un premier di cartapesta…

28/05/2015

vorrei fosse chiaro a tutti i fervidi leccaderetano di questo premier di cartapesta che r. non viene in basilicata a toccare con mano i problemi della nostra regione, ma va alla sata da marchionne, che è cosa leggermente diversa, esattamente come andrebbe al centro olii di viggiano (ed a tutti gli altri che il suo sbloccaitalia inevitabilmente autorizzerà una volta trovato l’idrocarburo) e probabilmente a fenice (ed all’altro inceneritore che da anni pende in basilicata e che il suo sbloccaitalia autorizzerà a breve per incenerire quanto non si riesce ad incenerire in campania)…

miko somma

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la tribuna…

ansa – Venti soldati e miliziani filo-regime siriani sciiti e alawiti sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco dall’Isis nell’anfiteatro del sito romano di Palmira, in Siria, conquistata dallo Stato islamico. Lo riferisce l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus): le esecuzioni sono avvenute in pubblico.

Nella foto, resti archeologici di Palmira apparentemente intatti dopo la conquista da parte dell’Isis: le immagini sono state divulgate da Aamaq News Agency, media vicino allo Stato Islamico

Secondo un bilancio fornito dall’Ondus sulla base delle testimonianze di alcuni residenti, salgono cosi’ ad almeno 237 le persone giustiziate dallo Stato islamico da quando, il 16 maggio, ha lanciato l’offensiva che lo ha portato ad impadronirsi della citta’-oasi. Inoltre non si sa ancora nulla di circa 600 soldati, miliziani filo-governativi e civili accusati di essere “agenti del regime” fatti prigionieri. L’ong riferisce che tra coloro che sono stati messi a morte vi sono 67 civili, di cui 14 minorenni e 12 donne.

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e forse i magnificenti resti di palmira sono stati risparmiati da questi tagliagole solo e soltanto per avere una tribuna speciale per le loro esecuzioni pubbliche da far rimbalzare sui media per amplificare il vulnus comunicativo sul quale si fonda l’is, l’ideologia della morte, della thanathos che, smessi i panni dell’orrore, assurge al ruolo di nuovo significante religioso sul quale fondare le adesioni dei tanti disperati mentali, sociali, economici in cerca di una qualsiasi identità che affollano le periferie occidentali d’europa, america ed australia…sono sempre dell’idea che questa gentaglia dell’is vada fermata per sempre ed in maniera risoluta!!!…

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col cavolo…

27/05/2015

no, scusate, ma se tra le 7 in rinnovo di consiglio il 5 stelle conquistasse anche solo una regione, finalmente potremmo vedere il discrimine esistente tra quanto affermato da un movimento in perenne campagna elettorale e quanto realmente possibile e magari sarebbe l’occasione buona per sgonfiare questo movimento di viscere che impedisce testardamente da due anni ogni alternativa al sistema che ieri si identificava con monti ed oggi si identifica con renzi…

personalmente non mi piace l’idea che le elezioni regionali siano un test per la politica nazionale poiché si svilisce il senso della politica locale, molto più vicina ai cittadini, ma se proprio dovessi trasformarmi in un ligure o in un campano – con cavolo che voterei la paita o de luca!!!…

miko somma

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comunicato stampa

il presente comunicato viene pubblicato come tale, ma non inviato per problemi sull’account di posta elettronica…vogliano pertanto giudicarlo un comunicato stampa a tutti gli effetti gli organi di informazione

Più del governo delle cose contò il bilancino

Premettendo che nulla di personale mi oppone a Luca Braia, pur nell’evidenza di sostanziali, differenti retroterra culturali, politici ed antropologici, la sua nomina assessorile mi lascia perplesso non solo su competenze specifiche per ricoprire una carica che rappresenta poste finanziarie molto rilevanti per la regione (i fondi comunitari) e un fondamentale asse vocazionale del nostro sviluppo regionale, quanto sulle modalità che lo hanno portato a sostituirsi ad un “tecnico” vero, il pur criticabilissimo ottati, in un non meglio precisato rimpasto che, restando tale, non si comprende come rappresenti quel ritorno alla politica, auspicato da tanti, e non piuttosto una cencelliana spartizione delle postazioni che “farebbe” ritornare il sereno nella tormentata casa del Pd di Basilicata.

