l’assedio…

27/06/2015

come prevedibile comincia l’assedio delle richieste delle compagnie petrolifere al ministero dello “inviluppo” economico, bypassando del tutto o quasi la regione…

opporsi alla corte costituzionale ed indire un referendum consultivo, come chiedevano migliaia e migliaia di firme raccolte di cittadini lucani (ndr. molti di estrazione pd) non avrebbe fatto da argine legislativo al lasciapassare del 38, ma avrebbe creato quella speciale coesione tra governo e politica regionale che è la base di quei fatti politici che fanno di un popolo mite, un popolo cosciente di “DOVER DIRE DI NO” all’estendersi di ricerche ed estrazioni di idrocarburi…

mi spiace avere sempre ragione, come mi spiace che molta parte della classe politica lucana sia così mediocre e poco lungimirante, a cominciare dal presidente della regione…

miko somma

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ladri e mediocri…

27/06/2015

il problema di una classe dirigente non è in primis la ladroneria, quanto la mediocrità…senza mediocri a controllare infatti non vi sarebbero ladri ad approfittare

miko somma

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la ferita di potenza ed il medico che dovrà curarla…

dunque, dunque…il sindaco di potenza de luca (per la verità ci sono anche altri de luca con ben altri problemi, ma in comune tra loro pare ci sia solo il cognome e l’origine lucana di entrambi 🙂 ) in una lettera ai cittadini dal tono quasi delirante, perché forte è ancora la sua ostinazione a voler mantenere in vita una consiliatura nei fatti nata assurda nei risultati del voto (l’anatra zoppa) e vissuta anche peggio (una gestione del dissesto a dir poco folle), finalmente parla di buttare la spugna, quindi presentare dimissioni reali e non come la bufala strumentale alla sua sopravvivenza di quelle presentate lo scorso gennaio che hanno originato due effetti, il blocco di ogni ipotesi di nuove elezioni che avrebbero evitato un lungo commissariamento della città e l’ipocrisia di un consiglio che lo tiene in vita per tenere in vita se stesso…

dimissioni che aprirebbero le porte ad un lungo percorso fatto di un commissariamento inevitabile (come dico, inascoltato, da tanti mesi, dopo che si è voluto costituire con quella dichiarazione di dissesto un atto politico di accusa verso un colpevole centrosinistra, atto politico che però pagano i cittadini) e nuove elezioni nella primavera del 2016, in coincidenza con la tornata amministrativa che impegna le maggiori città italiane, ma che ancora una volta vengono ventilate a minaccia di un evento che è la politica dei partiti a voler evitare e non certo i cittadini che sempre più si stanno rendendo conto da un lato dell’inevitabilità di un evento che è nella democrazia, dall’altro della necessità di dover ripartire con strumenti democratici pienamente efficienti, quindi un sindaco capace (mi spiace per de luca, ottima persona, ma lo ritengo incapace di governare un momento così complesso) ed una maggioranza consiliare coesa nei numeri congruenti ad essere una maggioranza politica (quindi di progetto) e non, come oggi, una maggioranza di comodo da orientarsi a seconda della convenienza di molti improbabili consiglieri comunali a tenere ancora le terga su piccoli scranni forse poco remunerativi (ma che evidentemente a qualcuno bastano anche così), ma forse giudicati irraggiungibili in caso di nuove elezioni…

ed il punto della riflessione è proprio questo, perché doversi evitare ciò che è chiaro a tutti non potersi evitare?…forse che la democrazia finisce in una consiliatura che si interrompe prima della sua scadenza naturale?…forse che questa paura di dover andare ad un voto anticipato prelude alla sostanza di un pericoloso e trasversale partito degli eletti che dal parlamento ai consigli regionali e comunali “blocca” ormai la democrazia a se stessi ed alla continuazione del proprio mandato?…forse che ormai la democrazia si è definitivamente trasformata in un drammatico gioco di salotto dove le alleanze politiche si fondano solo e soltanto su personalismi mitigati da condivisioni di interessi con altri personalismi, quindi su continue cambiali con cui dover onorare consensi sempre più legati a filiere e sempre meno a ciò che la politica dovrebbe essere, visione del mondo e progetto?…

