100 anni fa la rivoluzione di ottobre…

comunque la si possa pensare, tra la storia che presenta sempre i suoi conti, tra rimpianti, ripensamenti e rabbia per ciò che avrebbe potuto essere e non fu, 100 anni fa esatti cambiava il mondo ed il modo di pensare al mondo…
andò come sappiamo e già al manifestarsi della malattia di lenin nasceva quel malefico virus dello stalinismo che condannò la rivoluzione di ottobre a divenire prima terrore, poi conformismo e stagnazione, infine crollo, ma quegli ideali di giustizia ed uguaglianza tra gli uomini sono ancora qui, a richiedere con forza che li si raccolga e metta in pratica

www.youtube.com/watch?v=knzDT7-7HEg

“fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni.” lenin

 

Pubblicato in Blog

il tramonto…

come avevo accennato in un precedente post, la “ciccia” politica era nella comparazione tra i voti del pd (un disastro) e quelli di mdp/si e ciò in vista di possibili coalizioni elettorali per le politiche, coalizione che, proprio visti quei voti, oggi si presenterebbe con una sola possibile ed obbligata architettura, anche e soprattutto con il delirio di questa legge elettorale, ovvero senza renzi candidato premier…ed i renziani, oltre le farneticanti dichiarazioni di qualche cialtrone e lo stato psicopatologico di altri cialtroni, sanno bene di dover inghiottire il boccone amaro

Pubblicato in Blog

il vangelo secondo mattei

che dire, si tratta dell’opera di un amico, ma si tratta di un affresco indipendente e dall’approccio ironico sulla nostra regione e su alcuni dei suoi drammi…io ci sarò, sperando che tanti di voi lettori ci saranno
 
 
Lunedi 06 novembre ore 20:30 – CINETEATRO DON BOSCO POTENZA
presentazione del film IL VANGELO SECONDO MATTEI 
in sala i registi Antonio Andrisani e Pascal Zullino e parte del cast lucano 
 
BIGLIETTI AL BOTTEGHINO DEL CINEMA €5,00
 
Con ​Flavio Bucci, Ludovica Modugno, Antonio Andrisani​, Pascal Zullino, Antonio Stornaiolo, Riccardo Zinna​, Andrea Osvart​, Gianni Ferreri​, Marco Caldoro​, Mimmo Calopresti, Gigi Angiulli​, Enrique Irazoqui
 
Regia Antonio Andrisani e Pascal Zullino
Soggetto e scenaggiatura Antonio Andrisani
Produtttrice esecutiva Daniela Giordano
 
genere commedia
 
 
riconoscimenti: -Vincitore del premio speciale alla 5a edizione del Russia-Italia Film Festival con la seguente motivazione: “Un’opera che si pone nel solco della migliore tradizione della commedia italiana”
Menzione speciale all’11° River Film Festival
 
Un cinico regista ed il suo assistente ritornano in Basilicata, loro terra d’origine, in cerca di riscatto. Giunti all’età di 50 anni e falliti nelle loro ambizioni artistiche decidono di cavalcare il dissenso sulle estrazioni petrolifere per mettere in piedi uno sgangherato film d’inchiesta dal titolo Il Vangelo secondo Mattei e che si intreccerà con la vita di Pier Paolo Pasolini, autore dell’incompiuto romanzo Petrolio e del capolavoro cinematografico Il vangelo secondo Matteo, girato in Basilicata nel 1964. I due, spinti da ragioni di “marketing” più che estetiche, scelgono come protagonista del loro film un anziano materano, Franco, settantenne che da ragazzino, appunto, partecipò come comparsa nel film di Pasolini. Per l’anziano Franco, che dovrà interpretare nientemeno che il ruolo di Gesù, questa è la tanto attesa occasione del riscatto anche se la moglie non la pensa esattamente allo stesso modo. Ma il tema scottante trattato dal loro film, ossia il petrolio ed il rapporto con la terra, comincia a dare fastidio a qualcuno
 
