2) il dramma dei controlli…

ricorderete che pochi giorni fa, allo scoppiare dello scandalo, ho postato in un articolo (http://www.comitatonooilpotenza.com/?p=12772 la befana dell’oro nero) 4 domande, in realtà  semplici spunti di riflessione sull’affaire petrolio che noi come lucani dovremmo tutti porci…e ad una di queste domande ho provato  già a rispondere (http://www.comitatonooilpotenza.com/?p=12793 il dramma democratico)…

passiamo allora alla seconde di queste domande…

2) ma lo scopriamo solo adesso che in val d’agri i dati dei monitoraggi erano tutti e da tempo immemore “taroccati“, acque reflue, emissioni, dati sulla salute,  forse persino l’interezza del processo estrattivo ed industriale, forse persino le quantità di estratto, e che in val sauro tangenti, interessi privati, corruzione e malversazioni a vario titolo che da anni coinvolgono politici, amministratori, società di appalti e la stessa total, erano il giornale quotidiano di un territorio che si candida a fare la stessa fine della val d’agri?

bene, e qui, dopo aver dissertato sul sistema politico che ha consentito che in questa regione tutto fosse possibile per le compagnie, purchè si ottemperasse a qualche “semplice semplice richiestina” del politicume lucano, dobbiamo però andare a cose molto più concrete, se esiste cioè contezza e certezza dei dati sulla questione petrolio finora spacciati come un potente barbiturico per sedare gli animi più proni a credere a tutto ciò che gli veniva fatto ingurgitare come informazione, dati che, ovviamente, agivano invece come stimolante per altri, compreso il sottoscritto, che, non avendo mai creduto a quei “bugiardini” che davano istruzioni per l’uso del barbiturico, con una certa caparbia hanno invece continuato a denunciare e ad arrabbiarsi perché la verità venisse a galla…

ora se sia o meno venuta a galla nella sua drammatica evidenza è naturalmente una questione giudiziaria, ma – attenzione!!! – comunque vada l’inchiesta e comunque vada l’eventuale processo, alcuni dati sono comunque emersi con una netta crudezza e forse crudeltà…

si è consumato davanti agli occhi dei lucani e forse del paese intero un primo dramma, scoprire che c’è del marcio negli appalti (ed è un marcio che radica verso l’alto), e poi altro dramma, quello sui controlli mai fatti o fatti male o artatamente modificati perché non apparissero per ciò che invece presumibilmente erano, “foglie di fico geneticamernte modificato” per coprire un disastro ancora tutto da misurare nella sua tragica conta di danni alla salute umana (nei fatti non esiste ancora nessun registro tumori, avendone la regione avviato la validazione da oltre due anni, ma non essendosi finora concretizzato nulla in tal senso…forse che il registro è fatto male?…forse che i dati non hanno tenuto conto di localizzazioni geografiche precise?…mah…e poi ci sono tante altre patologie, oltre ai tumori, che potrebbero essersi innescate con le emissioni del sistema petrolio in valle dell’agri), all’ambiente (sappiamo che nonostante tutto ciò che dica eni, noi abbiamo bisogno, in assenza di fatto di una agenzia regionale in grado di misurare alcunché, di risposte certe e validate da qualche ente neutrale che, proprio per la sua neutralità terza, sia dalla parte dei cittadini ed ascoltare le “panzane” eni, pur validate da “professoroni a contratto” è come se in un tribunale per un processo di omicidio si credesse a prescindere alla versione dell’assassino, e non se ne dovesse invece tarare e misurare veridicità, se non verità della sua difesa), alla economia di zone invece vocate per altro e per cui in passato tanto si era speso in termini di investimento pubblico e privato, ovvero una agricoltura sostenibile che poteva fare del biologico spinto il suo mantra per poter penetrare e competere nei mercati, ed un parco nazionale che, invece di essere ritagliato nei sui confini dalla posizione dei pozzi dopo 18 anni di attesa che fosse istituito, poteva invece essere un formidabile volano turistico e di conservazione ambientale, un agri-artigianato di trasformazione e via discorrendo tutto ciò che in un territorio si potrebbe fare se non ci fosse il petrolio e l’assurda caparbietà nel volerlo tirare fuori ad ogni costo…anche a costi insostenibili…