certo, siamo a potenza, ed i fatti con cui si è costruito finora il consenso sono a conoscenza di tutti, vizi comuni a molte realtà non solo meridionali e che nella sostanza se ripercorrono tendenza antropologiche, oggi forse si incancreniscono nella visceralità con cui la politica sta diventando solo e soltanto strumento di regolazione di interessi privati e di filiera del consenso, fatti che nella sostanza sono anche e soprattutto nel monte altissimo di quel debito storico della città con cui si è finora amministrato non solo il pagamento spiccio del consenso, ma anche la sopravvivenza di un personale politico ed amministrativo del tutto mediocre nella capacità di pensare al progetto di città (se mai vi è stato), bulimico nell’auto-sostentamento dei propri piccoli e grandi privilegi (non voler mai dire basta all’appetito ha costruito una mostruosa macchina di spreco di denaro pubblico) e sostanzialmente impreparato a gestire la complessità a cui è arrivata la macchina amministrativa di un comune, ma se tutti siamo a conoscenza di “come vanno le cose”, forse tutti potremmo essere anche in grado di “farle andare diversamente”, quindi in caso di nuove elezioni guardare per una volta al progetto che si pone alla scelta dei cittadini e non solo al britannico “who’s who?” che a potenza si sostanzia sempre e soltanto in “lo voto, ma a me che ne viene?”…

perché il vero punto di domanda che si pone è, una volta che si riandrà al voto (cosa che giudico inevitabile pur se proseguono balletti indecenti tra il presidente pittella, che pare stia già pensando alla candidatura dell’improbabile polese, ed il sindaco de luca che a questo punto non si comprende perché dovrebbe continuare questa indecorosa questua su cifre disponibili che non esistono affatto nelle casse regionali), perché al voto anticipato occorrerà andare come naturale evento della democrazia (alla faccia di chi sobilla paure sulle elezioni), riusciranno i partiti a ritrovare l’orgoglio di sapersi mettere anche da parte e sostenere il progetto e non più se stessi (quindi costruire liste e candidature strettamente attinenti al primo) e riusciranno i cittadini di potenza a riconoscere che occorrono progetti validi che camminino sulle gambe dei candidati e non più candidati nudi progettualmente e solo dannosissimi amici degli amici?…

il problema principale di questa città è infatti in un progetto che mai si è voluto affrontare, quale sia cioè il ruolo di una città che non si può pensare possa sopravvivere solo come contenitore passivo di quei servizi che la tecnologia delle comunicazioni, una certa dose di devolution amministrativa ed economica sul territorio e la difficoltà di “usare” la città con intelligenza e comodità da parte dell’utenza sono ormai fruibili anche altrove (l’idea balzana  e nei fatti fallita di città-regione), allontanando l’attrattiva stessa della  città come “luogo” economico e sociale per i cittadini lucani che vivono ormai solo la “sfiga” di dover venire a potenza per incombenze burocratiche (regione) o legate alla salute (ospedale san carlo) e non invece il piacere di visitare e “vivere” anche solo per poche ore una città volano propulsore di produzione di valori economici e culturali reali e concreti che rendano quegli stessi servizi non più una necessità, ma un’occasione di confronto ed arricchimento per l’intera regione…

e se tanto mi da’ tanto, di persone in grado di innescare una progettualità reale e concludente alle sfide non più di sopravvivenza, ma di rinascita della città, non ce ne sono tante, meno che meno in un parterre più “interno” di un pd asfitticamente legato a correnti ed interessi e da cui certo è improponibile “pescare” un candidato che gli ormai arrabbiati potentini possano premiare, riconoscendone il valore di un progetto vero rispetto alla prassi consolidata delle filiere di consenso… 

