il sunto del 1° incontro di storia…

ed eccovi allora, a cura del nostro marco, un sunto davvero stringato delle oltre due ore di intervento con cui ho illustrato non solo i principali avvenimenti storici del periodo 1942-54, sunto che non tiene conto per brevità delle tantissime domande che hanno arricchito questo seminario-dibattito con cui abbiamo inaugurato il nostro corso di storia controversa contemporanea d’italia…
 
Sabato 30 è partito il nostro ciclo di incontri di approfondimento sugli aspetti più controversi della storia italiana. L’idea del Comitato è promuovere una conoscenza più consapevole di argomenti e zone grigie fondamentale per capire il presente. L’obiettivo finale è realizzare, tutti insieme, un prodotto comune: sia esso un ipertesto, un PDF, o anche un DVD, l’intenzione è rendere accessibile a tutti quest’opportunità di crescita culturale.
 
Attraverso questo ciclo di lezioni non pretendiamo certo di offrire oro colato: la nostra è una versione dei fatti, che i documenti ufficiali non riescono a smentire, e che molti degli elementi a nostra disposizione sembrano suffragare.
 
Ieri abbiamo discusso di un periodo molto ampio, che va dal 1942 fino al 1954. Un’epoca caratterizzata dalla distruzione della guerra e dalla delicatezza della ricostruzione.
C’è da fare una piccola premessa storica. Nel nostro discorso, un ruolo importante lo gioca la mafia. La stessa mafia che Mussolini, nel 1924, aveva cominciato a combattere inviando in Sicilia il prefetto Mori. Cesare Primo Mori è noto come il prefetto di ferro: e in effetti i suoi metodi furono duramente repressivi. Ma non riuscì a concludere il suo lavoro, perché appena cominciò a colpire gli esponenti fascisti collusi con la mafia, il Duce lo destituì e dichiarò vinta la guerra alla malavita.
 
Identica dichiarazione di vittoria fu declamata per la massoneria, certo contrastata, ma di cui lo stesso partito fascista era intrisa, dal momento che molti dei suoi gerarchi ed uomini di punta ne erano esponenti e visto che in alcuni tratti lo stesso Mussolini sembrò servirsene od essere asservito per interessi particolari. Certo lo Stato era molto permeato dalla massoneria e la situazione sembrò non mutare molto con l’avvento del fascismo, seppure le logge furono proibite, tanto che a capo dell’IRI fu nominato Beneduce (suocero di Enrico Cuccia) che era un ben notoesponente della massoneria.
 
Due esempi quindi di vittorie cantate, ma mai realmente vinte davvero e le conseguenze furono molteplici.
 
La nostra “telecamera” si sposta quindi nel 1942. L’Italia è ancora in guerra ed è alleata con la Germania nazista di Hitler. Uno dei (tanti) fronti aperti è quello nel Nord Africa, dove tedeschi e italiani sono costretti a fare i conti con l’esercito anglo-americano.
Gli States comprendono ben presto che gli italo-tedeschi non reggeranno a lungo in Nord Africa. E cominciano fin dal ‘42 a programmare uno sbarco alleato in Sicilia. Il tassello più interessante di questo piano fu il prevedibile coinvolgimento della mafia nelle operazioni in Sicilia. Il boss mafioso italo-americano Lucky Luciano, in carcere allo scoppio della guerra, fu coinvolto per indagare su dei sabotaggi nazisti al porto di New York. Ma diverse fonti (non ufficiali) riportano che Luciano fu arruolato per facilitare lo sbarco in Sicilia, attraverso contatti con mafiosi del luogo.
 
Lo sbarco in Sicilia avviene il 10 luglio 1943. Gli Alleati poterono affidarsi alla struttura mafiosa per garantire una certa pax sociale, che ne facilitò le operazioni. Ben presto l’Italia si arrende (l’armistizio di Cassabile è firmato il 3 settembre, pur essendo reso pubblico solo l’8)) e la famiglia reale fugge da Roma, ritirandosi a Brindisi e lasciando vacante ogni catena di comando dell’esercito che si ritrova senza ordini ed in balia dei tedeschi che li disarmano e li imprigionano. Drammatico a questo riguardo fu l’eccidio della divisione Acqui a Cefalonia.   
 
In questo contesto nasce un movimento siciliano indipendentista.
Fu proprio la lotta armata condotta dal MIS (Movimento per l’Indipendenza della Sicilia) a costringere il Principe Umberto, Luogotenente del Regno, a riconoscere un’autonomia speciale alla Sicilia prima ancora della stesura completa della Costituzione.
Questo movimento s’intrecciò con il contesto mafioso imperante al tempo nell’isola. Gli Alleati avevano nominato sindaci esponenti della malavita. Fu grazie a questo tandem che la mafia recuperò rapidamente tutte le posizioni perse durante il fascismo.
 
Nel frattempo, il 25 luglio una congiura dei membri del Gran Consiglio del Fascismo aveva rovesciato Mussolini. Il Duce era stato arrestato su ordine del re, Vittorio Emanuele III, che aveva nominato premier Pietro Badoglio. Da quel momento, l’Italia abbandonava la Germania. L’armistizio con gli Alleati è firmato segretamente il 3 settembre 1943. Cinque giorni dopo il Re abbandona Roma, e l’esercito italiano entra in rotta. Il 12 settembre Hitler libera Mussolini per costituire la Repubblica di Salò.
 
