risarcimento…

(ANSA) – POTENZA, 25 FEB – Ventidue fra amministratori e consiglieri regionali della Basilicata in carica fra il 2009 e il 2010 sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire circa 196 mila euro di danni prodotti in seguito all’uso indebito di fondi per spese di rappresentanza. Nella sentenza, la Corte ha scritto che l’esame dei documenti di spesa ha fatto ritenere “provata l’esistenza di un diffuso malcostume da parte dei consiglieri regionali”. Risarciranno anche Pittella (6.319 euro), De Filippo e Folino.

sentenza della sezione giurisdizionale della corte dei conti di potenza n°8167 del 24/02/2015

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(ANSA) – POTENZA, 25 FEB – Il Comune di Potenza intitolerà una strada a Faustino Somma, “imprenditore di livello nazionale a servizio della Basilicata e di Potenza”, morto lo scorso 13 agosto. Lo ha reso noto l’ufficio stampa specificando che “la decisione è stata presa dal Consiglio Comunale che approvato a maggioranza, con il solo voto di astensione di Francesco Flore (Scelta civica), un ordine del giorno presentato dal consigliere Gianpaolo Carretta (Pd) fatto proprio dal sindaco, Dario De Luca”.

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se questa è democrazia…

…dice la serracchiani (ma la ricordate quando faceva fuoco e fiamme?) che “Ci sono tutte le condizioni per arrivare a un intervento del Governo sulla Rai….anche con il Parlamento se ci saranno le condizioni”… Serracchiani ha ricordato che “non spetta al Presidente della Camera dire se ci siano i requisiti di urgenza”
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se questa è democrazia…spero che i parlamentari, soprattutto quelli del pd, ritrovino un sussulto di orgoglio e blocchino questo modo scellerato di condurre il paese verso un surrettizio cambio della forma di governo

miko somma

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pirogassificati?…ma anche no…

ed a proposito di pirogassificatore a metaponto (una zona dove ben altro si fa, si dovrebbe e potrebbe fare con maggiore intensità di investimento e cura del territorio e delle sue reali potenzialità) e di un piano rifiuti che prima ancor di esistere già si dispone per impianti in via di autorizzazione, vi riporto l’incipit ed una foto emblematica di questo articolo dell’amico e compagno nino carella, con cui condivido molte critiche a questo assurdo sistema regione/nazione, invitandovi a leggere il tutto all’indirizzo https://democraziaesviluppo.wordpress.com/2015/02/25/verita-e-minacce-unaltra-piccola-storia-ignobile/

Verità e Minacce: un’altra piccola storia ignobile

  • Una società lucana, la “Lucania Ambiente s.r.l.”;
  • Il progetto di costruire a Bernalda (MT), nella stessa zona in cui altri lucani cercano di imporre una diversa e incompatibile prospettiva di sviluppo, un pirogassificatore;
  • Cittadini allarmati da una delibera della Regione, datata 12.12.14 che parrebbe autorizzare il progetto;
  • Un’assemblea di cittadini per informare, confrontarsi, decidere eventuali azioni.

Sono questi gli ingredienti, ben riassunti dettagliatamente in questo post meglio di quanto potrei fare io, di un’altra piccola storia ignobile lucana.

Quel che manca è il tassello finale: la società su indicata, indispettita dal movimento dei cittadini, prende carta e penna ed invia singolarmente agli intervenuti e agli attivisti dei “4 comitatini” di renziana memoria (oltre che ad alcuni amministratori pubblici non allineati), una minacciosa lettera.

Che è questa:

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La società insomma, indignata per le notizie circolanti, piuttosto che gettare acqua sul fuoco, fornendo magari le spiegazioni che cittadini impauriti richiedono ad Istituzioni sempre più sbiadite, che fa? Alimenta la fiamma, minacciando non meglio precisate azioni presso non meglio identificate sedi competenti. Invia quindi la missiva a casa di ciascuno, con tanto di indirizzo personale; dimostrando così di sapere dove abita ognuno di loro.

Non entro nel merito della questione in sé, riservandomi di approfondirla.