Che la nomina di Braia quindi si consumi non solo sulle promesse alla famiglia antezziana di ottenere “posti al sole” per i rampolli dopo il determinante appoggio alle primarie per la scelta del candidato alla presidenza della regione e sul debito accumulatosi alle primarie per la segreteria regionale Pd, dove il “povero” Braia è stato “bruciato” sula pira delle contingenze e dei numeri, quanto soprattutto sull’altare delle elezioni amministrative a Matera in un do ut des per assicurare sostegno a un Adduce in cui non si vorrebbe replicare quanto già accaduto a Potenza, dovrebbe essere chiaro a tutti.

Così chiaro apparirebbe il bilancino degli equilibri che salva una candidatura di peso – ma reggerà poi l’impegno degli antezza-renziani a Matera? – ponendosi però forte il tema di un eccesso di fungibilità della giunta regionale a “fatti” altri rispetto a quanto ragionevolmente ci si aspetterebbe, rendendola di fatto la merce di scambio per accordi di pace più duraturi dell’attuale tregua armata tra le astiose tribù familistiche del Pd lucano.

Tribù che, lungi dal condividere altro che l’ingresso di casa, sono tuttavia più pronte alla costruzione di sala mensa comune in cui “costringere” a capotavola il satrapo tardo-renziano Pittella, dividendo pane e companatico, che indurre il governatore a rivedere i suoi obiettivi ed i suoi metodi e così rilanciare la progettualità plurale di cui pure si sentirebbe la necessità.

Perché – triste ammetterlo per chi, come il sottoscritto, era entrato nel Pd per tentare di “usare” i suoi numeri per obiettivi più congrui alla natura reale di territorio e popolo lucano – il Pd di Basilicata non è un partito, ovvero luogo di dibattito e confronto anche aspro, ma un’accozzaglia di generi politici dove il cemento unificante è una continua mediazione sulle postazioni e mai sui temi, che la natura del Pd nazionale indirizza e governa secondo le logiche renziane di un partito-nazione come morte definitiva della politica e dei pensieri politici in nome di un consenso indifferenziato che trasla principalmente per il vero partito, quello degli eletti che fa da parterre ad un monarca, alla sua corte ed ai satrapi locali.

Non stupisce allora che la nomina di Braia, a cui comunque faccio gli auguri di ben operare, anziché scatenare putiferi di indignazione per i modi ed i tempi in cui è nata e per le sue competenze, invero scarse, in un settore dove la politica “deve” intrecciarsi con una “visione” del mondo agricolo per divenire reale governo del settore – e neppure voglio parlare dell’opportunità per altre cause – venga salutata con entusiasmi da social network ed obblighi di filiera dagli uni, i renziani convinti e i convertiti di comodo, e supinamente accettata dagli altri, perché probabilmente tutto verrà presto compensato in riedizione del racconto triste che al governo delle cose, in un momento di grave difficoltà economica e sociale per questa regione e per i suoi abitanti, preferisce il bilancino del riequilibrio delle postazioni.

Miko Somma

piccolo fascismo…

ansa – “Mi piacerebbe arrivare un giorno al sindacato unico, ad una legge sulla rappresentanza sindacale e non più a sigle su sigle su sigle”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Bersaglio Mobile su La7…
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eppure c’era chi lo diceva prima di lui…prove tecniche di piccolo fascismo in salsa ital-peronista del 3° millennio…

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ottati fuori, dentro braia…

(ANSA) – POTENZA, 21 MAG – In una lunga lettera inviata al Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), l’assessore regionale della Basilicata all’agricoltura, Michele Ottati – che era in carica dal dicembre 2013 – ha ufficializzato le sue dimissioni. Il portavoce di Pittella, Nino Grasso, ha inoltre reso noto che il governatore lucano “nella giornata di domani procederà alla nomina del nuovo assessore” e che “lunedì vi sarà il passaggio delle consegne”.