A fine mese l’Italia firma l’armistizio lungo. Si tratta di un’integrazione dell’armistizio corto del 3 settembre, il cui contenuto è stato segretato per sessant’anni fino al 2003, e che Berlusconi ha voluto mantenere segreto per altri vent’anni, fino al 2023. Uno dei principali effetti di questo accordo fu la sudditanza dei servizi segreti italiani, che nel ‘44 furono sciolti e riorganizzati dagli USA. Solo nel 1949 l’Italia ricostituirà una propria intelligence, che però rimarrà sempre in orbita americana.
 
Nell’inverno 1944 cominciano le operazioni dei partigiani, che sono comunisti (Brigate Garibaldi), del Partito d’azione (Brigate Giustizia e libertà) o monarchici (le formazioni bianche). Furono quest’ultimi a ottenere il maggior finanziamento dagli Alleati.
Si intensifica proprio da quei mesi la lotta al comunismo in Italia. Il contributo di importanti industriali alla causa è accertato ormai da documenti americani pubblicati negli anni Settanta. Importante fu anche la decisione di Pio XII di vietare ai cattolici di militare in partiti di sinistra. La lotta alla diffusione del comunismo continuò anche quando la situazione italiana poté stabilizzarsi, e soprattutto dopo il referendum istituzionale monarchia-repubblica.
 
Infatti, gli Alleati presto imposero al Governo italiano di escludere i partigiani comunisti da polizia e carabinieri. Nel frattempo, secondo un rapporto dei Servizi americani, la mafia si disse “…disposta a combattere il comunismo con le armi…” (parole del boss Giuseppe Cottone). Ancora più dure furono le parole del Papa, che intervenne a dicembre del ‘46 per definire l’Unione Sovietica “…incarnazione dell’Anticristo”.
In più, era stata imposta la restituzione delle armi a tutti i partigiani. I militanti comunisti e socialisti si opposero a questo provvedimento. Il Partito comunista e il Partito socialista intervennero a favore della restituzione: l’obiettivo era scongiurare un intervento degli Alleati. Ma questo non bastò ai socialisti. Nel gennaio 1947 nacquero i socialdemocratici (PSLI, poi PSDI). Questa scissione, che sarà determinante per reggere i Governi anticomunisti, venne foraggiata da contributi americani al nuovo partito.
 
Nel febbraio 1947 partì il Piano Marshall (European Recovery Program). Si trattava di un pacchetto di aiuti economici statunitensi garantito da un prelievo del 10% del PIL degli Stati beneficiari. Con questi aiuti, gli europei entrarono in orbita americana acquistando i prodotti di Washington. All’Italia spettò oltre un miliardo di dollari.
Il Governo di Roma si legò sempre più a quello di Washington, che a sua volta stava preparando piani sempre più aggressivi nei confronti delle sinistre. Il Presidente Truman ritagliò per gli States il ruolo di direttori del mondo: partì in tal modo la Guerra Fredda. In Italia, uno scomodo braccio armato anticomunista divenne il bandito Salvatore Giuliano: autore di stragi il 1° maggio del ‘47, a giugno distrusse ben sei sezioni del PCI siciliano. Nel frattempo De Gasperi cacciò comunisti e socialisti dal proprio governo.
 
In Italia si sviluppavano intanto diverse organizzazioni parafasciste, che avevano luce verde dagli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano era informato di una lista di 2mila fascisti pronti a compiere stragi. Frank Gigliotti, massone ed agente segreto statunitense, lavorò in quel periodo per attivare una rete anticomunista in Italia. In un rapporto riferì che “…50 generali italiani stanno preparando un colpo di Stato…”.
Nel contempo, il debito italiano verso gli States inizia a crescere esponenzialmente. Il Governo italiano svaluta la lira in due fasi distinte, portando il cambio lira/dollaro a 590 lire per un dollaro. Ma ciò non basta a ritenere sicura la sudditanza italiana agli USA.
 
Il Partito comunista e il Partito socialista si sono riuniti nel Fronte Democratico Popolare. L’operazione preoccupa sia Washington sia Roma: è per questo che gli Stati Uniti iniziano a mettere in conto la possibilità che l’Italia possa cadere nell’orbita di Mosca. Per contrastare il pericolo rosso, gli americani finanziarono i Comitati Civici, una rete organizzata dal Vaticano e provvista anche di una radio segreta per le mobilitazioni post-elettorali in caso di vittoria delle sinistre. Nel frattempo, il Governo a guida DC inglobò nella Polizia di Stato gli agenti dell’ex-polizia coloniale. Che, in gran parte, erano squadristi.
 