ed infine ancora non sappiamo se oltre a questi danni non ve ne siano di più beffardi riguardo al volume delle estrazioni che ancora oggi è misurato e comunicato da eni (ed ovviamente lo stesso vale e varrà per altre compagnie) direttamente all’unmig che sempre più appare essere il terminale di connessione degli interessi delle compagnie e non certo uno strumento pubblico…

a quanto ci consta nessuna visita della intendenza di finanza, a ciò preposta dalla legge, è stata mai effettuata in questi anni al centro olii di viggiano per misurare il volume dell’estratto da contabilizzarsi ai fini del calcolo delle royalties (addirittura esiste una richiesta fatta dall’allora presidente della commissione di inchiesta consiliare a cui unmig rispose che i dati erano segreti e non potevano essere comunicati neppure alla regione…una palese assurdità visto che poi venivano comunque comunicati, come da accordo, ed accettati senza fiatare come reali), ma questa è storia che con molta calma tratterò ancora (avendolo già fatto in passato) a parte e più compiutamente in un altro articolo…

e basti per ora solo questo a far comprendere il livello dei dubbi che si sono in questi anni sviluppati su questioni molto concrete e finora senza risposte che potessero superare l’asticella della decenza etica e del rispetto per l’intelligenza dei lucani, ma il problema, in caso ciò potesse essere dimostrato, che cioè le estrazioni erano superiori a quanto comunicato, sarebbe enorme, e non solo per il danno a livello economico per regioni e comuni, ma anche e soprattutto per la rilevanza ambientale e sanitaria che se ne dovrebbe ricavare, in presenza di dati estrattivi eventualmente “taroccati” che hanno fatto “scoppiare” le emissioni originariamente previste e quindi i presunti e presumibili maggiori danni che proprio ne sarebbero originati, oltre a tutte le implicazioni giudiziarie…naturalmente sono comunque a disposizione dei magistrati di potenza per chiarire questo passaggio…

ovviamente per ciò che attiene danni ambientali, sanitari, economici diretti ed indiretti (quelli diretti sono ovviamente le royalties e i denari che occorreranno per bonificare e risarcire i cittadini in caso si dimostri un disastro ambientale e sanitario, quelli indiretti vanno considerati come le spese sostenute per vocazioni originarie “uccise nella culla e per la direzione “altra” che l’economia delle zone ha preso), parliamo ovviamente delle zone dove già si estrae, la val d’agri…

ma vorrei non si dimenticasse che esistono altre zone in questa regione, come la val basento ed alcuni pozzi attivi nel policorese, dove si continua ad estrarre gas e petrolio in piccole quantità, ma dove in passato tanto si è estratto – e qui un discorso dovrebbe aprirsi su come e chi abbia “rovinato” la val basento sino a farla divenire un sito di interesse nazionale per le bonifiche (sin) delle cui procedura di bonifica nulla più è a conoscenza, pur essendo stata la bonifica stessa approvata e finanziata

eppure dobbiamo anche parlare della val sauro, di tempa rossa per intenderci, dove i pozzi sono pronti da anni (tappati speriamo bene, ma l’evidenza è che se proprio trivellando si immettono fluidi inquinanti che potrebbero contaminare le acque di falda, l’inquinamento è bello che avvenuto da anni ed anni, e ricordo che i pozzi già trivellati in quella zona sono già 6), il centro olii si sta costruendo ed il malaffare impera, come non solo questa inchiesta dimostra, ma anche una sentenza di primo grado che ha dispensato condanne a vertici total ed a politicucci e “malimprenditori”…

possiamo allora almeno farci qualche legittima idea di una certa contiguità sostanziale e causale tra corruzione e centro olii/estrazioni a tempa rossa?…io direi proprio di si…

e se questa contiguità sostanziale e causale tra corruzione e centro olii/estrazioni fosse del tutto dimostrata, potremmo “scoprire” che in val d’agri tutto ciò è già tristemente accaduto, perché forse connaturata alla natura delle compagnie (non lo dico io, ma agenzie onu che l’industria del petrolio è quella a più alto tasso di generazione di corruzione), e potremmo scoprire che oggi, se dobbiamo valutare politicamente, ma anche giudiziariamente le faccende, tutte le faccende legate al petrolio lucano, occorre andare molto indietro nel passato e riaprire fascicoli ormai vecchi di oltre venti anni, compresi gli accordi del 98 e tutte le informative, comunicazioni, consulenze, atti preparatori, con nomi e cognomi, che di quegli accordi furono prodromici

