il nostro contributo per verona…

Care compagne e cari compagni,

Domenica non mi sarà possibile essere a verona con voi, come pure auspicavo, ma in qualche modo vorrei provare ad esserci con qualche riflessione che, proprio parlando del programma e del paese che vorremmo, parte da questa piccola regione, la Basilicata, che a tutti gli effetti potrebbe divenire un laboratorio nazionale del cambiamento verso forme di economia più sostenibile, verso una società più inclusiva ed aperta.

A Napoli, durante gli stati generali, nel mio intervento ho provato a lanciarla come suggestione di un cambiamento che o cominciamo a recitare subito in formule concrete, così lanciandolo ad una società a cui troppo spesso si fa digerire l’ineluttabilità di un sistema socio-economico ingiusto ed a cui mancano così alternative progettuali in grado di essere percepite come tali, o altrimenti rimane un vago sentire che spesso per frustrazione trasformiamo in un identitarismo perdente ed in una risacca di sentimenti oppositivi spesso tacciati di residualismo…e noi vorremmo essere invece ben più che una frangia di sognatori o di oppositori tal quale, noi vorremmo essere una maggioranza sociale, prima ancora che politica.

Ma convincere milioni di italiani a credere ad un programma prima ancora che a delle persone sulle cui gambe quel programma e quelle idee camminano, non è un’operazione semplice per le motivazioni che a tutti appariranno quasi ovvie, poca copertura mediatica in primis, subito dopo difficoltà a far percepire nuovi modelli organizzativi della produzione ambientalmente e socialmente entropici come in grado di sostituirsi all’esistente già da oggi, ed ancora passare dallo scandire uno slogan al declinare una concretezza fondandosi sulla sostenibilità del progetto e sul suo proporre positivi cambiamenti sociali e culturali che ne accompagnino le fasi di realizzazione.

Un comitato scientifico serve anche a questo, ad elaborare quegli schemi di cambiamento validi e dimostrabili, ed è per questo che come circolo sentiamo come inutile legare un comitato scientifico ad una mozione per la segreteria, quando quel comitato scientifico se ratificato dall’assemblea degli iscritti è invece uno strumento valido per tutti, per qualsiasi segretario, così come per qualsiasi iscritto.

A questo proposito, nel mentre suggerivo a Napoli una collaborazione del comitato scientifico e di ogni intelligenza in grado di aiutarci a meglio elaborare un progetto per la nostra piccola e poco antropizzata regione, pure però preda di molti appetiti a cominciare dagli idrocarburi che il nostro sottosuolo immagazzina in quantità enormi (alcune stime parlano di 3 miliardi di barili a fronte di riserve ad oggi impegnate per un miliardo e mezzo, cosa che stimola una sorta di occupazione del territorio che lo sblocca-italia favorisce, impegnando tutto il territorio), e proseguendo per l’acqua di cui la nostra regione detiene il 30% delle riserve e della potenzialità dell’intero mezzogiorno (e guarda caso minacciate dall’invadenza del settore estrattivo), e proprio per quel vuoto che fa gola a chi vorrebbe riempirlo di intraprese altrove difficili a realizzarsi (pensate ad un inceneritore che, stante l’abolizione dell’ambito regionale per gli rsu ex sblocca-italia, consentirebbe lo smaltimento da noi di rifiuti campani e pugliesi) o di modelli turistici da divertimentificio o di una agricoltura no food al servizio di trasformazioni pseudo-green allocate altrove o anche del proliferare incontrollato di impianto da generazione rinnovabile che invadono il territorio indiscriminatamente.

Ed invece la Basilicata (ma consentitemi però di chiamarla con il suo vero nome, Lucania) è una terra dove devastazioni pur imponenti (due SIN più le estrazioni di idrocarburi in atto) non hanno ancora intaccato il nostro patrimonio naturale che in una minima parte, ma dove il rischio, ad oggi enorme, è di veder passare il contributo che la regione dà al paese sul fabbisogno energetico globale dall’attuale 6% (circa 100.000 barili/giorno in val d’agri) al 9% con l’ingresso in produzione di tempa rossa (50.000 barili/giorno aggiuntivi) ed in fieri fino al 15-20% (300/450.000 barili/giorno) secondo le previsioni del documento di strategia energetica nazionale del marzo 2013 (governo monti), di veder passare ai privati un patrimonio acqua di inestimabile valore (e ribadiamo che non dovrebbe averlo neppure un valore vista la qualità di diritto primario) attraverso utility pubbliche che ne potranno affidare la gestione a multinazionali del settore.