Nel marzo di quell’anno, Alcide De Gasperi ottiene dagli Stati Uniti un enorme lotto di armi. L’ultima tranche arriva 24 ore prima delle elezioni generali. Francesco Cossiga, futuro Presidente della Repubblica, passerà la notte prima delle elezioni in una sede provinciale DC a custodire altre armi, arrivate in consegna da Antonio Segni (anche lui futuro Presidente, e che affermerà di aver ricevuto le armi dai Carabinieri). In America, la CIA afferma che “…se anche il Fronte Popolare dovesse avere la maggioranza, il suo accesso al potere dovrebbe essere impedito o falsificando i risultati o con la forza”.
Dal voto emerge la Democrazia Cristiana con il 47% dei suffragi. Senonché il clima degenera a luglio, quando Palmiro Togliatti è vittima di un attentato di fronte al Parlamento. Il leader comunista è all’ospedale quando scoppiano le prime insurrezioni in tutto il Paese. Togliatti sopravvive e con un suo appello riesce a placare gli animi, scongiurando la guerra civile. In Grecia, una situazione simile aveva portato alla sconfitta dei comunisti, a favore di una dittatura fascista.
 
Quando la situazione si stabilizzò, da Washington piovvero critiche. Nel rapporto Hoffman il governo americano criticò il piano INA-Casa, con cui si costruirono case popolari per i lavoratori. Gli americani non concordano perché speravano che le risorse del piano Marshall finissero a finanziare l’acquisto di prodotti americani.
Nel frattempo il controllo USA sui servizi segreti italiani, appena ricostituiti, si fa stringente. Come la Francia (con De Gaulle nel ‘66) e la Germania (che l’ha ammesso negli anni ‘80), l’Italia è tenuta a rigirare ogni informazione agli States e a non assumere agenti sgraditi a Washington. Grazie a queste limitazioni, Roma poté aderire alla Nato.
La propaganda anticomunista prosegue con l’impegno della Chiesa, che dichiara scomunicati tutti i militanti del Partito comunista e dei partiti affiliati (in primis, il Partito socialista).
 
Per scongiurare definitivamente il pericolo rosso, il Governo preme per far passare la legge Scelba, nota anche come la legge truffa. Approvata a poche settimane dal voto nel 1953, prevedeva che la coalizione che ottenesse più della metà dei voti ottenesse il 65% dei seggi. Solo l’alleanza di centro aveva questa chance, ma alle elezioni di giugno il premio non scattò per soli 50mila voti. La Democrazia Cristiana accusa una perdita di ben 2 milioni di suffragi. Il che preoccupa gli americani al punto da inviare all’ambasciata in Italia di William Colby, che ha un incarico specifico: conoscere e controllare tutti gli elementi attivi della sinistra in Italia. Il più vasto programma di azione politica clandestina fino ad allora intrapreso dalla CIA.
 
L’evento si è svolto sabato 30 gennaio nella sede del Comitato Carlo Levi di Possibile, in via Portasalza 16, Potenza. Il secondo incontro si terrà sabato 6 febbraio, sempre in via Portasalza 16, alle 17.00, col titolo di: Da Claire Booth a Stay Behind, “tu vuò fa’ l’americano” ovvero la normalizzazione anticomunista.
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il 1° incontro del corso…

bene, tra un po’ si inizia…e gli argomenti saranno tanti perchè questo periodo storico chiarisce i seguenti 50 anni di politica italiana e forse anche di più, giungendo fino ai nostri giorni molte conseguenze di quegli avvenimenti…

la prossima settimana 2° incontro “da claire booth luce e dalla nascita del gruppo bilderberg al primo tentativo di colpo di stato ed all’assassinio di gaspare pisciotta, la normalizzazione all’insegna della dottrina truman”…

vi aspetto

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lo spreco…

dunque come da tanto tempo avvertivo, il rischio di aver “petrolizzato” per anni ed anni il bilancio regionale lucano con le royalties degli idrocarburi, evento questo che avrebbe dovuto, doveva e deve far riflettere sul fatto che essersi affidati senza pensarci troppo su alle fluttuazioni finanziarie del prezzo del barile (che certo non si controlla dalla basilicata) è stato un lampante esempio di mancata lungimiranza, è oggi evidente nella sua forma più crudele, al bilancio della regione cioè mancheranno quest’anno oltre 100 milioni di euro…

era del tutto evidente che affidarsi a simili “entrate” e postare su queste il mantenimento di molte misure economiche e sociali, spesso del tutto clientelari e volte, quando non alla soddisfazione diretta di interessi particolari di gruppi datoriali, alla sola ricerca di un consenso vasto nella società, ma anche volte alla sussistenza del nostro sistema sanitario ed universitario, è stato un esempio di cattiva programmazione e di cattivo uso delle risorse che se storicamente peserà come un macigno nel giudizio sulle amministrazioni regionali che, a partire dalla fine degli anni ’90, hanno “gestito” la vicenda petrolio in questa regione, d’altro canto dovrebbe pur aprire o far aprire delle riflessioni sulla persistenza di questo sistema baronale di potere…

ma andiamo con ordine…lampante infatti appare che una risorsa fluttuante nel suo valore, perché sottoposta alle oscillazioni e speculazioni del mercato finanziario, ancorché certa nella generazione di qualche valore economico nel perdurare delle estrazioni di greggio e gas, andava pensata come un “tesoretto finanziario” da rivolgere alla infrastrutturazione materiale ed immateriale della regione, ai grandi investimenti produttivi in grado di innescare più  rapporti occupazionali che profitto di impresa, alla programmazione accorta delle uniche “armi” di cui questa terra dispone, agricoltura e turismo,  e non certo alla quotidianità di gestione che, dopo aver parcellizzato l’investimento in mille rivoli assistenziali, senza che alcuno si sia mai dato pena di controllarne l’efficacia in termini di ricaduta sul sistema regione, si è  di fatto prodotta come uno scialacquare denari, nella conclusione evidente che a quasi 20 anni dagli accordi sugli idrocarburi si sono soltanto o quasi sprecate risorse altrimenti irripetibili

