le nostre riflessioni in merito alle 10 domande a civati…

bene, dopo il post di ieri con le 10 domande che il comitato c. levi di potenza ha elaborato per se stesso e per il nostro nuovo segretario, giuseppe civati, nell’attesa di ricevere un suo cenno di risposta che sappiamo non mancherà di arrivare, qualche considerazione pur vogliamo farla e, fuori da ogni polemica, vorremmo che queste 10 domande che corrispondono a 10 elementi di critica costruttiva, vorremmo fossero considerate tali, elementi di costruzione e non certo, come pur sotteso da alcuni, di distruzione…perché, sappiano costoro, che noi ad un “possibile” che nasce e cresce come elemento di svolta nella ormai drammatica situazione politica del paese, crediamo e crediamo anche molto…

partiamo allora con le domande e con le relative considerazioni che come comitato facciamo allo scopo di aumentare la consapevolezza di tutti e migliorare il migliorabile, coscienti che fare un partito, elaborare uno statuto e celebrare un congresso, seppure solo in forma di consultazione on-line e non in un confronto diretto tra mozioni, e soprattutto coscienti che l’unica candidatura possibile era quella di civati che nessuno disconosce, compreso il sottoscritto che pure non ha votato in polemica proprio con le modalità scelte per la presentazione delle mozioni…  

1) Il filtro tra i Comitati e Civati stesso, creato dai tanti che si dedicano e che lo aiutano, può dirsi accettabile?

no, riteniamo che questo filtro non sia affatto accettabile e probabilmente neppure sufficiente a che il segretario abbia una visione a 360° delle complessità anche locali che i comitati, il vero motore del partito nell’espressione anche degli stati generali come organo supremo, affrontano non solo in momenti elettorali, ma anche e soprattutto nell’azione quotidiana, quella magari lontana dai riflettori e dal contesto dell’immediato elettorale, complessità che se secondo lo statuto che ci siamo dati, sono “liberate” da vincoli dirigisti provenienti dal centro, pure avrebbero bisogno di essere rappresentate da posizioni di quel centro che servano a fare maggiore chiarezza nel rapporto con le persone che incrociamo e che dobbiamo convincere della giustezza delle posizioni di “possibile”, ovvero avrebbero quei comitati bisogno di una maggiore visibilità propositiva del partito per fare in modo che la gente poi si accorga dell’esistenza locale di possibile e ne comprenda finalità e motivazioni sia nel contesto nazionale, sia in quello locale…insomma la realtà dei comitati è varia e pretendere che vi sia uno spontaneismo eterno senza stimolo reciproco è puramente perdente cone strategia…pure le realtà operative ed i contesti in cui operano gli stessi si presentano in maniera non omogenea a seconda delle varie zone del paese e su questo occorre che un segretario abbia una piena e corretta rappresentazione e conoscenza che finora riteniamo non vi sia stata, in parte per le difficoltà del processo costituente, ma anche probabilmente per scelte operative che si sono dimostrate non corrette o quanto meno non funzionanti…ecco, la critica verso i filtri tra i comitati ed il segretario sta nel fatto che ancora non esistono piattaforme di reale scambio tra comitati e tra questi ed il centro e tutto viene affidato alle cure di un manipolo, certo volenteroso, di persone che non sappiamo quanto, come e se informano correttamente il nostro segretario delle dinamiche territoriali e di cui non conosciamo la reale capacità di comprendere che un partito è tale non perché esista un giglio magico di fedeltà, ma perché esiste una ricchezza di dialogo che va incoraggiata, tutelata e diretta alla conoscenza di chi nei fatti era già segretario prima ancora di essere eletto…e non prendiamoci in giro su questo, perché faremmo torto alla ragione condivisa di tutti noi e tua stessa, pippo…

quindi che scopo ha limitare con degli imbuti la tua conoscenza della realtà del partito, affidandosi a chi dimostra di non essere stato scelto per la sua capacità di inter-relazionarsi, conoscere e così riportare quanto dalla base proviene come stimolo, critica e suggerimento (attività delicatissima questa), quanto piuttosto per la preesistenza di un rapporto di “fedeltà” che se è valido per te, non è detto che sia valido per tutti noi alla prova provata dei fatti?