per una volta sarebbe il caso che i vari capoclan pd (e non solo) se ne stiano in silenzio perché i danni che hanno finora procurato a questa città sono enormi e l’esperienza ci dice che solo molto difficilmente è accettabile per chiunque di noi che chi ti ferisce sia poi lo stesso medico che ti dovrà curare…

così quasi archiviata la fase sin troppo assurda e purtroppo tragica di un sindaco nato dalle viscere di una cittadinanza arrabbiata con il principale partito della città e dai calcoli di chi in quello stesso partito ha pensato di poter giocare sporco pur di affermare le proprie manie di dominio, e dovendo invece ripartire dalla situazione di fatto, il disastro finanziario e morale del dissesto, quindi la ferita inferta alla città, chi mai potrebbe pensare che il chirurgo possa poi essere qualcuno legato a quelle correnti, a quei clan, a quelle filiere che hanno ammorbato ed inquinato la città, inferto quindi la ferita,  e non invece finalmente una persona riconosciuta come capace di portare con/in se quei valori progettuali, etici e politici a cui ora più che mai occorre, per amore della città, lasciare spazio contro ogni interesse personale e di filiera?…

miko somma

 

 

 

   

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le fiducie continue…

25/06/2015

decreto scuola…ora che zanda, capogruppo pd al senato, dica che la fiducia è un normale atto parlamentare, che è parte della democrazia è pacifico da accettare…
un po’ meno che in poco più di un anno il governo renzi abbia posto la fiducia più che in 3 anni il governo berluskoni…
vogliamo ancora parlare di democrazia o meglio parlare di continue forzature democratiche che stanno minando il senso stesso della democrazia?…

miko somma

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la resistibile ascesa di renzo ui…

ed eccovi un bel sondaggino dell’istituto piepoli, notoriamente abbastanza preciso, sulle intenzioni di voto degli italiani, intenzioni che riporto nei dettagli numerici e in un forzoso raggruppamento per appartenenze forse ormai non più ricomponibili a sinistra, mentre pare che a destra ci si stia provando tra salvini e berluskoni…

– Pd 34,5% (-1,0) – Sel 3,5% ( = ) – Altri centrosinistra 1,0% ( = )

 – Fi 11,0% ( = ) – Ncd-Udc 2,5% ( = ) – Fdi 4,0% ( = ) – Lega Nord 16,5% ( = ) – Altri centrodestra 0,5% ( = )

  – M5s 23,0% (+1,0).

  – Altri partiti 3,5% ( = ).

Il sondaggio qui presentato è stato eseguito il 22 Giugno 2015 per ANSA con metodologia mista CATI-CAWI, su un campione di 1.000 casi rappresentativo della popolazione italiana maschi e femmine dai 18 anni in su, segmentato per sesso, età, Grandi Ripartizioni Geografiche e Ampiezza Centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana.

bene e che se ne ricava?…che il pd si sta autoerodendo rispetto a quell’irripetibile quasi 41% delle europee, perdendo consensi sia in termini percentuali, sia in termini reali (vedi il caso delle ultime amministrative) e si autoerode non solo per divisioni interne che al momento non è dato leggere come passaggi in percentuali ad altri partiti di sinistra (così passando direttamente o al 5 stelle, che pare il soggetto beneficiario di questo ulteriore calo, o all’astensione tout court) e soprattutto in termini di vera e propria opposizione nei numeri parlamentari, ma anche e soprattutto per la rabbia che gli italiani cominciano ad accumulare verso un presidente del consiglio che sempre più appare come il gangster senza pietà a capo del racket del cavolfiore di quel favoloso ritratto del potere che bertoldt brecht traccio nel suo famoso dramma teatrale La resistibile ascesa di Arturo Ui (titolo originale: Der aufhaltsame Aufstieg des Arturo Ui) scritto in sole tre settimane nel 1941…ovviamente sostituendo al nome di arturo ui, quello del “sindaco d’italia”, il concetto non cambia molto, ma la sostanza della perdita di consensi del pd è forse sempre più chiaramente il frutto della dannosità di un “capo” che somiglia sempre ad un gangster senza pietà di ogni ragionevole discussione che in una democrazia è appunto la sostanza della stessa democrazia…