e si sono sprecate con la legge 40, il famoso p.o. val d’agri, che ha divorato nella suddivisione del tutto clientelare dei finanziamenti il potenziale di intervento che una programmazione d’area più consona all’intelletto che alla rapacità dei “baroni” locali avrebbe invece assicurato in termini di efficacia strutturale della spesa,

sprecate con il finanziamento di piani di forestazione, che duole il cuore pensare abbiano prodotto solo elemosine per circa 4000 operai forestali (numero percentualmente superiore in termini di relativa demografia persino al dato calabrese di 7000 operai), ma voti assicurati al sistema politico che su queste “assunzioni” si era innestato (e pensiamo che il lavoro così pensato non serviva certo a costruire un reddito vero e proprio, quanto ad assicurare l’accesso ai parametri stabiliti di giornate lavorative per richiedere in seguito la disoccupazione) e talmente poco sistema produttivo forestale da dover “usare” i nostri boschi solo come credito emissivo di carbonio per aziende che invece emettono ed emettono pure tanto,

sprecate con le vie blu, che hanno prodotto piccoli clientelismi volti al consenso con effetti di “pulizia” degli alvei fluviali del tutto risibili, quando non invece dannosi, 

sprecate con i piani di assistenza come la cittadinanza solidale o copes che, affidati nella redazione delle liste di sussidio ai sindaci, hanno prodotto effetti distorsivi del tutto in linea con l’attitudine a trasformare l’assistenza in consenso, consentendo abusi sui quali in questi giorni la magistratura sta finalmente cercando di far luce,

sprecate persino nei finanziamenti “ciechi” all’unibas, cioè senza legame con una “specializzazione” dell’ateneo rispetto al territorio ed alle sue problematiche e potenzialità reali, favorendo al più un “baronato” di compensazione per figure locali molto spesso ai limiti della “docenza decente”,

sprecate in quelli al sistema sanitario, perché se drogato a monte, come da più inchieste sta cominciando a svelarsi, il sistema di affidamento degli incarichi, delle assunzioni, degli appalti e delle forniture, chiaro appare che quei denari, più che per un investimento sulla qualità delle strutture di base, sono serviti anche e soprattutto a sostenere forme di odiosa illegalità formale e sostanziale della gestione ordinaria, oltre  che la necessità spesso usata a scusa di “tener bassi” i ticket sanitari, calmierando così i costi per assicurare servizi e prestazioni mediche di base (i lea, per intenderci), nell’evidenza che la necessità di potenziare un sistema sanitario non era nel numero ipertrofico delle strutture attuali (frutto di “politiche del territorio” e di un mercato delle postazioni), quanto nella qualità dei servizi offerti non solo ai lucani (evidente appare il vantaggio di attrarre cittadini dalle regioni limitrofe) e nell’accessibilità alle stesse (forse e per paradosso, da noi le strade ed i trasporti fanno più parte del sistema sanitario che del sistema veicolare)…

e l’elenco sarebbe ancora più lungo pensando alle tante partite più o meno organiche ai vari piani operativi ed interventi di bilancio e magari alle tante poste straordinarie che sui fondi del petrolio si sono accese, quasi fosse un pozzo di s. patrizio…peccato siano invece veri pozzi di petrolio e gas a dare linfa a quel pozzo a cui si è finora attinto senza alcun criterio e senza alcuna logica che non fosse il mantenimento delle filiere di consenso sulle quali finora, con una politica del “memento” di antica memoria, si è retto un sistema che definire “idiota” è anche troppo gentile…

centinaia di milioni di euro sprecati, quando non malversati in interessi poco puliti o a soddisfare appetiti insaziabili, questa è la sintesi di 20 anni di “allegra gestione” delle royalties degli idrocarburi…ed i nodi del dopaggio del bilancio regionale, come ho avuto modo di dire spesso e di ribadire brevemente alle telecamere di “agorà” qualche settimana fa, ormai sono venuti tutti al pettine…

così, al netto di danni ambientali e sanitari ancora tutti da scoprire nella loro interezza, stante la palude sui controlli e sulla loro filiera di certificazione che dolosamente il sistema ha mantenuto per anni, oggi si arriva dunque non tanto alla sorpresa di tagli dolorosi al bilancio regionale che si dovranno fare anche in concomitanza con minori trasferimenti statali (tagli che non dovrebbero più di tanto sorprendere chi abbia ancora un minimo di giudizio critico), ma all’evidenza conclamata di una pregressa e dissennata corsa allo spreco di risorse derivanti dalle royalties (cosa che invece dovrebbe far riflettere, e tanto, chi ancora sostiene questo sistema folle e feudale), spreco che coincide, ad aggravare le cose, con lo sperpero continuato di denaro pubblico, che altrimenti ed a meglio poteva servire, che si è fatto con i fondi comunitari, fesr, fes e piani di sviluppo rurale in testa…