Rilevo invece e denuncio che nessuna società commerciale, che nel nostro ordinamento nasce ed esiste solo per far soldi, dovrebbe permettersi anche solo di pensare di mettere a tacere chi fa libera informazione o organizza resistenza alle violenze rilevate o minacciate (valutate secondo il proprio insindacabile metro di giudizio) contro il territorio e contro la propria idea di sviluppo sostenibile….(continua al link)

e preannuncio che a breve interverrò sulla questione!!!

 

 

 

 

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certi affari son come il nazareno…

ansa – Il Cda di Mediaset ha dato il via libera alle condizioni dell’offerta della controllata Ei Towers su Rai Way “per costruire un’aggregazione nazionale dell’infrastruttura di trasmissione televisiva“. Mediaset pertanto voterà a favore di una proposta di aumento di capitale nell’ assemblea di Ei Towers prevista il 27 marzo.  L’offerta di acquisto e scambio riconosce ai soci di Ei Towers una componente in contanti di 3,13 euro e 0,03 azioni ordinarie Ei Towers di nuova emissione.

La parte cash corrisponde al 69% della valorizzazione di ogni titolo della società delle torri della Rai. La componente azionaria il restante 31%, spiega una nota emessa dopo il board di Ei Towers cha ha approvato all’unanimità l’operazione. Il pagamento della componente in contanti è integralmente garantito da un primario istituto di credito internazionale che concederà a Ei Towers il finanziamento per il pagamento. A sostegno dell’offerta di scambio Ei Towers ha convocato un’assemblea il 27 marzo per un aumento di capitale. L’opas partirà dopo quella data ed avrà una durata tra i 15 e i 40 giorni e dovrebbe concludersi comunque entro l’estate.

Nello spiegare le ragioni dell’operazione Ei Towers parla della “creazione di un operatore unico delle torri broadcasting” per “porre rimedio all’attuale situazione di inefficiente moltiplicazione infrastrutturale dovuta alla presenza di due grandi operatori sul territorio nazionale”. La società delle torri del gruppo Mediaset assicura in ogni caso che “continuerà a garantire l’accesso alle infrastrutture a tutti gli operatori televisivi” e “aprirà sempre più la propria infrastruttura, in prospettiva agli operatori di Tlc”.

Dati gli obiettivi di una piena integrazione industriale di Ei Towers con Rai Way, l’offerta – chiarisce la nota – ha l’obiettivo di revocare le azioni di quest’ultima dal listino di Piazza Affari (dove Rai Way è stata da poco quotata), o l’acquisto di una partecipazione che rappresenti almeno 66,67% del capitale sociale.

Mediaset: in Borsa +1%, volano Ei Towers +6% e Raiway +16% – Mediaset si porta sugli scudi a Piazza Affari, in rialzo dell’1,10% dopo l’annuncio dell’opas lanciata dalla controllata Ei Towers su Ray Way, che balza del +16,27 a 4,31 euro portandosi così vicina alla valore dell’operazione (4,5 euro per azione). La società delle reti di trasmissione del Biscione guadagna invece il 6,3% a 48,5 euro.

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colpevole rimborso…

sentenza della sezione giurisdizionale della corte dei conti di potenza (n°8167 del 24/02/2015), colpevole di avere illecitamente percepito come rimborso 6.319 euro…

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l’opportunità di una scissione del pd…

L’opportunità di una scissione del pd

L’evidenza politica di un blocco perdurante nella politica italiana ruota da oltre un anno intorno ad una figura detestabile, quella di un piccolo dittatore senza freni morali alle sue smodate ambizioni, e di un altrettanto detestabile partito gelatinoso i cui margini di appartenenza paiono essere del tutto slegati da qualsiasi formula di idealità. Stiamo ovviamente parlando di Matteo Renzi e di quello che sempre di più è il “suo” pd, rieditando nella sua gestione formule proprietarie che già furono di Silvio Berlusconi e diktat imposti attraverso una buona conoscenza delle alchimie di tifoseria, conformismo e paura di non essere riconfermati in ruolo che paiono essere le sue chiavi di volta nella costruzione di un partito plebiscitarista più a misura dei suoi progetti che di ciò che ci si attenderebbe dalla politica, il dialogo e la condivisione nella libera pluralità delle opinioni.