Direttore Della Fotografia Rocco Marra
Montatore Francesco De Matteis
Compositori Francesco Fecondo, Peppino De Florio
Fonico di presa diretta Carlo Licenziato
Color Correction Luca Immesi
Costumi Chiara Aversano
Pubblicato in Blog

99 anni fa l’armistizio tra italia ed austria…

n.b. la pubblicazione dell’articolo era prevista ieri, ma l’urgenza del precedente comunicato stampa lo ha fatto slittare ad oggi

alle 15:20 del 3 novembre 1918 di 99 anni fa, nella villa del conte vettor giusti del giardino a padova, fu firmato l’armistizio tra regno d’italia ed impero austro-ungarico che poneva fine alle ostilità della I guerra mondiale tra i due paesi, con la clausola che sarebbe entrato in vigore 24 ore dopo, alle 15:00…

L'immagine può contenere: spazio all'aperto 

(villa giusti in una foto d’epoca)

gli austriaci avevano chiesto la cessazione ad effetto immediato delle ostilità, gli italiani la negarono, continuando ad occupare porzioni di territorio

i fatti d’arme che precedettero l’armistizio e la concitata firma

nel 1918 l’esercito austro-ungarico pianificò una massiccia offensiva sul fronte italiano, da sferrare in giugno, ma l’attacco, noto con il nome di battaglia del solstizio, si infranse contro la resistenza opposta dagli italiani sulla linea del fiume piave… lo sfondamento avrebbe consentito l’accesso completo alla pianura padana, ma il logoramento delle armate austro-ungariche era tale da non riuscire ad opporre resistenza alla controffensiva italiana che iniziò il 24 ottobre, nota con il nome di battaglia di Vittorio Veneto, battaglia che seppure dopo tre giorni di lotta non si era decisa, volse irrimediabilmente a vantaggio degli italiani anche a causa della disubbidienza all’ordine di contrattacco austriaco da parte dei reggimenti cechi, polacchi e ungheresi…

l’VIII armata italiana passò il piave a susegana, all’inseguimento degli austro-ungarici in rotta,  inseguimento che terminerà appunto a vittorio veneto, raggiunta la sera del 28 ottobre…le conseguenze di questo sfondamento obbligheranno anche la VI armata austriaca ad abbandonare il monte grappa e a unirsi alla fuga generale…

Risultato immagine per battaglia vittorio veneto giornali 

il capitano austro-ungarico camillo ruggera (di trento), il 29 ottobre si presentò davanti alle linee italiane, prima accolto da raffiche di mitragliatrice, poi dopo essere stato identificato, fu condotto al comando di divisione italiano, ad abano, per annunciare l’intenzione austriaca di cessare le ostilità e l’arrivo nella prima serata del 30 ottobre del generale von webenau incaricato della firma…il generale dopo lunghe soste ai  sottocomandi, fu portato prima a verona, poi a padova e da qui, alle 13 del 3 novembre presso la villa del conte vettor giusti del giardino, sede del comando dell’esercito italiano…alle 15,20 venne firmato l’armistizio…

Risultato immagine per armistizio villa giusti

le condizioni generali dell’armistizio prevedevano che all’Italia venissero consegnati tutti i territori austriaci previsti dal patto di londra, ma la trattativa era subordinata a quella che si teneva a Versailles e che avrebbe dato luogo all’armistizio di compiègne, quindi sostanzialmente l’unico punto in discussione era la data di cessazione delle ostilità, con gli italiani che non avrebbero fatto entrare in vigore l’armistizio prima dell’occupazione militare di tutti i territori previsti dal trattato…

 

Risultato immagine per armistizio di villa giusti

le trattative si tennero presso villa giusti a partire dalle ore 10:00 del 1º novembre, ma ebbero termine solo alle 3 del mattino del 3 novembre, quando alle 10 di mattina attraverso il generale pietro badoglio, plenipotenziario del comando italiano e sovrintendente alla commissione italiana per l’armistizio, viene comunicata la proposta austroungarica, articolata in sette punti, con la stesura definitiva dei documenti relativi  (una capitolazione) rimandata in seno al consiglio di guerra di versailles…