ovviamente questo è un consiglio che lancio ai magistrati (che certo non hanno bisogno dei miei consigli), ma è una riflessione che faccio da questo blog con voi lettori e che compendio nella domanda ulteriore “ma è malaffare a tempa rossa, lo è stato anche in val d’agri e lo sarebbe quindi anche altrove in questa regione e nel paese?”…

la realtà è che se si dimostrasse che non si tratta di episodi isolati, quindi malaffare, ma di un generale andazzo che le compagnie, ben conoscendo i “vizi” della politica locale e nazionale, intrattengono sui territori, saremmo di fronte ad una conclamata e fisiologica attività di corruttela, da cui tutto il resto discende, ovvero la mancanza di controlli seri e deviazioni di senso comune, quando non bugie vere e proprie da dare in pasto all’opinione pubblica in combutta con alcuni “spacciatori dell’informazione”, sono una parte della strategia criminale di mettere l’estrazione di idrocarburi un gradino più su (forse anche qualche rampa) della salute, dell’ambiente e dell’economia locale, nella logica perversa di un accordo tra le stesse compagnie, lo stato, per interposta tassazione, i politicanti, collusi od ignoranti che siano, ed alcuni mestatori di opinione, in base alla quale il petrolio è un affare più redditizio e “strategico” di quattro bifolchi lucani

quindi non stiamo a meravigliarci del fatto che i controlli ambientali, sanitari e di legalità non si sono mai fatti o non si sono fatti come civiltà e ragione avrebbero voluto si facessero, perché questa è la faccenda…

eni, total, shell e tutte le altre sono compagnie che devono fare profitto, molto profitto, qui come altrove, e se per far profitto occorre passare sul corpo delle popolazioni, qui come altrove – bene – loro passeranno sul corpo delle popolazioni, imbastendo tali fitte trame da impedire, o tentare di impedire, di guardaci attraverso per capire…la mancanza di controlli seri ne è un filo di ordito…

miko somma

(continua…)    

ho già risposto ad una domanda precedente…

1) ma lo scopriamo solo adesso che sull’affare petrolio&dintorni in questa regione si sta consumando un dramma della democrazia, prima ancora che un dramma ambientale, sanitario ed economico che è conseguenza diretta proprio di quel dramma democratico?  

e devo ancora rispondere a queste domande…

3) ma lo scopriamo solo adesso che anni ed anni di royalties con cui è stato “dopato” il bilancio regionale, permettendo margini di manovra a fini quasi esclusivamente clientelari o comunque legati al consenso spiccio, sono state la merce di scambio tra quanto accadeva ad ambiente, salute ed economia locale in val d’agri (e di cui, a gran voce dobbiamo chiedere di sapere subito perché almeno i contorni del disastro siano chiari per tentare almeno di mettervi rimedio) ed il silenzio colpevole della politica lucana (perché se sapevano od immaginavano sono dei criminali, ma se non sapevano o non immaginavano sono solo degli inetti e dei cretini)  e di quella parte di società che ad essa era legata da familismi di varia natura e molto più spesso dal bisogno di avere dei “padrini” (o vogliamo credere che le colpe siano tutte dei politici e non anche di chi si “lega” a loro per qualsiasi interesse o richiesta di abbrivio personale)?

4) vogliamo pensare che tutto sia solo una questione giudiziaria, come pure qualcuno già tenta di dire, evidenziando una patologia di sistema a giustificare l’accaduto e non una mera fisiologia di funzionamento dell’industria delle estrazioni, o che non sia ora necessaria, oltre la doverosa operazione di verità e pulizia, una seria riflessione nazionale e locale che tocchi la politica e gli obiettivi che il paese e la regione debbono mettere in cima alla lista?

n.b. pare che l’airtum (associazione italiana registri tumori) abbia, guarda caso, appena oggi validato il registro tumori che consegna un prevedibile tuttaposto…controllerò la cosa…

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