una nuova senatrice a vita

Il presidente della repubblica nomina liliana segre, 88 anni, senatrice a vita…a 80 anni dalle odiose leggi razziali ed a pochi giorni dalle idiozie di un candidato, una sopravvissuta ad oświęcim (auschwitz) in senato è una bella notizia

Nata a Milano in una famiglia ebraica, visse insieme a suo padre, Alberto, e ai nonni paterni, Giuseppe Segre e Olga Loevvy. La madre, Lucia Foligno, morí quando Liliana non aveva ancora compiuto un anno. Di famiglia laica, la consapevolezza di essere ebrea giunge a Liliana attraverso il dramma delle leggi razziali fasciste del 1938, in seguito alle quali viene espulsa dalla scuola.

Dopo l’intensificazione della persecuzione degli ebrei italiani, suo padre la nascose presso amici, utilizzando documenti falsi. Il 10 dicembre 1943 cercò, assieme al padre e due cugini, di fuggire in Svizzera: i quattro furono però respinti dalle autorità del paese elvetico. Il giorno dopo, venne arrestata a Selvetta di Viggiù, in Provincia di Varese, all’età di tredici anni. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e alla fine a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni.

Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse sette giorni dopo. Fu subito separata dal padre, che non rivide mai più e che sarebbe morto il successivo 27 aprile. Il 18 maggio 1944 anche i suoi nonni paterni, arrestati a Inverigo, in provincia di Como, e deportati dopo qualche settimana ad Auschwitz, furono uccisi al loro arrivo, il 30 giugno.

Alla selezione, ricevette il numero di matricola 75190, che le venne tatuato sull’avambraccio. Fu impiegata nel lavoro forzato nella fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens, lavoro che svolse per circa un anno. Durante la sua prigionia subì altre tre selezioni. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.

Venne liberata il primo maggio 1945 dal campo di Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati al Campo di concentramento di Auschwitz, Liliana fu tra i venticinque sopravvissuti.

Dopo lo sterminio nazista, visse con i nonni materni, di origini marchigiane, unici superstiti della sua famiglia. Nel 1948 conobbe Alfredo Belli Paci, cattolico, anch’egli reduce dai campi di concentramento nazisti per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale. I due si sposarono nel 1951 ed ebbero tre figli.

Per molto tempo, non ha mai voluto parlare pubblicamente della sua esperienza nei campi di concentramento. Solo nei primi anni novanta ha deciso di interrompere questo silenzio; da allora si è resa disponibile a partecipare ad assemblee scolastiche e convegni di ogni tipo per raccontare ai giovani la propria storia, anche a nome dei milioni di altri che l’hanno con lei condivisa e che non sono mai stati in grado di comunicarla.

benevenuta, senatrice…e tutti ci auguriamo che il nuovo senato sia all’altezza della sua storia

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