come poi il bilancio regionale potrà assorbire questi tagli, che non saranno compensati da altre partite finanziarie – anzi semmai peggiorati da ulteriori tagli dallo stato che pure il “renzianissimo” presidente pittella aveva dichiarato essere disponibile a sopportare – non è dato al momento sapere, ma una cosa è certa, non sarà cosa indolore per i cittadini…ed allora via con la corsa alla distorsione dell’informazione reale nella peggiore linea renziana, “se hai un problema, parla d’altro, magnificando risultati che rimangono parole perché domani aggiungeremo a quelle altri risultati ed altre parole per altri problemi”…

presidente pittella che, nonostante le sue chiacchiere gratuite, anziché intervenire sulle filiere clientelari e del consenso che sono state la prima vera motivazione dello spreco, dovendo egli pagare le tantissime cambiali sottoscritte durante le sue “primarie alla rivoluzione”, nicchia, dichiara, devia, depista, traveste la realtà dei fatti, nulla o quasi facendo se non “accontentare i creditori” con una sorta di spoil system, cambiando qualche destinatario di “aiutini” con altri destinatari a lui più vicini, nel mentre infarcisce una sua pletorica squadra di comunicazione di personaggi senza arte né parte e “riempie” la regione ed i suoi uffici di “competenti professionisti”…

a chiedere conto a pittella di che fine abbiano fatto i suoi proclami rivoluzionari, infatti, non riceveremmo che risposte elusive e devianti, al più rimarcanti il contesto globale di crisi che avrebbe impedito il “mondo nuovo”, esattamente come per i suoi roboanti punti programmatici “affogati” ormai nella melma pantanista di un correntismo feroce e vorace tutto interno al suo partito ed ai suoi sostenitori extra-moenia…  

ed allora sovviene una domanda…perché continuare a sopportare questi facitori di disastri, il cui appetito di risorse è insaziabile?…

teoricamente non vi sarebbe alcun bisogno di continuare a sopportarli e supportarli, basterebbe non votarli e votare altro, eppure, astensione o meno, criticità o meno, costoro, il partito-regione ed i suoi accoliti, pur cambiando soggetti di riferimento istituzionale, rimangono al loro posto come garanti di una “pax abbuffina” che non è terminata affatto e che semmai, al calar dei fondi disponibili, o qualcosa dovrà inventare per non dimagrir troppo o al solito ricorrerà alla “tirata di coperta” che lascia sempre qualcuno con le natiche al freddo, in attesa dei tempi migliori che solo matteo renzi ed il suo esercito di scimmie plaudenti continua a vedere…

ma il punto non sarebbe neppure nella logica finanziaria e politica con cui si rimodula un bilancio regionale che, pittella o meno, andava, andrebbe ed andrà rimodulato, il punto è se esiste ancora una logica di sguardo lungo che attiene ad un pensiero di regione, ovvero a come questa terra potrebbe trovare una sua strada allo sviluppo che non debba imperniarsi solo sugli idrocarburi, stante che qualcuno quel percorso lo ha già disegnato da anni e lo persegue senza paura di poter trovare qualcuno che punta i piedi e dice “basta, abbiamo già dato”…

ecco, senza quella logica e quel pensiero lungo, non ci sarà riequilibrio del bilancio che tenga, perché qualcuno in alto e per questa terra ha ben compreso da anni ed anni che incoraggiare giorno per giorno al vizio dello spreco significa assicurarsi un fedele drogato di denari pronto a vendere anche la madre per una dose di finanziamento…

occorre fare altro in questa terra…

miko somma

 

 

   

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perbenismo braghettone…

29/01/2016

posso anche capire che sia stato un “incidente” dovuto alla solerzia di qualche bacchettone della presidenza del consiglio che, in preda al servilismo più prono, abbia male interpretato il cermoniale, ma che non accada più perchè è stata una cosa orribile…non c’è molta differenza tra l’iconoclastia dell’is ed il perbenismo braghettone che nasconde opere d’arte….ed esigerei che chi abbia dato quest’ordine venga licenziato, perchè è certo meno grave sbagliare la mezzanotte a capodanno che celare la venere capitolina…

miko somma

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#‎noarteimbragata

fauno barberini – databile tra il II e il I secolo a.C.; periodo ellenistico – ritrovata a castel sant’angelo e conservata a monaco di baviera.

Nel periodo ellenistico la chiusura nel blocco e la compostezza classica scompaiono. L’uomo viene sempre idealizzato, ma è meno solenne. E’ un arte molto più esplosiva. La statua rappresenta un fauno, infatti ha le orecchie a punta e la coda. Questo per mostrare che la natura felina apparteneva sempre all’uomo, che doveva superarla con la razionalità.

