alla ricerca della fionda che uccide il pertusillo…

il laconico commento della regione alla inusuale colorazione marrone delle acque del pertusillo è stato: Nel corso dell’incontro è emerso che dalle ultime analisi effettuate dall’Arpab non è stata riscontrata presenza di idrocarburi, ma soltanto di alghe. Resta da chiarire la vicenda di uno sversamento di greggio da un serbatoio: la Regione sta  predisponendo una diffida all’Eni….un po’ poco, verrebbe da commentare a nostra volta…

si, davvero poco per una vicenda che non lascia dormire tranquilli nonostante le rassicurazioni “tutt’appostiste” dell’agenzia per la protezione dell’ambiente e per un ente regione a cui evidentemente le cose non sono ancora chiare, e non certo quelle del problema petrolio (ben conosciute anche al presidente che è bravo a far finta di nulla, rivoltando la povera frittata e presentandola sempre come una succulenta torta – stile renziano?), quanto del clima di rabbia che si sta creando in una regione che a costoro non crede più..

perché se da quando racconta la regione, ovvero che nelle acque della diga del pertusillo, secondo le ultime analisi effettuate, non è stata riscontrata la presenza di idrocarburi, nonostante un episodio di sversamento di greggio da una cisterna avvenuto nei giorni scorsi (per il quale l’asi, il consorzio industriale, aveva invitato eni a intervenire prima ancora di avvertire la regione stessa) e che proprio per questo gli uffici regionali, su richiesta del presidente, stanno preparando una diffida nei confronti della compagnia, tutto dovrebbe essere a posto, ovvero tutt’apposto, rimane il problema del perché di quella colorazione e della strana concomitanza del suo apparire con lo sversamento riscontrato anche sotto la falda dell’impianto del centro olii…

la regione e arpab, lungi dall’aver dato delucidazioni esaurienti sulle due vicende che anche ad un ingenuo paiono se non legate, almeno  connesse – anzi tirando fuori la storiella del distacco dal fondo dell’invaso delle alghe a causa del freddo intenso del periodo, freddo che però è di circa un mese precedente l’apparizione delle alghe e che sott’acqua non è certo potuto penetrare con intensità tale da compromettere quei tessuti algali, nell’evidenza che il lago se ghiaccia, ghiaccia in superficie e non in profondità (nei mari vicini l’antartide, seguendo questo ragionamento che presenta lati di assurdo, tutto dovrebbe essere un unico blocco di ghiaccio ed impedire qualsiasi forma di vita, cosa che non è così), però avvieranno (quando?) con il coordinamento e la supervisione dell’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ispra), un piano straordinario di controllo dell’invaso, ovvero saranno poste in essere attività, fra cui il campionamento della qualità dell’acqua ed il riconoscimento della specie delle alghe (quindi come si fa a dire, non conoscendo la specie, quale sia l’effetto del presunto freddo sul ciclo vitale delle piante?), ma anche l’anticipazione dei tempi per le analisi sulla potabilizzazione (ma non dovevano essere già attive da decenni?), così come per il censimento di tutti gli scarichi, a partire da quelli delle aziende agricole (cosa che dai tempi delle morie di pesci si doveva fare, dimenticando però costoro che i principali accusati di eventuali inquinamenti sono i depuratori che non funzionano, funzionano male o semplicemente non possono intercettare tutto ciò che dovrebbe essere intercettato in altro modo, ovvero le “deiezioni nascoste” di quella zona industriale posta proprio sopra il lago e di cui il centro olii è il principale fornitore…

già, la situazione è che la regione basilicata chiede all’ispra “di avviare comunque uno studio sul funzionamento dell’impianto petrolifero del cova”, così come chiede lumi “sulla situazione dei pozzi dismessi presenti nel territorio, per capire, con chiarezza scientifica se esista realmente un collegamento tra l’attività complessiva e la presenza di materiali inquinanti o delle macchie di colore scuro che stanno creando allarme tra la popolazione”….e verrebbe da dire, ma ancora siamo a questo punto di dabbenaggine o di finta stupidità del non voler ammettere che è del tutto ovvio che il petrolio e le sue attività di estrazione e trattamento inquinino, quando in ogni parte del mondo lo fanno in modo del tutto “pacifico” alla scienza ed alla politica?

ma si sa che l’assassino (figurato, non vorrei qualcuno si offendesse) torna sempre sul luogo del delitto o dell’ultima stupidaggine a cui si è affezionati e così si parla ancora dell’’ipotesi – avvalorata dalle “analisi già effettuate” negli anni dall’arpab (quando e con quali parametri?) – che la presenza di sostanze come azoto o fosforo (da dimostrarsi ancora a quanto pare) sia determinata da fattori legati all’attività antropica dell’agricoltura (che semmai, visti la natura dei terreni dell’alta val d’agri immetterebbe più nitriti che altro), della zootecnia (gli scarichi per legge sono tutti sotto a tenuta stagna in pozze di accumulo), della depurazione (e questa proprio è una bella contraddizione, visto quanto detto sopra), e non quindi e ad attività estrattive (che però se non fanno uso in sede di estrazione di quelle sostanza, in sede di desolforizzazione le producono eccome – e guarda caso, il centro olii proprio questo fa, sottrae lo zolfo al greggio)…

gli stessi tecnici arpab, spiegano che “il fenomeno si è verificato in altre situazioni già nel 2010: in quel caso, dopo le analisi, non erano state riscontrate evidenze di contaminazione di tipo chimico correlabili ad attività industriali, ma era stato registrato, invece, uno sviluppo abnorme di materiale algale, determinato da fattori legati all’attività antropica, ma anche al repentino cambio di temperature e quindi alle condizioni climatiche, certo fattori esistenti questi con il piccolo particolare che nel 2010 era stato il caldo, adesso sarebbe il freddo a far proliferare e distaccare le alghe…vi pare normale anche solo tentare un ragionamento simile?…

certo io non sono un chimico o un biologo e le mie parole sono frutto di logica e deduzione, ma qualcuno di voi è in grado di spiegare come in presenza di un produttore chiaro di fosforo (il centro olii), dove se perde un serbatoio di greggio, è possibile, anche in linea di principio, che possa perdere pure  qualche serbatoio o conduttura di zolfo proveniente dalla lavorazione, si escluda sempre dalle indagini la pistola fumante, ovvero chi lo zolfo lo produce in gran quantità e magari se lo perde per strada, per andare alla ricerca della fionda?

qualcuno crede ancora all’arpab o a pittella?…perché, giunti  a questo punto, il punto (cacofonizziamo, dai, che altri non si vergognano neppure di spacciare stupidaggini) non è se sono alghe o idrocarburi…il punto è che la gente non crede più a costoro!!!

miko somma

 

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