numeri terribili sui quali occorre chiarezza…

mi perdoneranno i giornalisti di avvenire, quotidiano che non rientra certo tra le mie letture quotidiane, e mi perdonerà pino ciocola, l’autore dell’articolo, ma per una volta non posterò, come di solito, un incipit dell’articolo ed il link per continuare la lettura, ma vista l’importanza della questione e vista anche l’esigenza che, a partire dai numeri terribili che sono citati, di avere delle risposte celeri a domande che, se non debbono dare adito ad allarmismi, pongono però delle angoscianti ansie che richiedono urgenti risposte da chi si occupa di salute pubblica, pubblico per intero lo steso articolo che troverete comunque al sito   http://mobile.avvenire.it/Politica/Pagine/Basilicata-vicino-ai-pozzi-si-muore-di-pi-.aspx

Salute pubblica

Basilicata, il conto dei tumori 

di Pino Ciociola
06/04/2016

Brividi. Mentre tra il 2011 e il 2014 il tasso di mortalità in Basilicata è cresciuto del 2%, nello stesso periodo a Corleto Perticara (meno di 3mila abitanti) è aumentato del 23%. Il tasso di mortalità in Basilicata nel 2014 è stato 10,3 per mille residenti e a Corleto Perticara 17,9 cioè il 73% più alto del tasso regionale e il 69% più alto del provinciale. Numeri, questi, elaborati dai ‘Medici per l’ambiente’. Ricordando che Corleto si trova a quattro chilometri in linea d’aria dal centro di ‘Tempa Rossa’ e a una ventina da quello di Viggiano, finiti nell’occhio del ciclone (giudiziario e politico). Tanto che, proprio nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale legato allo smaltimento dei rifiuti tossici, nelle ultime settimane la Procura di Potenza ha mandato i carabinieri del Noe ad acquisire negli ospedali lucani migliaia di cartelle cliniche, per una ricognizione sulle patologie in regione e la loro incidenza. 

Ma torniamo ai numeri elaborati dall’Isde con i dati dell’Istituto nazionale di statistica, perché ce ne sono anche su base regionale. Tenendo conto che in Basilicata si concentra il 70% dell’estrazione nazionale di idrocarburi e prevalentemente in provincia di Potenza. E se, come per Corleto, non c’è prova di un nesso causa/effetto, almeno il sospetto non può tuttavia non materializzarsi. Solamente fra il 2011 e il 2013, nel Meridione la speranza di vita in buona salute è scesa di quasi un anno per gli uomini (da 57,1 a 56,3) ed è rimasta invariata per le donne, sempre fra il 2011 e il 2013 in Basilicata è invece diminuita di undici mesi nelle donne (da 53,8 a 52,9) e di sei anni negli uomini (da 58,2 a 52,8). Secondo ancora l’Istat, fra il 2006 e il 2013 il tasso di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio è salito del 14% a livello nazionale e del 29% in Basilicata. E nel 2014, sempre in provincia di Potenza il tasso di mortalità per patologie respiratorie è più alto (8,63 per 10mila abitanti) rispetto al regionale (7,9), a sua volta maggiore rispetto al nazionale (6,9) Non è finita. Il tasso di dimissioni per tumori in età pediatrica della Basilicata è più alto del 33% rispetto al Meridione e del 42% rispetto al nazionale.

Nella provincia di Potenza il tasso di ospedalizzazione per tumore maligno nei maschi tra 0 a 14 anni è cresciuto del 48% fra il 2011 e il 2014. Poi, sempre da 0 a 14 anni, il tasso di dimissioni per chemioterapia è più alto rispetto al nazionale del 37% per le bambine e del 59% per i bambini. Dati che insomma avrebbero già dovuto essere punto di partenza di un’analisi epidemiologica accurata per ricavarne eventuali certezze, ma che così vanno considerati quanto meno allarmanti. E sebbene distante, viste le caratteristiche, si può comunque azzardare un paragone coi numeri dello studio “Sentieri” dell’Istituto superiore di sanità del 2010 e dei suoi aggiornamenti, sui siti d’interesse nazionale per le bonifiche (Sin) a rischio per inquinamento ambientale. 

Siti nei quali si continua ad avere un eccesso di mortalità, di ricoveri e di casi di tumore, visto che da Casale Monferrato a Taranto, da Gela a Broni, è stato via via ribadito l’alto rischio per la salute. Lo studio 2010 aveva infatti documentato un eccesso d’incidenza per cancro pari al 9% negli uomini e al 7% nelle donne. Poi nel 2014, ad esempio per il tumore della tiroide in alcuni Sin ci sono aumenti dell’incidenza. Come a Brescia-Caffaro con più 70% negli uomini e più 56% nelle donne, a Laghi di Mantova, rispettivamente più 74% e più 55%, Milazzo più 24% e più 40%, Sassuolo-Scandiano più 46% e più 30%, Taranto più 58% e più 20%.

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ed allora attendiamo chiarezza dall’assessore alla salute della regione basilicata, franconi, e dal presidente pittella…risposte immediate e veritiere, non la solita pappetta del tuttapposto che francamente ha stufato!!!…

 
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