…ecco, alla faccia dei bacchettoni di palazzo chigi!!!
‪#‎noarteimbragata

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degrado culturale…

27/01/2016

che degrado culturale coprire dei nudi scultorei per non “offendere” un ospite iraniano che non essendo stupido e non avendolo richiesto (non ci vai ai musei capitolini se non vuoi vedere la statuaria greco-romana ergo era ben preparato allo “scandalo” ed in ogni caso “chi se ne frega”) al meglio avrà pensato che siamo degli orchitici provinciali affaristi….che povertà intellettiva nascondere la propria cultura per qualche soldino!!!….

miko somma

p.s. E allora se un capo di stato musulmano viene in visita ad orvieto dove c’è l’affresco di paolo signorelli – che fate, coprite maometto con un ritratto veloce veloce del jocker o della regina imika?…una brutta aria, davvero una brutta aria…

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la giunta della vergogna ovvero del caos…

Nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Sindaco è stata presentata la nuova Giunta del Comune di Potenza. Questa la composizione con le relative deleghe: Sergio Potenza vicesindaco e assessore a “Opere Pubbliche – Manutenzione immobili comunali – Sicurezza ambienti di lavoro e scolastici – Riqualificazione urbana”; Roberto Falotico, “Istruzione – Cultura – Turismo ”; Luigi Vergari, “Servizi finanziari – Patrimonio”; Gerardo Bellettieri, “Mobilità -Viabilità”; Rocco Pergola, “Edilizia – Pianificazione – Condono – Ricostruzione”; Annalisa Percoco, “Servizi Informatici – Pari Opportunità – Politiche giovanili – Rapporti con le Associazioni – Attività Produttive – SUAP – Rapporti con l’Università e il mondo della ricerca”; Rocco Coviello, “Ambiente – Parchi – Energia – Sanzioni amministrative”; Valeria Errico , “Servizi Sociali e Politiche abitative – Sport ”; Mariangela Faggella “Programmazione – Agenda Urbana – Politiche comunitarie – Coesione territoriale”. Restano in capo al Sindaco i seguenti specifici settori di attività: “Risorse umane – Affari Generali e Istituzionali – Affari Legali – Polizia Locale – Protezione Civile – Bucaletto”.

che dire?…commento con due lapidarie affermazioni, la prima precedente la conferenza stampa…ovvero

Qualsiasi sarà il papocchio-giunta a potenza, il risultato sarà la scomparsa del pd in città…la città era già scomparsa

la seconda, posteriore…

Fare una giunta senza respiro e numeri ed il cui scopo pare solo quello di riuscire a cadere per addossare elettoralmente la colpa al pd, mi pare l’ultimo colpo assestato alla mia città per farla crepare…gentaglia!!!

il senso mi pare chiaro…questa giunta non ha un valore politico od amministrativo, ma un puro valore elettoralistico perché cadendo sui “fatti” (ci sono in approvazione bilanci importanti e controversi) darà modo a questo sindaco di dire che non è colpa sua, che la colpa è del pd…nel frattempo però potenza, il capoluogo di regione, muore di politicismo e di calcolo elettorale…

tempo di riprendere la raccolta firme per far dimettere questa gente…tutti dal pd ad un sindaco che meglio farebbe a riaprire il suo studio di ingegnere!!!

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storia controversa contemporanea d’italia…

l’occasione mi è grata per informarvi ed invitarvi al corso di storia controversa contemporanea d’italia dal 1942 ad oggi che terrò, a partire da sabato 30 dalle ore 17 alle 20 per in ciclo di sette incontri settimanali, presso la nostra sede di potenza possibile comitato c. levi in via portasalza 16…

in un ciclo di sette incontri, uno per ogni sabato, analizzeremo la storia contemporanea del nostro paese in modo controverso e fuori dai canoni spesso stantii della storia ufficiale, storia da cui comunque non prescinderemo mai, per comprendere attraverso il passato ed i suoi eventi spesso dimenticati o poco conosciuti, altre volte negati, la fenomenologia del presente…

1° incontro: “Dallo sbarco alleato in sicilia alla legge truffa”

visto che la sede è relativamente piccola, vi prego di fare un cenno di partecipazione all’incontr sulla pagina facebook dell’evento stesso https://www.facebook.com/events/1029309290463910/

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il 2015, l’anno più caldo dal 1880…

tratto dal link di lifegate http://www.lifegate.it/persone/news/quanto-e-stato-caldo-il-2015

vi posto questa tabella degli anni più caldi mai registrati da quando le temperature hanno cominciato ad essere misurate con un criterio scientifico moderno, rimandandovi all’articolo, a firma tommaso perrone, per ulteriori dettagli…

….Il 2015 è stato l’anno più caldo della storia, ovvero dall’inizio delle misurazioni cominciate nel 1880. Siamo vicini al primo grado di aumento della temperatura media globale, quindi già oltre la metà rispetto alla soglia degli 1,5 gradi centigradi tanto citati durante la conferenza sul clima di Parigi (Cop 21). L’aumento oltre il quale molti stati isola e paesi costieri potrebbero finire sott’acqua e milioni di persone costrette a migrare. La notizia è stata data dalla Nasa, l’agenzia aerospaziale americana, dalla Noaa, l’agenzia americana per gli oceani e l’atmosfera, e dal Met office, il suo corrispettivo britannico.

