l’epilogo di un percorso pericoloso…il mio appello per il NO

avevo scritto nel primissimo pomeriggio su facebook “parliamoci chiaro, qui è in gioco un aspetto determinante della democrazia, se essa, cioè, debba essere quella decidente, senza obiezioni e critiche solo per essere veloci, rispondente solo al mercato ed alle sue regole, e che sottende chiaramente all’uomo forte, o se essa debba essere quella condivisa, certo migliorabile, e che include tutti nelle decisioni, e mi fa specie che qualcuno si indigni per i toni usati in una campagna elettorale che non esito a definire uguale a quella del 1948 per la qualità dei temi in gioco…

in estrema sintesi chi vota si, vota l’uomo forte e la restrizione degli spazi democratici conseguente al centro ed in periferia, chi vota NO salva il paese da questa tentazione, lasciandoci lo spazio di cambiamenti che dovrà essere un parlamento eletto e legittimo a stabilire come, quando e dove incardinare in una vera riforma e non in un suo stravolgimento a misura di qualche erdogan nostrano”

e certamente chi mi conosce intuiva che qualcosa di più compiuto e dettagliato avrei scritto in merito, via via che il correre delle ore ci approssimava a quel silenzio elettorale a cui non mi sono mai sottratto perché rispettoso, anzi desideroso, che la pausa di riflessione sia davvero tale…ci serve riflettere perché il momento non è davvero semplice e la scelta che faremo sarà conseguente…

e così ci siamo, siamo arrivati all’epilogo di una lunga campagna referendaria che anziché scatenare un dibattito franco, sincero, anche aspro, di quell’asprezza di dibattito che è il sale della democrazia, quando è mosso da passione e visioni, ha invece scavato un solco profondo tra gli italiani, forse irrimediabile, un solco identitario dove la narrazione di un irresponsabile che ha imperniato sulle suo narciso e della sua voglia pseudo-medicea di potere senza freni, l’intera vicenda della sua pur resistibile ascesa al potere, delle sue “controriforme travestite da riforme”, del percorso di una riforma “suggerita” e poi del suo tortuoso processo referendario che oggi ci consegna una italia che, se è del tutto naturale che si divida al voto, già il giorno seguente, il 5 mattina, presenterà il conto di quella divisione…

un conto che si allungherà negli anni, sia che vinca un si che ci consegnerà un paese a democrazia per pochi e frenata dal decisionismo di un kaiser in nome di una malintesa competizione sui mercati, come non auspico, sia che vinca il NO, cosa questa per la quale mi batto e che, pur lasciando le cose come stanno, non impedisce che alcune riforme auspicabili siano davvero concertate tra tutte le forze politiche in nome del progresso del paese, e non invece imposte da una maggioranza frutto di alchimie vergognose, per i tanti cambi di casacca, e causalmente incostituzionali (come da sentenza di censura della corte costituzionale sulla legge elettorale che ha fatto eleggere un parlamento di nominati che rispondono a capi politici e non agli elettori)…

non ho l’età per comprendere con la vivezza di un ricordo quale fosse la reale condizione psicologica degli italiani divisi alla fine della seconda guerra mondiale e di una dittatura, gli odi, i risentimenti, le rabbie degli uni verso gli altri, eppure comprendo con la forza della ragione che se pur quella divisione non si era del tutto ricomposta con la vittoriosa resistenza al nazifascismo, fu invece il percorso costituente a riprenderla ed indirizzarla verso canali di lotta politica codificata e rispettosa di una regola comune ed accettata da tutti, dove lo scontro da reale diventava politico, parlamentare, certo acceso, inquinato spesso da forzature e colpi di mano, polarizzato da un mondo diviso a sua volta in due parti che pretendevano una supremazia etica della propria parte, ma certamente indirizzato al rispetto non della regola del più forte, di quello che ha più voti e prende tutto, ma della democrazia come bene comune che comprende tutti, chi vince e chi perde una competizione elettorale… 

e quella costituzione ha guidato un paese laborioso per necessità, che forse abbiamo un po’ tutti dimenticato per il benessere conseguente, fino a farlo crescere al ruolo di una delle potenze economiche principali al mondo, mantenendo sicura la rotta democratica anche di fronte ai tanti rischi di golpe e di derive che il paese ha sopportato, quella costituzione ha stabilito limiti agli eccessi sempre possibili del potere e delle sue tentazioni, ha dettato l’agenda democratica non sulla scorta delle priorità imposte da qualcuno o qualcosa, ma del doveroso dibattito tra i rappresentanti del popolo, nell’equilibrio tra i poteri che garantiva che nessuno dei poteri esercitasse un potere maggiore di altri, nella consapevolezza che l’abuso di questo nasce proprio dalla mancanza di un limite che non sia la presenza di ALTRI POTERI ANALOGHI per  valore democratico e legittimità riconosciuta…