perché pippo, senza la base non esistono le altezze, come pur dovrebbe esserti chiaro, e quelle basi non sono solo espressione numerica di tessere e voti, ma il sostrato su cui deve crescere un concetto nuovo di politica che non vede separatezza tra centro e periferia, ma un costante interlacciarsi di esperienze e conoscenze che bivettorialmente ci interessano e permeano una nostra cultura g-locale contro le logiche rigidamente centralistiche che oggi sembrano essere divenute lo schema con cui si esercita la politica…quindi servono e subito non solo strutture di comunicazione dirette tra comitati che agevolino il dialogo ed il contatto tra questi (penso per esempio ad una semplice pagina sul sito di possibile in cui tutti i comitati siano presenti con il contatto mail ed il numero di telefono dei portavoce dando così spazio ed occasione di coordinamento tra essi), ma spazi dedicati sul portale a ciascun comitato in cui informare in dettaglio sulle attività che ciascuno porta avanti localmente ed in relazione ad altri comitati, e soprattutto canali di comunicazione diretta tra questi, il segretario, i comitati organizzativo e scientifico…detto in altri termini, serve comunicazione e facilitazione e non filtri che ostacolino o limitino questa comunicazione…

e questo è solo uno dei nostri suggerimenti operativi per fare in modo che chi è al centro non si senta al centro e chi è in periferia non si senta in periferia

2) L’intervento di Possibile sulle questioni locali può dirsi efficace?

in linea con quanto espresso al primo punto, no, direi che l’intervento di Possibile sulle questioni locali non è efficace, ma non nell’articolazione locale, nel comitato insomma, che sulle questioni locali si muove con la consapevolezza di essere parte di quelle questioni e con la conoscenza delle cose che gli è propria, quanto nella struttura centrale che non pare interessarsi alle piccole realtà, quanto concentrarsi solo o prevalentemente in quelle a più ampia demografia elettorale…ciò a dire che il tema di canicattì non è meno importante di quello di roma, in una visione g-locale del partito, e così necessita di trovare adeguate risposte o relazioni, se richieste, in un percorso comunicativo con il centro del partito chiaro e non affidato alle relazioni pre-esistenti o ad affiliazioni fideistiche o peggio all’appartenere o meno ad una filiera di consenso, ma alla considerazione che tutti, persino chi dissente, fa parte di un partito e così necessita di attenzione, sostegno e dialogo…ciò vale a dire, pippo, che forse dovresti ascoltare più chi critica apertamente che chi assente plaudente e magari chiamare tu direttamente il sottoscritto che “fa il ribelle” e non un semplice “delegato senza delega” che è sin troppo facile zittire perché non ha argomenti validi, ovvero risposte alle domande, ma dogmi assertivi di savoiarda memoria…

nello specifico del comitato di potenza, come faccio io, miko somma, a renderti edotto di una situazione assurda che vede al comune di potenza un sindaco eletto da fratelli d’italia ed ora sostenuto dal pd che forse meriterebbe un intervento stigmatizzante del partito e non di un semplice circolo?…come faccio a renderti edotto di una situazione regionale al collasso e nelle mani di “spacciatori di fumo”, che al meglio sono inadeguati a fronteggiare la situazione di una regione che pur avrebbe opportunità di venire fuori da sottosviluppo, filiere e colonizzazione petrolifera (e mi fermo qui nell’elenco che sarebbe troppo lungo) e che richiede, come pure ho “urlato” a napoli agli stati generali, che sia l’intero partito a farsi carico di verificare e migliorare una progettualità alternativa e “nuova” nei contenuti ed obiettivi che pure ti ho inviato perché tu la esaminassi e mi dessi il tuo parere?…

vedi a roma, milano ed altrove i comitati saranno anche contenti della partecipazione di possibile alle dinamiche locali, qui probabilmente non lo siamo, come altrove probabilmente, e vorremmo trovare spazi di confronto che suffraghino le nostre convinzioni che sia opportuno proseguire un percorso locale in un contenitore nazionale e non invece, come pur siamo tentati di fare dopo qualche mese di comunicazione “stramba” (mettiamola così), per conto nostro, avendo preparazione, competenza, volontà e passione che non giudichiamo seconda a nessuno, neppure alla tua, se ci consenti?…

3) I coordinamenti spontanei e disorganizzati sono sufficienti?