Il punto è che il vincitore delle primarie, quindi il segretario di un partito ha imposto se stesso come continuazione di una formula di governo ideata dall’ex presidente della repubblica Napolitano ed a lui particolarmente cara, sovvertendo ognuno dei principi che pure erano stati alla base di quella scelta operata all’indomani dello stallo in Parlamento derivante da una sostanziale non-vittoria del pd alle elezioni del febbraio 2013, la governabilità del paese nonostante i numeri a disposizione, e lo ha fatto nella maniera violenta che tutti ricordiamo. I numeri interni al pd gli davano ragione e Napolitano gli dette ragione, nominandolo premier e inaugurandosi così una stagione di sfregi al Parlamento che trasforma da un anno ogni giorno la forma di governo del paese in un premierato forte senza alcuna regola.

Un premierato forte che, in attesa della conclusione dell’iter legislativo di modifiche costituzionali che sembrano avere quell’unico fine ed in attesa di una legge elettorale costruita su misura degli interessi di confermare il Parlamento come “camera di assenso” ad una tendenza decretativa che diviene improprio strumento di legislazione, si fonda ad oggi sul ricatto che si opera su deputati e senatori pd attraverso il mantra recitato dalla parola unità, che declinata caso per caso molto più spesso è il significante della continuità delle singole postazioni che il significato di una comunanza di intenti.

La parola unità cioè è stata la foglia di fico utilizzata per coprire la sostanziale dittatura renziana nel partito e lenire in forma di auto-medicamento la sofferenza di una componente ancora determinante dello stesso, impropriamente definita sinistra dem, se non nei numeri dell’assemblea nazionale, nei numeri in Parlamento in rapporto alla continuazione sia delle riforme costituzionali, sia del percorso della legge elettorale dopo la rottura del Patto del Nazareno, In altri termini oggi quei deputati e senatori pd servono più che mai per garantire una sopravvivenza del governo, non avendo Renzi la matematica certezza di un rientro al suo talamo di un Berlusconi ormai alle prese con una guerra interna al suo partito che ne mina i numeri in soccorso di una maggioranza che sul nome del Presidente della Repubblica ha rotto lo stesso patto.

Ma Renzi, dopo l’elezione del Presidente, più che aver fatto tesoro degli eventi e giocare così a ricompattare il partito attraverso una riduzione del suo ingombrante peso decisionale, lasciando spazio alla rappresentanza parlamentare, spinge sempre più sull’accentuazione di questo tratto monocratico, determinando sui decreti delegati al cosiddetto jobs act una ulteriore forzatura che pone questa volta però la minoranza dem di fronte ad un bivio non più ignorabile, avendo di fatto “toccato” violentemente e spudoratamente un tratto genomico alla sinistra, una certa visione del mondo del lavoro che, pur limitata dalla mediazione, si era affermata nei lavori delle commissioni parlamentari e nelle indicazioni che ne erano scaturite da riportarsi o di cui tenere conto all’interno dello spazio aperto che la legge delega affidava ai decreti attuativi.

Renzi ancora una volta rompe ogni patto, ma questa volta pone la sinistra dem di fronte ad un bivio non eludibile, poiché appunto sul lavoro e sulla sua regolamentazione si gioca una partita di identità dai toni significativi, una visione del mondo non ricomponibile in alcun appello all’unità, e non certo un semplice tassello di legislazione da digerire in nome di un interesse ulteriore, sia esso la bieca propria sopravvivenza personale almeno fino al 2018 o un più generale interesse a fare il modo che sui numeri del pd “tenga” il paese.

Il bivio cioè è oggi evidente nella sua biforcazione alla sinistra dem, e che ci sia giunti attraverso la volontarietà della provocazione continua del premier e del suo governo per mettere fuori dal partito ogni opposizione interna e così inseguire liberamente un progetto di partito-nazione che si palesa sempre più come una grande democrazia cristiana dopo gli ingressi della pattuglia ex scelta civica, o attraverso la semplice boriosa pervicacia caratteriale di uno “spadroneggiatore” e dei suoi accoliti che non trova più limiti, il punto oggi è che alla sinistra dem non resta che lo strumento della scissione per praticare una sopravvivenza della stessa idea di sinistra moderata che sarebbe irresponsabile far perire nella melma interna ad un partito democratico che nell’idea di Renzi non è un partito di sinistra.