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nuovo assessore il cui nome è conosciuto da tutti, come persona di “particolare competenza in campo agricolo”, luca braia, pupillo familistico (è della famiglia infatti) di maria antezza, parlamentare pd, renziano, già assessore nell’ultima giunta de filippo e prima capogruppo consiliare pd, rinviato a giudizio per l’affare rimborsopoli insieme a tutti gli altri, presidente della giunta compreso, già partecipante alle primarie per la segreteria regionale del pd…boh, nulla di personale contro luca, si intende, ma forse non era proprio il caso di procedere a simile nomina che suona a tutti gli effetti come il pagamento di una cambiale che pittella deve all’asset familiare degli antezza per la sua vittoria alle primarie di coalizione del centrosinistra nel 2013 e per la sconfitta “a tavolino da salotto” dello stesso (e dei renziani) alle primarie per la scelta del segretario regionale pd…

 

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le cazzate di un governo di comunione e liberazione ed opus dei…

eppure ho sempre pensato che ogni opera riformatrice dovesse partire dal superamento di un dato drammatico e conseguente al turbo capitalismo, dato che oggi l’ocse certifica con l’1% più ricco della popolazione italiana che detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta (somma degli asset finanziari e non finanziari, meno le passività) e con il 4.9% della stessa ricchezza nelle mani – si fa per dire – del 40% più povero…

ne vogliamo parlare che forse più che la ‪#‎buonascuola‬, ‪#‎lavoltabuona‬, ‪#‎sbloccaitalia‬ e tutte le cazzate propagandistiche di questo governo di comunione e liberazione ed opus dei, il punto di ripartenza del paese era ed è nella cancellazione delle sperequazioni economiche e quindi sociali?…

e neppure parliamo del sud o della nostra basilicata, che proprio nei pensieri del governo non c’è se non come spremuta di idrocarburi?…

miko somma

ed eccovi un piccolo sunto ansa del lavoro istat…così tanto per gradire ed avere più chiaro il quadro della situazione drammatica di un paese…

ansa – L’1% più ricco della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta (definita come la somma degli asset finanziari e non finanziari, meno le passività), praticamente il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%. Lo riferisce un rapporto Ocse.
La crisi ha inoltre accentuato le differenze, dato che la perdita di reddito disponibile tra il 2007 e il 2011 è stata ben più elevata (-4%) per il 10% più povero della popolazione rispetto al 10% più ricco (-1%). La ricchezza nazionale netta, dice ancora l’organizzazione parigina, in Italia è distribuita in modo molto disomogeneo, con una concentrazione particolarmente marcata verso l’alto. Il 20% più ricco (primo quintile) detiene infatti il 61,6% della ricchezza, e il 20% appena al di sotto (secondo quintile) il 20,9%. Il restante 60% si deve accontentare del 17,4% della ricchezza nazionale, con appena lo 0,4% per il 20% più povero. Anche nella fascia più ricca, inoltre, la distribuzione è nettamente squilibrata a favore del vertice. Il 5% più ricco della popolazione detiene infatti il 32,1% della ricchezza nazionale netta, ovvero oltre la metà di quanto detenuto del primo quintile, e di questa quasi la metà è in mano all’1% più ricco.

In Italia, “la povertà è aumentata in modo marcato durante la crisi”, in particolare per giovani e giovanissimi. L’aumento del cosiddetto tasso di povertà ancorata (che fissa la soglia rispetto all’anno precedente) è stato di 3 punti tra il 2007 e il 2011, il quinto più elevato. La fascia con il maggior tasso di povertà sono gli under 18, con il 17%, 4 punti percentuali in più della media Ocse, seguita dalla fascia 18-25, con il 14,7%, 0,9 punti sopra la media.

Occupazione aumentata grazie a posti atipici  – Dagli anni Novanta ad oggi, la crescita dell’occupazione in Italia è stata in gran parte generata da un aumento dei posti di lavoro atipici. Secondo i dati di un rapporto Ocse sulle diseguaglianze, l’incremento del 26,4% del tasso di occupazione tra il 1995 e il 2007 è costituito per la maggior parte, 23,8, da posti “non standard” (lavoro autonomo, contratti a termine, part time) e solo in minima parte, il restante 2,6, da posti fissi full time. Negli anni della crisi, inoltre, il calo dell’occupazione è stato concentrato in gran parte sui posti fissi, mentre il lavoro atipico è stato stabile o in lieve aumento. Tra il 2007 e il 2013, il calo del 2,7% del tasso di occupazione è generato da un calo dei posti full time, sia a tempo indeterminato (-4,3) che determinato (-0,8), e del lavoro autonomo (-1,5), controbilanciato da un aumento del part time (+4). Per effetto di questa dinamica, la percentuale di posti di lavoro atipici sul totale è passata dal 23,6% del 1995 al 40,2% del 2013. L’incidenza del lavoro atipico è particolarmente alta per gli under 30, al 56,9% dell’occupazione totale, e scende progressivamente con l’età, al 39,7% nella fascia 30-49 anni e al 33,7% per la fascia 50-64.