ed alla fine il sindaco d’italia mostra la sua maschera di personaggio di cartapesta anche e soprattutto in questi numeri impietosi che condannano la sua arroganza e la sua violenza verso il parlamento…le riforme o si discutono con tutti, nei tempi e nei modi che sono di una democrazia o sono solo imposizione che al meglio non funzioneranno, al peggio trascineranno il paese verso una deriva i cui contorni sono sempre più chiari nel risorgere della destra unita, nello stabilizzarsi verso l’alto dei numeri del populismo saccente dei grillini e nella trasformazione del pd in una caserma da cui evadere…

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lo stampo…

13/06/2015

il vero problema del pd è che dopo la “presa” del governo nel 2013, piuttosto che rimarcare una sostanziale differenza morale e fattuale rispetto ai governi del magna-magna, del bunga-bunga, del ghe pensi mi, dei contratti con gli italiani e di tutto il bestiario berluskoniano che ha di fatto distrutto il paese, privandolo degli anticorpi etici ed economici per difendersi dalla crisi, ha finito per ripercorrere quella strada battuta da pifferai che oggi porta alcuni a non sentire alcuna differenza tra una destra ed una sinistra e semplicemente sentire la politica come estranea a se (astensionismo massivo) o da riformare con la forca (grillismo e/o visceralismi di varia natura)…

ed a pensarci bene, il vero problema del pd è il problema del paese, non avere ancora elaborato uno specifico cromosoma morale in grado di essere da un lato lo stampo per forgiare chi deve assumersi la guida dell’azione politica, da un altro il discrimine tra l’interesse personale e quello della collettività…

miko somma

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caput mundi kaputt…

12/06/2015

avendo ben conosciuto quella storia, posso affermare che il disagio di roma infiltrata comincia a divenire un sistema rodato di malaffare a metà anni 80 con le giunte fascio-cielline di giubilo e sbardella e con la cooperativa la cascina che intasca ogni appalto…
certo non va dimenticato che sempre a roma per conto del psi e dei suoi affari viene insediato sindaco uno come il milanese carraro e poi si è proseguito con gente come rutelli, veltroni, alemanno che in sostanza hanno perfezionato un sistema di compartecipazione quasi cencelliana al sacco della città…
vuoi vedere che adesso il colpevole di tutto è marino, che se pure un genio non è, neppure gli si può dare la patente di garante del patto di quel centrodestrasinistra innestato sugli affari di comunione e liberazione ed opus dei?…
e crediamo che la basilicata (nello specifico anche l’affare petrolio) sia immune da questo cancro innestato sul movimento fondato da don giussani e sulla prelatura personale di josemaría escrivá, dichiarato poi anche santo da karol wojtyła?…

miko somma

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eco e gli imbecilli…

vi posto, tratto dall’huffington post, questa breve riflessione di umberto eco sul mondo di internet che in buona parte rispecchia quanto vado dicendo da anni sui social network…

I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”. Parola di Umberto Eco che attacca così internet dopo aver ricevuto all’Università di Torino la laurea honoris causa in “Comunicazione e Cultura dei media”. “Prima – ha detto Eco – parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

Per Eco il web sarebbe un vero e proprio “dramma” perché promuoverebbe “lo scemo del villaggio a detentore della verità”. La struttura di internet, secondo Eco, favorirebbe infatti il proliferare di bufale. E in proposito ha affermato anche che il ruolo dei giornali in tal senso è importante perché dovrebbero “filtrare con équipe di specialisti le informazioni di internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno“. Per fare questo “i giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi”, ha detto Eco riferendosi al fenomeno della copiatura dal web….