In altri termini non ci sono più margini di trattativa o di dialogo, potendosi semmai discutere solo di tempi e modi in cui operare una scissione senza danneggiare il paese.

E se ciò può avvenire in molti modi, praticando una scissione secca, ma ricomponibile in una partecipazione a seguire ad un governo che “ritorna” dal Presidente della Repubblica e che deriva ipse facto dai numeri sottratti alla maggioranza dalla stessa scissione e dalla volontà di ricomporre un nuovo quadro di governo, o attraverso scissioni “federate” che servano a ricomporre in primis quei quadri di dialogo e partecipazione a sinistra che geneticamente le sono necessari per potersi ancora definire tale, il nuovo punto di gravità operativa ed agibilità politica che ne deriverebbe sarebbe assicurato proprio dai numeri parlamentari che oggi questa scissione può sottrarre al governo, così da determinare o una necessità per Renzi di salvare il suo governo con aperture fattuali a sinistra o di svelare un tratto di inconciliabilità genetica con la sinistra di cui il Presidente della Repubblica non potrebbe non tenere di conto nell’analisi della continuità di uno schema di governabilità del paese che non è stata opera sua ed il cui giudizio potrebbe non essere coincidente con la “necessità” individuata dal suo predecessore.

In sostanza che una scissione possa condizionare Renzi nella sua opera di governo, limandone le asperità ultra-liberiste e la relativa demagogia con la necessità di trovare sostegni reali e programmatici a sinistra, o che si mandi in crisi lo schema delle larghe intese, forse ritornando ad un voto che oggi più che mai appare necessario per ridare base di volontà popolare espressa in Parlamento al terzo governo consecutivo non direttamente sostanziato dalla stessa volontà popolare, una scissione nel pd è oggi più che mai necessaria per impedire una deriva liberista e semi-autoritaria che appare sempre più chiara.

Praticarla salva il paese, costruirla nelle sue basi teoriche aiuta a ritrovare ragioni che non siano più l’odiosa “necessità” che ha generato i mostri democratici di Matteo Renzi e delle sue scalate senza numeri elettorali, ma la sostanziale volontà di ricominciare a chiedersi insieme non se abbia senso ancora una sinistra nel XXI secolo, ma come e dove una sinistra nuova serve a dare un senso a questo secolo in questo paese, offrendo una opportunità di fuoriuscire dai pensieri unici.

E serve farlo ora, a Roma o nei territori la si praticherà di fatto con la costruzione di altre soggettività politiche.

Miko Somma

 

  

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un altro grande che va…

(ANSA) – MILANO, 21 FEB – Il regista Luca Ronconi è morto questa sera al Policlinico di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni. Nato l’8 marzo 1933 avrebbe compiuto fra pochi giorni 82 anni. Dal Piccolo teatro di Milano fanno sapere che domani, con le persone che gli sono più vicine, saranno concordati i modi più giusti per onorarlo. Ronconi da tempo aveva problemi di salute e da alcuni giorni era in ospedale per complicazioni probabilmente legate al virus influenzale.

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stupisce…

21/02/2015

stupisce che nessun politico europeo si sia sentito in dovere di dire qualcosa sull’infamia di qualche centinaio di dementi a roma…la barcaccia e roma sono patrimonio di tutti…

miko somma

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l’unità con le terga…

21/02/2015

ora è il tempo della scissione per condizionare a sinistra renzi…e se qualcuno vi dice di no, che l’unità è un valore – beh chiedetevi prima chi è costui e quale posto occupa in parlamento, in un consiglio regionale o anche comunale, poi che cosa ha da guadagnare costui nel ratificare questa strana unità con le terga a disposizione del “principe” di pontassieve…

miko somma

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altri 5 milioni buttati nei derivati…

