza sostanziale della finanza pubblica proprio dai proventi petroliferi, in un momento di tagli sostanziosi dei trasferimenti nazionali a cui il nostro presidente si è detto inopinatamente e secondo il sottoscritto anche frettolosamente e senza cifra reale di quanto dichiarato detto d’accordo…
in altri termini, le maggiori entrate rischiano di essere assorbite dai tagli e dalla necessità di tenere in piedi un collante sociale che rischierebbe purtroppo senza le partite assistenziali attuali di crollare, trascinando con se l’intera regione come struttura sociale ed amministrativa, nonché i suoi cittadini, di cui sono molte le migliaia che dipendono proprio da quelle partite…
ma petrolizzare la finanza pubblica comporta la sua esposizione ai capricci di borsa, incidendo le quotazioni proprio sulle partite in entrata, sia su quelle dirette, le royalties che ovviamente risentirebbero proprio di cali delle quotazioni (cosa che sta già avvenendo e che in breve temo porterà a visibili cali in ingresso), sia sulle partite indirette (la fiscalità generale traslata su quel 30% di ires) il cui ammontare è calcolato sul reddito delle società che in un clima di calo del prezzo vedrebbero calare anche le loro partite attive, così calando il totale sul quale incide l’ires stessa…
in poche parole ed a puro titolo di esempio, dato 100 euro il valore prodotto dalle compagnie all’ente regione basilicata andrebbero  7 euro (più 3 della social card di cui appunto ancora non sappiamo la destinazione e l’uso) meno il 15% di quei 7, che finirebbe ai comuni interessati direttamente da pozzi (della cui capacità di spesa e di solidarietà su quei fondi ci permettiamo di dubitare fortemente, come insegna appunto viggiano e le decine e decine di milioni in cassa mai impegnati per progetti comuni alle altre municipalità della valle dell’agri), quindi 5,95 euro, ai quali si sommerebbe il 30% dell’ires per una cifra che ovviamente va depurata di tutta una serie di eventi contabili in detrazione del suo calcolo, ma che presuntivamente potremmo calcolare, dato il 18% medio di utile netto delle società del settore sul quale opera l’ires (come da dati assomineraria), in circa il del 30% di quel 27,50% di quel 18% in 1,485, ben poco quindi se sviluppiamo i calcoli reali…fate pure da voi i calcoli applicando il 18% di 100, dividendo quanto ottenuto per il suo 27,50% ed infine ancora per il suo 30%…e naturalmente solo sulle nuove estrazioni…tutto ciò porta quindi l’incasso regionale, proseguendo  l’esempio ad euro 7,435…e ci pare ben poca cosa…
ora aggiungete che in caso di cali del prezzo del petrolio tale somma cala ancora, esattamente come aumenta in caso di aumenti della quotazione, ed otterrete la sottoposizione alla quotazione finanziaria (e così alla speculazione conseguente) di quanto la regione può mettere a bilancio, in un clima quindi di totale incertezza che non aiuta certo la programmazione economica che ha necessità di costruirsi su cifre certe…
ed a voler peggiorare il quadro, pensate solo che accadrebbe in caso di una conversione in forma di bond (fa parte del programma del presidente, ma il progetto viene da lontano e fu agitato da un emissario di passera che agisce ancora nella regione) anche solo di una parte di quelle risorse…
si chiama dipendenza dal mercato finanziario, una cosa che visti i precedenti anche recenti, non mi pare una buona strada che una regione possa seguire…
elucubrazioni di un complottosta?…beh, giudicate da voi, cari lettori…
miko somma
p.s. come al solito scusate la fretta con cui scrivo e gli eventuali errori dattilografici che ne sono ovvia conseguenza…

 

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una intera regione…

c’è una intera regione pronta a mobilitarsi contro il 38 e l’arrivo dei titoli concessori unici…non perdiamo l’occasione storica di tenerla unita e coesa per qualche bandierina di partiti e movimenti politici che tentano di intestarsi palchi e piazze…

miko somma

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dopo le accuse di presunti “regali eni”, il comunicato del parco…

