non giochiamo con il fuoco…

ansa – “Non c’è una soluzione militare” alla crisi ucraina: il segretario generale dell’ Onu Ban Ki-moon ha messo in guardia l’Occidente contro i pericoli di una escalation militare, nel momento in cui la Nato si appresta a rafforzare la sua presenza nell’ est europeo. “L’ Unione europea, gli americani e la maggior parte dei Paesi occidentali – ha detto durante una visita in Nuova Zelanda – stanno discutendo molto seriamente tra loro sul modo di procedere” di fronte alla presenza russa in Ucraina. Devono capire che non c’è soluzione militare. Un dialogo politico per una soluzione politica è il cammino più sicuro”, ha aggiunto, deplorando una “situazione caotica e pericolosa” dalle conseguenze “regionali e mondiali”. Il suo avvertimento è indirizzato ai 28 capi di Stato dell’ Alleanza atlantica che devono adottare al summit di giovedì e venerdì un piano di reazione in risposta all’intervento russo nella crisi ucraina.

Mosca, nuova strategia con Nato più forte a confini – La Russia adatterà la sua dottrina militare tenendo presente il comparire di nuove minacce ed in particolare il rafforzamento della Nato alle sue frontiere. Lo ha detto oggi un alto responsabile militare russo. “Tutto dimostra la volontà delle autorità degli Stati Uniti e della Nato di proseguire nella loro politica di deterioramento delle relazioni con la Russia”, ha detto Mikhail Popov, vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo.

Mogherini, venerdì decisione su sanzioni – “Domani la commissione preparerà il pacchetto” delle nuove sanzioni europee per la Russia e “la decisione si prenderà venerdì”. Lo indica Federica Mogherini parlando davanti alla Commissione Esteri del Parlamento europeo. 

avete letto bene…il segretario generale dell’onu avvisa l’occidente, quindi la nato, dai rischi di opzioni tattiche che avrebbero conseguenze militari, in qualche modo ravvisando un rischioso bellicismo della nato che pare volere andare alla prova di forza con mosca…prova di forza però dagli esiti molto incerti, perché se da un lato è deplorevole l’atteggiamento di mosca nel conflitto nelle regioni russofone, atteggiamento che non solo consta di un sostegno militare certo con forniture di armi ed intelligence militare, come del tutto ovvio in un conflitto che vede coinvolte zone a quasi integrale presenza russofona delle quali in qualche modo la russia è una tutela, ma a quanto pare si avvale anche di interventi diretti delle sue truppe che mosca però smentisce contro ogni evidenza documentale…situazione confusa, certo, da indagare sin dai suoi primordi (ricorderete tutti gli avvenimenti di piazza maidan a kiev e quelle strane e mai interamente spiegate stragi, poi l’annessione, passata in un quasi silenzio della comunità internazionale, della crimea, infine, come avvisavo con un articolo precedente la stessa annessione della penisola sul mar nero, i primi scontri nelle regioni che evidentemente erano in sobbollimento sin dalla caduta di janukovich, che in qual modo tutelava le minoranze russe nell’est), ma dalla pericolosità estrema, vista l’attitudine russa a non escludere mai l’ipotesi militare a tutti i livelli, soprattutto in una prova di forza in cui si gioca quel ritrovato vigore imperiale del cremlino che, passo dopo passo, pare aver ormai superato la crisi militare e politica degli anni ’90, quando il crollo dell’urss mise in cantina sia la forza militare della super-potenza che il suo ruolo strategico internazionale…la russia c’è a quanto pare e putin sembra volerlo ricordare a tutti, giocando senza scrupoli di sorta una partita che ritiene fondamentale, anche perché riguarda direttamente i suoi confini e l’ipotesi di chiudere tra crimea e regione di mariupol il maz d’azov, facendone un approdo sicuro per sua la flotta del mediterraneo, dopo aver “pacificato” a suon di stragi buona parte del caucaso ribelle…

così se da un lato l’ingresso nella nato dell’ucraina, inutile militarmente, ma caldeggiato da alcuni paesi storicamente e culturalmente confliggenti con l’influenza russa nella regione, pare una miccia accesa con l’intento di provocare tensioni atte a misurare proprio la determinazione della russia nel riprendere un controllo politico ed economico dei paesi a suo tempo usciti dalla sua orbita diretta ed indiretta e solo in parte rientrati nell’asse economico creato nell’area, qualificandosi così come una provocazione diretta e di lungo corso, dall’altro credo oggi esista una vera e propria vocazione al conflitto, o quanto meno alla prova di forza, da parte della nato, vocazione questa pericolosa perché in grado di provocare reazioni forti da parte della russia…russia che evidentemente e per ragioni di trascorsi diplomatici ormai di lungo corso, vuole tavoli di concertazione in grado di farla uscire dall’isolamento e farla ritornare nel consesso internazionale con il suo ruolo di super-potenza, non disdegna per ottenere quei tavoli di correre rischi sul campo, forzando situazioni già tese, come credo stia facendo sin dall’inizio della crisi ucraina…

e se l’occidente e segnatamente la nato non comprende che la posta in gioco non è contro un qualsiasi paese che minaccia regionalmente gli assetti geopolitici, ma contro una potenza militare nucleare che oltre agli armamenti possiede armi ben più potenti, quali le forniture di gas con cui ricattare direttamente i paesi più dipendenti da queste, come l’italia e la germania, allora o siamo al bellicismo idiota o all’ingenuità più esasperata e pericolosa di fronte a manovre “scacchistiche” di qualche testa gloriosa che ancora manovra dietro le quinte delle alleanze, proprio in un periodo di crisi economica che nuove sanzioni non farebbero che esasperare…forse riconoscere il ruolo della russia attraverso un tavolo di negoziato globale sugli equilibri della regione ed arrivare ad una definizione di limiti di influenza nei rapporti tra paesi e le protezioni specifiche per le minoranze storiche (vedi i tartari di crimea) e per quelle che si sono create nel corso dei decenni per migrazioni più o meno naturali nell’urss, sarebbe la via più europea alla soluzione della crisi, ma evidentemente oggi ci sono percorsi di altro genere che stanno prendendo il sopravvento e che forse pensano che una “bella” guerra limitata possa in qualche modo fungere sia da “lievitatore di pil”, sia da contenitore patriottardo di tensioni sociali derivanti dalla crisi economica che occorre indirizzare altrove…ed a quanto pare i russi “brutti sporchi e cattivi e sempre un po’ comunisti” paiono il target specifico per spostare l’attenzione generale, in accoppiata ai “musulmani decapitatori”, verso punti di sfogo sociale altrimenti irrimediabilmente destinati a scoppiare nei paesi europei a maggiore sofferenza…e non fa differenza alcuna per questi giocatori che si appoggino paesi i cui governi non hanno dato prove di specifico atteggiamento democratico, sia all’epoca dei proconsoli russi, sia nelle nuove ere delle pasionarie corrotte e politicamente equivoche…

cerchiamo così di non giocare con il fuoco…una soluzione va trovata in sede onu per non delegittimare ulteriormente l’unico strumento di composizione internazionale pacifica che abbiamo tutti…