il tesseramento pd…un intervento importante di una compagna…

Senza scomodare troppo Amleto o far rivoltare nella tomba Shakespeare… in questi ultimi mesi un dubbio amletico mi ha assalita, ed ho posto a me stessa questa domanda: “rinnovare o non rinnovare la mia tessera al Partito Democratico?”. L’esigenza di una risposta si è fatta ancor più forte quando è arrivato l’invito all’incontro del circolo cittadino, con all’ordine del giorno un solo ed inquietante punto: “Tesseramento 2014”.

 Come se non vi fosse null’altro da discutere, come se, in un momento denso di così tanti temi locali, regionali e nazionali capaci di incidere irrimediabilmente sulle sorti della nostra terra e di ognuno di noi la priorità fosse  rinnovare o meno una tessera. Ma io non sono una tessera, non mi sono mai sentita solo una tessera, ho sempre pensato di essere parte di un progetto un grande progetto.

Ma sono i numeri che contano!

Certo che contano i numeri, e chi lo mette in dubbio? Ma questi numeri dovrebbero essere spinti da idee, visioni, politiche, confronto, e perché no? Anche sogni, piccoli o grandi che siano ma capaci davvero di far cambiarverso ad una terra che arranca e si spopola sempre più.

E la mente va a quella mia prima tessera dei “Giovani Socialisti”, quanto entusiasmo, quanti momenti di confronto nella vecchia sezione in Via del Popolo… ne è passato di tempo e ne sono passate di tessere.

Decidere o meno di tesserarsi ad un partito politico è cosa seria, molto seria, e lo è ancor di più oggi. Viviamo un tempo balordo dove accade di tutto e il contrario di tutto, dove da più parti si cerca di sminuire l’immenso valore di una appartenenza politica.  Un tempo dove si succedono capi di governo non si sa bene espressione di quale maggioranza. Un tempo dove vige ormai a tutti i livelli la regola delle “larghe intese”, del pensiero unico. Un tempo dove se provi a dissentire sei solo un disfattista o meglio ancora “un gufo”.

Tutto è maledettamente scaduto in un enorme comitato elettorale, svuotato della sua essenza, di quel corpo vivo che si confronta sui temi, che li sviscera, che li attraversa ed elabora progetti e politiche da mettere in campo – solo ed esclusivamente per il bene comune e mai per interessi di questa o quella parte. Non si è più riconoscibili per il valore di ciò che si esprime, ma per “componenti” per “filiere”…che gran peccato!

Un grande contenitore dove i personalismi la fanno da padrone, una enorme piazza urlante che troppo spesso non riesce a fare sintesi. Un grande progetto che ha perso per strada “il popolo” e ha deciso di puntare sugli “impiegati della politica” che troppo spesso non hanno orecchi per ascoltare le richieste che provengono dal basso, da chi quotidianamente resta indietro.

Ho frugato, ho scandagliato il mio cuore, la mia testa e le mie ragioni…ma ho trovato poco, troppo poco!

Occorre adesso una sana “pausa di riflessione”, come si fa nelle grandi storie d’amore, e poi quel che sarà sarà.

Vorrei chiudere queste mie brevi e semplici riflessioni, che ho deciso di affidarvi,  con una citazione alta, altissima direi, che mi riporta all’interrogativo esistenziale del vivere (essere) o morire (non essere):

“Coerenza  è comportarsi come si è e non come si è deciso di essere” (Sandro Pertini).

Antonella Giosa