premettendo che conosco bene la persona da anni ed anni e che si tratta di una persona che io reputo intelligente e preparata (vi stupisce che io possa considerare tale un consigliere regionale lucano?…beh, effettivamente è proprio una cosa che stupisce, ma consolatevi con il fatto che è uno dei pochissimi che stimo almeno per la competenza, poi se volete possiamo anche fare i nomi dei tanti che disistimo in parte o del tutto, ma è appunto altra storia…), ora che io debba associarmi politicamente ad una nota di michele napoli, forza italia, riconoscendone il valore di denuncia che persegue da molti anni su questo “spinoso” argomento dei due contratti in derivati sottoscritti dalla regione, è cosa che farebbe sorridere chiunque, ma questa pare essere la cruda realtà sulla quale nessun “governativo” di questa, come della precedente consiliatura, si sente in dovere di dire alcunché, ma leggiamo la nota…

Operazione ‘derivati’, Napoli: persi nel 2014 oltre 5Mln

21 febbraio 2015, 10:08

“Una perdita gravissima” è il commento del capogruppo di Fi il quale ha sollecitato la Giunta a sottoporre i due contratti in derivati, attualmente in corso, a perizia tecnica che ne individui eventuali violazioni di legge o anomalie

(ACR) – Per l’ “operazione derivati” la perdita per la nostra Regione nell’anno 2014 è stata di ben 5.141.095 euro, mentre dal 2006 ad oggi è stata di 32.284.839 euro. Il dato è stato reso noto, conformemente a quanto prescritto dalla legge, dall’Ufficio Risorse Finanziarie e Bilancio della Giunta su espressa richiesta presentata dal capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli ed è riportato anche nel consuntivo relativo all’esercizio 2014.

quindi finalmente per la prima volta si ammette con nettezza una enorme perdita finanziaria che, oltre l’enorme ammontare storico, in questo solo anno difficile, sottrae cifre importanti altrimenti destinabili ad interventi per lenire il disagio economico dei tanti lucani che hanno perso il lavoro, di quelli che non lo hanno mai avuto neppure o di quelli che non lo avranno mai…eppure la questione è nota ormai da anni e di questo occorre riconoscere merito a napoli che sin dai tempi della presidenza de filippo conduce questa battaglia… 

“Una perdita gravissima – è il commento di Napoli – alla luce della banale considerazione che con il passare degli anni diminuisce la quota di capitale del mutuo a copertura del quale furono originariamente stipulati dalla regione i contratti in derivati. Le perdite, in futuro, derivanti alla Basilicata in virtù degli ‘swap’ (un meccanismo definito da ‘roulette’, vale a dire se i tassi di interesse salgono la Regione ci guadagna se scendono, come è accaduto e come hanno previsto analisti ed esperti, la Regione ci rimette)  non potranno che essere sempre più severe alla luce della sempre maggiore diminuzione dei tassi di interesse disposti dalle autorità monetarie. L’indebitamento – evidenzia il capogruppo di Fi – è nei confronti di diversi istituti di credito (Dexia Crediop spa e Ubs Investment Bank), tra l’altro, senza indire una gara d’appalto per scegliere le offerte più vantaggiose con il risultato che la Regione ci ha già rimesso una cifra altissima”.

sul punto in questione del contratto stipulato dalla regione torno a breve…

Prosegue, intanto, in tutta Italia, la tendenza alla cancellazione di tali operazioni da parte delle amministrazioni locali – spiega il capogruppo di Fi -. A riferirlo è la dott.ssa Maria Cannata, capo della direzione del Debito Pubblico del Ministero dell’Economia, nel corso della recente audizione in Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, che ha registrato nello scorso anno l’estinzione da parte di pubbliche amministrazioni di ben 16 contratti in derivati, per complessivi 1 miliardo e 253 milioni di euro. Dal 2008, quando, cioè, è stato introdotto il divieto di sottoscrivere nuovi contratti per regioni ed enti locali, ha aggiunto Cannata, sono stati chiusi anticipatamente o scaduti 947 contratti di swap con un nozionale iniziale complessivamente cancellato di circa 16 miliardi di euro”.

