copincollo
PACE (PD): ELEUANA NON È MORTA |
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05/02/2009 17.36.20 [Basilicata] |
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“Ho aspettato molto prima di scrivere. Di Eleuana, della sua famiglia, di una questione che merita la sedimentazione di un ragionamento prima di parlare. Solo così è possibile per me assumere la responsabilità di esprimere una visione, anche se solo a titolo personale”. Lo afferma, in un comunicato stampa, Aurelio Pace, componente dell’assemblea regionale del Pd. Finirà come non doveva finire – conclude Pace – con un altro caso Welby, con un altro caso Coscioni. Con la sofferenza di una famiglia che non morirà mai, con una vita che si spegne, con una politica che non legifera. Spero e prego affinché le lacrime di papà Peppino non siano materia solo per Bruno Vespa, che non sia un secondo caso Cogne, che non siano l’ennesima occasione perduta per pronunciare una parola chiara per le tante Eleuana che vivono in un letto”. ——————————————————————————- per una volta qualcosa su cui riflettere…bravo a pace che pure essendo del pd dimostra di essere prima di tutto un essere umano senziente…è pazzesco infatti che, nonostante l’assoluta legittimità di ogni posizione che è e deve rimanere personale, poichè altrimenti si trasforma in una vuota e retorica liturgia dell’appartenere, su un caso che è si quello di eluana englaro, ma con sfumature differenti è il caso di tantissime persone costrette a vivere una vita non degna di essere vissuta (è sono solo loro a poterlo dire e non qualcuno che pontifica da uno scranno o da un altare) ed in tantissimi altri casi una vita che è tale solo poichè la si prolunga attraverso tecniche di sopravvivenza che nulla più hanno a che fare con la biologia dell’esistere…mi riferisco nel primo caso ai tanti piergiorgio welby che giacciono ad attendere ciò che non solo non si può eludere, ma che diviene un pensiero fisso e costante nell’impossibilità di esorcizzarlo attraverso la vita stessa ed i suoi accadimenti, nel secondo a tutti coloro i quali nell’impossibilità di dare un senso autonomo alla propria esistenza divengono oggetti di un accanimento alla sopravvivenza che vorrei tanto potesse riguardare le migliaia di bambini che ogni giorno muoiono di denutrizione e malattie a volte banali, eppure così gravi quando il diritto alla vita è messo in discussione non dalla volontà personale o dalla legge, ma dallo stato dei fatti di una povertà che non si vuole sconfiggere, ed ecco forse per chi varrebbe la pena spendersi non eticamente, ma nei fatti concreti…la politica italiana riesce a decidere di obbligare persino i medici a denunciare un clandestino (come se in un caso del genere non vi sia dell’etica, distorta, malata, crudele, eppure etica), ma non riesce a prendere altra posizione che decretare in consiglio dei ministri un divieto che pare una condanna perpetua, più che un tentativo, magari sbagliato, magari anche’esso crudele, di dare un senso a ciò che oggi senso non ha, qualunque sia il concetto del limite della vita che si voglia applicare nel metro di giudizio…trovo giusto accanirsi sulla tutela della vita in ogni sua fase, ma pazzesco voler considerarla tale solo poichè è una macchina a tener desto il riflesso del respiro e del battito cardiaco…altrettanto pazzesco è però affermare che una vita del genere debba spegnersi per interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione…sono entrambe posizioni ipocrite…il problema è ancora una volta una politica che non sa decidere e che pure dovrebbe per mandato, per dovere e per diritto prendere una posizione qualsiasi, anche con tutti i dubbi che possano sorgere in merito…a cosa serve una commissione etica? e qual’è l’etica di riferimento? ed è giusto che siano dei “saggi” e non il popolo tutto per mezzo dei suoi rappresentanti o della consultazione popolare a prendere una decisione su una materia che non può più rimanere priva di un quadro di riferimento chiaro e preciso…ecco, io propongo che si lanci subito un referendum consultivo nazionale, senza alcuna raccolta firme, ma anzi “voluto” fortemente dalla politica per prendere una posizione in merito alla continuazione della vita quando non vi è alcuna possibilità di scelta personale…si chieda agli italiani che a volte sanno essere molto più saggi dei “saggi” e comunque spesso dei loro rappresentanti di esprimersi in merito con due domande chiare, “è possibile permettere l’interruzione volontaria ed assistita della vita, in perfette condizioni di intendere e volere, quando la coincidenza tra decorso negativo e fatale di una condizione clinica e volontà personale alla non continuità della vita è chiara, espressa, informata ed inequivoca?…è possibile l’interruzione procurata e rapida della vita quando vi sia coincidenza tra impossibilità cronica, irreversibile, alla capacità di intendere e volere ed una condizione clinica che obbliga al proseguimento delle condizioni minime vitali solo con l’ausilio di macchinari esterni e tecniche di sopravvivenza forzata?”…e due risposte possibili, “si” e “no” a consenso o dissenso espresso secondo coscienza dei cittadini, riuscirebbero finalmente a legiferare i nostri rappresentanti? io non posso accettare il consumo della vita di un essere umano fino ad uno scadimento fisico tale da non essere più supportabile neppure dalle macchine e non posso accettare che si ponga fine ad una esistenza per mancata alimentazione ed idratazione, per fame e sete cioè faccio mie le ultime frasi di pace, che ringrazio per aver riempito per una volta lo spazio istituzionale delle notizie regionali di basilicatanet con delle riflessioni e non solo del passeggiare tronfio, ma spesso claudicante tra la lingua italiana ed i corridoi di via anzio di tanti altri politicanti, “finirà come non doveva finire, con un altro caso Welby, con un altro caso Coscioni. Con la sofferenza di una famiglia che non morirà mai, con una vita che si spegne, con una politica che non legifera. Spero e prego affinché le lacrime di papà Peppino non siano materia solo per Bruno Vespa….” ed aggiungo che spero sia la natura stessa a far terminare questa sofferenza con la morte più improvvisa e dolce possibile per una persona, eluana englaro, che se riuscisse a sentire quanto la sua condizione stimola non il coraggio di una nazione, ma la vigliaccheria ipocrita di tanti pavoni, non desidererebbe forse altro che la “nera signora” la porti via subito con sè…meglio il nulla o la vita eterna, come sono e devono essere le nostre convinzioni a dar corpo a ciò che è oltre la vita biologica, che questo chiacchiericcio da pollaio |