Risultato immagine per trento liberata

gli austroungarici dovevano procedere a un disarmo a quota di venti divisioni per il tempo di pace, alla demolizione della metà dei pezzi di artiglieria, al rimpatrio di tutti i prigionieri di guerra senza contropartita alleata, all’allontanamento di tutte le truppe tedesche e dei relativi ufficiali, più altre garanzie, tracciandosi una linea di demarcazione in tirolo e carnia, per tracciare i nuovi confini…

Risultato immagine per trento liberata

gli austriaci lasciarono le aree fino al passo del brennero, alla val pusteria, a dobbiaco e  tarvisio, con gli italiani che avrebbero voluto occupare quanto precedentemente loro assegnato dal trattato di londra dell’aprile 1915, ovvero tutti i territori a sud dell’arco alpino, quindi tirolo meridionale, venezia giulia e nord dalmazia del nord, non più concessa all’italia ed attribuita al nascente stato jugoslavo (in italia si parlò quindi di vittoria mutilata)…

Risultato immagine per armistizio di villa giusti

dopo una serie di tentennamenti, l’imperatore austriaco ed i suoi consiglieri conclusero che non c’erano alternative al di fuori dell’accettazione della proposta italiana, ma giunti ormai al mattino del 3, senza che gli austriaci avessero diramato alcun ordine concludente in merito al cessate il fuoco, le truppe italiane dilagavano oltre le linee austriache…di fronte al dato di fatto, fu concordato infine che le ostilità sarebbero terminate 24 ore dopo la firma del trattato di armistizio firmato a villa giusti alle 15,20 del 3, nonostante la strana richiesta austriaca di una cessazione immediata dei combattimenti, essendo già stato impartito l’ordine alle truppe, comunicata solo all’atto della firma, condizione che badoglio rifiutò…le armi cominciarono a tacere solo il giorno 4 a partire dalle 16… 

Risultato immagine per armistizio di villa giusti

l’armistizio fu quindi effettivo solamente 36 ore dopo che il comando austro-ungarico aveva dato unilateralmente l’ordine di cessazione delle ostilità alle sue truppe, che peraltro non avevano alcuna intenzione di condurre operazioni di combattimento, così dandosi adito ad accuse all’esercito italiano di aver ottenuto una vittoria contro un esercito che aveva già cessato di esistere come forza combattente il 28 ottobre con l’inizio della ritirata…il bilancio della battaglia per l’esercito austriaco fu dopo i cinque giorni di combattimenti di 30 000 tra morti e feriti, contro 400 000 prigionieri, sul cui destino si sollevarono le proteste austriache che sostenevano che ogni soldato austro-ungarico, catturato dagli italiani dopo la mattina del 3 novembre avrebbe dovuto essere restituito alle truppe di appartenenza, ma gli italiani non ritennero rilevante questa protesta, in quanto l’armistizio non era ancora entrato in vigore, avviando tutti gli effettivi catturati fino alle ore 15 del 4 novembre ai campi di prigionia, dove fame, freddo e malattie mieterono migliaia di vittime, che si aggiunsero ai morti durante le operazioni militari. 

i nuovi territori italiani secondo gli accordi di londra 

Risultato immagine per confine italiano 1918

alto adige

gli altoatesini vennero a trovarsi, con l’armistizio del 4 novembre, all’interno dei confini d’italia, costituendo una nuova regione a maggioranza di madrelingua tedesca (all’epoca il 96,6%), circa 250 000 persone. 

