non ho parole…

(ANSA) – POMPEI (NAPOLI), 19 DIC – Cade una teca espositiva dei reperti in mostra nell’Antiquarium di Pompei, e finiscono in frantumi anforette e alcuni lacrimatoi in vetro. Questa mattina, intorno alle ore 9, i custodi della Mostra ”Il corpo del reato”, inaugurata venerdì scorso negli Scavi di Pompei, hanno scoperto il danno causato ai preziosi oggetti in esposizione che sono caduti riducendosi in frantumi. Sgomenti i custodi che hanno effettuato la scoperta, comunicandola immediatamente alla direzione della Soprintendenza archeologica di Pompei dove fervono i preparativi per la riapertura di una parte della Casa dei Vettii annunciata per venerdì prossimo e alla quale dovrebbe partecipare anche il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini.

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 e come avrebbe mai fatto una teca a cadere senza una spinta, naturale o umana che fosse?…semplice o la teca non era montata bene o il materiale di supporto era scadente…ovvero la colpa di questa perdita che spero sia recuperabile con un restauro o è chi ha montato o di chi ha fornito i materiali…in entrambi i casi mi auguro che si vogliano accertare i fatti e non limitarsi al “dolore”, perché qualcuno deve pagare per un accadimento che mi lascia senza parole!!!! 

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la stonehenge lucana attende il solstizio d’inverno…

ne parlai a suo tempo, quando finalmente il segreto di questo megalite cominciò a farsi meno criptico ed a palesare la sua funzione, ma ripropongo oggi alla vostra attenzione questo incredibile sito archeologico che ospita la nostra antichissima regione, in questo lancio ansa 

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ansa – Conto alla rovescia per il solstizio d’inverno, che si verifica il 21 dicembre, una data attesa già 3mila anni fa nelle ‘Stonehenge’ d’Italia, da Petre de la Mola in Basilicata ai megaliti della valle del Belice in Sicilia. I calendari in pietra italiani risalgono quasi tutti alla Tarda Età del Bronzo e sono stati costruiti con la stessa tecnica di Stonehenge in Gran Bretagna, “che consiste nell’osservare la posizione del sole nel giorno più corto o più lungo dell’anno e creare dei ‘punti di mira’”, ha spiegato l’archeoastronomo Vito Francesco Polcaro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Il solstizio d'inverno alle “Petre de la Mola” (fonte: Francesco Foschino)

Fra gli ultimi scoperti c’è ‘Petre de la Mola’ sulle Dolomiti Lucane. Il complesso è un affioramento naturale di roccia calcarea che è stata modificata, ha spiegato Polcaro, “sovrapponendo una lastra ad una spaccatura naturale della roccia per creare una galleria che permette di osservare il Sole al tramonto del solstizio d’inverno. Lo stesso giorno, e solo in quello, a mezzogiorno il Sole appare dallo stesso punto di osservazione in una piccola fenditura artificiale a sinistra della galleria, dando l’avviso del fenomeno che si verificherà al tramonto“. Anche sul Monte Stella nel Cilento, c’è un calendario simile.

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Si chiama ‘Preta ru Mulacchio’ che nel dialetto cilentano, significa ‘Pietra del Figlio Illegittimo’ perché era associato anche ai riti di fertilità. Altri megaliti di questo tipo si trovano in Sicilia nel Belice, risalgono al 1700 a.C e sono delle grandi lastre a forma di triangolo che servono a osservare la posizione del Sole quando sorge nel giorno del solstizio di inverno e d’estate. Infine in Puglia, a Trinitapoli, ci sono buche scavate nella roccia, allineate con la direzione del Sole, nel solstizio d’inverno e d’estate.

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le foto riguardano la nostra stonehenge sulle dolomiti lucane

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