è evidente che quanto allo statuto, a cominciare dalla mancanza di strutture coerenti di collegamento tra i comitati (grave errore quello di non volere strutture di coordinamento stabili e riconosciute per paura di innescare la corsa alla carica intermedia che, pur se mi è chiara e per molti versi comprendo la ratio, poi di fatto conduce al nulla organizzativo) è di ostacolo ai coordinamenti regionali che pure servono per dare coerenza organizzativa, tematica e progettuale ai progetti di area larga che non si può pensare possano servire solo quando vi saranno elezioni regionali…lo spontaneismo spesso si spegne nel vuoto partecipativo, nell’incoerenza dei contenuti, nella parzialità della proposta e financo nella incapacità politica ed intellettuale di coniugare teoria e pratica in assunti comprensibili ai cittadini a cui possibile si dovrebbe rivolgere…

quindi no, forme di coordinamento senza statuizione che li regoli, sono inutili e dannose, un’armata brancaleone che se fa contenta certa anima antipolitica di vulgata che rifiuta quell’intermedio politico che spesso ha dato prove nefaste di se stesso, nei fatti concreti si risolve nello spegnersi dell’iniziativa stessa o, ancor peggio, in una pericolosa deriva cinquestellina dove esiste un centro che tutto coordina e decide, persino i temi, ed una periferia vasta che si trastulla con i piccoli temi, e che, come direbbe il marchese del grillo…spero di essere stato chiaro…

grave errore non aver previsto nello statuto quei livelli intermedi di coerenza e coordinamento che consegnano un partito al suo segretario ed alle “sue” liste bloccate per i comitati organizzativi e scientifico senza ulteriori strutture di riflessione e costruzione di senso politico…e le mie personali critiche andavano e vanno appunto a questo riproporsi di un meccanismo a liste bloccate che se pur comprensibile, ma non giustificabile per chi come me critica da sempre questo sistema odioso e da spoil system, per il comitato organizzativo (che pure dovrebbe vedere rappresentanza per chi eventualmente dissente sulla base di una mozione congressuale che, per quanto ai punti precedenti sulla comunicazione tra comitati, era nei fatti impedito) non si comprende perché debba valere per il comitato scientifico che dovrebbe essere struttura a disposizione di tutti, quindi composta sulla base di un riconoscimento della sua imparzialità

4) Quali sono i criteri per cui determinati post sono autorizzati e altri no, su questo gruppo? (ovviamente ci riferiamo ai gruppi facebook che ufficiali, semiufficiali o meno, qualche regola chiara di funzionamento dovrebbero possederla)

qui sarò breve perché quanto accaduto su un gruppo facebook (ufficiale o meno che fosse, era comunque una struttura di dialogo e conoscenza) proprio a riguardo dei temi congressuali, è materia che non ci interessa nei toni che pure ha raggiunto da parte di tutti (il sottoscritto di suo, si è arrabbiato solo per alcune censure sui post a nome del comitato che pur ci sono state e per le quali vorrei pubbliche scuse, non a me, ma a tutti i lettori di quel gruppo), ma ci interessa nella sostanza della comunicazione…molti usano facebook per la sua immediatezza, così auspicabile sarebbe la creazione di un gruppo ufficiale, con regole di partecipazione chiare da subito e non affidate ai criteri mutevoli di un gruppo di coordinamento del cui operare poco o nulla si conosceva…

5) L’attuale strategia comunicativa del partito è vincente?

no, secondo noi e secondo il sottoscritto, la strategia comunicativa è del tutto autoreferente ad un universo partecipativo già convinto della necessità di un nuovo soggetto a sinistra e nella disponibilità di strumenti intellettuali e cognitivi tali da saper discernere tale necessità, quindi attiene ad un universo minoritario, e non si rivolge affatto ai tanti che pur potrebbero essere interessati, ma che non possedendo genoma cognitivo sufficiente non si sentono affatto coinvolti da un messaggio che viene percepito come identitario e strettamente legato al dissenso a sinistra del pd…non è questione di andare di più in televisione per farsi conoscere dalla casalinga di treviso, dal pastore sardo o dal contadino lucano, ma uno sforzo per far comprendere la fondatezza dei nostri argomenti sul cambio di prospettive produttive, culturali e sociali deve essere spiegato meglio anche a chi pur non comprendendo molti temi, tuttavia sente necessario un cambio di passo rispetto al liberismo e all’esclusione…ecco a noi spetterebbe il compito non solo di recitare formule scientifiche e culturali, ma impegnarsi a fornire all’uomo della strada gli strumenti per cui tale cambio di passo è necessario ed improcrastinabile…

