un terrificante peto della politica a nome matteo…

anche dalla lettura del post precedente – ma si, quello con quella bella foto che incornicia perfettamente una delle due personalità di renzi – avrete notato che parto da due presupposti, per la verità due tesi, per tentare di delineare non il futuro, ma un assetto che la politica del paese potrebbe assumere di qui a pochi mesi, con spartiacque proprio il referendum costituzionale, la cui data è ancora un mistero di fede…

ovviamente uno dei due presupposti, quello che il sottoscritto spera, ovvero la vittoria del NO, apre la porta ad alcune possibilità tutte da verificarsi, di cui però solo una conduce all’altro presupposto, la necessità sia per il paese, sia per l’europa, sia per la finanza internazionale che i conti pubblici siano in ordine e che il nostro debito non imploda in seguito a tensioni politiche ed ingovernabilità…

ma procediamo con ordine…chiaramente ed anche in mancanza di un quorum di votanti (ricordo infatti che il quorum del 50% più uno degli aventi diritto riguarda il solo referendum abrogativo, l’unico esistente nel nostro ordinamento oltre al referendum costituzionale) nessuno è probabilmente in grado di delineare con qualche ragionevole margine di sicurezza se nelle intenzioni attuali degli italiani prevalga la linea del si, ovvero quella di un cambio radicale della forma di governo, travestito comodamente da maggiore semplicità e minori spese, che conduce ad un premierato forte e senza accurati contro-bilanciamenti istituzionali in grado di frenare l’abuso eventuale e non escludibile che potrebbe derivare da troppo potere nelle mani di una sola persona, o, come è noto io auspico e mi batterò perché possa prevalere, la linea del NO, che lascia tutto esattamente così come è, senza drammi o momenti terminali, una repubblica parlamentare con una più che equilibrata suddivisione dei ruoli e dei controlli tra i poteri dello stato, riproponendosi comunque, anche in caso di una sua vittoria il tema di quanto sia l’inconcludenza delle forze politiche che rappresentano gli umori degli italiani a concludere e saper come concludere accordi alla luce del sole, affinché il paese riprenda a camminare, il cuore del problema governabilità e non certo una carta che stabilisce dei confini chiari alla civile e democratica convivenza tra i cittadini e la loro espressione elettorale, quindi anche al governo ed alla sua forma, particolare questo che è quasi criminale si faccia passare dietro le quinte…

dunque se vincesse il si, potere quasi assoluto al presidente del consiglio, che con una ottusa maggioranza parlamentare ottenuta con una legge elettorale che somiglia troppo al porcellum per potersi definire rappresentativa e non emanazione dei capi di partito, si elegge praticamente a suo volere presidente della repubblica e corte costituzionale (quindi i due unici organi che potrebbero inficiare le sue azioni legislative), con ciò acquistando un potere enorme e praticamente non tangibile da alcuna altra funzione dello stato, ovvero l’esecutivo controlla il legislativo (cosa che oggi già accade in parte con la enorme decretazione d’urgenza approvata poi da una maggioranza parlamentare eletta con il vecchio e dichiarato anticostituzionale porcellum che la stessa corte ha dovuto accettare rimanesse tale per il principio di continuità istituzionale, ovvero per impedire il caos nel paese in quello sciamannato 2013) e determina il controllo di merito costituzionale (d’altronde con il si già ritagliato su misura della sua azione), e potere assoluto immagino che chiunque abbia a cuore la democrazia, che ricordo è il governo dei tanti, sappia anche a quali conseguenze anche solo teoricamente possa portare…e neppure accenno ai danni che il neo-centralismo di una controrifoma del titolo V potrebbe produrre a livello di qualificazione sostanziale dei poteri territoriali più vicini ai cittadini, le regioni, seppur criticabilissime per le tante schifezze prodotte fin ora…quel che accadrebbe dopo è materia che nessuno è in grado di prevedere…

ma se invece vincesse il NO?…nulla cambierebbe ed il paese continuerebbe ad essere governato come oggi è governato e ricordiamo che governato bene o governato male è solo e soltanto questione di capacità o meno delle persone e delle forze politiche ad un efficace governo della realtà…

primo presupposto allora, vince il NO perché gli italiani sentono di non potersi fidare di un cambio costituzionale in grado di produrre in fieri e per le potestà concesse dalla carta modificata un autocrate che oggi  magari potrebbe essere renzi, domani chissà, un salvini, un grillo, persino un adinolfi o un qualunque pifferaio che incanta le folle come già qualcuno le incantava da noi negli anni 20 dello scorso secolo o nel reich tedesco negli anni 30 dello stesso…

