aria di crisi?…

ansa – Il capogruppo del Pd Roberto Speranza ha annunciato le proprie dimissioni all’Assemblea del deputati Pd. Sulla riforma elettorale “c’è un profondo dissenso”.

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bene roberto, stai guadagnando punti di stima dopo l’incidente pre-primarie…e non sono solito concederla facilmente, come pure saprai…

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capire certe vocazioni…

15/04/2015

quando scopri che il poliziotto autore del commento “lo rifarei” sull’irruzione alla diaz ha votato pd, capisci del tutto la vocazione maggioritaria di veltroni ed il partito della nazione di reichlin…

miko somma

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indurirsi…

15/04/2015

forse “indurirsi” un po’ sulla faccenda petrolio, magari recependo una parte delle proposte della petizione popolare consegnata al consiglio regionale e magari qualche parte delle proposte che da anni faccio sul tema (compresa la proposta di modifica del’art. 45 della 99/09, il bonus idrocarburi per intenderci), avrebbe magari anche aiutato i sindaci della val d’agri a non essere presi in giro da eni sul lavoro e sul gas ai residenti…che ne dice presidente?

miko somma

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come ti cambio forma di governo con legge ordinaria…

vi riporto dal link del www.manifesto.info questo fin troppo chiaro articolo a firma di andrea fabozzi che intervista il professore d’alimonte, gran consigliori di renzi nella prima tranche del patto del nazareno, che spiega chiaramente ciò che fino ad ora è stato sempre negato dagli estensori e supporter di questo “schifo” di legge elettorale (e come volete la si possa definire una legge elettorale che cambia per via ORDINARIA la forma di governo del paese?)…e contrariamente a quanto faccio di solito, vista l’importanza di quanto dichiarato e raccolto, per motivi di maggiore chiarezza della lettura riporto qui, non rimandando al link specifico che comunque indico http://ilmanifesto.info/il-padre-dellitalicum-e-elezione-del-premier/, l’interezza del suo contenuto…mi vogliano scusare i compagni del manifesto e l’autore dell’articolo di questa appropriazione, ma ritengo l’argomento troppo importante per rischiare che nel salto al link qualcuno dei miei lettori si faccia prendere magari da pigrizia

 

Il padre dell’Italicum: è elezione del premier

—  Andrea Fabozzi, ROMA,

Legge elettorale. Il professor D’Alimonte, che ha consigliato Renzi al momento del primo patto del Nazareno, ascoltato in commissione alla camera riconosce quello che il Pd nega: con la riforma del sistema del voto cambia anche la forma di governo

Vee­mente con­tro i cri­tici, spe­cie gli edi­to­ria­li­sti del Cor­riere ai quali non piace molto l’Italicum, pole­mico anche con i depu­tati della mino­ranza Pd ai quali rim­pro­vera l’incoerenza. In com­mis­sione affari costi­tu­zio­nali alla camera, ieri, è stato il poli­to­logo Roberto D’Alimonte il pro­ta­go­ni­sta del primo giorno dedi­cato alle audi­zioni di «esperti» (ma si è visto anche Fran­ce­sco Sto­race) sulla legge elet­to­rale. Del resto è stato lui a con­si­gliare Renzi, quando si trattò di tra­durre in for­mula il «patto del Naza­reno». Poi, nel corso dell’anno tra­scorso dalla prima appro­va­zione della legge alla camera, il pro­fes­sore della Luiss ha tro­vato qual­che difetto alla pro­po­sta: non gli è pia­ciuto che sia stata ridi­men­sio­nata a legge elet­to­rale della sola camera e non gli piace il mix di plu­ri­can­di­da­ture bloc­cate e pre­fe­renze, lo con­si­dera un «brutto pastic­cio». Ma ieri, con verve ren­ziana, il pro­fes­sore ha difeso la sua crea­tura dalle cri­ti­che della poli­tica e dell’accademia. E ha riven­di­cato il colpo grosso: «Sì, avremo l’elezione diretta del pre­si­dente del Consiglio».