26,6% famiglie lavoratori atipici in povertà  – Il tasso di povertà tra le famiglie italiane di lavoratori “non-standard” (autonomi, precari, part time) è al 26,6%, contro il 5,4% per quelle di lavoratori stabili, e il 38,6% per quelle di disoccupati. Il rapporto dell’Ocse rileva come la diffusione del lavoro precario le abbia amplificate. In particolare, mostrano i dati dell’organizzazione parigina, se si fissa a 100 il guadagno medio dei lavoratori con posto fisso, quello degli atipici si ferma a 57, con grosse disparità tra le varie categorie (72 per un lavoratore autonomo, 55 per un lavoratore con contratto a termine full time, 33 per un lavoratore con un contratto a termine part time). A questo si aggiunge la sempre maggiore difficoltà a passare da un’occupazione precaria a una fissa: sempre secondo i dati Ocse, tra le persone che nel 2008 avevano un lavoro a tempo determinato, cinque anni dopo solo il 26% era riuscito ad ottenere un posto a tempo indeterminato.

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rubagalline, pezzenti e malversatori a scontrino…

13/05/2015

poco più di mezzo milione di euro il danno causato dai consiglieri rimborsoni di rimborsopoli e condanne penali o meno, l’illecito amministrativo c’è tutto…una cifra grandissima per un cittadino, ma che in rapporto al bilancio regionale mi conferma, come pure dicevo all’epoca, che si tratta di rubagalline, pezzenti e malversatori a scontrino…compreso chi ancora oggi occupa postazioni pubbliche…

miko somma

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il tramonto su marte…

Sul pianeta rosso il tramonto è blu: è quanto mostrano le prime immagini di un tramonto marziano catturate dal robot-laboratorio della Nasa Curiosity. La Nasa pubblica un’animazione ottenuta combinando una sequenza di foto scattate nell’arco di poco più di 6 minuti, nella quale il Sole si abbassa, nascondendosi dietro una montagna.


A differenza dei tramonti sulla Terra che tingono il cielo di rosso, l’atmosfera di Marte al calar del Sole si colora di blu e delle sue sfumature. Il motivo, spiegano gli esperti, è dovuto alle minuscole particelle di polvere nell’atmosfera marziana che permettono alla luce blu di penetrare meglio rispetto agli altri colori.

Le foto mostrano il tramonto così come lo vedrebbe un essere umano su Marte. La fotocamera MastCam di Curiosity, infatti, vede in modo molto simile all’occhio umano, è solo un po’ meno sensibile al blu. Per questo motivo le foto sono state lavorate per rimuovere ogni artefatto della fotocamera e bilanciare i colori così come li vede l’occhio umano. La sequenza, che ha catturato il tramonto, è stata scattata dal cratere Gale a quasi mille giorni dall’arrivo di Curiosity su Marte (atterrato il 6 agosto 2012), in particolare dopo 956 giorni di missione sul pianeta rosso.

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alcuni sanno

10/0572015

permesso serra s. bernardo…dintorni di potenza…

già nel 2007-08 insistevo sui forti interessi esteri all’avvio di quelle esplorazioni, che da mie fonti prefigurano un giacimento di oltre 500 milioni di barili con un gettito stimabile di oltre 50.000 barili/giorno…

con tanta caparbietà e con qualche astuzia il primo pozzo esplorativo a montegrosso fu bloccato e tutto tacque per anni, poi arriva lo sbloccaitalia…

e sembra proprio che gli unici a non aver capito che 3 miliardi di barili equivalenti di petrolio da subito raggiungibili in basilicata stuzzicano appetiti molto forti (e secondo voi quell’articolo 38 lo hanno fatto per raggiungere quanto già agli atti degli accordi siglati, quindi 154.000 barili giorno?) siano i nostri politicanti ignoranti e cicisbei…

per la verità alcuni sapevano e sanno da tanto tempo…

miko somma

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‪#‎cafonazzi…

09/05/2015

mah, certo che a vedere le immagini della delegazione lucana capeggiata da pittella all’expo la sensazione di totò e peppino a milano è forte…la nebbia c’è, ma non si vede…‪#‎cafonazzi

miko somma

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identità, percorso…e non chiacchiere…