beh, nella speranza di non essere accomunato a questo lapidario giudizio, forse anche un po’ troppo frettoloso perché non si sofferma su argomenti topici per il mondo visto da internet e dai social come vero e verosimile e sulle strutture di comprensione del linguaggio in rete (e non solo), ma in ogni caso reale nella sua lettura di un vero e proprio dramma sociale che non manca poi di manifestarsi significativamente nei suoi risvolti politici (pensate al voto del 2013 ai grillini, dove nonostante le palesi bufale e stupidaggini spacciate da grillo&casaleggio, ben un quarto degli italiani con diritto di voto gli aveva dato fiducia), vi invito a riflettere su quanto leggete ed a non considerarlo mai una verità assoluta…

 

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i nomi…

mah, insomma lo sapete che del “fatto quotidiano” non mi fido molto vista la sua carica visceral-grillina che ritorna di continuo a rimestare nel torbido, finendo per intorbidire  il liquido rimestato ancora ed ancora, ma questa prima pagina merita un approfondimento, visto che mister r. non ha mai rivelato chi fossero i reali finanziatori della sua scalata al paese…

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di renzi ci si può liberare…

ovviamente dopo qualche giorno di assenza totale dalla tastiera e volendo, e forse anche dovendo, riprendere a scrivere per significare una opinione personale che a torto o a ragione forse interessa coloro i quali non ci stanno ad ingurgitare “pappine mediatiche preconfezionate” e così continuano a seguire questo blog, l’imbarazzo sulla scelta dell’argomento è davvero ampia…da dove cominciare o ricominciare allora?…

la vastità dei temi trattabili è ovviamente direttamente proporzionale al tempo intercorso con l’ultimo intervento del sottoscritto e naturalmente quella vastità deve essere ricondotta a pochi elementi per poter essere trattata con la solita voglia di “entrare a fondo nelle cose” che credo mi contraddistingua ormai da tanti anni…

ed allora perché non ricondurre tutto ad un unico articolo?…e perché non iniziare dall’argomento che mi appare al momento il più sensato per significare questa assurda fase di confusione politica nazionale e locale che ci si affanna da più parti a mascherare da ripresa, quasi sperando che qualche decimale di crescita sventolato possa far calare una febbre ormai cronica?…

avrete capito che parlo di quanto da parte dei sostenitori di questo governo ci si affanna a far credere agli italiani – il paese riparte, dimenticate tutto il resto – quasi ogni critica, ogni dubbio, ogni ostilità verso questo governo, questa maggioranza, questo presidente del consiglio dipenda o possa dipendere solo e soltanto dal disagio economico in cui il paese è precipitato da anni ed anni…

chiariamo che ovviamente sono del tutto e convintamente felice che il paese si rimetta finalmente in movimento e che comincino a vedersi segnali positivi anche solo a livello macroeconomico (per il resto temo occorrerà aspettare ancora e forse le sorprese verranno proprio da quanto questa ripresa possa poi davvero spalmarsi percentualmente sui diversi settori reddituali), ma quello che non mi convince affatto è il tentativo di far passare questo non come risultato di una congiuntura favorevole che l’italia incrocia senza particolare enfasi di rilancio (i numeri economici ed occupazionali continuano a rimanere troppo bassi per parlare davvero di ripresa, ma chiaro che qualche punto è sempre meglio della stasi o della decrescita infelice a cui questo sistema ci ha costretti), ma un risultato delle politiche di un governo che continua a devastare il campo dei diritti per lanciare il paese verso l’assoluta funzionalità del lavoratore agli interessi degli imprenditori…