e poi il tema della platea a cui possibile si rivolge…ma davvero possiamo pensare che concorrendo e sottraendo decimi ad un pd renziano in cui la sinistra non trova spazio o alle forme alternative che si sono formate a sinistra (penso a sinistra italiana) , ricostituiamo un elettorato di sinistra…possibile che non si capisca che oggi questo partito deve rivolgersi prevalentemente al mondo dei delusi dal non voto, divenendo attraente per temi e passione e prospettive a breve e lungo periodo, e a quell’universo del voto incoerentemente dato nel 2013 ai grillini per disperazione e mancanza di prospettive concrete (io aggiungo anche per inganno vero e proprio consumato da grillo&casaleggio, ma è altra storia questa…) e smetterla di agitarsi in un vomitatoio identitario trito e ritrito?…

ti consiglio pippo di dotarci prestissimo di una web tv che possa fungere da veicolo per quella comunicazione che il solo materiale scritto non riesce a comunicare con immediatezza e di un gruppo specifico e competente di comunicazione che non solo amplifichi il messaggio di possibile, ma funga anche e soprattutto da punto di riferimento per quanti, fuori da possibile, necessitano magari di punti di riferimento… 

6) Quali sono le intenzioni di Possibile in rapporto alla nascita del nuovo partito di sinistra radicale nel prossimo febbraio?

su questo punto crediamo di non dover elaborare per il momento alcuna proposta, lasciando ovviamente al segretario l’avvio di consultazioni, ma consigliamo caldamente di non sottrarci mai al dialogo con questa forza politica, pur se magari non ne condividiamo alcuni passaggi…

7) Cosa si può fare per incentivare l’avvio di un dialogo politicamente produttivo?

chiariamo che questo punto è in stretta relazione con il precedente, quindi è in completamento di quella domanda di dialogo, ma ovviamente si apre anche ad un confronto oltre i nostri confini di identità, confronto che crediamo sia necessario esca fuori dalle aule parlamentari e diventi patrimonio comune per affermarsi come volontà condivisa di un cambio di paradigma politico, sociale e soprattutto economico che questo paese non può rinviare oltre…

8) In che modo si possono incentivare i rapporti tra i Comitati e i loro portavoce?

la domanda molto semplice, eppure non compresa da alcuni savoiardi, è come si fa in modo che i comitati, che non sono solo gli iscritti (almeno per noi del c. levi) entrino in una relazione più produttiva con i loro portavoce, attraverso strumenti predisposti di partecipazione che il solo voto sulla piattaforma non sembrano assicurare?…in altri termini, se è vero che tutti gli iscritti sono in un comitato e che alla recenti votazioni per il segretario ha votato il 50% degli aventi diritto e che ogni portavoce, compreso il sottoscritto, si è fatto carico di informare e invitare al voto, perché solo la metà degli iscritti ha votato?…può essere che lo strumento impersonale del portale serva meno di una votazione diretta dentro un comitato?…può essere che un portavoce ben informato possa spiegare meglio mozioni ed idee ai propri iscritti di quanto non faccia una semplice mail o un link?…può essere che dotare un portavoce di qualcosa più di una voce da portare e riportare, ma di una connessione diretta ai comitati organizzativi e scientifici tali da far sentire gli iscritti più vicini alla “centro” del partito attraverso il proprio portavoce non serva a stimolare maggiore e migliore partecipazione e maggiore e migliore capacità attrattiva per futuri aderenti e/o simpatizzanti?…

9) A parte le battaglie tematiche una tantum e i post ideologici, perché in oltre tre mesi di vita Possibile non ha ancora presentato uno schema di future iniziative politiche tese ad affermare la nostra visione per l’Italia (se ne abbiamo una)?

la critica espressa nella domanda è chiara e, nonostante si dovesse eleggere un segretario per ufficializzare una linea politica, perché nel frattempo chi era già, nei fatti e nei sentimenti di tutti gli iscritti, il segretario non si è dato pena di comunicare una linea politica pro-tempore utile soprattutto a chi localmente opera per affermare alla gente l’esistenza e la vitalità del partito?…

