impugnare gli accordi del ’98…

impugnare gli accordi del ’98 ed intentare una causa miliardaria ad Eni si può e si deve al lucani…subito

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il danno non è fatto, ma era già stato fatto e da chissà quanto tempo quel greggio percolava dal serbatoio direttamente nel terreno e di qui ai pozzetti ed inevitabilmente alla falda e poi ancora giù, per forza di fisica, verso il lago del pertusillo, posto più in basso, che rappresenta il terminale ed il “tappo” di ogni movimento d’acqua in val d’agri…

che non ci vengano a raccontare, eni e compagnia di giro (sottosegretari, “pennivendoli” al soldo – cosa ben diversa dai giornalisti!!! – politicanti ed il solito circolo delle opinioni pro-petrolio “perché porta ricchezza ed occupazione”) che questa non sia la ciliegina avvelenata di un impianto vecchio, forse nato già male, manutenuto ed adeguato peggio con i lavori della 5a linea, un impianto a cui, a tutti ora dovrebbe essere chiaro, mai e poi mai in un paese civile sarebbe stata data l’agibilità a produrre sulla scorta della mancanza nota di quei doppifondi ai serbatoi, un impianto sul quale era calato una sorta di ipocrita silenzio che sarebbe gravissimo pensare non facesse parte di una strategia dello struzzo che, in nome di royalties e qualche posto di lavoro per gli “amici degli amici”, quindi consenso, ha sempre sistematicamente negato ci fossero problemi oltre le sfiammate…

ma qui non è tempo di recriminare – ne avremo a bizzeffe in seguito – qui è tempo di agire e sulla scorta di queste notizie e di altre, ben più tragiche, che inevitabilmente seguiranno, declinando una contaminazione inarrestabile perché in corso da troppo tempo, e capire tutti insieme come agire…

gli accordi del ’98 ritengo possano considerarsi del tutto superati per inadempienza di eni che non ottempera alle condizioni espresse di estrarre nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza umana e se la regione dovesse impugnare quel “contratto” difficilmente un giudice non ne disporrebbe la cautelativa sospensione in attesa della quantificazione del danno da cui dovrebbe originarsi civilmente una richiesta di impugnativa miliardaria ad eni per una miriade di rilevanze contrattuali inadempiute e penalmente, con una doverosa costituzione di parte civile dell’ente regione dopo l’evidenza di  comportamenti almeno colposi, se non peggio, che dubito non saranno sottoposti all’azione penale obbligatoria nel conclamarsi dei fatti per come sono, un inquinamento massivo che è un reato…

lo si dovrebbe ai lucani questo scatto d’orgoglio, ai lucani danneggiati, vilipesi, scherniti, presi letteralmente in giro!!!…e lo si dovrebbe subito!!!…

ne riparlerò a breve con uno specifico intervento   

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si fa presto a dire uomo…

Risultato immagine per homo sapiens

un po’ per diletto personale, un po’ per ricordare sempre che siamo animali su questo piccolo e fragile pianeta, vi posto il nostro progredire dagli antenati ad oggi e cosa scientificamente è un essere umano del genere homo sapiens, ovvero noi, a partire dalla definizione di Linnaeus (1758)

Risultato immagine per homo sapiens

Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Euarchontoglires
(clade) Euarchonta
Ordine Primates
Sottordine Haplorrhini
Infraordine Simiiformes
Parvordine Catarrhini
Superfamiglia Hominoidea
Famiglia Hominidae
Sottofamiglia Homininae
Tribù Hominini
Sottotribù Hominina
Genere Homo
Specie H. sapiens
 
 
 

 

Sottospecie
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i bruchi mangia-plastica…

Primo piano di un bruco intento a divorare la plastica di una busta, durante l'esperimento condotto in Gran Bretagna (fonte: Paolo Bombelli) © AnsaFOTO
Primo piano di un bruco intento a divorare la plastica di una busta, durante l’esperimento condotto in Gran Bretagna (fonte: Paolo Bombelli) © ANSA/Ansa

Un bruco comunemente usato come esca dai pescatori riesce a mangiare e a degradare il polietilene, ossia una delle plastiche più utilizzate e diffuse anche nelle buste shopper. E’ la larva della tarma della cera (Galleria mellonella), un parassita degli alveari, e la sua nuova identità di ‘mangia-plastica’ è descritta per la prima volta nella rivista Current Biology in una ricerca coordinata dall’università britannica di Cambridge e condotta in collaborazione con l’Istituto spagnolo di Biomedicina e Biotecnologia della Cantabria (Csic).

La scoperta è avvenuta per caso grazie a un’osservazione della biologa e apicultrice Federica Bertocchini, dello Csic. Mentre stava rimuovendo i parassiti dalle sue arnie, li aveva messi temporaneamente in una busta di plastica, che in poco tempo si è riempita di buchi. Così la ricercatrice si è messa in contatto con Paolo Bombelli e Christopher Howe, del dipartimento di Biochimica dell’università di Cambridge e insieme hanno programmato un esperimento.

Un centinaio di larve dono state poste vicino a una busta di plastica nella quale, già a distanza di 40 minuti, sono comparsi i primi buchi. Dopo 12 ore la massa della busta si era ridotta di 92 milligrammi: un tasso di degradazione che i ricercatori hanno giudicato estremamente rapido, rispetto a quello finora osservato in altri microrganismi capaci di digerire la plastica, come alcune specie di batteri che nell’arco di una giornata riescono a degradare 0,13 milligrammi.

“Se alla base di questo processo chimico ci fosse un unico enzima, la sua riproduzione su larga scala utilizzando le biotecnologie sarebbe possibile”, ha osservato Bombelli. “La scoperta – ha aggiunto – potrebbe essere uno strumento importante per liberare acque e suoli dalla grandissima quantità di buste di plastica finora accumulata”.

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come al solito…

(ANSA) – POTENZA, 26 APR – Il Tar ha confermato la sospensione delle diffide che la Regione Basilicata aveva fatto all’Eni relativamente all’uso di tre dei quattro serbatoi del centro oli Val d’Agri (Cova) di Viggiano (Potenza), la cui attività è stata sospesa dalla Regione stessa il 15 aprile scorso.


    Le diffide avevano l’obiettivo di permettere all’Eni di usare solo il serbatoio dotato di un doppio fondo e di svuotare gli altri tre, che ne sono privi.
    Da fonti dell’Eni, intanto, si è appreso che il Cova è comunque fermo: era stata la stessa compagnia petrolifera, dopo la decisione del 15 aprile della giunta regionale, a decidere di bloccare l’attività del centro oli. In effetti, nell’impianto sono all’opera solo tecnici addetti alla manutenzione, mentre i pozzi dai quali si estrae il petrolio sono stati chiusi.

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armamenti

ansa – Le esportazioni italiane di armamenti nel 2016 hanno raggiunto 14,6 miliardi di euro, con un aumento dell’85,7% rispetto ai 7,9 miliardi del 2015. Lo si apprende dalla Relazione annuale al Parlamento in materia di armamenti, inviata dalla Presidenza del Consiglio. Il 50% del valore delle esportazioni (7,3 miliardi) deriva dalla fornitura di 28 Eurofighter della Leonardo al Kuwait che sale al primo posto come mercato di sbocco per l’Italia. Seguono Gb, Germania, Francia, Spagna, Arabia Saudita (427,5 milioni), Usa, Qatar, Norvegia e Turchia (133,4 milioni).

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