07/05/2015

più che sentirsi di sinistra (identità), occorre fare cose di sinistra (percorso) e farle divenire governo del reale, per non ripetere errori che furono già di rifondazione e poi di sel…le chiacchiere

miko somma

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mettersi a nudo…

07/05/2014

vendola su repubblica…sel si scioglie…mettersi a nudo è un primo passo per costruire un nuovo soggetto politico a sinistra

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civati fa bene a lasciare il pd…

civati ha ragione a lasciare il pd e pur non essendo un “civatiano” (ma chi mai crederebbe che un maledetto come me possa mai essere un qualsiasi -ano?) sono pronto a seguirne l’esempio, ma non in sel…

occorre rifondare una politica di sinistra, non pappagallare qualche pifferaio che prima spacca rifondazione, a suo modo rottamandola, ed oggi pretende di unire una qualche sinistra su parole d’ordine che suonano come echi del passato…

miko somma

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su fenice, incresciosa pagina di mancanza di politica…

Solo 10 consiglieri erano presenti al voto sulla mozione proposta dal consigliere Leggieri (M5s) riguardante “l’inquinamento prodotto dal termovalorizzatore di S. Nicola di Melfi”

(ACR) – La seduta del Consiglio regionale è stata sciolta per la mancanza del numero legale mentre era in corso la votazione sulla mozione proposta e illustrata in aula dal consigliere Gianni Leggieri (M5s) riguardante “l’inquinamento prodotto dal termovalorizzatore Fenice di S. Nicola di Melfi”. Il presidente dell’Assemblea, Piero Lacorazza, constatata la partecipazione al voto di 10 consiglieri ha dichiarato conclusi i lavori.

Al momento del voto erano presenti in aula i consiglieri Piero Lacorazza, Marcello Pittella e Vito Santarsiero (Pd), Paolo Castelluccio e Michele Napoli (Pdl-Fi), Gianni Leggieri e Giovanni Perrino (M5s), Francesco Mollica (Udc), Giannino Romaniello (Gm) e Gianni Rosa (Lb-Fdi).

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premettendo che non conoscendo l’elenco dei partecipanti all’inizio della seduta di ieri e quindi magari giudicando male, rischio di buttare nel calderone anche gli innocenti e quindi eventualmente vorranno questi scusarmi, ma qualche cosa in merito occorre che la si dica…

bene – anzi, male, malissimo – seduta sciolta per mancanza di numero legale su una questione che ancorché affrontata fumosamente dal consigliere 5 stelle, è questione di importanza primaria per una regione che ancora non riesce a fare ciò che altrove già si sarebbe dovuto fare, chiudere fenice e eliminare almeno l’aggiungersi di altro, dannoso inquinamento a quello ampliamente conclamato…

manca il numero legale, quindi, e che si tratti di distrazione causata dai primi bollori atmosferici o di semplice noncuranza, pressappochismo o persino mancanza di un minimo si senso umano (e quello sarebbe proprio necessario per degli esseri umani, soprattutto per chi, consigliere regionale, proviene da quell’area) e politico – si, politico, perché quella mancanza di numero legale viene subito strumentalizzata alla maniera tipica dei 5 stelle, non indignandosi cioè neppure più di tanto per l’incapacità di “stare in aula” per chi è non solo legittimato ed obbligato dal voto popolare, ma anche e forse in alcuni casi soprattutto per i tanti denari che percepisce per ottemperare al suo ruolo (circa 6.600 euro mensili), e magari neanche per quella poca attenzione ad un tema topico e purtroppo annoso di consiglieri evidentemente distratti da chissà quali altre occupazioni (forse la partita di calcio della juventus? – e direi proprio di si, vista la coincidenza degli orari in cui manca il numero legale con il fischio d’inizio della partita), quanto per l’uso del tutto politico e politicizzato di un dato umano di una pochezza epocale, non essere in aula al momento del voto, facendo sospendere la seduta…però come dare torto al consigliere leggieri, anche oltre l’uso che fa di questo increscioso accadimento?…

e così il consigliere leggieri se ne viene fuori con questo comunicato di cui pur non condividendo alcuni toni e conclusioni più tipicamente grillini, non posso non condividere il senso di delusione e di amareggiamento che prenderebbe alla gola qualsiasi lucano… 

“Fenice”, Leggieri: il Pd sempre più irresponsabile

06 maggio 2015, 12:17

Il consigliere regionale del Movimento 5 stelle ha presentato in Consiglio una mozione che non è stata votata per la mancanza del numero legale, con la quale si chiedeva “una forte presa di posizione da parte della Giunta rispetto al problema Fenice”

(ACR) – “Anche durante quest’ultimo Consiglio regionale la maggioranza ha dimostrato che la salute dei cittadini e la tutela del territorio sono all’ultimo posto della propria agenda”.  E’ quanto sottolineato dal consigliere regionale del M5s, Gianni Leggieri, che aveva illustrato una mozione riguardante “l’inquinamento prodotto dal termovalorizzatore di S.Nicola di Melfi”.

