attenzione a queste operazioni…così si fan danni…

Ambiente, un fondo più cospicuo per i danni da fauna selvatica

AGR Dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata arrivano risposte concrete al comparto agricolo che subisce danni dalla fauna selvatica.

La Regione Basilicata, modificando la legge istitutiva del fondo destinato a risarcire gli imprenditori agricoli le cui colture hanno subito danni da animali selvatici o inselvatichiti, ha inteso incrementare le risorse a disposizione destinando al fondo regionale “tutti i proventi” della tassa di concessione regionale per il rilascio e rinnovo dell’abilitazione all’esercizio venatorio e non solo “una quota parte” come invece accadeva prima.

Con la modifica introdotta dalla Legge di stabilità regionale 2014, non solo si aumentano le possibilità economiche del fondo, ma si introducono anche elementi di certezza sia sulla quantità delle risorse da impiegare sia sulle finalità a cui destinarle.

Per l’assessore regionale all’Ambiente la modifica alle modalità di finanziamento del fondo rappresenta la prima di una serie di iniziative, alcune suggerite dagli stessi rappresentanti del mondo agricolo in occasione di incontri tenutisi nello scorso mese di aprile, tese a prevenire e a limitare i danni arrecati alle colture agricole e alle produzioni zootecniche del settore agricolo lucano.

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non sono per nulla d’accordo…e non certo sull’aumento della quota destinata alla riparazione dei danni subiti (ancorché spesso, molto spesso, vi sono delle vere e proprie truffe con tanto di tecnici conniventi) da parte della fauna selvatica, problema questo reale e che si pone in un ordine che a mio modo di vedere è folle nel mentre considera solo l’aspetto meccanicistico del danno/risarcimento e non la complessità di una serie di rapporti tra attività umane e libero andamento della vita naturale che andrebbero meglio regolati, razionalizzando le prime nelle aree che confliggono con le seconde, come ho avuto modo di dire in qualche articolo precedente a proposito dell’allarmismo interessato di alcune sigle agricole che sembravano voler suggerire un’aria di caccia al selvatico che rovina il lavoro di agricoltori ed allevatori come soluzione ad un problema reale…in realtà sappiamo bene che oltre le innegabili pulsioni filo-caccia, il punto nodale di quegli allarmi era tutto incentrato sui rimborsi da rendersi più cospicui e sull’evidente giro economico che ne consegue tra denunce e controlli…

ma anche questo non è il punto su cui  confliggo con questa attività apparentemente innocua del dipartimento…il punto non è la quantità delle risorse che aumentano per i rimborsi, ma l’aver legato del tutto il cespite derivante dal rinnovo dei patentini di caccia al rimborso stesso, si da creare un legame causale tra la caccia che “deve” continuare per garantire i rimborsi e l’allevamento o l’agricoltura che a questo punto necessita come elemento strutturale della stessa caccia e quindi dei cacciatori, con ciò connettendo simbioticamente due mondi differenti tra loro, con effetti del tutto slegati dalla reale necessità di garantire risorse, e che a questo punto vedrebbero trasformati i cacciatori da soggetti che esercitano un diritto (la caccia è purtroppo tale) da limitare per una serie di esigenze di protezione della fauna, in soggetti che con l’esercizio di quel diritto controverso si erigono a “sentinelle agricole”, suggerendo neanche troppo silentemente che per l’agricoltura e l’allevamento serve la caccia e la limitazione violenta della sua predazione, seppure limitata da calendari e specie abbattibili che nessuno può dire quanto realmente osservate dai cacciatori (tenendo conto anche dei numerosi bracconieri), quando in realtà è del tutto vero il contrario, cioè che un buon equilibrio naturale garantisce migliori condizioni per una agricoltura ed un allevamento migliori…

non si tratta di lana caprina di speculazioni più o meno dotte sull’uso della tassazione (in questo caso specifico, il pagamento della licenza di caccia, si tratta non di imposte, ma appunto di tasse) e neppure di un vero e proprio “attentato” ad un concetto di fiscalità che necessita di generalità e non di causalità diretta tra tributi ed aiuti, concetto che è comunque soggetto anche a livello nazionale ad un vero e proprio assalto ideologico, quanto di logica a tratti anche elementare…quindi renderò anche certe, come recita il lancio le risorse e la loro finalità, ma legherò indissolubilmente due categorie tra loro differenti ed i loro interessi…

vale a dire che da oggi l’interesse degli agricoltori (che lavorano) che subiscono danni coinciderà con quello dei cacciatori (che si divertono a modo loro) che invece pur se andrebbero come da legge nazionale limitati nella loro attività, svolgendo ora una sorta di malinteso “ruolo sociale” che viene garantito proprio dalla finalità del tributo, potrebbero accampare diritti in tal senso, spingendo verso richieste di deregulation delle attività venatorie (che non hanno mai smesso di agitarsi) con la scusa di proteggere i “poveri” agricoltori ed allevatori…

assessore berlinguer, spero che lei legga l’articolo e ne desuma quanto di necessità per una reale azione politica che produca l’effetto primario, i rimborsi, senza produrne altri, maggiore libertà per i cacciatori…e spero di essere stato chiaro nell’esposizione