no, questa mini-ripresa del valore complessivo dell’economia nazionale che ci si ostina ancora a volere misurare solo in pil, questo tiepido aumento degli occupati a tempo indeterminato ed un ancor più tiepido calo della disoccupazione (che è poi il dato reale che fa leggere la concretezza numerica del lavoro), non sono affatto merito di questo governo e dei provvedimenti assunti a colpi di fiducia in parlamento per liquefare di colpo un complesso di garanzie (leggasi jobs act) e sostituirgli un giochetto di decontribuzione che paga la fiscalità generale, quindi tutti noi, e di ulteriore flessibilità in uscita (licenziamenti più facili anche quando sussistono motivi discriminanti per il licenziamento)…

un giochetto al massacro del diritto del lavoro inteso come complesso di garanzie sociali, che se pur riesce a creare qualche posto di lavoro (ed il più dei dati in aumento riguardano contratti a tempo determinato o precari che diventano a tempo indeterminato – per carità, grasso che cola di questi tempi, ma di nuova occupazione, soprattutto per i giovani, se ne vede poca e fortemente condizionata dalla convenienza ad assumere con pochi contributi a carico dell’impresa e dalla facilità a “disfarsi” dei lavoratori una volta che le condizioni di mercato mutino), in realtà non sfonda affatto quella parete spessissima di lavoratori che hanno perso l’occupazione con la crisi, di aspiranti lavoratori che il lavoro non lo avevano neppure prima (o avevano parvenze di lavoro, al nero o con quei contratti ultraflessibili figli di una volutamente errata applicazione lella legge biagi), di tutti coloro che poi il lavoro neppure lo cercano più, accontentandosi di sopravvivere come capita, che non lo hanno mai cercato per i più disparati motivi (e certo non sono tutti “figli di papà”, ma molto più spesso numeri di un disagio urbano e territoriale che spinge a non considerare affatto la ricerca di lavoro come un passaggio cruciale della propria vita), e di quanti ingrossano quell’esercito di inoccupati che farebbe dell’italia, se i dati fossero letti nell’interezza di chi è senza un lavoro e non delle rilevazioni trimestrali dell’istat che “drogano” da molti anni la lettura dei dati reali sull’occupazione, un paese molto più simile a quella spagna che alla germania…

a quella spagna che prima ancora che di debito e mancata crescita, forse rischia di morire dell’impossibilità di sostenere a lungo un’armata del 25% di disoccupati, che a quella germania dove le riforme di qualche anno fa se hanno sostenuto l’economia e l’occupazione in questi anni di crisi, hanno però creato una folla di “cottimisti” che pur di mantenere un sussidio sono obbligati ad accettare persino lavori ad un euro all’ora (i mini-jobs, per intenderci)…

il problema attuale della nostra italia sta infatti proprio nel modello che qualcuno crede sia un obbligo per il paese dover scegliere ed a questa scelta sacrificare il complesso di garanzie che non fa solo diritto del lavoro, ma collante e patto sociale di un paese dove troppo spesso qualcuno dimentica che le colpe del declino non sono solo della politica assente di venti anni di follia pro/contro e di mezze tacche cresciute in qualche segreteria personale assurte poi al ruolo di leader nazionali dopo il repulisti di mani pulite, e ,agari di un sindacato troppo volte costrettosi nel mantenimento del suo potere di intermediazione sociale (e così giocoforza politico) per essere e sentirsi pienamente responsabile del destino del paese attraverso l’essere davvero sindacato e non solo un pezzo di politica, ma anche e direi soprattutto di una intera generazione di imprenditori cialtroni e pronti alla fuga, a volte disonesti, più portati a monetizzare il contesto che immaginare un futuro…

ed ora è a questi ed alle loro esigenze che si dovrebbe fare riferimento ideale per ricostruire un modello di paese che non somiglia affatto all’italia, e nei fatti neppure alla germania che pure pare essere l’aspirazioni di alcuni, ma forse più a quel messico che crea a tavolino una zona “totally free” ai confini degli usa e dell’accordo economico nafta, che a conti fatti recita agli imprenditori “fate del lavoro e dei lavoratori ciò che vi serve”…