“Dopo l’ennesima mozione da me presentata – continua Leggieri – con la quale si chiedeva una forte presa di posizione da parte di questa Giunta rispetto al problema ‘Fenice’, il Pd risponde facendo mancare il numero legale….

A margine della seduta consiliare, Leggieri si è detto “allibito da quanto accaduto”… Votare a favore di questa mozione avrebbe significato compiere un atto di responsabilità, ma si vede che tale vocabolo è sconosciuto ai politici della attuale maggioranza…

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ma allora ha ragione il consigliere grillino ad attribuire al solo pd la colpa della mancanza di numero legale o c’è dell’altro materiale su cui occorre riflettere prima di denunciare?…proviamo a fare due raffronti per capire chi c’era, con le sue idee legittime sulla questione fenice, e chi semplicemente non c’era…

i congilieri presenti al momento del voto erano, come già riportato in precedenza, Piero Lacorazza, Marcello Pittella e Vito Santarsiero (Pd), Paolo Castelluccio e Michele Napoli (Pdl-Fi), Gianni Leggieri e Giovanni Perrino (M5s), Francesco Mollica (Udc), Giannino Romaniello (Gm) e Gianni Rosa (Lb-Fdi), quindi mancavano i consiglieri

Consiglieri assenti al momento del voto

Nicola Benedetto Nicola BENEDETTO CD – Centro Democratico

BRADASCIO Luigi BRADASCIO PP – Pittella Presidente

CIFARELLI Roberto CIFARELLI  PD – Partito Democratico

GALANTE Paolo GALANTE RI – Realtà Italia

Il consigliere Vito Giuzio\foto Max Di Stasio Vito GIUZIO PD – Partito Democratico

Miranda Carmine MIRANDA CASTELGRANDE PD – Partito Democratico

Il consigliere Aurelio Pace\foto Max Di Stasio Aurelio PACE GM – Gruppo Misto

PIETRANTUONO Francesco PIETRANTUONO PSI – Partito Socialista Italiano

POLESE Mario POLESE  PD – Partito Democratico

ROBORTELLA Vincenzo ROBORTELLA  PD – Partito Democratico

SPADA Achille SPADA PD – Partito Democratico

beh, si mancavano in effetti ben 6 consiglieri del pd, di cui uno giustificabile per gravi motivi di salute che lo tengono lontano dall’aula da mesi, il consigliere carmine miranda castelgrande, ma gli altri che motivazioni avranno mai avuto per non essere presenti?…

cominciamo con il dire che mancavano i renzi/pittelliani giuzio, polese e robortella, ma mancava anche il capogruppo in consiglio regionale cifarelli, e mancava anche spada, mentre risultavano presenti i consiglieri pd di più diretto riferimento a quella minoranza pd recentemente battura sull’italicum al voto alla camera…

quindi irresponsabili forse i renzi/pittelliani, quindi quella rappresentazione forzata che fa coincidere l’intero pd con la figura del neo-peronista a palazzo chigi e localmente forse con il “gladiatore calmo” a via verrastro…

ma mancava anche bradascio, pitelliano puro

e tra gli irresponsabili mettiamoci allora pure il popolare pace, il realista italico galante, il socialista, ancorché melfese, pietrantuono, ed il centro-democratico benedetto

irresponsabili alcuni che sempre al gladiatore fanno riferimento, ma piano con l’attribuire all’intero pd responsabilità più ampie di quelle che già non possiede sulla questione…come dire che c’è pd e pd e quello renzo/pittelliano è una maschera tragica di un dramma che si sta consumando sull’onda ed al grido del “cambiaverso” e che da noi produce quel che produce, il nulla e qualche danno neppure tanto collaterale… 

direi che sarebbe il caso di vergognarsi o quanto meno di addurre le motivazioni, se ne esistono, per tale assenza al momento del voto…

ed intanto fenice continua ad avvelenare…

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