una costituzione che nasce limitata perché cosa umana e frutto di compromesso tra diversi, pur tuttavia bellissima e ricca di democrazia formale e sostanziale, e ne fu tanto consapevole dei suoi limiti da dettare essa stessa il percorso della sua eventuale modifica, perché plasticamente la carta potesse adeguarsi ai tempi ed agli attori, e sulla scorta di ciò tante volte la nostra costituzione, il quadro in cui sono inserite le regole basilari della convivenza democratica di un paese, è stata modificata per singoli articoli condivisi da maggioranze tanto larghe da impedire il ricorso al referendum proprio per quella vastità del consenso alla sua modifica tra attori politici diversi…

ma questa volta si è andati oltre e si è imposto con odiosi ricatti che nascono dalla rielezione di napolitano e sono continuati sino ad oggi sempre più odiosi, con forzature di vario genere a cui non si è sottratta parte sostanziosa di qualche forza politica che se avesse ragionato più con amore del paese che del proprio partito (o ditta), oggi avrebbe impedito lo scempio di un cambiamento che, riguardando ben 47 ARTICOLI, non ci presenta il conto di una modifica plastica di adattamento, ma di uno stravolgimento della forma di governo del paese

e senza più voler più scendere in dettaglio, articolo per articolo, visti i tempi che lasciano poche ore agli argomenti e solo 48 ore al libero ragionamento ed alla libera convinzione intima dei singoli cittadini, pur non nominando in modo palese questa riforma un aumento dei poteri della funzione esecutiva, che pur qui e lì invece viene fuori, cosa pensate che significhi un restringimento del potere legislativo (una camera monca, il senato, e con competenze ancora tutte da svelarsi a di fuori di certa propaganda che lo vorrebbe una camera delle autonomie, un’altra che con l’italicum diventerebbe il salotto legislativo di un capo politico), un restringimento delle autonomie locali, che pur non facendo parte della famosa tripartizione di montesquieau (e chi mai sognava che nel 700 esistessero autonomie locali e principi di sussidiarietà e leale e collaborazione?), è di fatto l’estendersi della funzione legislativa ed esecutiva anche ai territori, un controllo ferreo della funzione giudiziaria (sempre per via delle maggioranze premiate dall’italicum e dal suo rapporto tra eletti e capo politico) con la possibilità di “farcire” a misura di maggioranza corte costituzionale e consiglio superiore della magistratura, un sostanziale potere di nomina del presidente della repubblica, se non un poderoso aumento dei poteri di quella funzione esecutiva, ovvero il governo (ovvero oggi matteo renzi, domani chissà?), che di fatto muta surrettiziamente  la forma di governo del paese da parlamentare a premierale?…

e lo fa consegnando inediti poteri maggiorati e quasi senza limiti al capo del governo (ed in quelle condizioni una nuova modifica della carta costituzionale che consegni teoricamente ancor più poteri al premier, sarebbe addirittura più semplice, considerando che una camera con il 55% dei voti a sua disposizione ed un senato ridotto abbasserebbero il quorum numerico per la modifica costituzionale senza referendum ad una altezza che potrebbe favorire certe tentazioni), quindi minando una delle basi della nostra democrazia, ovvero quel quasi perfetto meccanismo che dà al presidente della repubblica il potere di nomina del premier ed al parlamento la sua ratifica nel voto di fiducia, garantendo che sia la sovranità popolare espressa nel voto dei cittadini per le camere che trasla nell’elezione del presidente della repubblica a garantire che il presidente del consiglio non abusi del suo potere proprio nell’equilibrio paritario per dignità democratica di questi poteri

pensate a cosa sarebbe un presidente del consiglio nominato da un presidente della repubblica che lui ha fatto eleggere e suffragato dalla fiducia di una sola camera zeppa di suoi notabili, e forse certi strani pensieri vi si affaccerebbero violenti alla ragione, soprattutto pensando a quante cose costui potrebbe imporre ai cittadini con un semplice tratto di penna in calce ad un documento del consiglio dei suoi ministri…

e poi pensate se costui rispondesse più ai voleri di un consesso di grandi banche e multinazionali del capitalismo globale che al reale benessere dei propri cittadini…

e poi pensate se costui volesse nella vostra regione realizzare opere indigeste, inutili, costose, dannose (gli idrocarburi, il ponte sullo stretto, gli inceneritori, qualche gasdotto che passa sopra quegli ulivi secolari che non sono solo produttori di olio, ma custodi di una cultura millenaria, una base militare, foreste di quasi inutili pale eoliche, autostrade, ferrovie ultraveloci, la privatizzazione della vostra sanità o della vostra acqua per dirne alcune), ma non quelle buone, quelle che servono davvero e che chiunque di voi potrebbe inquadrare nel suo territorio, e che vorrebbe discutere, arricchire del proprio parere e persino negare, ma proprio quelle cattive, quelle che si fanno perchè qualcuno che lo ha sostenuto finora e debba guadagnarci perché sia onorata una cambiale…