così alla fin fine tutto sembra risolversi in una aspettativa che sembra necessitare di dati utili alla speranza che si esca fuori da questa crisi che ha devastato la società e la socialità prima ancora che l’economia, aspettativa che si decide di nutrire e far crescere di dati incoraggianti (e chiariamo che per molti versi lo sono, ma sono appunto congiuntura favorevole che si fonda su basso costo del denaro, basso costo del petrolio ed una speciale calma sui mercati finanziari che speculano sul debito, calma più ottenuta a suon di centinaia di miliardi di euro immessi proprio sul mercato dei titoli di stato che vengono oggi acquisiti dalla bce e sottratti alla speculazione con il quantitative easing di mario draghi, che attraverso uno sperabile complesso di norme transnazionali e comunitarie che, finalmente adottate, mettano “fuorilegge” tutte quelle  perniciose forme di speculazione finanziaria che non si può più tollerare per furente amore ideologico di quel liberismo economico che ha distrutto economie intere per i profitti dei pochi tycoon finanziari dell’economia mondiale)…

dati incoraggianti certo, ma che non bastano affatto a suscitare quegli entusiasmi che invece paiono diventare il reale obiettivo dell’attuale governo molto più che una reale e consolidata crescita che appunto andrebbe poi meglio distribuita per essere tale e per non diventare la solita “torta” per coloro che già detengono la gran parte della ricchezza del paese e dei paesi (gli ultimi dati sul possesso della ricchezza li ricorderete tutti), in una recita a soggetto dove al dato reale che occorre dei suoi tempi per divenire appunto concreto, quindi al dispiegarsi del “fatto”, si preferisce un’aspettativa del dato “drogata” fortemente da una sorta di servile acquiescenza da parte di molti media che paiono essere interessati al propagarsi di un fumus senza concretezza che serve a fare cassa immediata di consenso per un governo più di propaganda che di concretezza…

un governo che preferisce l’annuncio pubblico del dato positivo che sconfessa quei “gufi e rosiconi” che ancora si oppongono al miracolo annunciato dall’omino di pontassieve (che crede che un uomo al comando faccia ancora democrazia e non invece altro), quei “gufi e rosiconi” ancorché umiliati da mesi a colpi di fiducie che hanno fatto ingurgitare al paese tante di quelle riforme di destra imposte da un partito formalmente ancora di sinistra da far rabbrividire persino machiavelli, ed il cui scopo intimo sembra essere solo il sostentamento di un clima di fiducia nel leader maximo che invece già comincia a vacillare e la cui misura nelle recentissime elezioni regionali è stata evidente…

il pd conquista le regioni, ma è un dato amministrativo che seppur importantissimo non cela il calo di consensi in fuga verso il partito dell’astensionismo (fuga che ha peraltro massivamente interessato anche quel movimento 5 stelle che evidentemente proprio un modello per i delusi dalla politica non lo è affatto), un calo di consensi che preoccupa e dovrebbe preoccupare anche il segretario del maggiore e forse ancora unico partito del paese, ma a cui si risponde non chiedendosi dove si è sbagliato, ma offrendo ancora una volta in pasto agli italiani (ed alla platea di idioti ed opportunisti che sono diventati il suo blocco di potere nella sempiterna direzione di quel partito) il significante quasi vuoto di una crescita economica che si vorrebbe celasse il disagio ormai evidente del paese verso un uomo ed un governo i cui metodi arroganti che mai hanno chiesto direttamente conto agli elettori, la cui violenza impositiva ed a colpi di fiducia che trapassa ogni rispetto per un parlamento che ancora è casa della democrazia, se non della reale volontà popolare, le cui menzogne per dialoghi mai occorsi sulle principali riforme suonano le campane a morto su chi ancora nel pd crede che rispetterà la parola data o solo fatta immaginare, la cui sbruffoneria picaresca offende ormai il buon senso, sono stati misurati in queste ultime elezioni regionali che sostanzialmente il pd ha perso politicamente, perdendo milioni di voti finiti altrove, nel disagio di cittadini e militanti che forse hanno definitivamente compreso e manifestato di aver compreso che la rottamazione non riguardava e non ha mai davvero riguardato uomini forse anche politicamente divenuti vecchi (ma alcuni sono mai stati giovani?), ma la sinistra ed il concetto di sinistra che al premier sono evidentemente molto più invisi degli uomini, forse più per quella sua formazione politica che personalmente reputo imbarazzante che per reale calcolo di quanto il mondo sia cambiato e se poi sia cambiato davvero…

