i rinvii a giudizio e le tensioni…

dunque, avrete appreso del rinvio a giudizio di quasi tutti gli indagati dell’inchiesta cosiddetta “rimborsopoli”, ad eccezione di vincenzo santochirico, prosciolto da ogni accusa perché il fatto non sussiste e dell’ex assessore alla sanità attilio martorano, condannato ad un anno e mezzo con pena sospesa rispetto ai due anni richiesti dal gip, tenuto conto del massimo di pena di 3 anni per il reato con lo “sconto” di un terzo della pena per il rito abbreviato…

non ripeterò adesso tutti i nomi, che avrete modo di conoscere dalla stampa, ma mi concentrerò su alcuni effetti politici di questo rinvio a giudizio che – badate bene – non è una condanna, quindi di per se stesso non comporta alcun effetto legale, ma qualche problema lo pone rispetto alla contemporanea condanna proprio di martorano per lo stesso tipo di reato (cambia ovviamente per ciascuno la tipologia con cui lo stesso è stato commesso, dai pelouches alle cene in contemporanea, dall’aggiunta di una cifra davanti all’importo di una fattura di un ristorante all’acquisto di ammennicoli vari, alimentari e non)…

il problema quindi è schiettamente “morale” nella sua essenza politica diretta ed indiretta, vale a dire quanto questi rinvii a giudizio peseranno sul giudizio popolare e sull’auto-giudizio (perdonatemi il termine un po’ forzato, vista a volte l’assente essenza etica che ad alcuni impedirebbe simile attività che presuppone capacità critica verso se stessi ed il proprio operare) rispetto ai fatti regionali, segnatamente rispetto alla giunta regionale ed al suo presidente che ne è il mandante, e rispetto alle scelte degli elettori in prossimità delle scadenze elettorali delle europee e delle amministrative…

ora probabilmente molti penseranno che la basilicata sia troppo piccola perché i numeri della competizione delle europee possa esserne interessata e la cosa è senz’altro vera, ma mediaticamente l’utilizzo del rinvio a giudizio diventerà certamente parte della campagna elettorale sia dei grillini che di altre forze politiche, e sia localmente che forse anche a livello nazionale, tenendo conto anche del fatto che il presidente lucano, rinviato a giudizio, è anche “incidentalmente” il fratello di un candidato di punta del pd nel collegio italia meridionale, e dovendo mettere in conto un certo effetto sul governo nazionale, visto che l’ex presidente della regione è ora sottosegretario del governo renzi…

e se gli effetti sul governo nazionale possono essere del tutto trascurabili e comunque limitati al solo periodo elettorale ed alle sue risultanze, localmente gli effetti del rinvio a giudizio presumibilmente avranno molta più rilevanza sul voto amministrativo che potrebbe risultarne influenzato con effetti imprevedibili e che immagino alcuno possa prevedere…e su questa faccenda staremo allora a vedere cosa accadrà…

ma il punto politico è inevitabilmente rinchiuso in una domanda che i cittadini faranno “ma se de filippo si è dimesso, portando la regione al voto, per una inchiesta che toccava solo marginalmente la sua persona (duemila euro di francobolli, ndr), quale è la legittimità morale di marcello pittella a rimanere al suo posto dopo un rinvio a giudizio per una ipotesi di reato tanto odiosa?”…

il punto pratico, nella ovvietà di giudizio che dobbiamo dare per scontata in chiunque abbia un po’ di sale in zucca, che il processo deve ancora celebrarsi e nelle presunzioni relative di innocenza fino a quel momento, è quindi più etico che politico e legale in senso stretto (le sanzioni della legge severino e le decadenze conseguenti scattano solo a giudizio formato) e tocca aspetti di natura morale che possono divenire sostanziali e portare ad una sfiducia forse ancora maggiore dei cittadini verso un sistema politico locale già abbondantemente punito dalla massiccia astensione dal voto di novembre (astensione certo da depurarsi dell’effetto aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, che certo non tornano per votare, ma comunque rilevantissima)…

e la sfiducia, pur priva di risvolti immediati, può portare a risultati inaspettati rispetto ad un formarsi di opinione popolare su una giunta ed il suo operare che se fino ad ora è  stata certamente sorretta in qualche modo dalla capacità comunicativa diretta del presidente  che dialoga direttamente con i cittadini, scavalcando, in parallelo con altri presidenti, ogni mediazione comunicativa e politica (la cosiddetta luna di miele è alla fine proprio questo, una suggestione fideistica), la sfiducia in sostanza può palesarsi in un umore polare generale che certo non potrà non essere notato da chi ha finora utilizzato proprio l’umore come veicolo per la propria ascesi politica…e non casualmente uso il termine ascesi…

a suo tempo chiesi in un comunicato che il presidente pittella chiedesse anche lui il rito abbreviato per gli evidenti motivi di fiducia che questo avrebbe comportato in caso egli avesse ritenuto di non essere assolutamente colpevole e di poterlo dimostrare così con certa facilità, cosa che gli auguro di cuore, come lo auguro a tutti i rinviati a giudizio (lo sapete che non sono un forcaiolo e che voglio tenere lontano dal mio giudizio ogni “furore di popolo”) e farlo per dare un segnale morale ai lucani ben prima della chiamata a giudizio in termini ordinari sulla quale pesa sempre quel certo umore che fa pensare ad un “accomodamento” che, pur vulgata, è comunque un sentimento della popolazione verso le classi politiche chiamate a giudizio, ma la cosa non avvenne – e chi sarei io perché mi si dia retta?…

e allora staremo a vedere sia l’effetto politico diretto che quello indiretto, sia nel breve periodo che nel periodo più lungo che non parte certo dal 31 ottobre, giorno di inizio del dibattimento, ma che sicuramente parte proprio da oggi e peserà notevolmente su una giunta regionale certamente indebolita da questa notizia e sulla quale non potranno non avere effetti i risultati e le tensioni delle amministrative a potenza e dell’imminente scelta del segretario regionale del pd…

e sento rumore di asce dissepolte…

miko somma