in merito ad un articolo apparso sul quotidiano on-line basilicata24 nel quale il giornalista (o presunto tale) denunciava di buoni benzina concessi gentilmente da ENI all’ente parco ed all’arpab, ingenerando sospetti di regalie che in qualche modo avrebbero “ammorbidito” le posizioni dei due enti (l’uno il parco, di carattere nazionale, come da legge che lo istituisce, l’altro a carattere regionale) rispetto alle attività della compagnia, ricevo il comunicato stampa dell’ente parco a cui io stesso ho segnalato l’articolo, invitandoli a spiegare quanto riportato dal “giornalista” molto vicino a fratelli d’italia ed al loro stile pecoreccio di fare politica usando tutto ed il contrario di tutto (compreso oggi la questione art. 38) e volentieri pubblico perché i lettori possano farsi una opinione coerente tra le due versioni (dell’arpab e delle sue versioni non so)…così pubblico l’articolo al link http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/carburante-arpab-ente-parco-val-d%E2%80%99agri-offre-eni-15754.php ed il comunicato in calce…

aggiungo infine che, non conoscendo i fatti in questione, ovviamente non sono in grado di esprimere giudizi, ma in caso le “rivelazioni” contenute nell’articolo non fossero reali (se lo fossero poi andrebbero appunto palesate, come spero possa accadere in sede di giudizio, e naturalmente aprirebbero altre questioni di merito rispetto alle attività dei due enti) saremmo di fronte all’ennesimo caso di pessima informazione “urlata e titolistica”, dal vago sapore “boia chi molla”, che fa male non all’ente e neppure al giornale, quanto alla serenità di giudizio che tutti dobbiamo mantenere sulla questione petrolio&affini per essere realistici e cercare di risolvere i problemi concreti, anche e soprattutto nel corso di una battaglia che in questi giorni ci vede tutti (o quasi tutti), compreso il sottoscritto che come al solito non si risparmia affatto, coinvolti per tentare di fare corpo unico e coeso di una intera popolazione contro l’art. 38 e le mire di “petrolizzazione” ormai credo evidenti anche a chi, anni fa, neppure vedeva il problema, accusando il sottoscritto di un eccesso di allarmismo, oggi purtroppo palesatosi drammaticamente in una legge assurda ed antidemocratica, l’intero corpo del decreto legge convertito, ed in una serie di articoli dedicati alla nostra regione o meglio a cosa il suo sottosuolo contiene… 

COMUNICATO STAMPA (dell’ente parco nazionale dell’appennino lucano)

L’ENTE PARCO RISPONDE ALL’ARTICOLO DI BASILICATA24.IT SU ENI E CARBURANTE

Marsico Nuovo 27/11/2014– In merito all’articolo apparso oggi sul quotidiano on line Basilicata24.it, a firma del giornalista Giorgio Santoriello, dal titolo “Carburante, per Arpab e Parco Val d’Agri ‘offre’ Eni”, si precisa che l’Ente Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, come tutti gli enti della pubblica amministrazione, effettua i propri acquisti servendosi della centrale Consip che, come ben noto, prevede procedure d’acquisto standardizzate e controllate.

L’importo relativo all’acquisto di carburante, riportato nell’articolo, è relativo a forniture regolarmente acquistate secondo i criteri di legalità e trasparenza a cui la pubblica amministrazione deve attenersi, e in nessun modo è frutto di regali da parte dell’Eni, come invece si evince dalla lettura dell’articolo. Si precisa inoltre che le forniture di carburante di che trattasi, vengono impiegate per i mezzi dell’Ente e per quelli del Corpo Forestale dello Stato, il cui CTA composto da ben nove  comandi stazione, è preposto alla salvaguardia e alla tutela del territorio del Parco.

Le spese effettuate dall’Ente sono facilmente verificabili dalla documentazione contabile sottoposta, peraltro, a controllo regolare da parte dei revisori dei conti.

Si stigmatizza, pertanto, l’inopportuno attacco mediatico da parte della testata giornalistica ai danni dell’Ente Parco e dei suoi dipendenti a tutti i livelli, che rigettano come falso e pretestuoso, ancorché calunnioso, il riferimento a “regali ufficiali e non, fatti da Eni e Total”.

A tal proposito si fa notare la scarsa conoscenza della materia amministrativa da parte del giornalista estensore dell’articolo, considerato che in nessun modo la legge prevede “regali ufficiali” da parte di alcunché verso dipendenti, dirigenti o responsabili della pubblica amministrazione.

L’Ente Parco fa sapere di aver dato già mandato all’avvocatura dello Stato di valutare eventuali azioni legali avverso la testata, al fine di tutelare l’Ente e salvaguardare la dignità e la correttezza delle persone colpite.  

Ufficio Stampa

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