La temperatura registrata lo scorso anno è stata più alta di 0,9 gradi rispetto alla media globale di riferimento: 13,9 gradi. Un aumento che tiene conto sia della temperatura terrestre che di quella oceanica. Un dato che ha letteralmente frantumato il record precedente che risale solamente a dodici mesi prima, al 2014, quando l’aumento su base annua era stato di 0,74 gradi (+0,16 gradi in un anno).

 
Classifica
(1 = l’anno più caldo dal 1880 al 2015)
Anno Anomalia in °C
1 2015 0.90
2 2014 0.74
3 2010 0.70
4 2013 0.66
5 2005 0.65
6 1998 0.63
6 2009 0.63
8 2012 0.62
9 2003 0.61
9 2006 0.61
9 2007 0.61
12 2002 0.60
13 2004 0.57
13 2011 0.57
15 2001 0.54
15 2008 0.54

…………..(continua)

e direi che se qualcuno ancora obietta in buona fede che il pericolo surriscaldamento non sia così forte o pressante o comunque tale da dover imporre costose riorganizzazioni produttive e dei consumi, così stigmatizzando il pur molto parziale accordo raggiunto a parigi, di fronte a questa tabella nuda e cruda, dovrebbe forse rivedere alcune sue categorie del giudizio…teniamo conto però che la maggior parte di coloro che dichiarano che il pericolo riscaldamento globale non sussista o che non sia tanto grave sono in assoluta malafede…

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sciatteria legislativa…

25/01/2016

il problema dell’incredibile proliferazione legislativa del paese non è nello zelo di voler normare troppo, ma nella sciatteria di normare senza darsi pena di abrogare con la nuova legge tutte le precedenti in materia, riassumendo in una sorta di testo unico che eviti sovrapposizioni di effetti a volte indesiderabili, a volte invece desiderati da qualcuno

miko somma

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e più non dimandare…

ieri alla manifestazione svegliatitalia…beh, la foto non è delle migliori…neanche l’oratore probabilmente, ma si fa ciò che si può, come si può, dove si può “e più non dimandare”…

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valuto…

23/01/2016

valuto per il momento se uscire da possibile…i portaborse locali ex pd in via di riverginamento con possibile mi indignano e mi fanno comprendere che la strada di comunità lucana era giusta e da riprendere…

è la tara genetica pd che impedisce una visione per questa terra e chi nasce tondo non muore quadrato

miko somma

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#SvegliatItalia…

oggi, sarò in piazza m. pagano a potenza dalle ore 17.00, perchè è giunta l’ora di essere civili e provare ad esserlo davvero, tutti noi, a cominciare dal comprendere che estendere un diritto per alcuni, quello alle unioni civili – siamo l’ultimo paese europeo a non aver provveduto sin dal ’94 al sollecito europeo per una legge di regolazione – non significa privare tutti gli altri del diritto di vivere ed intendere la famiglia come il proprio credo religioso o le proprie convinzioni etiche suggeriscono, ma significa equiparare gli uni agli altri, come recita la nostra costituzione e come la vita stessa reclama contro coloro che si ostinano a vedere un uomo ed una donna come centro della famiglia e non l’amore tra due esseri umani…e spero di vedere tante coppie eterosessuali a sostenere il diritto a che l’amore diventi il centro di un nuovo vivere… 

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non resta che dire di NO…

21/01/2016 (il post era di ieri, ecco spiegata la data)

All’indomani – proprio all’indomani – del voto sulle riforme, al gruppo verdini 3 vicepresidenze di commissione al senato ( a razzi – avete capito bene, razzi – quella della commissione difesa)…chiaro il mercimonio sulla pelle della democrazia, mi pare…
e speranza chiede ancora spiegazioni su un cambio di maggioranza…che deve fare ancora renzi, per farti capire che nel “suo partito della nazione” sei di troppo, orinarti in testa?…
non resta che convincere gli italiani a dire NO a questa sporcaccionata…

miko somma

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riforme costituzionali e piani di rinascita a confronto…

alquanto ignominiosamente, a mio modesto parere, passa al senato nel penultimo giro di votazioni, la riforma costituzionale voluta da renzi&soci, e passa con una maggioranza che definire a “porte girevoli” sembra persino riduttivo…

i voti favorevoli alla riforma sono stati 180, 19 in più della maggioranza assoluta richiesta (161), mentre i contrari si sono fermati a quota 122, mentre l’unica astenuta (ricordiamo che al senato l’astensione vale come voto contrario) è stata la senatrice a vita elena cattaneo… ”aiutino” a renzi ricevuto dai 17 senatori che fanno capo all’ex forzista denis verdini (ieri si è aggiunta al gruppo ala l’ex grillina gambaro), da due dissidenti di forza italia (bocca e villari) e da tre ex leghisti legati al sindaco di verona tosi (bisinella, bellotti, munerato), quindi 22 senatori di quella che senza indugi potremmo definire una “riserva renziana”… 

però maggioranza ferma a quota 158, quindi sotto la soglia di maggioranza assoluta di 161 voti, cosa che avrebbe fermato la riforma costituzionale e probabilmente il governo renzi il cui scopo ultimo pare proprio quello di voler sconvolgere la costituzione…ma come si vede, l’ineffabile denis verdini non fa certo mancare appoggio al suo “amichetto” in quella che giornalisticamente potrebbe prendere il nome di premiata società toscana