trentino 

Il trentino, pur essendo abitato da popolazioni a maggioranza italofona (300.000 trentini di madrelingua italiana e 70.000 di madrelingua tedesca), si trovava, similmente all’alto adige, scorporato dal tirolo, a cui era stato legato per più di 500 di anni…la popolazione trentina, in parte evacuata nel corso del conflitto nei territori più interni dell’Impero austro-ungarico oppure nel regno d’italia, era da sempre rimasta fedele alla casa d’asburgo, ma si trovò a essere parte del regno d’italia

venezia giulia

situazione simile si ebbe nella venezia giulia interna, dove l’elemento sloveno e croato talvolta costituiva la maggioranza della popolazione, con punte che toccavano il 90-95% in alcune zone rurali vicine al nuovo confine con la jugoslavia; sloveni e croati erano invece in netta minoranza nelle zone costiere istriana e triestina e nel basso goriziano (dove tra gradisca e monfalcone, da pola a rovigno, a zara la popolazione era quasi esclusivamente italiana e venetofona), comprese anche tutte le principali città dell’area.

l’europa dopo la I guerra mondiale

Risultato immagine per armistizio di villa giusti

 

Pubblicato in Blog

Com. stampa di comunità lucana – La fine di una stagione che richiede un atto di coraggio

La fine di una stagione che richiede un atto di coraggio

Non avendo o volendo avere alcun titolo per entrare nel merito sul lavoro della magistratura ordinaria sul “file” centro olio di Viggiano o su quello a cui è stata chiamata la magistratura amministrativa a riguardo del pozzo di re-iniezione di Costa Molina, ma volendo a pieno titolo entrare in un ambito di valutazione politica complessiva dell’intera faccenda delle estrazioni nella nostra regione, rilevo che quanto sta penosamente accadendo sulle estrazioni di greggio in val d’agri, ampiamente annunciato e denunciato dal sottoscritto per molti anni, necessita oggi di valutazioni serene in un ambito politico più che di un’attesa beckettiana per ciò che accadrà che sembra pervadere gli organi decisori lucani.

Siamo giunti alla fine di una lunga stagione, prenderne atto è operazione di verità, prima ancora che con i fatti che si palesano ormai in una drammatica prospettiva dove tornano in ordine avvenimenti, cause ed effetti, con la coscienza individuale che pure dovrebbe muovere chi, con compiti decisori, seppur transitori, sul presente e sul futuro di una terra, oggi dovrebbe giungere ad una conclusione che si presenta quasi banalmente ovvia nella sua drammaticità, il centro olio di Viggiano e l’interezza della filiera delle estrazioni in Val d’Agri in queste condizioni vanno bloccati definitivamente.

Ed è chiaro che bloccare quegli impianti richiede quella speciale responsabile volontà politica verso i propri cittadini, volontà che è mancata sinora evidentemente per calcolo dei pochi ed ignoranza dei più, e di cui oggi appare evidente ed urgente la necessità, sia nell’attivazione delle potestà legislative e decisionali regionali, autonome e sussidiarie, potestà istituzionali che intersecano direttamente la sanità e la sicurezza dei cittadini, la programmazione di territori e cicli economici, la salvaguardia del patrimonio ambientale e paesaggistico, sia in una grande domanda da porsi al paese intero prima che ai governi, ovvero al parlamento nazionale ed europeo prima che a palazzo Chigi, ovvero se a fronte di gravi danni conclamati, se a fronte a quelli maggiori ancora da accertarsi in una materialità  definitiva ed a fronte delle troppe zone ambiguamente grigie che hanno fatto sino ad oggi da scudo ad estrazioni di idrocarburi indegne di un paese civile, la proprietà esclusiva dello stato delle risorse del sottosuolo e le materie di interesse nazionale ad esso collegate e statuite negli accordi del ’98 siano motivi per superare il diritto dei cittadini ad esser tali e non sudditi tenuti all’oscuro della realtà.

