dimissioni!!!…comunicato stampa

A cura ed iniziativa del comitato di POSSIBILE “carlo levi” di potenza, in p.zza m. pagano (ore 10-13 e 17-20) il 23/12, il 24 e poi ancora il 26, 27, 28, 29, 30 e 31/12 banchetto per firmare la petizione popolare per chiedere le dimissioni immediate di giunta e consiglio comunale di potenza

Comunicato stampa

Le mani sulla città

La città di Potenza è ostaggio da decenni di innominabili, eppure conosciutissime filiere di interessi che oggi, dopo il pasticcio dell’anatra zoppa e nell’inciucio che si sta consumando con la nuova giunta che ratificherebbe una sorta di “partito del comune”, tutto purtroppo lascia prevedere continueranno a tenere in ostaggio il capoluogo di regione proprio in virtù dell’assetto che quella giunta rappresenta.

 

Una giunta composta da 9 assessori (ogni logica invece suggerirebbe una giunta ridotta la minimo), ciascuno rappresentante interessi che partono da un capobastone politico e terminano nelle relazioni di costui con quei poteri eternizzati che dimorano in questa città, dal mattone alla manutenzione, dagli appalti negli enti pubblici alle nomine, dall’assistenza alla “monnezza”, e via discorrendo.

Non dovrebbe essere ignoto che 27 milioni di euro sono un boccone prelibato e così, mentre la città potrebbe ricominciare a respirare anche a partire da quanto quei finanziamenti potrebbero assicurare in termini di infrastrutturazione urbanistica e decoro urbano per intercettare nuove esigenze di servizi a cittadini e imprese, la piovre di quegli interessi, che hanno nomi e cognomi a cui si aggiungono dei nuovi e “rivoluzionari “ interessi, già da tempo muovono per la spartizione di una ricca torta dopo tanti anni di vacche magre.

E la maniera migliore che questi interessi hanno di predisporre il desco è il consolidato meccanismo di lobbying, ovvero l’influenza diretta di gruppi di pressione che cercano di condizionare le istituzioni per i propri interessi, la cui influenza fa leva quasi sempre su elementi come il denaro di cui dispongono o per dazioni dirette (tangenti) o per favorire forme di consenso nell’elettorato verso i curatori di quegli interessi.

La domanda che allora i potentini dovrebbero porsi è “ma chi è che ha interessi alla gestione di questi appalti, oltre che all’ordinario di un comune le cui voci di spesa sono comunque di assoluto rilievo nel panorama regionale”?

Varrebbe la pena sottolineare che parliamo di interessi facilmente rintracciabili, sviluppatisi nel post-terremoto e nel “banchetto” della 219, esistendo naturalmente anche pre-sisma, e che portano il nome di aziende edili o impegnate nell’appaltistica pubblica e nel settore forniture e servizi agli enti pubblici, e che è altrettanto facile risalire, come notorio all’abitante di Potenza, alla rete di protettori e protetti, la cui opera è stata in questi anni determinante per realizzare tante infrastrutture inutili e progettualmente carenti, con l’uso di materiali scadenti, urbanisticamente senza alcun senso, spesso peggiorativi di un tessuto urbano già compromesso dalla rapida urbanizzazione a mano armata della città negli anni ’60-’70 del 900, in un meccanismo purtroppo non solo potentino che Francesco Rosi ci restituì nel suo film  illuminante “Le mani sulla città”.

Vogliamo fare i nomi o preferiamo che gli abitanti di Potenza facciano loro stessi una rapida carrellata di quel sacco edilizio e dei servizi che si è consumato, nella beffa che spesso persino i tributi dovuti ex lege dalle ditte per sono stati presi in carico dal Comune di Potenza, il cui bilancio è stato così minato?

O vogliamo discutere concretamente della follia di strumentazione urbanistica di una città allungatasi a dismisura nelle contrade per favorire il “villettismo”, ciò comportando oneri di urbanizzazione primaria enormi per le casse pubbliche?

Magari potremmo discutere di “navi” senza spazi architettonici disponibili neppure all’estetica (figurarsi alla funzione) al Serpentone, o di veri e propri cenotafi in stato di abbandono in Piazzale delle Regioni, o di rifacimenti discutibili persino nella scelta del materiale di pavimentazione in Via Pretoria e P.zza M. Pagano? O magari di Macchia Romana e della grande speculazione che ha consentito la nascita di una fungaia-non luogo avulsa dal tessuto urbano? O ancora di Via del Gallitello o del centro storico? Delle torri che competono con le ciminiere di una ferriera. Di Bucaletto o dell’eterna riqualificazione del parco di Montreale? L’elenco sarebbe davvero troppo lungo.

Ed i colpevoli politici sin troppo facili da individuarsi, ma rimane un punto, come cioè interrompere una odiosa catena che rischia oggi, e nonostante tutto quanto accaduto, di prolungarsi ancora a causa di uno “strozzo” democratico” determinatosi nel criminale gioco del monopoli interno al PD alle scorse amministrative, quell’anatra zoppa che da un anno e mezzo ingabbia e ricatta ogni pur minima volontà di sottrarsi alla stretta asfissiante delle solite mani che compongono gattopardescamente giunte senza altro scopo che “garantire” qualcuno.

Naturalmente se alla città interessa capire chi ha ordito delle ragnatele di interessi pluridecennali che hanno drenato dalle casse comunali risorse enormi verso obiettivi risibili a ogni ragionamento, spesso nella logica dell’assalto alla diligenza o dell’ordinaria demenza politica, alla città interessa anche che non si abbiano più a ripetersi sia gli evidenti errori politico-gestionali di decenni di amministrazioni di  stampo clientelare, sia le eventuali malversazioni di cui è la Procura della Repubblica ad aver titolarità di contestazione in virtù dell’azione penale obbligatoria.

E se il primo interesse sarebbe compito di una stampa “liberata” soddisfarlo e della funzione statutaria e tipica della magistratura appunto accertarlo e sanzionarlo, è evidente che l’interesse a non ripetere gli errori del passato è compito dei cittadini attraverso una chiarezza politica che solo un voto “liberato” potrebbe assicurare a questa città.

Non stiamo precostituendo capi d’accusa verso alcuno, se non una precisa accusa politica ai passati amministratori di aver male amministrato ed all’attuale Sindaco di aver male interpretato il senso del suo ruolo che non è “amministrare ad ogni costo”, ma avere progetto, cosa che purtroppo non esiste, ed avere numeri idealmente coesi al progetto, che esistono purtroppo solo come conservazione di un odioso status quo e non certo per quel malinteso senso di responsabilità dato a becchime alla città per giustificare l’ingiustificabile, una paralisi amministrativa e politica che dura da un anno e mezzo.

Chiediamo ai cittadini potentini di sostenere con le proprie firme questa petizione popolare che invita alle dimissioni Giunta e Consiglio Comunale, per mettere i responsabili dello sfascio antico e quelli di questa sua inciucista ed ipocrita continuazione di fronte alla domanda se continuare ad annegare nel fango una città intera o, assumendosi di guardare al futuro, consentire che i cittadini scelgano nuove realtà e progettualità politico-amministrative per guidare Potenza alla modernità, non più al medioevo bizantino che la sta soffocando.

Signor sindaco, signori assessori, signori consiglieri comunali, rassegnate le dimissioni e che si torni al voto in primavera.

Miko Somma, Possibile, portavoce comitato “Carlo Levi” Potenza

 

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