sabato sera

non sono uso ad uscire il sabato sera…troppa confusione!…una abitudine a cui mi sono “abituato” nel corso degli anni, preferendo uscire durante la settimana…abitudini appunto

ma stasera sono uscito, complice una serata, una delle oltre 2000 in tutta italia, in cui si ricordava de andrè nell’unico modo in cui è possibile ricordarlo, ascoltare le sue parole ancora oggi di una modernità senza pari…forse perchè parlano delle ipocrisie, delle ingiustizie, dei preconcetti, dei mali, delle ingenuità che a ben vedere esistono da sempre e da sempre aspettano che qualcuno si accorga di loro oltre un telegiornale…vedre tanti ragazzi di vent’anni canticchiare quelle canzoni mi rafforza nell’idea di una “oggettività” (brutta parola, ma verità è una parola che mal si concilierebbe con quelle canzoni e con la visione che è dentro di esse)

ma il punto non è questo…non di fabrizio de andrè voglio parlare e neppure di quella mercificazione che sempre accompagna i momenti del ricordo che ancora sono vivi nella realtà…no, voglio parlare del sabato sera, di questo sabato sera

esci e ti aspetti di incontrare la tribù degli omologati e dei “giovani” – ma si quelli mariadefilippizzati o in cerca delle veline di provincia, quelli del “marò, stac brutt’ mi frà’…brutt’ assai” (traduco madonna sto fuori fratello mio…fuori di brutto) – e li incontri davvero e ti dici che il pessimismo è d’uopo e mille storie sulla vacuità esistenziale e mille dubbi se non abbiano davvero ragione loro

cambi locale, gente più adulta, più tranquilla, ma fatti salvi i grugniti, sostituiti da più o meno argentine risatine nevrotiche o da atteggiamenti navigati accuratamente preparati allo specchio indossando la cravatta adatta, poco o nulla cambia…pensi…ok, dietro gli occhi niente!!!…niente materia grigia che si esplichi in consapevolezza – ma dopotutto è sabato sera! – chissà però al lunedì se fatti salvi gli obblighi non sia poi lo stesso…gente assurda…la bionda tinta che si atteggia a vamp e che indovini non potrà mai fare a meno del bisturi tra qualche anno, quando la pelle pagherà il suo prezzo al tempo…il rampante avvocato che non rampa affatto, ma semmai appena sopravvive con le rate del suv da pagare, e nonostante tutto trasuda sicurezza briatoresca mentre affoga nella realtà dell’azzeccagarbugli che fa le cause di condominio…e via discorrendo il materiale umano su cui speculare sarebbe infinito…locale che vai, gentaglia che trovi!!!

ma chi me la fa fare? – pensi – meglio sarebbe stato starsene a casa a leggere o magari chiamare quell’amica che non senti da tempo e che tutto sommato ti piacerebbe diventasse un po’ meno amica, e magari combinare una cenetta con probabile/improbabile – dipende da molti fattori – seguito…ma poi ti romperesti anche dell’amica…rimane la lettura, amante perfetta!!! – hai deciso…te ne vai a casa e tenti di riconciliarti con le piccole cose che fanno un essere umano e magari ti fai quella dormita che ti aspetta e ti spetta da tanto tempo

sbagliato!…assolutamente sbagliato!…non te ne sei accorto, ma nel locale dei giovincelli hai incontrato uno, e poi un’altro ed un altro ancora, che ha finito da qualche anno anno le superiori e con un diploma in tasca sta ancora cercando lavoro e scopri che se solo chiedessi ad alta voce, superando il chiacchiericcio querulo e molesto del sabato sera che serve a sopravvivere dall’ansia del quotidiano, quanti non hanno un lavoro, quanti non una strada da seguire, quanti sopravvivono nell’insicurezza, ti ritroveresti a prestare attenzione a chissà quanti “io”…poi vedi una persona “diversamente abile” – che stronzata! – uno che ha problemi grossi e nessuno che li risolva per lui e con lui e capisci che lui è lì per sentirsi finalmente vivo, perchè durante il giorno è morto e muore di barriere e di ostacoli, di burocrazia e dimenticanza, di una città e di un paese che ignora la malattia chiudendola in un assegnuccio mensile che non dà possibilità di riscatto alcuno…e poi incontri gli occhi stanchi di chi lavorando al nero lavora tanto – ma proprio tanto – ma proprio non ce la farebbe a consegnare la propria vita ancora una volta a quel lavoro ed alle sue conseguenze…la stanchezza mortale, quella che ti consegna agli anni ed ai decenni che volano via senza che nemmeno te ne sia accorto