credo sia del tutto inutile descrivere cosa siano i derivati e cosa sia lo swap, dopo tante denunce nel paese che hanno indicato la tossicità di questi odiosi strumenti finanziari che pure sono stati sponsorizzati da una intera classe dirigente, preda di una stramba deriva finanziarista che ha prodotto danni incalcolabili, perché non solo patrimoniali, quanto piuttosto perché vi è stata negli anni passati una cessione di sovranità politica al mercato finanziario, nell’ideologia assurda (e che per alcuni versi continua ancor oggi) che esso avrebbe corretto da sé le sue storture  sulla base di meccanismi che mai nessuno ha indicato (forse perché appunto non ve ne erano), ma nel nostro paese si interviene da tempo per correggere questa stortura

“Una soluzione che, a dispetto di quanto avviene nel resto del Paese, con ben 9 Regioni che hanno avviato le procedure per l’operazione “taglia-derivati” – afferma ancora il capogruppo azzurro – la Giunta regionale non ha mai inteso adottare, nonostante l’invito in tal senso espresso dal Gruppo consiliare di Forza Italia e formalizzato attraverso la presentazione di una mozione e di una interrogazione. Abbiamo anche sollecitato la Giunta a sottoporre i due contratti in derivati, attualmente in corso, a perizia tecnica che ne individui eventuali violazioni di legge o anomalie e commissioni non comunicate alla Regione; a richiedere alla filiale di Potenza della Banca d’Italia la comunicazione dei dati relativi al valore di mercato negativo registrato dalla Regione per l’operazione finanziaria in derivati fin dal momento della stipula della stessa; ad agire in via di autotutela per l’annullamento degli atti amministrativi in forza dei quali si sono stipulati i contratti”.

e siamo finalmente arrivati al punto…due sono i contratti di cui poco si sa ed ancor meno è stato finora comunicato, due contratti stipulati con due istituti finanziari esteri Dexia Crediop spa e Ubs Investment Bank, ma attraverso broker italiani che pure hanno un nome e cognome ed avevano referenti presso gli uffici della regione basilicata, perché generalmente operazioni simili avvengono in un’interfaccia che risiede proprio in rapporti diretti di un broker con qualche dirigente che a sua volta e per motivazioni che qualsiasi lettore non avrà difficoltà a percepire nelle motivazioni,  “convince” il politico di turno della bontà di operazioni finanziarie del genere (e il politico in genere neppure le comprende, ma si limita ad assentire o perché facente parte di un gruppo “sensibile” alle tematiche proposte o perché è proprio un cretino che si fa “infaloccare” dalle promesse di un futuro radioso che quei contratti avrebbero consentito)…quindi il punto è questo…

ma nell’attesa che finalmente si conoscano nomi e cognomi dei protagonisti di questa sciagurata faccenda (e, pur conoscendoli, pregherei però il consigliere napoli di farli con chiarezza perché la gente sappia con chi si ha a che fare nei nostri uffici pubblici), perché il presidente pittella nulla ha fatto finora perché, nelle more di una cancellazione/annullamento il cui esito è però di difficile previsione (napoli propone tre vie, tutte praticabili a mio avviso, ma di cui non vi è certezza assoluta), si cominci a mettere fine a questo capestro finanziario che sottrae risorse al bilancio regionale altrimenti utilizzabili?…forse perché in qualche modo anch’egli appartiene a quella filiera che crede che dietro la finanza vi sia qualche panacea o dio misericordioso nascosto o semplicemente alla filiera, altrettanto dannosa, di quelli che si fanno infarloccare, perché se è chiaro che la responsabilità della stipula dei contratti non è la sua, è pur vero che oggi egli è il presidente della regione ed ha il dovere morale e legale di intervenire in merito e di smetterla di eludere il problema con le sue stolte chiacchiere che vogliono condurre l’attenzione generale sempre altrove…

presidente, lei DEVE intervenire su questa faccenda!!!…anche se dietro tutta questa storia ci fosse qualche linea di contatto non proprio ortodossa della politica di ieri e di oggi con qualche finanziere d’assalto che in questa regione proprio non dovrebbe metterci piede!!!…     

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