parole al vento…le sentenze arrivano a potenza, renzi…

ansa – I magistrati di Potenza hanno lasciato la sede della Presidenza del Consiglio di Largo Chigi, dove, per circa due ore, hanno ascoltato, in qualità di persona informata sui fatti, il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. Il procuratore Luigi Gay non ha voluto commentare le parole del premier Renzi, secondo il quale le inchieste della Procura potentina non vanno a sentenza.  “Era necessario farlo”, ha rispoto Gay ai giornalisti che gli chiedevano del motivo della trasferta a Roma per sentire il ministro Boschi…

…E’ in corso intanto la direzione del Pd nella quale il premier Matteo Renzi sta parlando anche dell’inchiesta di Potenza sulle estrazioni di petrolio e il premier va all’attacco: “chiedo alla magistratura italiana non solo di indagare il più velocemente possibile ma di arrivare a sentenza. Ci sono indagini della magistratura a Potenza con la cadenza delle Olimpiadi”, ogni quattro anni, “e non si è mai arrivati a sentenza. Un Paese civile è un Paese che va a sentenza”….

…Intanto al termine di una camera di consiglio durata circa quattro ore, il Tribunale di Potenza ha condannato a pena comprese fra due e sette anni di reclusione gli ex vertici della Total e alcuni imprenditori e amministratori. La vicenda – diversa dalle indagini attualmente in corso – si riferisce ai lavori per la costruzione del centro oli di “Tempa rossa”, fra Corleto Perticara (Potenza) e Gorgoglione (Matera). L’inchiesta, coordinata dall’allora pm di Potenza Henry John Woodcock, risale al 2008.

e per smentire le parole di renzi sulla procura di potenza che non riuscirebbe mai ad arrivare a sentenza, eccovi il resoconto, tratto dalla pagina della gazzetta del mezzogiorno (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/732979/Tempa-Rossa–fino-a-7.html) che copincollo spudoratamente senza aver chiesto il permesso (credo proprio che non se ne avranno a male)…

Tempa Rossa, fino a 7 anni di carcere per i vertici Total

Il processo si riferisce all’inchiesta condotta nel 2008 dall’ex om Woodcock

Il Tribunale di Potenza ha condannato in tutto nove persone – imputate a vario titolo per corruzione, concussione e turbativa d’asta per l’esproprio dei terreni e i lavori di realizzazione del Centro oli di «Tempa Rossa» – nell’ambito del processo allora chiamato «Totalgate», per pene che complessivamente ammontano a 47 anni e sei mesi di reclusione.

In particolare, sono stati condannati l’ex ad di Total Italia Lionel Lehva (tre anni e sei mesi di reclusione) e l’ex manager della Total Jean Paul Juguet (tre anni e sei mesi), due ex dirigenti locali della Total, Roberto Francini e Roberto Pasi (sette anni di reclusione ciascuno), l’imprenditore Francesco Rocco Ferrara (sette anni di reclusione), l’ex sindaco di Gorgoglione (Matera) Ignazio Tornetta (sette anni), l’ingegnere Roberto Giliberti e il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Corleto Perticara (Potenza) Michele Schiavello (cinque anni ciascuno), e l’imprenditore Nicola Rocco Donnoli (due anni e sei mesi). Per Lehva e Juguet è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, mentre per Pasi, Francini, Ferrara, Tornetta, Schiavello e Giliberti l’interdizione è perpetua. Per 18 imputati è stata disposta l’assoluzione.

Nel dispositivo il giudice, Aldo Gubitosi, ha inoltre disposto la restituzione al pm degli atti relativi alle posizioni di Total, Sogesa e Impresa Ferrara «per nuove valutazioni».

Il pm, Veronica Calcagno, aveva chiesto pene per un totale di circa 90 anni di reclusione. La vicenda si riferisce a un’inchiesta condotta nel 2008 dal pm Henry John Woodcock – ora in servizio a Napoli – sulla realizzazione del Centro oli di “Tempa Rossa», in particolare per le procedure di esproprio dei terreni che avrebbero poi dovuto ospitare la struttura, e la concessione degli appalti per i lavori. Il Comune di Corleto Perticara (Potenza) è stato condannato in solido «quale responsabile civile» al risarcimento dei danni alla parte civile (con Schiavello, Pasi, Francini e Giliberti).

«Non posso che esprimere la mia più viva soddisfazione per un verdetto che conferma la bontà dell’impianto accusatorio da me costruito grazie al lavoro di un gruppo affiatato di ragazzi della polizia giudiziaria (la squadra mobile e la polizia municipale di Potenza e i carabinieri del Noe del capitano Ultimo) che hanno collaborato con me». Così il pm Della Dda di Napoli Henry John Woodcock commenta l’esito del processo a Potenza scaturito dall’inchiesta Tempa Rossa, coordinata negli anni scorsi dal magistrato quando era sostituto alla procura del capoluogo lucano.

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parole al vento renzi, le sentenze arrivano a potenza – eccome se arrivano – e forse arriverebbero prima se la si smettesse di depotenziare da anni il tribunale del capoluogo potentino, perennemente a corto di organico ed oggi a rischio di perdere la corte di appello in virtù di un riassetto giudiziario che priverebbe la regione basilicata non solo della corte di appello, ma di tutti i servizi che ad essa sono collegati!!!…