Ogni considerazione economica e di bilancio si ferma di fronte al rivelarsi crudele di una realtà che solo chi non voleva vedere non ha visto, ovvero ENI inquina, ENI mente, ENI minaccia, ENI imbroglia i cittadini lucani, irridendoli e blandendoli con promesse degne più d’una feroce, famelica, compagnia delle indie occidentali che di un ente che nominalmente è ancora da doversi definire pubblico, quindi al servizio del paese e del suo interesse che non è solo economico, ma anche, soprattutto di curatela e patrocinio di un equanime diritto dei cittadini, anche di quelli lucani.

Al presidente Pittella, verso cui non nutro certo alcuna simpatia politica, chiedo oggi di assumersi, a partire dalla propria coscienza personale di uomo e di medico, il gravoso e difficile compito di un atto di coraggio che i suoi predecessori non hanno esercitato (per dolo, colpa o semplice ignoranza di concatenazioni cause-effetti non tocca al sottoscritto deciderlo), revocare in via definitiva e immediata ogni autorizzazione ad ENI, sia per il plesso del centro olio di Viggiano, sia per ogni attività connessa ad esso, estrazione, re-iniezione, stoccaggio e trasporto con ogni mezzo del greggio della Val d’Agri, di avviare da subito, come responsabile della regione Basilicata tutte le azioni legali in sede civile per il risarcimento e la riparazione del danno alle persone, all’ente ed al territorio, e di avvalersi di tutte le sue facoltà di intervento e responsabilità, stabilite dalla Costituzione, per sollevare di fronte al parlamento italiano e a quello europeo, presso corti del paese e comunitarie, presso l’opinione pubblica popolare, quella domanda che oggi nella nostra regione si alza forte dal basso, ovvero se i lucani abbiano o meno il diritto alla salute, al territorio ed alla trasparenza anche rispetto a quell’interesse nazionale che con ignominia oggi si consuma sul proprio territorio, sul diritto all’oggi ed al domani, e più banalmente, ma non meno pressante sulla propria pelle e sulla propria dignità.

Miko Somma, segretario di Comunità Lucana verso la costituente del Partito Ambientalista e Comunitario di Basilicata.

il primo terrestre nello spazio – anzi, la prima terrestre

Risultato immagine per laika

(ANSA) – ROMA, 2 NOV – Indossava una tutina spaziale bianca e con il suo muso a punta si guadagnò subito simpatie e affetto mondiali: il cane Laika, il primo essere vivente nello spazio, volava il 3 novembre di 60 anni fa, a bordo del satellite Sputnik 2. La partenza avvenne a un mese dal lancio del primo satellite artificiale, lo Sputnik 1, e dalla stessa base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, che allora non si chiamava così ed era un luogo segreto. A bordo del veicolo a forma di cono, lanciato il 3 novembre 1957 dall’Unione Sovietica, c’era una cagnolina meticcia, per metà Husky e per metà Terrier, che aveva seguito un lunghissimo addestramento prima di volare.


    Si sapeva sin da subito che la missione di Laika era senza ritorno e per questo suscitò commozione e critiche. La cabina dello Sputnik 2 aveva aria, era stata progettata per permettere alla cagnolina di sdraiarsi e dormire, mangiare un ‘budino’ di carne e acqua, aveva anche strumenti che permettevano di controllare i parametri vitali.

——————————————————————

e credo che un commosso ricordo laika lo meriti proprio, perché dallo studio di quella morte nello spazio abbiamo ricavato così tante conoscenze per portare anche gli esseri umani nello spazio ed aprire una fase nuova della storia e della scienza che probabilmente senza di lei neppure avremmo una stazione spaziale che orbita da anni ed anni intorno alla terra, conducendo esperimenti importantissimi e nei fatti, come ha ricordato francesco qualche giorno fa, è un posto di pace dove la scienza unisce gli esseri umani…ed anche se forse laika avrebbe preferito un bell’osso ed un giardino, piuttosto che un sacrificio per la scienza e le aspirazioni umane a riuscire a lasciare il nostro pianeta, credo abbiamo davvero il dovere di ricordarla…

Pubblicato in Blog