e se il pd ha perso voti perché gli italiani si sono resi conto della fuffa di propaganda che serviva e serve a nascondere surrettizi e ben poco democratici cambiamenti della forma di governo (legge elettorale e riforma istituzionale), della struttura giuridica che regola il lavoro e definisce tutele per la parte che oggettivamente è più debole (jobs act), della componente pubblica e democratica dello strumento formazione (riforma della scuola) e via discorrendo, credete che questo faccia finalmente capire al pd ed ai suoi parlamentari appiccicati ai propri seggi (non tutti per la verità) che il cambiamento o ha una direzione che coincide “anche” con ciò che sei davvero ed in profondità, un partito di sinistra seppur moderata la cui natura politica reale è nei suoi iscritti e nei loro sentimenti che deve essere misurata, o se invece è in una qualsiasi direzione scelta a seconda dei bisogni di chi “comanda” (e delle necessità  di galleggiare di altri) che invece può orientarsi, allora quel partito della nazione che accoglie tutti senza neppure chiedere da dove si venga ed a quale storia si appartenga, quel pdr napoleonico che si immagina agitarsi nei desiderata del suo attuale conducator è cosa già fatta e la catarsi definitiva della politica in una forma di neo-peronismo fondato sulla mediocrità di cui è sempre figlia la convenienza personale ad accordarsi al coro perfettamente o quasi realizzata…

ma in democrazia nulla deve mai considerarsi definitivo, persino matteo renzi ed il suo governo da operetta a misura degli interessi forti che lo hanno protetto ed aiutato nella scalata del pd e così di un paese scopertosi all’improvviso moralmente troppo debole per opporsi a quanto altrove si sarebbe chiamato un golpe bianco di cui liberarsi al più presto per ritornare alla democrazia dei numeri e fare in modo che il paese, dopo tre governi mai voluti se non dai sondaggi, finalmente scegliesse il proprio governo, possibilmente senza una legge elettorale imposta a colpi di fiducia…

e spero che ne facciano tesoro alcuni parlamentari, soprattutto al senato della repubblica…di renzi e dei suoi metodi poco democratici ci si può liberare…

miko somma

n.b. mi scuserete ovviamente gli eventuali errori dattilografici originati dalla fretta di scriver rapidi e senza controllare 🙂

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gli ignoranti ed i motivi conduttori…

10/06/2015

quando un supposto movimento politico in un comunicato parla di “life motive” per esprimere il concetto di motivo conduttore, dimenticando o forse neppure conoscendo che la parola è di sintassi tedesca e si scrive leit motiv (pronuncia IPA: [‘laitmoti:f]), siamo di fronte all’ennesima dimostrazione che l’ignoranza e le viscere, di cui la stessa ignoranza si nutre, sono diventate ragione politica di un soggetto politico, gli ignoranti…

e dopotutto l’ignorante si esprime sempre da ignorante, ma quando derapa per apparire colto verso locuzioni più alte alla fine somiglia molto a chi beve il caffè con il mignolo alzato…

miko somma

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