certo, alla maggioranza sono mancati alcuni voti dell’ncd di alfano (bonaiuti, anitori e azzollini, certo molto arrabbiato con renzi) quello del cossighiano naccarato, e quelli dei senatori a vita (anche stavolta monti non ha votato), tranne il sì ampiamente annunciato di napolitano, grande sponsor di questa riforma…ma si tratta di troppi pochi voti che mancano allo schema renzi per costituire un vero problema…

l’11 aprile, tranne sorprese, la riforma costituzionale tornerà per l’ultima volta alla camera (ricordo che l’11 gennaio il testo è  stato qui approvato  con 367 sì e 194 no) e solo dopo  si potrà avanzare domanda per il referendum confermativo da parte di un quinto dei membri di una Camera, 500 mila elettori o cinque consigli regionali

partita dunque ancora aperta quella che con il voto popolare stabilirà un si o un no alla riforma, ma che stavolta si giocherà tutta sulle capacità di renzi di addomesticare con il suo “piffero magico” (ed un controllo ormai quasi ferreo dell’informazione) che “narra” alla creduloneria degli italiani un presunto “miracolo” economico (che nei fatti non c’è affatto) ed istituzionale che finalmente e definitivamente gli consegna il paese nelle mani senza che alcuno lo abbia mai votato o delegato a stravolgere l’assetto istituzionale del paese che a riforma passata assumerebbe nella sua forma di governo le caratteristiche di un premierato forte di tipo semi-presidenziale

o sulle capacità di un variegato ed a volte poco credibile fronte del no (da salvini e meloni a civati il fronte è davvero composito) di opporre alla riforma argomenti capaci di risvegliare l’animo democratico del paese, quello che parte dalla resistenza (piaccia o meno, secondo me il momento non prescinde da questo) e termina per il momento nel no referendario alla riforma che berluskoni e soci tentarono qualche anno fa e che, sotto sotto, è quasi la stessa riforma di cui oggi discutiamo e discuteremo, testimonianza evidente che il fil rouge che lega questi tentativi di riforma ben poco democratica del paese parte da lontano, da molto lontano, trasformatisi camaleonticamente a partire dalla “madre delle riforme”, quel piano di rinascita democratica di piduistica memoria di cui troppo spesso o sottaciamo gli effetti che perdurano nei salotti buoni o trasformiamo in un totem innocuo che fa perdere il senso concreto dei protagonisti in nome di un generico concetto di massoneria dove naturalmente tutto diviene una forma epica

non ci credete alle similitudini tra le due riforme?…bene, ai link avrete la prova provata delle similitudini tra la riforma berluskoni, quella renzi e le “indicazioni” illo tempore fornite dal piano, nelle opportune differenze che ovviamente contraddistinguono i tre piani…il piano fornisce indicazioni di massima su come e cosa “riformare”, la riforma berluskoni aveva un respiro molto più corto, quella di renzi porta a compimento il piano stesso, attualizzandolo e rendendolo coeso alle nuove esigenze di chi non si rassegna ad una repubblica di tipo parlamentare ed anela all’uomo forte, essenzialmente per la tutela di alcuni grandi interessi…

il piano di rinascita democratica di gelli http://www.ilfattoquotidiano.it/wp-content/uploads/2010/07/Il-Piano-di-rinascita-democratica-della-P2-commentato-da-Marco-Travaglio.pdf o se preferite una versione meno “travagliata” http://web.tiscali.it/comunisti-pistoia/Memoria/RinascitaDemocratica.htm

la riforma costituzionale di berluskoni http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Ddlmess&leg=14&id=00154601&offset=450&length=85223&parse=no

la riforma costituzionale di renzi https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/760060/index.html

per il momento vi invito ad un confronto ragionato sui testi e lascio alla vostra libera deduzione trovare analogie e similitudini, ma così facendo (ed invito comunque i meno pigri a leggere con attenzione) e non voglio venir meno al compito di fare senso critico ed invitare ad una riflessione più profonda sui fatti, gli antefatti e le ragioni delle cose che accadono, così mi riservo a breve di entrare nel dettaglio, articolo per articolo, delle due riforme…

capisco che la materia sia ostica ed ai cittadini arrabbiati con la politica potrebbe non essere semplice comprendere alcuni passaggi che mentre sembrano volerne ridurre il ruolo, in realtà lo affermano e concentrano nelle mani di un’elite sempre più intoccabile che a conti fatti e nel confronto con la legge elettorale approvata potrebbe basarsi sul solo 25% dell’elettorato per detenere un potere senza contrappesi che lo bilancino e ne limitino gli eventuali e prevedibili eccessi, come pure le costituzioni occidentali più presidenzialiste (u.s.a. e francia) si danno pena di prevedere con appositi strumenti parlamentari…

a questo punto, considerando impossibile uno stop alla camera dell’iter della riforma dove boiardi e lacchè renziani detengono una netta maggioranza assoluta, l’ultima parola passa al popolo italiano che spero trovi l’intelletto per comprendere il pericolo per la nostra democrazia e la forza di sottrarsi alle spire di questo maleficio orchestrato da gentaglia senza scrupoli con l’unico obiettivo di detenere un potere enorme e senza limiti… 

 

 

 

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