le stanze di compensazione…

credo abbiate compreso, tra chi segue questo blog da tempo, magari dalla sua nascita e chi lo segue magari da pochi giorni, che il sottoscritto non ha molti peli sulla lingua, non le manda a dire – anzi, le dice sempre e direttamente – ma soprattutto non è un ipocrita…

e non essendo un ipocrita, ovviamente non posso glissare su un avvenimento di grande portata quale è stato il rinvio a giudizio di quasi tutti gli indagati di rimborsopoli, argomento di cui ho trattato in un lungo articolo (http://www.comitatonooilpotenza.com/?p=10223) il 13 u.s., andando però questa volta direttamente alle conseguenze politiche prevedibili od imprevedibili che tali rinvii a giudizio hanno sul governo regionale nella persona del presidente marcello pittella…

vi risparmio le considerazioni fatte già diversi mesi fa, prima delle primarie, in qualche comunicato stampa a riguardo di cosa si sarebbe prospettato il giorno in cui proprio pittella sarebbe stato rinviato a giudizio, e vi risparmio anche l’invito che gli avevo fatto, sempre in un comunicato, a seguire l’esempio dell’ex assessore martorano che aveva richiesto il rito abbreviato, rito abbreviato che nel caso si fosse condannati avrebbe certo portato ad una “liberazione” del presidente dagli effetti di un processo che si annuncia duro, non tanto per gli esiti e per i suoi tempi affatto scontati, quanto per l’opinione dei lucani a cui certo non sarà gradito che a guidarli sia un presidente rinviato a processo, soprattutto dopo che il suo predecessore de filippo si era dimesso alla sola inquisizione…

ovviamente il problema più che di ordine legale, qui è politico e si traduce in una estrema ricattabilità che si traduce in debolezza politica del presidente pittella che potrebbe portarlo a “subire” delle correzioni imposte alla sua monocratica gestione della cosa pubblica lucana…

senza dilungarsi troppo, la giunta è debole, sia perché finora poco ha fatto, sia perché composta da “esterni” maldigeriti e magari solo sopportati al senso comune della gente, sia infine perché il rinvio a giudizio espone pittella ai suoi avversari politici più immediati che se non ne chiederanno la testa, per l’evidente e comprensibile ragione che ciò significherebbe portare la regione a nuove elezioni in un contesto di grande liquidità degli assetti in corso di modifica delle strutture democratiche regionali e locali, e soprattutto di grande crisi economica che di certo sarebbe aggravata dalle lungaggini di una nuova campagna elettorale e dal suo clima inevitabilmente rovente, di certo non resteranno indifferenti di fronte a diverse questioni, in primis la composizione della giunta, quindi il sotterraneo appoggio di pittella a falotico al comune di potenza sotterraneamente al primo turno, più apertamente in caso di quel ballottaggio inevitabile per riaprire una partita, quella del sindaco, chiusa forse dall’accordo fra le correnti del pd sulla figura di petrone, ed ancora sulla partita della segreteria regionale dove braia è nei fatti il candidato di pittella…

ma incidentalmente e nel giro dei pochi giorni che ci separano dalle urne per le europee e le amministrative, il presidente pittella dovrà scegliere, alla luce di quel rinvio a giudizio che lo indebolisce tanto, se se insistere nel gioco perverso del sostegno a falotico e a braia, mantenendo una giunta esterna a via verrastro, o sostenere suo fratello gianni nella candidatura alle europee e se stesso nel mantenimento della sua postazione da presidente della giunta regionale, avendo per il primo necessità che il pd regionale intero sia coeso nel gioco delle preferenze sul senior e sulla candidata renziana picierno, per il secondo che sia il partito stesso a sorreggerlo pur dovendo ridurre la sua influenza imperiale ed acconsentire ad un rimpasto totale o quasi…

quindi entro il 25 maggio e prima che qualcuno, anche un semplice iscritto chieda pubblicamente delle dimissioni che sarebbe inutile mettere sotto sordina in quanto aleggiano come sentimento diffuso tra le persone (e non certo tra la classe politica di maggioranza e minoranza che ovviamente teme di dover rinunciare ad un seggio costato fatica e denari e giustificherebbe lo strano silenzio o reticenza proprio di questi ultimi), dimissioni che farebbero come prima vittima proprio il fratello gianni, il quadro che si comporrà nelle segrete stanze di compensazione, inaccessibili al pubblico dibattito, sarà inevitabilmente quello di una resa condizionata del presidente il cui primo atto sarà un rimpasto di giunta rispettoso delle correnti interne nei tempi brevi prima dell’estate od immediatamente dopo, ed in tempi brevissimi lo “scarico” di braia e falotico e l’impegno a sostenere petrone come sindaco a potenza per una vittoria al primo turno, o quanto meno una neutralità garantita…

questo il quadro che si prospetta in termini politici e sul quale pesa ovviamente una considerazione di maturità che, come considerazione del tutto personale, faccio in questa sede, quella ciòè che non è possibile mandare di nuovo ed a breve al voto una regione in queste condizioni che di fatto avvantaggerebbero i detentori di interessi materiali forti sul territorio, le compagnie petrolifere da un lato, ed un governo decisamente “petrolista” da un altro…

occorre cioè da un lato la maturità dei lucani che hanno responsabilità politiche di non cedere alla tentazione di far saltare il banco, ma dall’altro che per la prima volta il presidente pittella comprenda che una regione si governa per i cittadini e con i cittadini, ma comprese le forze politiche che ti hanno sostenuto e ti sostengono…e se magari queste forze politiche nel frattempo saranno “leggermente” cambiate nelle loro logiche, male non potrà fare ad una regione dove ancora dobbiamo sperimentare cosa sia una democrazia compiuta…

poi se a qualcuno dovesse scattare la voglia di urlare alle dimissioni, vedremo…

miko somma