La vera riforma delle isti­tu­zioni, ecco l’ammissione, sta cioè nella legge elet­to­rale e non nella revi­sione costi­tu­zio­nale par­cheg­giata al senato. E ci sta nean­che troppo nasco­sta, visto che il bal­lot­tag­gio tra le prime due liste è «il cuore della pro­po­sta», come cer­ti­fica il pro­fes­sore. Pec­cato però che l’Italicum pro­ponga un bal­lot­tag­gio tra liste e che la stessa legge ipo­cri­ta­mente pre­veda (arti­colo 2 comma 8) che «restano ferme le pre­ro­ga­tive del pre­si­dente della Repub­blica», al quale spetta di nomi­nare il capo del governo. E così, dopo la porta aperta dall’indicazione del nome del capo par­tito sulla scheda, la modi­fica «impli­cita» della forma di governo può dirsi com­piuta. E riven­di­cata, pro­prio quando l’ultrarenziano capo­gruppo Pd in com­mis­sione Ema­nuele Fiano tenta di spie­gare che «non c’è modi­fica della forma di governo per­ché sul punto la Costi­tu­zione non è stata toccata».

D’Alimonte ha il pre­gio di non nascon­dere le reali inten­zioni della riforma. E dice che la soglia bassa per i pic­coli par­titi (al 3%) non è un pro­blema per­ché il sistema, gra­zie al riparto nazio­nale dei seggi e al bal­lot­tag­gio, arri­verà molto pre­sto al bipar­ti­ti­smo (almeno così pro­mette la regola di Cox). Pro­prio sul bal­lot­tag­gio, e sulla pos­si­bi­lità che alla fine con­qui­sti il pre­mio di mag­gio­ranza un par­tito che ha rac­colto una esi­gua mino­ranza dei voti nel primo turno, si sono con­cen­trate le cri­ti­che di quasi tutti gli altri esperti ascol­tati ieri. Dalla pro­fes­so­ressa Lara Trucco, secondo la rispo­sta che è stata data alla Corte costi­tu­zio­nale (dopo la boc­cia­tura del Por­cel­lum) è ingan­ne­vole per­ché viene pre­vi­sta una soglia per l’assegnazione del pre­mio di mag­gio­ranza (il 40% al primo turno) ma si pre­vede anche che quella soglia non serve nel secondo turno, al pro­fes­sor Mas­simo Vil­lone i cui argo­menti i let­tori del mani­fe­sto ben cono­scono. Al pro­fes­sor Roberto Zac­ca­ria e al col­lega Vin­cenzo Tondi della Mura, secondo il quale è un para­dosso che nel refe­ren­dum abro­ga­tivo sia richie­sto un quo­rum per abro­gare una dispo­si­zione di legge e nel bal­lot­tag­gio invece non si pre­veda una soglia minima di par­te­ci­pa­zione per for­mare l’organo legi­sla­tivo. Men­tre il costi­tu­zio­na­li­sta Mas­simo Luciani ha di nuovo segna­lato il rischio che la Con­sulta possa giu­di­care irra­gio­ne­vole la distor­sione del pro­por­zio­nale in favore della gover­na­bi­lità, se nel frat­tempo la riforma costi­tu­zio­nale non sarà appro­vata e dun­que si dovrà votare con un altro sistema (il «Con­sul­tel­lum») per il senato. E anche un soste­ni­tore dell’Italicum come il costi­tu­zio­na­li­sta Augu­sto Bar­bera non ha nasco­sto più di un punto debole della legge. Ma ha soste­nuto che la riforma è troppo impor­tante per bloc­carla adesso. Un po’ la tesi di Gior­gio Napo­li­tano. Assai poco «tec­nica», molto in sin­to­nia con la politica.

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l’unità…

15/04/2015

l’unità che conduce ad 1 come sintesi non mi interessa…sono sempre stato convinto che unità fosse 1+1+1+1+1 (etc etc)…

miko somma

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