andiamo in val d’agri

stiamo per partire per la val d’agri, destinazione masseria crisci, sul lago del pertusillo, luogo dove presumibilmente si svolgerà la diretta di linea verde da mezzogiorno

per chi vorrà raggiungerci e sostenerci, questo è un invito

sia chiaro che non vogliamo interferire con il programma e con la sua linea editoriale, ma vogliamo essere ascoltati se si parlerà (come si parlerà) di petrolio

riteniamo assurdo che i media nazionali presentino sempre questa regione o nel suo lato “cattivista”, quello delle tangenti (presunte?), delle lobbies di potere, delle strane commistioni, dei misteri, o nel suo lato “buonista”, dell’ambiente incontaminato, dei cibi genuini, della brava gente

entrambe queste visioni sono segni antitetici, eppure a loro modo uguali in un valore assoluto che non trova riscontro nella realtà, di fatto ponendosi soltanto come una cartolina a due facce, buona per ogni uso e consumo

no, questa regione è entrambe le cose, e le une convivono tragicamente con le altre nell’assurda situazione di una terra che assume un valore strategico estremamente alto per alcuni interessi che vengono sintetizzati nella formula più generale di un interesse nazionale che pesa come un macigno su ogni tentativo di avere un po’ più di chiarezza su quanto accade con il petrolio e con tante altre cose, mentre si continua a darne una visione edulcorata, in un senso o nell’altro, per non creare troppe domande nell’opinione pubblica nazionale e locale su quanto realmente succede in questa basilicata

se non è il silenzio o sono tangenti e malaffare, ed allora è la solita storia di un sud tra i sud, neppure distinguibile dal resto e basta qualche “intellettuale” televisivo o qualche politicante appena in grado di esprimersi correttamente a chiarire tutta la storia, o è tutto e maledettamente “va sempre bene” e si può ballare la tarantella podolica, smangiucchiando pecorino e trangugiando robusto vino, ed è a suo modo una forma peggiore di silenzio anche questo

le nostre richieste sono tutte nella nostra petizione e quello è l’argomento di un tavolo necessario che il popolo lucano, e non la sua e-stinta classe politica, chiede allo stato in quanto garante del patto democratico che lega una regione all’altra

se non c’è il tavolo a cui si “deve” dare ascolto alle nostre richieste, per altro estremamente ragionevoli, per questa regione non c’è la democrazia, se non c’è la democrazia per questa regione non c’è più l’italia come l’abbiamo nonostante tutto voluta immaginare e quanto per essa questo popolo si è sacrificato dal 1860 ad oggi

e le compagnie multinazionali si dovranno adeguare!!!