qualche riflessione

ci siamo volutamente disinteressati della conferenza di inizio anno (che strano una volta erano di fine anno!) del presidente della giunta regionale de filippo

riteniamo che ad una giunta a pezzi come l’attuale e di cui il presidente e le sue “bizzarie” sono un triste paradigma non vada neppure concessa l’attenzione che normalmente avremmo pure dato ad un momento che in altre epoche pur avrebbe avuto un certo interesse collettivo

ciò che si consuma in questi giorni a via anzio è il triste epilogo di “poteri” che non si rassegnano all’ammissione di un fallimento, quello di aver volutamente gestito una regione non ponendo cura agli interessi collettivi, ma piuttosto individuando altri interessi e strategie come punto di gravità intorno a cui far ruotare l’attività istituzionale, in primis quelli delle grandi multinazionali (“che danno tanto lavoro!”) a cui lungi dall’essere mai stati posti limiti, sono state invece spalancate le porte del territorio in nome di un “progresso” e di una “crescita” che non solo non hanno mai trovato riscontro nella realtà degli interessi generali della comunità (che ci sembra debbano sempre avere la priorità assoluta), ma hanno finito per consegnare questa terra ed i suoi abitanti come ostaggi alla fame di risorse dei grandi gruppi

i gravi problemi storici della nostra regione, i ritardi democratici, culturali ed infrastrutturali alla base di un sottosviluppo cronico che se sarebbe ingeneroso attribuire solo a questa giunta senza coinvolgere le precedenti, non sono mai stati affrontati nella serenità di un confronto democratico che tenesse conto sia delle legittime aspirazioni delle popolazioni, sia della curatela della prima risorsa che una terra ed popolo posseggono, l’ambiente nel suo complesso di relazioni fisiche e relazionali, all’interno di un “progetto”organico e realista, quanto piuttosto nelle pieghe di una idea di “gestione” del giorno per giorno che ha finito per sostituire la “Politica”, quale strumento di alta mediazione che intesse i bisogni collettivi ed individuali nell’idea di un futuro possibile attraverso l’ordito dell’idea ordinante che il dialogo democratico stesso costruisce in una società, con la “politica”, quale mera professionalizzazione dei ruoli e gestione pura del consenso a disposizione del miglior proponente

sia chiaro che la nostra critica non nasce solo dalla protesta pura e semplice per un modello od un’idea del mondo che rigettiamo come “perdente” nel giudizio storico che si comincia ad intravedere da più parti in conseguenza di crisi strutturali del sistema economico-politico, sistema che non manca anche in questa regione apparentemente “periferica” di manifestare i propri limiti sotto forma di un concetto di consumo del territorio e delle sue risorse che non riesce più a riassorbire le proprie contraddizioni – distruggere una valle per settanta posti di lavoro, ne è un esempio lampante – la nostra critica nasce anche e soprattutto da una progettualità altra, da un’altra idea del mondo che seppur ancora lentamente si affaccia alle coscienze come una necessità ed una possibilità, fuoriuscire cioè dal concetto di consumo e mercificazione (del territorio, delle risorse, della salute, delle coscienze, della libertà, della democrazia, delle opportunità) per fare sintesi pratica di un passaggio alla coltivazione intelligente e disponibile a chiunque del nostro pianeta, della nostra regione, della nostra piccola comunità

voi avete le vostre crisi e la soddisfazione del vostro individualismo come movente

noi abbiamo i nostri progetti e la cura della collettività in un’idea di presente e futuro interdipendenti tra loro, in nome della continuazione della vita, come forza propulsiva!!!