piombo s-fuso

Estratti 23 corpi dalle macerie – Intanto si aggrava il bilancio delle vittime causate dall’Operazione “Piombo Fuso”. Almeno 23 cadaveri sono stati complessivamente estratti in mattinata da sotto alle macerie di edifici distrutti a Gaza città e dintorni, all’indomani di una serie di combattimenti a terra tra truppe israeliane e milizie di Hamas, i più violenti registrati dall’inizio dell’Operazione “Piombo Fuso”. Lo hanno denunciato fonti ospedaliere locali, secondo cui la maggior parte dei corpi sono stati recuperati a Tal al-Hawa, sobborgo alla periferia sud-occidentale della citta’, poco dopo che i carri armati israeliani si erano allontanati dalla zona, in piena notte.Oltre 1.000 i morti e più di 5.000 i feriti – Tenendo conto anche di tali vittime, il numero globale dei palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dal 27 dicembre scorso è salito così a non meno di 1.133, di cui circa settecento erano semplici civili; tra essi 335 i bambini. I feriti ammontano in tutto a 5.130. In campo israeliano hanno invece perso la vita tredici persone, tra le quali dieci militari.———————————————————————————————————————————————————-

ed intanto la “diplomazia” continua il suo lentissimo ed inutile lavoro che parte dal presupposto che israele abbia ragione ad aver scatenato l’inferno nella striscia di gaza…una ipocrisia che rischia di costare cara all’intero medio oriente

se infatti si avallano come scelte condivisibili dalla politica internazionale – solo un tantino esagerate! –  quelle di un governo di paranoici che, incuranti delle loro colpe, quelle di aver sistematicamente sabotato ogni processo di pace nell’area, sono pronti a scatenare guerre “inutili” militarmente poichè non si batte la guerriglia con i bombardamenti, “inutili” politicamente poichè ogni trattativa non potrà fare a meno di hamas il cui consenso tra la popolazione palestinese inevitabilmente aumenterà, ma che pagano sul fronte interno impedendo il concretizzarsi di una politica di pace e di dialogo che viene mantenuta sempre allo stato embrionale con la scusa dell’emergenza militare e della sindrome da accerchiamento che stringe in una camicia di forza l’intera società israeliana

il vero obiettivo dei “paranoici” di tel aviv è infatti tutto interno ed ha a che fare molto più con situazioni di carattere economico che politico…come immaginare che in uno stato che spende per la difesa circa il 40% del proprio prodotto interno lordo, i gruppi di potere interessati al mantenimento di queste quote, che gli assicurano lauti affari, non vogliano semplicemente che le cose vadano avanti proprio in questo modo?…riflettiamoci su!!!