10) Perché non abbiamo discusso una nostra adesione a un partito europeo, come ad esempio il Party of European Left?

punto nodale, questo…e se un savoiardo afferma che non ci sono elezioni europee al momento, cosa si dovrebbe mai pensare delle idee di costui che ignora la valenza dello stare in un gruppo politico a bruxelles nell’ordinario dell’attività parlamentare e le lega invece alle sole elezioni?…mah, comunque polemiche a parte con chi si permette persino di offendere senza comprendere né il trascorso politico ed umano dell’interlocutore, né il suo spessore culturale ed ideale (dai avrete capito chi è la testa d’uovo con cui ho litigato, chiosando la conversazione con “con uno come te non si può parlare ed è inutile parlare”) è un argomento fondante che spero in brevissimo tempo si possa affrontare per definire il nostro atteggiamento in sede di U.E…

ciò lungamente esposto ed in attesa di comunicazioni di civati (e solo di civati, perché lui è stato eletto, gli altri “funzionari e dignitari” erano in una lista bloccata, quindi non sono degni da parte mia di alcuna considerazione al riguardo di queste domande), comunicazione che non mancherò di postare su questo sito appena giunge, mi fermo qui per il momento…per il momento perché di cose che non vanno come dovrebbero andare in possibile ce ne sono tante e logica, e solo logica, vorrebbe che la strada per risolvere le cose passa anche e soprattutto dall’ascolto di chi ha da dire cose e non solo da chi, preconfezionandole, al massimo ha predisposto meccanismi di metabolizzazione più o meno capziosa delle stesse…

miko somma, per il momento ancora tenacemente iscritto a possibile, ma senza alcun torcicollo

 

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le razze non hanno posto nella biologia…

Basta con il concetto di razza negli studi di biologia e genetica applicati all’uomo: oltre ad essere una categorizzazione inutile ai fini della ricerca scientifica, puo’ diventare un pericoloso strumento di discriminazione nella societa’. A dirlo e’ un gruppo di esperti di biologia, genetica, scienze sociali e giuridiche, che dalle pagine della rivista Science lanciano un appello al mondo scientifico affinche’ si superi il concetto di razza e si convochi un tavolo per definire un nuovo vocabolario che descriva la diversita’ umana.

”E’ tempo che i biologi trovino un modo migliore”, si legge nell’articolo firmato da Michael Yudell, esperto di salute pubblica della Drexel University di Philadelphia, Dorothy Roberts, giurista dell’universita’ della Pennsylvania, Robert DeSalle, biologo evoluzionista dell’American Museum of Natural History, e Sarah Tishkoff, genetista dell’universita’ della Pennsylvania.

I quattro esperti ritengono che il concetto di razza dovrebbe essere eliminato dalla genetica umana, visto che moltissimi studi hanno gia’ dimostrato l’inconsistenza scientifica di questa categorizzazione: al suo posto potrebbero essere usati altri termini, come ‘popolazione’ o ‘stirpe’. ”Il linguaggio e’ importante – affermano – e il linguaggio scientifico ha una notevole influenza sul modo con cui il pubblico, inclusi gli stessi scienziati, comprendono la diversita’ umana”.

Se le riviste scientifiche facessero uno sforzo per rinnovare e definire meglio il loro vocabolario, ”si potrebbe mandare un messaggio importante, ai ricercatori cosi’ come al pubblico: le categorie storiche delle razze, considerate come naturali e intrise di concetti di superiorita’ e inferiorita’, non hanno posto nella biologia”. Da qui l’appello, rivolto all’Accademia statunitense delle scienze, affinche’ convochi un tavolo di esperti di tutte le discipline ”per superare l’uso della razza come strumento di classificazione nella ricerca clinica e di laboratorio”.

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e vediamo di farlo ficcare bene nella testa ai tanti che, ancora oggi, sono convinti che avere una pelle o dei tratti somatici diversi dai propri, configuri un’altra razza da cui inevitabilmente occorre tenersi lontani…apparteniamo tutti ad un’unica specie e questa specie è l’homo sapiens (anche se spesso tanto sapiens proprio non dimostra di esserlo)…

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