Ma dove vi sono grandi rischi è evidente che vi sono anche grandi potenzialità, che sta a noi usare nel modo più giusto e consapevole, ed è per questo che come circolo Carlo Levi di Potenza stiamo lavorando ad un programma regionale che sia l’alternativa a questi rischi, programma che stiamo estendendo alla redazione a tutti gli altri comitati lucani, programma che se pur parte dal precedente programma che come COMUNITA’ LUCANA nel corso di alcuni anni abbiamo elaborato a partire da tre caposaldi, 1) ottima conoscenza della macchina amministrativa e dei processi legislativi, 2) una altrettanto, forse maggiore, conoscenza del territorio, delle sue criticità e potenzialità, 3) una volontà di costruire una alternativa alla colonia che rischia di diventare questa regione se non irrobustita in un suo percorso autonomo, inclusivo, equo ed antropico di progresso che qui si potrebbe realizzare meglio che in altre e più antropizzate regioni d’italia, troppo avanti nei processi per poterli invertire nel breve tempo che ambiente e società ci consentono prima di uno scoppio di contraddizioni insanabili e devastanti, programma che però oggi più che mai necessita di divenire uno strumento collettivo che come circoli lucani di Possibile vorremmo realizzare come un vero strumento di cambiamento socio-economico in un laboratorio nazionale ed europeo che necessita però di un ausilio ad ogni livello perché divenga concretezza programmatica da mettere in campo già alle prossime scadenze amministrative regionali per un cambio di rotta radicale.

Forse è anche per questa necessità che oltre a chiedere l’aiuto di tutti voi, compagne e compagne, chiediamo ed abbiamo chiesto di non escludere la costituzione di coordinamenti regionali ad oggi esclusi dallo statuto, anche per più che ragionevoli e condivisibili motivi, perché riteniamo che simili strutture siano necessarie a meglio coordinare le azioni costruttive dei singoli comitati in visione di scadenze organizzative che necessitano sin da ora di strumenti condivisi di coordinamento e di sintesi programmatica.

E forse è anche nella convinzione che abbiamo che per sconfiggere il globale opprimente che nei territori più deboli si legge colonia e sfruttamento delle risorse e dei lavoratori serva un g-locale intelligente e consapevole di dover fare ed essere rete con tanti altri g-locali per non essere debole o scadere in perdenti modelli autarchici, un g-locale che riteniamo in questa regione sia a portata di mano e già parte di una cultura diffusa d’amore per la propria terra ed il proprio modo d’essere, un g-locale culturale che può divenire un’agricoltura pulita e sana in reti cortissime di distribuzione per raccordare minori costi per i consumatori e maggiori introiti per i piccoli produttori (e così maggiore occupazione), un ambiente la cui cura e salvaguardia è posta a vincolo costituente nella legislazione regionale, un turismo dell’inconsueto, del paesaggio e della luce, che vive in una rara condizione spazio-tempo che in questa regione rende a volte un giorno lungo una settimana e una settimana un mese, una cura delle foreste non solo come cattedrale ambientale, ma come risorsa rinnovabile per il territorio, di una amministrazione tra i cittadini, una industria non inquinante che segua i processi produttivi peculiarità del territorio e della sua cultura, e così discorrendo tutto ciò che potrete leggere in un programma con cui già tentammo di dare una svolta questa terra e da cui oggi ripartiamo in una sua rilettura collettiva ed aperta e che troverete sulle pagine dello storico blog www.comitatonooilpotenza.com

Una rilettura che vorremmo vi coinvolgesse tutti, non solo come auspicabile supporto materiale a noi lucani, ma come esempio di buone pratiche che ciascuno di voi, nel suo specifico e nelle sue peculiarità territoriali e produttive, potrebbe rielaborare come modello per 20 sistemi economici e produttivi, quelli delle regioni d’Italia, sistemi strettamente interconnessi tra loro per realizzare altri paradigmi produttivi e sociali, e così insieme rivendicare che l’Italia è fatta di differenze tra simili e che quelle differenze sono la grande ricchezza di un paese dove “piccolo, sarà difficile, ma è bello e sano e possibile”, sconfiggendo le logiche sempre più autoritarie di chi invece ritiene tutto modellizzabile, globalizzabile, incasellabile in un target di mercato o in una tipologia di consumo.

O l’economia è al servizio dell’uomo lì dove esso vive, costituendo progresso, o l’economia genera schiavi e razzia delle risorse, costituendo apparente crescita nella sperequazione distributiva.

Vi abbraccio tutte e tutti, con affetto e con la consapevolezza di essere lì con voi a costruire un pezzo del futuro prossimo venturo di questo paese.