e poi pensate se costui decidesse che il costo del lavoro è ancora troppo alto ed occorra adeguarlo ancor di più agli umori del mercato dei nuovi schiavi che questo capitalismo crea ormai anche da noi?…

e poi pensate se fosse tentato da qualche operazione militare che non sarebbe chiamata guerra – scegliete voi il nome tra esportazione di democrazia, polizia internazionale, peace keaping o come volete chiamarle queste guerre – o magari da qualche riassetto delle regioni che divida la vostra terra e la vostra cultura locale e la riaccorpi non sulla base della storia e delle identità che questa ha creato, ma sulla base di principi che non è difficile intuire non saranno scelti tra voi e da voi, ma da qualche oscuro redattore di progetti legislativi che neppure forse ha mai visitato la vostra terra per comprendere se davvero starebbe bene in una macroregione in cui non conterebbe nulla…e poi pensateci e basta…

pensate, cioè, se a cambiare si debba poi essere costretti da un gioco di specchi che riflettono una realtà irreale, a cambiare in peggio o se invece non ci si debba fermare in tempo, qualche centimetro prima di un baratro che non sappiamo dove abbia fine, ma sospettiamo sia profondo almeno quanto lo smisurato ego di qualcuno che senza alcun mandato, ci impone oggi di scegliere se stesso, senza alternative…

perché lui presenta la sua alternativa ed il suo “cambiamento”, tele-imbonendo senza ritegno da settimane gli italiani, spalleggiato in ciò da una stampa ormai di regime, in un conto del fare che ha scarsa realtà, ma è presentato come una nenia per farci addormentare, “dimenticando” di dire agli italiani quella che è la vera natura della sua riforma, trasformare il paese in una rappresentazione della volontà di un capo che decide per tutti, altrimenti è il disastro finanziario, la non credibilità internazionale, il fallimento delle banche, al vittoria delle caste, le cavallette o la morte dei primogeniti, in una vergognosa campagna della paura che sta a noi italiani con il voto consapevole dei rischi che stiamo correndo disinnescare, riportando calma ad un paese che questo irresponsabile immaturo piccolo napoleone vuole diviso tra chi è con lui che ha ragione e chi è contro di lui ed inevitabilmente ha torto…

occorre ragionare di etica della politica, di buone leggi, a cominciare dalla legge elettorale, di un sistema di controlli degli abusi e della corruzione, di finanza pubblica, di bisogni dei cittadini, di uguaglianza degli stessi per diritti e doveri, di obiettivi reali del paese e delle sue vocazioni, di evasione fiscale e recupero della stessa, di quali opere servano e quali no ad uno sviluppo sereno e naturale del paese, ma appunto ragionare con calma e ponderatamente, non correre ad una conta sconsiderata che danneggia il paese nel suo fondamento di unità, stravolgendo lo strumento con cui i cittadini stanno insieme nel rispetto dei propri e degli altrui diritti…

il 4 dicembre vi invito a votare senza indugi NO a questo delirio e per salvare il paese da questo pasticcio pericoloso e dalle ordalie di affamati di potere che il si scatenerebbe

e mi fido che questa volta, come altre volte, il paese sappia riconoscere la strada che riconduce ad una democrazia partecipata che non possiamo far invecchiare, dandola per scontata, me che tutti insieme dobbiamo migliorare perché rimanga giovane e perché il destino dell’italia sia degli italiani e non di un politicante illusionista…

…buona pausa di riflessione a tutte e tutti

miko somma

 

                                                                                                                           

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vi chiedo di votare e far votare NO…

molti di voi sapranno da quando e quanto mi sono speso perchè in questa terra ci si rendesse conto del rischio idrocarburi, con quanti ostacoli e muri di gomma mi sia dovuto confrontare in questi anni, a volte persino da chi avrebbe dovuto condividere la mia battaglia politica ed ambientale, le competenze accumulatesi in anni di studio severo e lotte sul campo di una regione che tardava ad aprire gli occhi per non vedere l’incubo intorno e dentro se stessa, i sacrifici sopportati, persino per un anno la “perversione” dell’ingresso nel pd per martellare in ogni occasione sul tema, senza guardare in faccia nessuno (e devo, ad onor del vero, dire che questo spazio mi era quasi garantito fin quando de filippo è stato segretario ed annullato con la segreteria luongo, che pure condivideva le mie paure, e la presidenza pittella, con la quale è calata una quasi censura-stampa)…

insomma, credo che, comunque la pensiate politicamente, mi sia riconosciuta conoscenza attuale e prospettica dei temi – non solo degli idrocarburi – ed un certo grado di saggezza (l’età? 🙂 ) con cui mitigo la mia innata combattività…

bene, è per quanto leggo, scrivo e testimonio della realtà delle cose che riguardano questa terra tragicamente bellissima, che vi chiedo e scongiuro di votare e far votare NO, per salvare il paese dalla confusione e la regione che amiamo dal petrolio e dal malaffare che vi alligna intorno

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