e nel locale dei più maturi hai trovato l’operaio che si sta laureando per fare ancora l’operaio, il laureato che ha spolpato la famiglia per i master che ti chiedono anche per dire “io esisto”, l’aspirante moglie per necessità e forse non per ruolo, la cameriera al nero che se ne starebbe più volentieri nel primo dei locali, ma tocca pur mangiare, il gestore del locale che a giudicarlo un aguzzino sfruttatore della cameriera si rischierebbe di dare dell’assassino senza cuore al cacciatore di “cappuccetto rosso” e tanti altri ancora, ognuno con le sue storie

lo vedi che hanno tutti una domanda che non ti fanno – e tu che potresti fare per migliorare le cose?

lo sai che non hai risposte che si mangiano domani mattina a colazione, ma nonostante tutto con quelle domande ci andrai a letto

è anche per loro che bisogna vincere!!!

buon sabato notte a tutti!!!

p.s. oggi sono ventisei anni che mio padre è morto e voglio ricordare tutte le sue parole e quanto mi mancano quelle discussioni che facevamo alla sera sul mondo, io ragazzino adolescente, lui che aveva fatto la guerra, la prigionia in russia e la ricostruzione, costruendo anche me!…e scusatemi tutti del momento intimo!!!    

6 pensieri su “sabato sera

  1. grazie caro andrea…la fretta di scrivere è foriera di errori, soprattutto quando alle due del mattino non vedi l’ora di andartene a letto e sai che al mattino dopo dovrai alzarti presto…ma anche “scrive” non si scrive “srcive”…come vedi siamo in due a fare errori…facciamoci una risata in due allora e andiamo avanti

  2. noto con piacere che c’è qualcuno negli ultimi giorni preoccupato a correggere errori dovuti alla fretta di chi scrive e di chi vuole comunicare notizie in tempi rapidi..ed è evidente, chiaro per chi legge in modo attento che sono dovuti semplicemente alla fretta.. chiedo a questi accorti lettori, ma lo capite il contenuto degli articoli scritti o ai vostri occhi salta solo l’errore da correggere????piuttosto perchè non vi preoccupate un pò di più di quanto accade????ovviamente chiedo venia per gli errori che troverete in quello che scrivo!!!!

  3. Trovo il commento di “admin” simpatico e appropriato (ed ha anche ragione: sono andato per suonare e sono rimasto suonato…).

    Quello di Marica La Salvia invece non lo comprendo: io capisco bene ciò che viene scritto, e lo analizzo in base alla mia esperienza, alle mie competenze, ai miei desideri.
    Se mi viene – per la prima volta – di correggere un errore (ma così, senza voglia di fare il professorino) non vedo perché non possa farlo.
    Se poi su questo sito – e non credo affatto che sia così – bisogna commentare sempre e solo a senso unico e non, magari, “in direzione ostinata e contraria” come avrebbe detto qualcuno, allora basta dirlo…

  4. E comunque, per la cronaca: il post di “admin” non mi è dispiaciuto affatti, anzi…

  5. admin sono io andrea, miko…dai, non esageriamo!…nessuno si offende per una correzione, io tanto meno…anzi, magari ti mando le bozze così mi eviti strafalcioni…il mio invito è a sorridere sempre di se stessi…l’autoironia è intelligenza perchè è capacità di vedersi dall’esterno
    cmq, non ho mai cancellato un solo commento (anzi uno si – mi era stato richiesto dallo stesso autore) e non comincerò certo adesso…la direzione ostinata e contraria è quella che percorriamo da sempre
    di nuovo un caro saluto a tutti

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