vi posto questo brillante articolo pubblicato sul manifesto, che forse meglio di noiose dissertazioni sui sistemi elettorali o di dotte letture della costituzione sulla forma di governo illustra il contenuto di quella schifezza conosciuta (e purtroppo votata) come italicum…buona lettura e grazie all’autore, michele prospero, per l’arguzia e la buona informazione…
Italicum, siamo uomini o marsupiali
— Michele Prospero,
Italicum. La riforma Renzi-Berlusconi sfregia il parlamento: ballottaggio nazionale ed eletti dai capi partito sono un delirio antidemocratico del tutto sconosciuto in Europa
Con l’approvazione dell’emendamento di un senatore giovin italico (non più turco) la partita delle riforme sembra procedere per il governo con la prevedibile speditezza.
La cosa più stravagante, sulla nuova legge elettorale, l’ha pronunciata proprio il presidente del consiglio. Davanti ai suoi senatori in subbuglio, ha detto che l’Italicum è così geniale, nella soluzione dell’enigma della governabilità, che il creativo congegno sarà presto imitato in tutta Europa.
I maldestri governanti inglesi, che non sempre riescono a garantire il valore costituzionale della governabilità, cioè ad ultimare gli scrutini con un vincitore sicuro riconoscibile la sera stessa dello spoglio, faranno subito la fila al Nazareno per comprare la ricetta miracolosa e archiviare il loro secolare, e piuttosto stupido al cospetto della singolare trovata toscana, formato maggioritario uninominale, che non sempre dà il volto del gran trionfatore.
E così si appresta a fare anche la cancelliera Merkel. Deposta la teutonica presunzione di sufficienza, per via di una decennale stabilità e governabilità superiori a quella di ogni altro sistema politico europeo, la politica tedesca freme per apprendere dalla premiata ditta Boschi-Verdini come si fa a vincere con certezza e a dormire tranquilli la sera stessa del voto, senza essere più appesi alle manovre per varare la grande coalizione e quindi indotti al fastidioso rito delle migliaia di iscritti della Spd che devono dare la loro approvazione al contratto di governo siglato.
Per non dire degli spagnoli o dei greci, che devono faticare sovente per raccapezzare singoli voti di sigle minori per garantire la fiducia a un governo malconcio.
O dei virtuosi statisti dei paesi nordici, che spesso dal conteggio dei voti non sanno a chi tocchi lo scettro e si affidano abitualmente a lunghi governi di minoranza.
E anche i francesi troveranno presto il modo per seppellire il loro incerto maggioritario uninominale a doppio turno e sostituirlo con il sensazionale maggioritario di lista escogitato al Nazareno.
Ora che l’Italicum ha svelato i sacri misteri della vittoria certa, l’Europa può voltare pagina nella storia delle istituzioni e acquistare a buon mercato il prezioso brevetto della governabilità.
La vittoria certa, da consegnare al calar della sera, nel timore che i deputati siano chiamati per esprimere una maggioranza tramite le dinamiche secolari che sorgono in aula, è però del tutto estranea alla logica del parlamentarismo.
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