Miko Somma

portavoce del comitato “Carlo Levi” di Potenza 

 

 

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dimettetevi!!!…

una sola parola dovrebbe animare i cittadini di potenza stanchi di queste indecenti manfrine da sottobosco politico…la città annega in un pantano, ma qualcuno gioca ancora alle tre carte…DIMETTETEVI!!!

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la posizione del circolo carlo levi sullo statuto…

LIVELLI REGIONALI – LA POSIZIONE DI POTENZA

Oggi il Comitato “Carlo Levi” di Potenza, non essendo stato contattato da altri Comitati in merito a proposte di emendamento allo statuto di Possibile sui livelli regionali di coordinamento, o sull’indipendenza delle liste per il Comitato scientifico dalle mozioni per la Segreteria, ha deciso di palesare la sua posizione, già sottoscritta dalla proposta di statuto emendato che abbiamo inviato alla discussione prima degli Stati Generali di Napoli.

La necessità di coordinamenti regionali ci sembra innegabile. La politica si fa e si costruisce sui territori. Non è una questione di avere o meno “poltroncine” e “caricucce”: a noi interessa coordinare le azioni dei Comitati per avere una voce unica e permanente sui grandi problemi che affliggono le nostre terre.

Anche in vista delle amministrative di maggio, ci sembra utile e importante trovare il modo di far “parlare” tra di loro i vari Comitati locali.

In tal modo daremo spazio e voce a problemi, idee e militanti che siano legati al territorio e alle esigenze della propria terra.

Per questo invitiamo i Comitati che stanno lavorando sugli emendamenti in tal senso a contattarci, nel caso non fossero già riusciti a soddisfare il quorum richiesto dallo Statuto.

Casomai ci fossero riusciti, però, fateci sapere: perché in quel caso ci interesserebbe aderire ad emendamenti che rendano indipendenti le elezioni del Comitato scientifico da quelle della Segreteria. Perché su quali basi si sceglie un esperto in rapporto a quale candidato appoggia?

Fateci sapere, saremo lieti di ascoltare le vostre proposte in merito.

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la rottamazione è finita…

12/12/2015

le responsabilità penali sono individuali e regolate dalla legge, quelle politiche da considerazioni etiche, così in caso emergessero spintarelle a boschi padre nel passare dal cda di una banca alla vicepresidenza della stessa in considerazione del ruolo assunto dalla figlia nel governo, che potrebbe fare questa se non ricordare lupi e rassegnare le proprie dimissioni per non dar adito ad accuse di doppiopesismo da cerchio magico?…

poi a voler scavare a fondo qualche aiutino emergerebbe pure nella modifica legislativa alle popolari dello scorso autunno…

forse la rottamazione è finita e sono iniziati i saldi?

miko somma

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L’ITALIA POSSIBILE…

L’ITALIA POSSIBILE.
Mentre il segretario del Pd Renzi fa distribuire alla Leopolda copie gratis de “Il Foglio”, storico giornale del berlusconismo adesso vicino ai renziani, e il sindaco renziano di Firenze Nardella, dopo Marx e Gramsci, Togliatti e Craxi, stila in un’intervista al Corriere della Sera il certificato di morte della socialdemocrazia e della sinistra in generale, affermando che “Lo schema della contrapposizione tra destra e sinistra non è più sufficiente a leggere il nostro tempo. La socialdemocrazia è alla canna del gas in tutta Europa”, domani a Verona c’è l’Italia Possibile di Pippo Civati. “L’Italia Possibile è quella che vorremmo per i prossimi vent’anni, è un progetto di governo che parte e si costruisce dal basso, mobilitando le competenze diffuse, ed è il titolo dell’evento in cui discuteremo di tutto questo domani, con tanti ospiti e compagni di viaggio, alla Fonderia Aperta di Verona dalle 10 del mattino”. A differenza della Leopolda, la convention civatiana ha un programma già ben definito. Interverranno: Vincenzo Visco (già ministro delle Finanze), Mario Seminerio (economista), Gianfranco Pasquino (politologo), Vito Gulli (imprenditore), France sca Coin (sociologa), Camilla Seibezzi (attivista per i diritti civili), Veronica Caciagli (presidente di Italian Climate Network), Maurizio de Giovanni (scrittore), Peppe Allegri (autore de Il quinto stato), Gianfranco Viesti (docente di Economia), Maurizio Franzini (docente di Economia), Michele Raitano (ricercatore di Politica economica), i Diavoli (Il progetto collettivo di cronaca finanziaria fondato da Guido Maria Brera) e tutti i comitati che il 21 di novembre hanno messo la prima pietra del nuovo soggetto politico Possibile, votando lo statuto del movimento.

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