si dimetterebbe renzi a quel punto?…ovviamente, conoscendo la sua propensione a raccontare balle e rimangiarsi tutto, tenterà di non dimettersi, come già in qualche modo in dichiarazioni recenti tenta già di far passare, ed a quel punto tutto dipenderebbe dalle dimensioni della vittoria del NO, se di margine e con pochi votanti produrrebbe una fotografia che renzi farebbe interpretare come la parte piena del bicchiere mezzo vuoto, se invece massiccia e con buona partecipazione al voto, produrrebbe una slavina inarrestabile che prima che lo stesso parlamento possa farlo inciampare in una sfiducia, porterebbe renzi a dimettersi per tentare la carta di un reincarico da parte di un silente fino ad ora mattarella, che però non potrebbe che rimandarlo di fronte al parlamento o per riconfermare il governo attuale o tentare una nuova maggioranza che la sua stessa persona renderebbe impossibile, quindi un ritorno alla linea di partenza che renzi sa benissimo non poter reggere proprio nel suo stesso partito…

unica chance, tentare la carta del voto, ma il voto eventuale produrrebbe due ipotesi, una, si vota con l’italicum e con renzi ancora segretario del pd, quindi in grado di determinare le liste del suo partito, ma a quel punto, rimanendo il senato alle sue attuali funzione e composizione, si dovrebbe andare al voto con due sistemi elettorali, l’italicum alla camera, per la quale è stato espressamente ed unicamente previsto, il consultellum, ovvero un quasi ritorno alla legge elettorale precedente il porcellum, il cosiddetto mattarellum, al senato…un casino micidiale!!!…con la concreta possibilità di determinare due maggioranze diverse, una alla camera ed una al senato, e quindi una pericolosa ingovernabilità di fatto (e ricordo che è pendente presso la corte costituzionale il giudizio proprio sull’italicum che solo in caso di bocciatura allora potrebbe riaprire il discorso elezioni)…

troppo perché europa e mercati possano tollerare…si ritornerebbe allora, dietro evidenti pressioni, allo stesso schema del 2011, con il resosi necessario siluramento di berluskoni ed un incarico tecnico, supportato ad un governo di semi-unità nazionale a fare da puntello politico, a mario monti, uomo di riferimento della finanza mondiale, per riportare calma sui mercati secondari del debito pubblico e garantire tenuta dei conti e del debito stesso…e se si ritornasse a questo schema chi, se non pier carlo padoan, uomo del fondo monetario internazionale, a garantire che la finanza pubblica non scoppi?…

prospettiva drammatica, come è evidente…il quadro politico di sostegno non potrebbe allora che riportare in asse di governo anche forza italia (che in parlamento ha ancora una sostanza numerica che forse la realtà elettorale attuale non gli riconsegnerebbe affatto) con l’evidenza del mantenimento strenuo dei due principali assi riformatori (per il sottoscritto deformatori) voluti da commissione ue e mercati, pensioni e jobs act. l’uno imposto dal governo monti, l’altro proprio da questo crudele quaquaraquà di rignano fiorentino, ma con la possibilità per il parlamento di prendersi un anno e mezzo per dare una legge elettorale al paese e ritornare al voto a scadenza naturale, ovvero nel 2018…

ovviamente tenete presente che il parlamento sarebbe l’attuale, e quindi la cosa potrebbe anche far tremare i polsi, ma a qual punto non ci sarebbe alternativa altra che varare una buona legge elettorale in grado di traghettare il paese fuori dal pantano…bene o male, non sappiamo, ma credo che, anche con un governo siffatto e che, ricordo, non avrebbe poi da far altro che tenere il debito, lo spazio temporale di un anno e mezzo sia sufficiente non solo ad una legge elettorale che rappresenti tutti i partiti, con ciò rasserenandosi il clima, ma anche e forse soprattutto alla composizione di alternative politiche al quadro attuale, troppo determinato dal porcellum e dalle sue storture di liste bloccate per potersi dire una scelta degli italiani…

staremo a vedere dunque, ma la battaglia per il primo dei presupposti entra nel vivo e per me, come spero per tutti voi, si comincia con il dire NO a questa schifezza illeggibile, confusa e liberticida che al posto di un probabile padoan ci obbligherebbe a sopportare per qualche decennio un terrificante peto della politica a nome matteo…

miko somma 

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